I festeggiamenti di antica tradizione celtica si stanno sempre più espandendo anche in Europa dove il gusto per il macabro e l’horror (tipicamente inglese) sta riscuotendo grandissimo successo. Vedasi in primis le morbose attenzioni che si riservano a fatti di cronaca con delitti efferati e disgustosi.
I più inquietanti restano comunque quelli a sfondo religioso perché accompagnati da rituali satanici o quelli attinenti alla sfera del paranormale con presenze ossessive e assassine.
Nel film ha una piccola parte anche la nostra Maria Grazia Cucinotta che affiancà Alice Braga una giovane attrice sulla quale Hollywood sta puntando alla grande.
Ma il film più intrigante è di alcuni anni fa, Lower City, perché parla di un triangolo, un argomento ampiamente illustrato anche dall’inserto di Sette del Corriere che dava spazio a Melissa P. la scrittrice che da ragazzina con il diario I Cento Colpi di Spazzola, si è fatta donna manager, nel senso che ha imparato a gestire la sua vita incanalandola in esperienze promiscue, come il triangolo appunto, pensando di essere l’autrice del suo sdoganamento.
Un po’ come quella canzone che recita : “…Per tutti quelli che lo fanno in piedi pensando di essere gli unici al mondo….Oh yes!”
Il Triangolo è sempre stato un tabù ma regolarmente praticato in tutti i Paesi. Capita, anche se ad indagare a fondo poi si arriva alla solita conclusione che alla base ci sono sempre tendenze omosessuali.
Poco male, sdoganate anche quelle, il triangolo è da un pezzo che va.
Quanto meno sullo schermo. E Alice Braga ne è stata la sublime interprete, presa di mezzo da due amici, uno bianco e l’altro di colore, che si invaghiscono di lei, spogliarellista di lape dance. Dapprima se la contendono, poi trovano un’intesa per godersela insieme. In una situazione analoga la domanda sorgerebbe spontanea: prima uno poi l’altro? No, proprio insieme, faccia a faccia i due e lei in mezzo. Questo è il triangolo proposto. Meglio pensarci prima di accettare. Non è certo quello di The Dreamers con i rivoluzionari sessattontini a Parigi.
Ma il cinema è finzione e tutto può accadere. Anche quello di affascinare perché Alice Braga ha colpito, per la sua spontaneità e dolce disponibilità l’immaginario del produttore di 11 Minuti il romanzo di Paulo Cohelo che l’ha ingaggiata per il film omonimo per interpretare il ruolo di Maria, una ragazza brasiliana la quale, delusa dall’amore, si ritrova a Parigi (gira e rigira si arriva da dove si è partiti come una sorta di giro dell'oca) a far la spogliarellista.
Insieme a lei Mickey Rourke e Vincent Cassel. A forza di spogliarsi per gli altri in generale (11 minuti è il tempo che dedica per scopare) e per un pittore in particolare, ritroverà la gioia di vivere e un nuovo amore. Un film importante che Alice Braga, pur essendo un’attrice ancora in ascesa, ha soffiato a sue colleghe molto più affermate.
Il suo fascino ambrato si differenzia da tutte le star latino americane, come Jessica Alba, Eva Mendes ed Eva Longoria, per l’espressione molto infantile quasi stupita verso il mondo che la circonda, come una sorta di Alice nel mondo delle “Favelas”: con 11 Minuti da girare e a sua disposizione tutti avrebbero puntato su un successo galattico. Invece no di Alice delle Favelas non si è più sentito parlare tanto che quando si dice Braga si continua a pensare alla zia Sonia, come una sorta di La Fava e La Rava mentre Alice resta sempre quella delle favole di cartoon.
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