BERLINO - REGGIO. Festa del PD a S.Ilario di Reggio Emilia. Complesso degli
https://www.youtube.com/watch?v=thBo8evlBsESBALORDITIVO!!!
Ma la domanda è: sono nazisti?
L’ULTIMA FESTA DEL PD
Le sere d’estate invitano ad uscire per le feste paesane che sono numerose nel nostro territorio.
Quelle dell’Unità, ora tradotte in Festa del PD, sono sempre le più gettonate perché offrono diversi stand con le cucine regionali, da quella Sarda all’Emiliana passando dal Gambero Rosso a tutto pesce.
Ad aprire le danze con “lissio e revival” è sempre S.Ilario fuori dal circondario di Parma ma a due passi della città per cui si raggiunge in poco tempo cercando di partire presto per non trovar la fila.
Quest’anno è andata bene, la fila non c’era stante la crisi che ha colpito anche ma soprattutto i lavoratori che hanno disertato perfino l’incarico del volontariato occupato da tanti ragazzini/e (tutti in pantaloncini corti) a servire in tavola e al Bar (uno perfino zoppicante, che tenero!) con i soliti pensionati orgogliosi di sentirsi utili alla comunità, con a seguire le immancabili rezdore in cucina sudate e fuori di testa per preparare con tempismo i piatti del menu’.
Sempre uguale comunque, fedele a sé stesso e alla festa del PD, con porceddu cotto a fuoco lento, costine di maiale e polenta, tagliata e griglia, tortelli e cappelletti a volontà, insalate di mare e paella, con frittura e grigliata di pesce. Insomma tante certezze che ritrovi volentieri tutti gli anni anche perché è un’occasione per ascoltare musica e ballare in pista.
Purtroppo in queste feste del PD, diciamo pure di un certo tono come quelle di Reggio e Bologna, sono quasi scomparsi i balli di gruppo o di “lissio”: l’unica festa che ha mantenuto questa tradizione è Ravadese nell’appuntamento a Settembre (v.foto) con un forte richiamo per famiglie ed anziani che partecipano numerosi dando l’occasione agli esponenti del PD di allestire tavole rotonde invitando anche quelli dell’opposizione, o a quelli dei Sindacati di servire in tavola per onorare la democrazia “di sinistra”.
A Sant’Ilario Sabato scorso le famiglie erano riunite intorno alla pista con complessino revival nel quale cantava a gran voce un cantante di mezza età, con un repertorio variegato da Vasco a Little Tony con puntatina in perfetto inglese sui Beatles perchè “appena arrivato da Verona galvanizzato dal Tributo a Paul Mc Cartney”. Così, dopo aver cominciato con Penny Lane e Michelle ha subito smesso perché i bambini catapultati dalle mamme in pista non seguivano il ritmo mentre qualcuno del pubblico cominciava a sbadigliare. Anche i Beatles hanno fatto il loro tempo.
Infatti i giovani erano tutti ammassati nella parte separata della festa, per ascoltare un gruppo che aveva dello sbalorditivo perché ossessivamente battevano la testa in basso con un ritmo martellante e a tambur battente tra il marziale da Terzo Reich e la messa satanica genere Eye Wide Suth, che il solista cantava in tedesco gutturale, invitando i giovani a ritmar la musica facendo roteare la testa insieme alla massa di capelli.
Due ragazze vicino a me erano scatenate: una esile e magrina con ombelico al vento si dimenava nel rotear la testa invece che la pancia con l’amichetta piccoletta e grassa in canottiera che l’accompagnava battendo la testa su e giù facendole ballonzolar le tette sotto al naso. “Son forti son forti” dicevano all’unisono.
“Che è sto’ casino?” chiedo a una ragazzina che cantava in tedesco.
“Sono i Rammestein Tribute con la Code Band degli Ubermenstcch”
Il solista a torso nudo insaccato in cinghie borchiate era un carismatico tanto che quando alzava le mani si accendevano sul palco lampi di fuochi incitando la platea ad urlare mentre ossessivamente si posizionava il microfono “superdotato”
(oltre i 30 centimetri) fra le gambe battendo ossessivamente con l’altro braccio sul ginocchio in una sorta di sega furiosa da “mi-spacco-il-cazzo” come a dettare un trend a queste nuove generazioni.
(oltre i 30 centimetri) fra le gambe battendo ossessivamente con l’altro braccio sul ginocchio in una sorta di sega furiosa da “mi-spacco-il-cazzo” come a dettare un trend a queste nuove generazioni.
Cazzutissima festa, come se il PD fosse pervaso da un’ondata nazi-fascista! Del resto non c’è da meravigliarsi visto che il Governo Letta
è lo specchio del Paese: da una parte la sinistra buonista guarda papa Francesco, dall’altra la Berlino della Fraulen Merkel guarda Letta.
Quel che meraviglia e sorprende sono invece i giovani di questo nostro Bel Paese: da una parte ci sono quelli finti della Tv e dei giornali che fanno spettacolo come braccia rubate all’agricoltura, dall’altra ci sono quelli catapultati nella realtà a rappresentare il futuro del paese: un su e giù con la testa, un braccio teso per il saluto e quello abbassato per una sega in ammucchiata.
Il Paese è servito: cazzuto e segato. Zac!
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