Ho appena finito di vedere su Iris Nicole Kidman con un taglio di capelli alla maschietta che le dona moltissimo perchè ancora non era ricorso ai ritocchini facciali.
Il film è Birth, Io sono Sean nel quale Nicole Kidman ritrova in un bambino il marito incarnato, morto alcuni anni prima.
Un genere paranormale che la Kidman ha dimostrato spesso di prediligere avendo recitato anche in The Others (fra morti viventi) e Ho sposato una Strega, un remake della serie televisiva anni 60 con Elizabeth Montogomery.
Un caso analogo di marito bambino è quello del curioso Caso di Benjamin Button nel quale Cate Blanchet recitava accanto a Brad Pitt invecchiando mentre lui diventava bambino.
Cate Blanchett poi si è ripresa al fianco di Russel Crowe nel film Notthingham dove vestiva i panni di Marion a fianco di Robin Hood, con il quale nel film fa lunghe cavalcate, dividendo battaglie come un compagno di avventure. Un tipo maschietta appunto.
In un articolo pubblicato su Magazine del Corriere Andrea Osvart viene considerata molto coraggiosa per essersi tagliata i capelli alla maschietta, come Nicole Kidman e tante altre attrici: Mia Farrow, per esempio dopo che si era sposata con Frank Sinatra per girare il film Rosemary’s Baby o Jean Seberg per Fino All’Ultimo Respiro o Bonjour Tristesse.
Infatti è un taglio che imperversava negli anni 50 e 60. Eì stato visto recentemente anche sulla ballerina classica Polina Semionova quando ha danzato
con Roberto Bolle nella Carmen di Bizet del coreografo Roland Petit il quale aveva voluto dare un taglio androgino alla focosa ballerina spagnola uccisa poi da Don Josè per gelosia, ispirandosi alla sua musa Zizì Jeanmaire ballerina del Lidò di Parigi famosa proprio per la zazzeretta corta.
Non è necessario essere coraggiose per portare i capelli cortissimi, bisogna semplicemente avere lineamenti adatti, cioè regolari con il nasino piccolo perché altrimenti farebbero troppo maschio. E’ fondamentale anche essere molto magre. Le donne con i capelli corti danni l’impressione di essere sicure di sé ed emancipate.
Dunst, senza dimenticare Connie Nielsen: tutte attrici dai lineamenti fini e regolari.
Infine, la più celebre fra tutte è quello che ha deliziato intere platee perché incorniciava un visino da gazzella: era quello di Audrey Hepburn in Sabrina e Vacanze Romane,imitatissimo dalle donne di tutto il mondo senza che nessuno riuscisse mai ad eguagliarne il fascino e lo charme.
TIPO MASCHIA E
UN POSTO AL SOLE
La prima a provarci è stata Demi Moore rapandosi la testa in Soldato Jane un film nel quale veniva sottoposta a sevizie gratuite da un maschio dei marines dove era arruolata, che tentava perfino di affogarla (Viggo Mortensen). Ma lei riaffiorava stendendolo poi a tappeto con la celebre frase: “E ora succhiami il cazzo”.
Né puttana, né madonna e nemmeno donna, Jane, soldato Jane, era solo quello che si sentiva di essere, un soldato. E senza il benestare di un maschio.
Vabbè, qui siamo all’esasperazione, ma non poi così tanto perché le sevizie psicologiche sono tali da arrivare ad atti estremi che partono direttamente dall’inconscio emergendo nella vera identità con tutta la loro forza.
Tutto questo per dire che se le donne affogano è sempre a causa della crudeltà mentale di chi le circonda, perché altrimenti saprebbero benissimo nuotare e stare a galla.
Da notare che in America la crudeltà mentale è in testa alle cause di divorzio.
La crudeltà mentale dei media è in testa comunque.
La cosa triste è che tra i media si annidano anche donne molto agguerrite nel conquistare e mantenere un posto al sole senza esitare di affogare le altre.
Dimenticando che al mondo, sotto il sole, c’è posto per tutti.
Anzi, il sole è talmente giusto da essere generoso proprio nei paesi poveri!
Un posto al sole, oltre alla soap su Rai 3 e a Palazzo Grazioli di recente memoria, è un film degli anni 50 interpretato da Montgomery Clift ed Elizabeth Taylor.
E’ una storia di arrivismo al maschile perpetrato ad ogni costo, senza scrupoli fino ad arrivare ad uccidere la fidanzata facendola annegare in un lago mentre fanno una gita in barca.
La povera ragazza assassinata è Shelley Winters considerata un intralcio alla conquista del posto al sole del suo fidanzato che punta una ricca e viziata ereditiera, Liz appunto. Finito male perché poi lui sarà giustiziato.
La trama ricorda anche La Ragazza del Lago, un film italiano di discreto successo.
Fra i classici di donne annegatE non si può tralasciare Ofelia in Amleto, colpita da follia, la quale rappresenta la fragilità di una fanciulla che non riesce a reggere il mondo duro che la circonda.
Come personaggio positivo viene alla mente la Fata del Lago che rimerge dalle acque per consegnare la spada Excalibur a Re Artù, dopo che l’aveva persa in battaglia, custodita dalla Fata come simbolo del potere occulto della donna.
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