venerdì 21 febbraio 2014

TELEFONINI ARMALETALE PER I GIOVANI?



 Gerald Butler indimenticato Leonida di 300 tra una commedia e un film d’azione è in quello d’azione che dà il meglio di sé perché esprime al massimo il suo potenziale di combattente e leader predestinato.
C’è un film che è quasi passato inosservato, Machine Gup Preace, che lo mette in luce come eroe generoso e sensibile in missione in Africa. Il film è tratto da una storia vera perché racconta di Sam Childerns un predicatore motociclista che sulla via del motocross ha l’illuminazione di partire per il continente nero a
salvare i bambini che vengono reclutati dai guerriglieri per fare la guerra con armi in pugno dai Kalashnicov ai machete.
Nel mondo globale c’è un’altra arma letale che rappresenta un pericolo in mano ai bambini e minorenni: è il telefonino che trova in questa fascia il maggior acquirente. Escludendo gli anziani che con la tecnologia non hanno molta dimestichezza, o gli adulti che in tempo di crisi di lavoro preferiscono adattarsi al fisso non potendo negare al figlio questo oggetto perché a scuola sarebbe additato come diverso da tutti, i bambini e giovani minorenni sono i maggiori consumatori di telefonini che ormai usano non tanto per comunicare messaggi quanto per diffondere immagini delle loro bravate. A un festival di Cannes  in cartellone c'era un film che viene dalla Serbia il Paese in fase di sviluppo dopo una sanguinosa guerra della quale il mondo intero si è accorto dopo aver ispirato Angelina Jolie con la Terra del Sangue e del Miele nel quale racconta gli stupri perpetrati sulle donne in modo soft e patinato alla maniera Hollywoodiana, seguita da altri autori italiani come Margareth Mazzantini con Venuto al Mondo.
Invece eccolo qua, Ve la do io la Serbia! Una regista DOC ha girato un ilm choc sulle generazioni del dopo guerra, KLIP,  che stanno crescendo vivendo selvaggiamente gustandosi la libertà favoriti dalle comunicazioni dei telefonini in pugno ad inquadrare ogni perversione nei quali i giovani si immedesimano con tutte le loro problematiche adolescenziali, facendo docu-fiction iniziati con esibizioni a nudo e masturbazioni, per poi passare alle riprese di coppia con fidanzatini  e poi con i compagni di sballo per finire agli stupri di gruppo.
I giovani non sono un problema spiega la regista per motivare le scene porno, ma hanno un problema. La domanda sorge spontanea: il problema è della cine-Serbia? O ancora,  il problema sta nel porno o nel telefonino?
Tante domande che la regista ha voluto sollevare sbattendo le ragazzine in rapporti lesbo, a culetto nudo dopo aver squarciato il velo del collant, a faccia in estasi dopo aver sniffato e violentate con le scene in diretta sui social e su you tube come prostitute consumate live. La protagonista è la piccola Isidora Simijonova che insieme al gruppo ce la mette tutta per essere più realista possibile ad avvalorare il film come docu sui giovani. Uguali come tanti che vivono nel mondo.
Ecco, qui c’è già una risposta. Per il problema sul porno o sul telefonino
rimane da rifletterci un attimo, ma prima bisogna mettersi in fila per andarlo a vedere perché Cannes è sempre Cannes. Anche il porno!
I telefonini invece cambiano sempre, ma anche questo non è un problema.

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