domenica 17 febbraio 2013

LIRICA E DANZA, SE CHIUDONO I TEATRI APRE LA TV.



Una puntata di Anno Zero aveva colpito con il monologo di Marco Travaglio che attaccava la sinistra per la sua opposizione inconsistente tanto che, se uno come Fini ha detto due cose contro Berlusconi tutti hanno gridato all’uomo predestinato per guidare la sinistra. Subito dopo è partito un servizio: una sorta di mixage fra politica e lirica, con la diretta di un’Opera in un teatro che ha rischiato di non andare in scena perché gli addetti ai lavori volevano scioperare contro il decreto Napoletano sulla riforma delle fondazioni liriche, destinato a far emigrare i talenti all’estero.
Purtroppo la lirica, finchè rimane uno spettacolo per pochi, avrà sempre i conti in rosso.
Per incrementare il settore bisognerebbe diffonderla a livello popolare dando la possibilità a tutti di poter accedere in questi Templi della Musica aumentando le rappresentazioni e diminuendo i costi dei biglietti e dei cachet dirigenziali.
Ad aggravare il problema è senz’altro quell’alone di eleganza esclusiva che accompagna ogni Prima di quelli che contano: “Ma noi volevamo spendere di più. Eh!”, la quale indispone la gente comune, suscitando invidie e rancori nel sentirsi esclusa.
Quello di trasmettere le opere, con le nostre Tv locali, in diretta è già un passo avanti per la diffusione in tutte le case, ma non è abbastanza perché alla fine poi non fa che conciliare il sonno: due o tre ore davanti allo schermo, con la scena ridotta e poco accattivante, per sentir gorgheggiare incessantemente è piuttosto pesante. Infatti hanno molto più successo i concerti dove si propongono le romanze più importanti delle opere. Andrea Bocelli ne è un esempio lampante: il cantante è stato chiamato perfino ad aprire l’Expo di Shangai a dimostrar che la voce lirica e le romanze sono molto graditi.
E’ un problema grosso questo della Lirica perché se non si troverà il modo di interessare il grande pubblico, lo spettacolo sarà destinato a scomparire. Portare innovazioni con allestimenti rivisitati e scenografie d’avanguardia non fa che aumentare il problema perché l’Opera ha senso rappresentata nella sua tradizione drammaturgica e barocca (purtroppo costosa). Comunue, finchè ai bambini vengono insegnate solo canzoni anni 60-70 e poi le trasmissioni stroncate perché adatte solo per anziani, non ci sarà mai una soluzione del problema. Un altro esempio lo abbiamo visto a Ciack si Canta dove il pubblico ha eliminato Katia Ricciarelli preferendole Wilma Goich. Il che è molto significativo, perché la canzone della Goich era nella nostra memoria.
Insomma tempi duri per la lirica, perché è un settore che ha perso il divismo. Non ci sono più cantanti di spicco che possano infiammare le platee come ai tempi di Maria Callas, con Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Renata Tebaidi…
L’ultimo grande divo è stato Luciano Pavarotti il quale genialmente aveva compreso che per sopravvivere la lirica doveva fare gioco con la musica leggera. Con il Pavarotti and Friend’s aveva coinvolto i giovani nei suoi duetti con cantanti di fama internazionale in un connubio che, di primo impatto era risultato shoccante, ma poi accettato con entusiasmo e grande successo anche perché si era avvalso come testimonial di Lady D., la principessa diva per eccellenza che aveva catalizzato l’interesse di tutto il mondo. Pavarotti oltre che cantante era anche un grande manager di sé stesso che si è avvalso della collaborazione delle sue due moglie nel ruolo di segretarie: un’accoppiata sempre molto prolifera e  vincente, ma a dirigere era sicuramente lui.
La Danza invece, considerata la Cenerentola della stagione lirica, sta prendendo sempre più piede grazie al divismo dei ballerini come Roberto Bolle ed Eleonora Abbagnato, i quali si sono esibiti anche nelle Piazze fino al palco di S.Remo. Col risultato che Eleonora Abbagnato attira più di una Svetlana Zakharova (divina sacerdotessa della danza che la maggior parte della “gente” non conosce).
A Roberto Bolle,  hanno allestito un battage pubblicitario che nel Giselle ha raccolto uno strepitoso successo… annunciato.
Ne aveva bisogno, visto che fa già il tutto esaurito in ogni Teatro? Una Giselle con Carla Fracci era stata rappresentata negli anni 70 al Teatro Regio di Parma, dove non c’era quasi nessuno. Eppure lei era una grande ballerina conosciuta in tutto il mondo, fra gli appassionati del settore, ma il grande pubblico la danza classica non la filava ancora.
Anche Neureyev, se imperversava al Teatro alla Scala fra i pochi VIP con il Flauto Magico o Giulietta e Romeo, a lui il pubblico preferiva Raffaella Carrà con Enzo Paolo Turchi acclamandoli con il loro Tuca Tuca!
Il Presidente Napoletano ha comunque firmato il decreto.
Roberto Bolle è emigrato a New York per poi fare una puntatina di un gala al Colosseo.
 Poi magari lo rivedremo in Tv, a S.Remo o da Maria De Filippi a danzare con Anbeta?Mah!

Nessun commento:

Posta un commento