mercoledì 13 febbraio 2013

LEZIONI DI SESSO


Tempo fa, sugli schermi televisivi di MTV andava forte Love Line la rubrica sexy condotta da Camilla Raznovich la quale, nonostante gli argomenti trattati senza filtro, veniva proposta ai giovani che di sesso ne fanno tanto sapendone ben poco. Altra testimonial è stata Angela Ravanelli che si era messa in luce come inviata delle Jene e non aveva quella dolcezza tutta rassicurante della Raznovich.
I tempi sono cambiati ma i giovani continuano a far domande sul sesso senza alcun imbarazzo, così come le ragazze di oggi e dei tempi passati.
“Ai miei tempi si faceva più sesso libero” dice un illustre scrittore.
Ed è vero se si pensa alla rivoluzione del 68 e alla
libertà che i giovani avevano conquistato soprattutto nelle aule delle Università, occupate e ridotte a grosse camerate notturne dove si faceva anche sesso promiscuo.
In modo innocente, cameratesco appunto, con tante risate euforizzanti che solo il sapore di una libertà conquistata possono dare. Questo in Italia, perché in Francia e Inghilterra la rivoluzione sessuale era già iniziata fin dagli anni 50 raggiungendo il culmine con la comparsa dei Beatles e la Swinging London.
Nel film An Education, ambientato proprio nell’Inghilterra anni 50, viene trattato questo tema con la protagonista Carey Mulligan adattissima ad interpretare una signorina-bene. Una sorta di Alice nel Paese delle Pornomeraviglie come si vede dalla foto dove il partner Peter Sassgaard le presenta una banana come toy con cui giocare.
Perché no? Se il sentimento è autentico e se lui non è all’altezza ecco che il gioco tende a colmare la lacuna.
Ma per amore si può stare al gioco che inevitabilmente si fa perverso?
Non si capisce infatti come una ragazza possa entrare nel ruolo e immergersi nella libido con un partner che le presenta una banana.
Allora non sarebbe meglio un amore sentimentale puro e platonico senza ricorrere a questi giochetti da coppie lesbo? Perché è chiaro che in questo caso lui è un gay perché se uno non funziona ( non gli tira, parlando senza filtro alla Love Line) non dovrebbe nemmeno aver voglia di far godere la partner, per cui la banana diventa una sorta di presa per i fondelli.
Ecco, è proprio questo che forse mira, ai fondelli. Nulla di male se fosse solo una variante e non un fine.
Questo per dire che quando un uomo ricorre al simbolismo sessuale maschile o all’esibizionismo di sorta per eccitare una donna, spesso è solo un gay che mira a prendere per il c…

C’è da riflettere, prima di cadere nella trappola dell’innamoramento e all’infelicità a vita.

                          LA FELICITA’ DEL MASCHIO E’ NEL PUNTO P.
Tutti lo cercavano ma nessuno lo trovava. Era come la Primula Rossa, Finalmente uno scienziato l’ha scovato e tutto orgoglioso l’ha immortalato.

C’era eccome il punto G, altro che balle, era la pura verità. Oddio, pura si fa per dire perché si parla di location fortunata abitualmente frequentata, anche se “non tutte ce l’hanno”. Il Punto G. Infatti di questo punto, formato da un piccolo nocciolo che, se stimolato favorisce il culmine del piacere, ne sono provviste in maggioranza le donne dei Paesi caldi, equatoriali in primis, avendo ampiamente sviluppato i sensi. Più difficile è localizzarlo fra le donne del Nord le quali sono notoriamente sessualmente più fredde. Anche i maschi hanno un punto di riferimento per risvegliare il desiderio che se viene stimolato con abilità, risulta molto più efficace di una scatola di Viagra. E’ il “Punto P”, situato nelle parti basse,al centro fra il lato A e il lato B, con la particolarità di poterlo solleticare solo manualmente se posizionati nella parte posteriore. Insomma lo può fare solo prendendo il partner il partner alle spalle.

Di lui, il punto P, si era accennato già negli anni ’50 nel rapporto Kinsey, una sorta di manuale del sesso, pubblicato per la prima volta, rimanendo accantonato come difficile tabù. Sdoganati il Punto G e tutto l’apparato di contorno grazie a una fiorente letteratura erotica e informazioni scientifiche sempre più approfondite, anche il Punto P è finalmente “riaffiorato” per risolvere quella problematica che le donne vedono sempre più spesso diffondersi fra la popolazione maschile, a nome défaillance.
Ma, là dove l’uomo non vede, per fortuna la natura provvede con il punto P. Felicità per tutti? Pare di sì, perché a differenza del Punto G, “tutti gli uomini ce l’hanno”. Il Punto P.
Salvo smentite perché il manuale non lo precisa.                    

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