I Figli degli Altri è un film francese, ora su Rai Play, molto interessante perchè fa riflettere sui diversi modi di essere madre, non necessariamente biologiche. Il film è illuminato da Virginie Efira una bellissima attrice poco conosciuta in Italia ma molto popolare in Francia. Lei interpreta una donna realizzata molto impegnata nell'insegnamento con qualche hobbies da coltivare e un ex al quale è ancora legata da affettuosa amicizia. Nonostante l'età non più giovanissima (quaranta) Rachel, così si chiama la protagonista, ha un viso dolce incorniciato da capelli fino alla spalla riccioluti ma in ondulazione a delineare una femminilità sexy piuttosto che femminista a permanente irsuta. E' il tipico esempio di donna matura che ha raggiunto oltre alla indipendenza e consapevolezza un fisico morbido molto sensuale messo in evidenza nel mostrarsi nuda in casa dell'amante (un musulmano di nome Alì, ingegnere progettuale di macchine anche lui non giovane ma di fisico aitante e vigoroso) mettendosi comunque in disparte per ammirare lui sotto la doccia.
Questo chiarisce subito la sua femminilità sottomessa che mette l'uomo in primo piano penalizzandosi così come “fica”. Una mossa umile che le costerà la relazione con lui perchè dopo averla “amata” nel momento del bisogno, non esita a lasciarla per sistemarsi con un'altra facente parte della famiglia della sua bambina di 4 anni alla quale Rachel si era particolarmente affezionata facendola soffrire per non essere riuscita a dare a sua volta un figlio all'amante. Le scene d'amore sono molto romantiche intrise di quella sensualità famigliare dove i genitori si abbracciano languidamente insieme ai figli piccoli, in questo contesto la bambina, facendosi un mare di coccole di baci e carezze.
La delusione una volta finita è molto cocente ma lei si riprende consolandosi nel dare attenzioni al suo nipotino appena arrivato e mantenendo il rapporto affettuoso con la figlia del suo amamnte non facendole pesare il rancore che prova per il padre che invece esterna verso la sua nuova compagna rispondendo al suo “Mi dispiace” con una frase molto generosa: “Non ti devi dispiacere perchè è lui che mi fa soffrire e noi donne non ci dobbiamo far carico del comportamento degli uomini”. Insomma una donna matura intelligente dolcissima e maternale nonostante non abbia mai messo al mondo un figlio per cui ha sublimato il suo senso materno verso il mondo intero. E' talmente perfetta da sembrare quasi irreale soprattutto dopo che a sancire questa sua maternità sublimata le si presenta alla fine un giovane suo ex allievo orgoglioso di mostrarle di “avercela fatta”diventando caposala in un ristorante proprio grazie alla determinazione di questa sua professoressa nell'aver creduto in lui quando tutti volevano emarginarlo perchè assenteista senza alcuna voglia di applicarsi sempre distratto e poco presente considerato da tutti gli insegnanti ormai perso. Questa vittoria la rende felice e consapevole dell'ottimo lavoro svolto come insegnante, con umanità e senso materno, verso l' ultimo della classe al quale sarebbe stato precluso ogni inserimento nella società. Il film può essere dedicato a tutte le donne che non potendo avere figli si sentono, come asserisce la protagonista, emarginate fuori dal giro “facciamo famiglia” dove tutti vivono. Essere single non sempre è una scelta ma la libertà acquisita alla fin fine fa sentire la persona completa e appagata.