venerdì 31 luglio 2015

IL CINEMA TRA ARTE E AMBIENTALISMO


 Aggiornamento post. Ieri sera Venerdì 14 ottobre 2017 questo film è stato trasmesso su Rai 3 mettendo in evidenza la differenza fra cinema e Tv.
Alcuni film infatti sono risaltati sul grande schermo perchè dilata le immagini favorendo in particolar modo gli scenari che in questo caso specifico del Raccconto dei Racconti sono stati fondamentali per un successo comunque annunciato. Purtroppo la Tv è riduttiva molto più adatta per i film che raccontano le realtà del quotidiano tradotte in fiction che proprio per questo sono quelle che raccolgono più ascolti.
Con la tv questo film ha perso tutto il suo appeal perchè il salto dal palo in frasca dei racconti ha fatto perdere il filo del discorso (sopperito al cinema con gli scenari a dar respiro alle sequenze) già di suo frammentato e perfino noioso per via del dialogo scarno e superficiale, tanto da infierirgli quel colpo di grazia che gli mancava dando conferma alla critica sfavorevole del film presentato in Italia come un affresco pittorico che invece all'estero non avevano capito trovandolo noioso e pretenzioso così come evidenziato dalla Tv.

   IL RACCONTO DEI RACCONTI

Chiuso il Festival di Cannes 2015 con la disfatta del cinema italiano dopo che si era autocelebrato a tutto campo festeggiato in anteprima a tutto campari Red Passion e Salma Hayek sul Red Carpet.



















Fotografatissima come fosse una starlette di genere, la quale si sa che a Cannes è quella più bersagliata che fa un bagno di folla e di flash.
Cinema italiano di quà cinema italiano di là, è perfino scesa in campo la figlia di Ingrid Bergman, Isabella Rossellini, a celebrare la sua rinascita esternata con la sua deliziosa errrre con l'enfasi di una  figlia di celebrity rammentando i grandi autori del passato che hanno fatto grande il cinema italiano: suo padre Rossellini, De Sica, Monicelli e tanti altri registi degli anni 50 e 60.


In realtà l'ispirazione del Racconto dei Racconti il film di Matteo Garrone, Con Salma Hayek, John C. Reilly, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Vincent Cassel.  è quella degli anni 70 perchè il regista sembra più ispirato a quel periodo nel quale I Racconti boccacceschi erano stati introdotti da Pier Paoli Pasolini con il trittico Il Fiore delle Mille e una Notte, I Racconti di Cantherbury e Decamerone. Chichibio e la Gru in testa.



Un trittico che aveva rappresentato il filone d'oro di quel periodo del cinema italiano uscito con varie pochade, in realtà vere e proprie parodie, ambientate fra Madonne in fregola, paggetti in calzamaglia a pacco in bellavista e signorotti gelosi che facevano indossare le cinture di castità alle loro calde consorti per frenare i bollenti spiriti. Senza però buttar via la chiave che veniva regolarmente rubata quando lui russava rumorosamente.


La differenza sostanziale è rappresentata dal racconto in costume del filone Pasolini a quello delle favole, tramandate fin dai tempi in cui Berta Filava con il passaparola, raccontate fino a pochi decenni fa dalle nonne nel quale il tema ricorrente era il principe che si innamorava della pastorella con una voce splendida.
Per capire la sconfitta del cinema italiano bastava andare al cinema  Sabato scorso: a vedere il film Il Racconto dei Racconti proiettato come successo annunciato in contemporanea con l'evento Cannes c'erano pochissimi spettatori che forse la corazzata Potienky, con i sottotili,  avrebbe allertato di più.


Il Racconto dei Racconti è una favola per adulti (raccolta di novelle di GianBattista Basile del 600), allestita per fare un viaggio fra scenari fantastici e pittoriche (il regista Garrone è un Pittore) location da incanto mentre il racconto si dipana fra le storie della cultura popolare del sud inanellate con un immobilismo  da fotoromanzo molto patinato dove a dare un tocco di sussulto sono i draghi, le pulci giganti, le streghe e gli orchi perchè i personaggi sono tutti di maniera a livello di recitazione scolastica. I ragazzi di strada del Gomorra hanno fatto di meglio.



Perchè ingaggiare tanti attori importanti se le storielle sono fiabe hard e di cartoon? Questo non si spiega se non per il fatto che si vuol seguire una moda fantasy che aveva preso piede ad  Hollywood fino ad arrivare a Cannes. Che ha chiuso il genere con una solenne bocciatura.

Se si copia dai grandi, almeno bisogna farlo bene, con qualche cosa di originale perchè non basta mettere nomi altisonanti belle locations bei costumi e voilà il collage è servito.


Tutto comunque già visto con la serie dei Pirati per le location da incanto situate in Gran Bretagna, Italia e Francia, con i Borgia per i costumi, con il Marchese del Grillo per l'episodio della vecchia a letto con il principe che dopo averlo baciato diventa prima una fanciulla e poi ritorna strega, i nani e i saltimbanchi con la Biancaneve ballerina di Lilli Collins e così via.



C'è perfino una citazione alla Tv di Paolo Bonolis con un'apparizione di  una sorta di iettatore alla Corte della Regina (Salma Hayek) sterile per darle consigli per gli acquisti per diventare gravida. Il tutto pitturato con colori ad olio facendo un  affresco verniciato seicentesco dei tempi  del Barocco ma in stile Roccoco' avendo attinto molto anche dal Casanova di Fellini.
Insomma la noia serpeggiava in sala per cui il pubblico anticipava l'esclusione dai Premi del Festival di Cannes, a dispetto del grande battage che si è creato intorno ai nostri registi.



E' pur vero che ogni scarafone è bello a mamma sua ma l'Italia è un'inguaribile mammona. Questo è il problema. Poi quando i suoi enfants prodiges vanno all'estero tornano a casa con la coda tra le gambe tra le braccia di mamma Tv che trasmetterà i loro capolavori in seconda visione fra i più grandi eventi. Di guerra fra Rai e Mediaset con fanalino di coda de' La 7. 
          


       

mercoledì 29 luglio 2015

TELEMATCH


 Telematch è stato uno dei primi programmi televisivi di intrattenimento di grande successo della Rai - Radiotelevisione Italiana.La trasmissione, trasmessa dall'allora Programma Nazionale RAI, non si limitava, per la prima volta nella sua pur breve storia, ad un solo conduttore, ma ne contava addirittura tre: due in studio - Enzo Tortora e Silvio Noto - e uno come inviato, Renato Tagliani.

Uno dei momenti di maggiore interesse del programma era il gioco dell'Oggetto misterioso: Tagliani andava in giro per le piazze d'Italia e proponeva ogni volta un particolare di un oggetto del quale occorreva indovinare il nome.
   
Per la sigla musicale di Telematch fu usata quella del radio-quiz (poi quiz TV) americano "Top of the Form" . Tale brano, "Marching Strings" o "Strings On Parade" ("Archi in Marcia" o "Marcia degli Archi" o "Parata d'Archi") fu scritto nel 1952 da Ray Martin ed eseguito dalla sua orchestra . Ray Martin, compositore e direttore d'orchestra  usò molti pseudonimi tra cui Marshall Ross, Chris Armstrong, Buddy Cadbury, etc.                           


                         

lunedì 27 luglio 2015

KATE E CHARLOTTE CON BEBE'

KATE E CHARLOTTE: ancora una volta lo stile è a confronto. Se fino a un paio di anni fa quello di Charlotte era il più charmant (come riportato sotto) ora Kate la supera di gran lunga.
Infatti al battesimo della piccola Charlotte Kate ha portato personalmente la carrozzina facendo un quadretto familiare molto affiatato e felice insieme al piccolo George.
Charlotte Casiraghi si è presentata a Monaco, perchè vive a Parigi, con il compagno con il quale si parla insistentemente di rottura che la coppia puntualmente smentisce con uscite a quadretto famigliare con il piccolo Raphael.

L'ultima occasione è stato il matrimonio di Beatrice e Pierre Casiraghi che oggi si sono sposati a Montecarlo.
Charlotte e Gad sono apparsi sorridenti ma con la tata a portare il passeggino. Piccoli particolari che comunque fanno differenza.



Tra Kate e Charlotte a vincere in stile è sicuramente Kate la quale insieme al Principe William vuole dare un'immagine di famiglia normale anche se privilegiata.
Non si sa se sia una strategia ma l'affiatamento e la coesione fra genitori e figli è molto naturale.Molto Middleton comunque. Anche se non farà contenta la Regina la famiglia di Kate e William manda i sudditi in visibilio.
Molto ci sarebbe da discutere anche sulla mise di Charlotte ma le foto parlano da sè perchè sembra pescata dall'armadio fra quelli che usa per fare shopping. Insieme al borsone. Terribile. Da Charlotte non ce l'aspettavamo.


                         KATE E CHARLOTTE DUE STILI A CONFRONTO


Al matrimonio di Charlene e Alberto di Monaco tutti gli occhi erano puntati su Charlotte Casiraghi quando ha letto il discorso per gli sposi, nominando spesso la parola Amour detta con quel delizioso accento francese e la boccuccia posizionata a cuore.
Perché le sue labbra carnose e piene in modo naturale di Charlotte sono quelle di un bocciolo in fiore che invitano a quell’amour così bene da lei pronunciato, deliziosa ed elegante nel vestito bon bon color confetto rosa tutto a balze mosse soltanto da un fiocco nero come ornamento che faceva pendant con la veletta al volto.
Una raffinatezza che metteva in risalto tutta la classe innata di un’Altezza Serenissima che nel suo piccolo sa distinguersi da tutti i regnanti d’Europa.  Non per niente è figlia di Caroline la principessa icona di eleganza per eccellenza.



Madre e figlia ci hanno risparmiato, e per questo le ringraziamo, i cappellini stravaganti stile Ascott adottati da Kate per ogni occasione ivi compresa quella della recente visita in Canada dove giustamente è stata fischiata perché con quella sorta di cresta rossa  in testa  e l’abito bianco sembrava proprio una gallina, diciamolo.
Principesse si nasce e Kate non lo nacque, ma si sta facendo. Alla grande questo va detto perchè lo stile Kate è diventato inappuntabile tanto da rendere orgogliosa e fiera anche la Regina che le ha dato in prestato una collana preziosa per una serata mondana.
Invece per Charlotte la strada più battuta è l’asse Parigi Montecarlo sulla quale ha viaggiato sempre molto sicura senza clamori ma con tanta classe. Quella che ha affascinato tanti stilisti che la vorrebbero come musa.
Charlotte ha scelto Frida Giannini per la Maison Gucci  per fare da testimonial in una serie di capi sportivi del ramo equitazione dove la principessa è campionessa avendo vinto molte gare. I capi vanno dalle polo agli stivali, dai pantaloni ai berretti da fantino che fanno da corredo per andare a cavallo.


Uno sport praticato da pochi eletti perché se gli appassionati potrebbero essere numerosi, le scuole di equitazione sono costose e scarse.
A volte anche poco accativanti perché le location sono poco invitanti per le cavalcate salutari e romantiche.


Per galoppare non solo  per sport ma anche per “l’amour”, come dice Charlotte con quell’accento…delicieuse!

sabato 25 luglio 2015

GIOIELLI:. ORO ARGENTO E BRONZO

  
ARGENTO E BRONZO, ovvero  LA BIONDA E LA BRUNA PASSANDO DALLE SIMIL-CALLAS
X Factor è approdato (19 aprile 2009 ore 23) su Rai Uno.(appunti in diretta quando scrivevo con entusiasmo).
Simona Ventura apre con mascherina d'argento. Non capisco il significato. Meno male che la toglie perchè a viso scoperto è più bella. In abito nero con spalle decorate a strisce argentate e i capelli a ondine d'angelo che le addolciscono  il volto ricordando molto la solarità di Farrah Fawcett in Charle's Angel.
Mara Maionchi in completo pantaloni nero con la giacca con tocchi rosa fucsia di pailettes sia nel collo che nei polsini. Occhialini spaziali a montatura bianca.

A cantare per primo è l'immancabile Riccardo Cocciante con Margherita, la canzone dolcissima che canta insieme a Matteo. Certo Cocciante ha più intensità, però anche Matteo se la cava egregiamente.
In prima fila Fabrizio Del Noce. Morgan è elegantissimo, finalmente lisciato a dovere, senza colpi di vento nei capelli, mentre Facchinetti è in Smoking con papillon.
Cocciante dice che una voce anche bellissima senza anima non dice nulla. E' vero: è la prima cosa che dovrebbero insengnare ai cantanti perchè molti urlano senza recitare i versi della canzone.

La Callas per esempio era osannata dal pubblico per quella sua capacità talentuosa di immedesimarsi nei personaggi tirandone fuori l'anima con le corde vocali.

Ma senza scomodare questo grande soprano che seppur inimitabile è stato copiato e tradotto in maniera imbarazzante da attrici come Fanny Ardant e Luisa Ranieri, basterebbe citare Mina e la sua intensa passionalità, oppure la Vanoni con la sua vena malinconica e struggente e tante altre.

Ora è la volta di Yuri che sembra il preferito della Ventura perchè lo presenta con molto impeto.
Mentre Matteo ha l'aria da bravo ragazzo pieno di sentimento, Yuri sembra un filo più ruvido: invece canta in modo dolcissimo una canzone di Gian Luca Grignani che sale sul palco a cantare con lui: il primo in completo bianco, mentre Grignani è total black, con jeans e capello sciolto.
E' la volta del trio The Bastard che cantano con Elio e le Storie Tese con tutto il complesso con la barba lunga. I ragazzini sonoinvece sgaggissimi con giacchettine colorate a righe, gilet borchiati e foularino rosso al collo. Urlo finale in coro e pubblico in delirio. Oltre a quello in sala c'è anche un pubblico esterno posizionato in varie città, uno capitanato da Luisa Corna addirittura. Un'operazione mega con l'intento di surclassare ovviamente il talent show di Amici.
Che comunque è tutta un'altra cosa, con un ambiente un filo più litigioso. Quì si ride molto, almeno in questa puntata.
E' stata allestita anche una sala stampa con la conduzione di Francesco di Scorie.Una cosa veramente in grande quasi quanto S.Remo. Forse fin troppo rispetto ai concorrenti rimasti in gara.

Una curiosità davvero succulenta e particolare? Udite, udite Simona Ventura ha gli orecchini, tre monete argentate in misura a scalare a grappolo, uguali uguali a quelli di Cristina Parodi al tg5 di questa sera (che le facevano pendant con l'abito grigio). 

Sarà un caso o una strategia? Ad ogni buon conto l'effetto della Bionda e la Bruna è palese e lampante. Imbarazzante comunque, perchè si sa che due donne le quali in un evento pubblico si ritrovano con i gioielli uguali,  è difficile che lascino indifferrenti i gossipari.
E dopo questo explois, ecco apparire Renato Zero, sempre molto piacevole riascoltare.
Vabbè ora lascio perchè ce n'è abbastanza per scatenare i settimanali, con gli approfondimenti del caso. Di X Factor, ovviamente e del nuovo vincitore, che dovrebbe ripetere lo stesso successo dell'anno scorso di Giusi Ferreri. Ma non è automatico.        

 ORO GIALLO E' SEMPRE IN POLE POSITION

Ad ogni modo, quel che è certo... FOLLOW ME. FOLLOW




                   
E da parte mia,  BUONE VACANZE!
















 LE COPPIE AL FEMMINILE oltre il LESBO- lecca- lecca.
 “Il segreto del Ventaglio” racconta il legame di amore e odio di due “sorelle”separate dalla nascita Lj Bin Bing) ma unite dal legame che il destino ha riservato loro.
E' quello dei piedi fasciati (considerata la zona più erogena più stimolante per gli orientali) che veniva effettuato alle bambine come una tortura per impedire di correre e scappare”scegliendo” così di restare relegate in casa come prigioniere.  Ma non abbastanza perché attraverso il ventaglio che si scambiavano avevano ideato un linguaggio  comprensibile solo fra loro sorelle    (Li Bing Bing e Gianna Jun) unite dal legamento dei piedi effettuato nello stesso giorno che aveva suggellato la loro unione indissolubile nei secoli e millenni nascondendo un segreto che si rivelerà la chiave per sciogliere i nodi del legame tra loro insorto ai gioni nostri.
Quel linguaggio segreto che è poi il simbolismo delle donne occidentali custodi dei segreti del cosmo, del futuro o della natura che per secoli si sono tramandate al di là degli studi ufficiali dei maschi ai quali potevano accedere solo poche elette che comunque pagavano spesso con la vita perché considerate una minaccia al loro potere. Se nell’antichità erano venerate come sacerdotesse, le traduttrici del linguaggio dei simboli nel Medio Evo sono state oscurate perché temute e relegate al ruolo di streghe da mandare al rogo, perseguitate soprattutto dalla religione che negava alle donne l’anima facendo di ogni pratica che andava al di là delle faccende domestiche, un artifizio del diavolo. Questa storia la sappiamo per cui non ci resta che attendere il film se non altro per ritrovare le ambientazioni cinesi ricostruite in forma originale   e non come kolossal Hollywoodiani con la Cina in formato cartolina, ma sulla scia di capolavori come Lanterne Rosse il film che ha aperto la Cina al mondo surclassando i giapponesi fino ad allora padroni incontrastati dei vari festival dove venivano osannati dalla critica ma un po’ meno dal pubblico. Alzi la mano chi è andato a vedere l’ultimo film di Akira Kurosawa…Come Sbarazzarsi dell'Alluce Valgo

                COME SBARAZZARSI DELL'ALLUCE VALGO
L'alluce valgo è una deformazione del piede costituita dall'allontanamento della testa del primo metatarso dalle altre. Solitamente si forma quando le scarpe sono strette, dopo una ferita o per una tendenza ereditaria della struttura ossea. Alla fine, l’articolazione dell’alluce si allarga e diventa dolorosa, rendendo difficile sia l’attività fisica sia il camminare. Questo articolo tratta delle abitudini, dei rimedi casalinghi e degli interventi medici utili per sbarazzarsi dell’alluce valgo.


Comincia a camminare a piedi nudi. Se hai una propensione ereditata da uno dei tuoi genitori ad avere l’alluce valgo oppure è il risultato di una vita passata a indossare scarpe troppo strette, trascorrere il maggior tempo possibile a piedi nudi può prevenire e addirittura curare la borsite.












Cambia le scarpe. È importante indossare delle scarpe adatte per alleviare la borsite quando non puoi camminare a piedi nudi.









Evita di fare attività che inducono la borsite. La danza classica, e altre attività che richiedono scarpe costrittive, possono causare questo problema. Se non puoi svolgere questa attività con scarpe più adatte ai tuoi piedi, evita completamente di praticarla.



giovedì 23 luglio 2015

ELSA MARTINELLI UN'ATTRICE ITALIANA MOLTO EASY




 Alle sfilate di moda si sa si accompagnano sempre i modi di porgersi, ovvero le tendenze di costume.
Negli anni cinquanta imperversavano due tipologie ben distinte: quella delle maggiorate con lò cofana o la testa cotonata, sia bionde che brune, e quelle filiformi senza seno lanciate da Audrey Hepburn.


In Italia andavano molto le maggiorate dal seno prosperoso e cofana in testa ma fra queste spiccava un'attrice che si avvicinava molto alla tipologia Audrey.
E' Elsa Martinelli che aveva portato un tocco di eleganza haute couture alla schiera di tutte le pettorute a larghi fianchi delle star italiane, da Sofia Loren a Claudia Cardinale, da Gina Lollobrigida a Rosanna Schiaffino.


Elsa Martinelli si differenziava da tutte sia per il look che per il modo di porgersi, ben lungi anche da quello discreto della Hepburn.
Era un'attrice molto easy e per questa sua peculiarità aveva lavorato in tutto il mondo non solo con autori italiani ma anche americani inglesi e francesi. Anche se non ha mai vinto premi o riconoscimenti prestigiosi è comunque ricordata in tutto il mondo per un film  ambientato in Africa a fianco di John Wayne con una colonna sonora molto accattivante.Lei infatti era molto aperta e disinibita tanto da aver suscitato grande scandalo con una sua dichiarazione choc dove affermava che da ragazzina non vedeva l'ora di sbarazzarsi della verginità anticipando il crollo di quel mito al quale il 68 infieriva il colpo di grazia.

Più che nell'olimpo delle divine è da considerarsi  una professionista di classe molto simpatica e disinvolta, protagonista del jet set. Un filo spocchiosa comunque perchè prendeva le distanze da tutte le colleghe star italiane che considerava “pacchiane”.
Non era malata di esterofilia perchè lei si sentiva, a buon ragione, una cittadina del mondo: la prima ad aver portato l'eccellenza del cinema italiano in versione fashion e non caratteriale.

SFILATE DI MODA DAGLI ANNI 50 AI GIORNI NOSTRI

 E' tornato di moda il vestito da cocktails
che aveva avuto il suo exploit negli anni 50 comunque portato rigorosamente con il cappellino e guanti.
Due accessori che oggi si usano solo ai matrimoni o fra i Reali nelle cerimonie ufficiali.
Gli abiti da cocktail erano tutte di alta sartoria molto curati nei particolari di varie fogge ma sempre in corto con gonne a ruota, a palloncino (supportato da sottogonne inamidate) con grandi tasche o bottoni per chiudere lo spacco. Oltre alle gonne c'erano i tailleurini strizzati, modellati a pelle che mettevano in evidenza il lato b) il vitino a vespa e il grosso seno delle maggiorate con poche varianti per le donne filiformi come il tipo lanciato da Audrey Hepburn.

Negli anni 50 le donne, quasi tutte casalinghe, non facevano altro che vestirsi e spogliarsi: la mattina sportivamente per andare a far la spesa, magari con il foulard alla BB in testa mentre al pomeriggio per il te' con le amiche portavano gli abitini eleganti cosiddetti da cocktial o bordo piscina per le americane sempre impegnate da un party all'altro, cambiandosi alla sera per le cene con amici o di lavoro con abiti importanti a spalle scoperte che adornavano con stole di voile o nylon ,il tessuto che in quel tempo era molto in auge.

Negli anni 60 veniva lanciata la minigonna  a sostituire gli abiti da cocktail e da gran sera con i pigiama palazzo mentre negli anni 70 furoreggiava lo stile Hippie per poi passare a quello da rock star degli anni 80 con spallotte e paillettes a tutte le ore che si contrapponevano allo stile manageriale che per la prima volta faceva capolino fra le donne dove era di rigore la camicetta, gonna  longuette e cartella come borsa con i capelli rigorosamente corti molto phonati normalmente o strepennati per chi voleva dare un tocco di trasgressione a tutto gel come lanciato da Marisa Belisario in Italia.



Negli anni 90 invece da rock star la moda si faceva zoccola, lanciata da top model bellissime e in forma vestite da Versace che si contrapponeva ad un eleganza minimal di Armani e Prada o frou frou di Valentino e tanti altri stilisti italiani e francesi. Ma era il made in Italy che imperava diventando un marchio d' eccellenza in tutto il mondo.

Nel 2000 è iniziata la diffusione del made in Cina che attualmente si è molto evoluto distinguendosi nella lavorazione dei modelli, sempre prima a mettere sul mercato le tendenze moda, mentre gli indiani si stanno espandendo grazie alle materie prime di tessuti pregiati.



Le fusioni fra marchi e produzioni straniere sono il futuro della moda la quale l'ha capito già da tempo anche se insiste nel fare sfilate rigorosamente come made in Italy o del proprio territorio quando si sa che a lavorare i modelli sono fabbriche cinesi in primis con a seguire quelle dei Paesi dell'Est e del medio Oriente. Tutto questo per mantenere alti i prezzi di un marchio guadagnando cifre esorbitanti per degli abiti che solo ricchi nababbi possono permettersi di comprare.





Poi vabbè ci sono i cinesi che i prodotti per le griffe li fanno per cui te li ritrovi alla bancarella o dai vu' cumpra' a pochi prezzi venduti in copia conforme o in originale ma di struso, lasciando negozi e boutique tutti vuoti con i commercianti imbestialiti che se la prendono con gli stranieri invece di fare sistema e protestare contro il sistema dei pochi che si arricchiscono lasciando le piccole aziende sul lastrico.





              LESBO VINTAGE COPPIE AL FEMMINILE
  E' iniziato il festival di Cannes con le sfilate della star sul red carpet in un trionfo di spacchi scollature davanti e dietro con strascichi chilometrici e chi più ne ha più ne metta.

Infatti le star si sono messe anche a cantare canzoncine porno “l'ho data a questo e a quello e a quelle altre  che non so più nemmeno quante”.
Voci soliste che si alzano dal coro si fa per dire perchè sono quasi tutte modelle, per attirare visibilità con dichiarazioni che solo poco tempo fa erano impensabili pena l'emarginazione dal lavoro.
Quello che aveva dovuto subire Rock Hudson per esempio nel corso della sua carriera di sex symbol nessuno lo può immaginare perchè per mantenere quel titolo doveva baciare sullo schermo Gina Lollobrigida, Liz Taylor Doris Day e tutte le altre che poi lo hanno pianto platealmente una volta morto di aids facendo escludere clamorosamente il suo amante dal funerale per non creare scandalo. Tempi che cambiano e con essi anche le mode.

A fare outing d'eccellenza quest'anno è stata Cate Balnchet intendendo fare solo un'operazione marketing per promuovere il suo flilm Carol sulle coppie lesbo in corsa per la Palma. Tempo di fare il giro del mondo che una telefonata dello star system l'ha messa sul chi vive perchè un conto è fare un film lesbo un altro è dichiararsi lesbica incallita che potrebbe compromettere la sua carriera..
Fatti due conti la Blanchet ha ritrattato, lamentandosi di essere stata fraintesa: Lesbo sì ma solo nei film. Ormai questa è la tendenza. Come a dire ma dove vai se la fighetta, in questo caso Mara Rooney, che ti lecca non ce l'hai?
Non se ne può più diciamolo di queste leccate di fica che se poi sfociano anche in storie d'amore scadono pure nella melassa perchè l'eros è fatto di mordi e fuggi non di ordinaria quotidianità col rischio di farsi stomachevole  specie se lo si fa in un'età non più giovanissima.
Infatti nel film Diario di Uno Scandalo Cate Blanchet aveva già affrontato la tematica lesbo, ma solo a livello sentimentale, con un'anziana Judi Dench che si era morbosamente attaccata a lei fino a molestarla non tanto per gelosia del suo giovane amante allievo di scuola, quanto per  invidia della sua famiglia nella quale Cate era felice con un marito anziano e un bambino down.


Il rapporto lesbo apre comunque la strada alla solidarietà femminile per fare squadra così come fanno da secoli e millenni i maschi. Insomma una svolta nella parità dei sessi che si spera porterà buoni frutti.
Lo ha capito anche Michele Santoro, grande comunicatore della Tv, il quale preso atto della saturazione dei Talk Show ha lanciato una nuova sfida per cambiare il sistema lasciando le ultime puntate di Servizio Pubblico alla conduzione di Giulia Innocenzi che proporrà AnnoUno insieme ad Alba Parietti opinionista tosta e dalle idee chiare.  E dalla cosca lunga che non guasta.


L'importante che si limiti all'accavallo senza farsi prendere la fregola di fare lo sgambetto alla giovane Giulia. Fra donne non si sa mai. E sempre un'incognita ma il coraggio di Santoro avelerà l'arcano se dietro la bellona ci sia sempre una vecchia strega. Questa è la morale delle favole per  cui con un pizzico di amoralità si potrebbe segnare una svolta nel sistema inscenando un'accoppiata lesbo-chic. Solo per il talk ovviamente per carità. Un conto è la fiction, un conto è la realtà. Ma fatti due conti il Talk avrebbe molte probabilità di decollare.

A basso costo che non è da sottovalutare. Come dice Santoro il Cairo Editore è molto elastico in fatto di libertà ma molto attento al soldo tanto che se andasse al governo saprebbe come risolvere la spendig review Sì, mandando a casa quelli che secondo il suo giudizio non sono in grado di governare ricevendo consensi così come aveva fatto con Cristina Parodi, Rita Dalla Chiesa, Luisella Costamagna e Gad Lerner, grandi professionisti ma di nicchia.
Insomma abbiamo capito: La 7, dopo la serie C (A per la RAI e B per Mediaset), sta diventando come La 7 D.
Per fare La 7 F manca una “Grande Effe” che sappia fare audience. 
Perchè un conto è una effe piccola, un conto è una effe più alta. Ma fatti due conti con due non se  ne fa una. Di Effe.

                         

QUO VADIS CINECITTA''? AFFAN' MUSEO




  Maciste contro Ercole è un film della serie Peplum girato a Cinecittà sui ruderi gloriosi avanzati da Spartacus a Ben Hur passando per Quo Vadis che aveva aperto le porte dell'antica Roma e della Magna Grecia con le leggende dei classici dai Titani a Teseo ivi inclusi i mitici eroi come Ercole e Maciste facendo anche un pout pourri con quelli della Bibbia come Sansone e  Golia.
Cinecittà a quel tempo era un set di cartapesta simil Foro Imperiale,  Pantheon Suburra e Domus Aura di ispirazione Pompeiana e Capua.
Bighe e quadrighe giravano per le vie a porfido romano, uscendo per qualche ripresa cine sull'Appia Antica e Circo Massimo.






Se Cinecittà era Roma Caput Mundi, la città di Roma era un grande set per i film di Federico Fellini e tanti autori italiani o stranieri che  investivano su Roma perchè le maestranze e figuranti si accontentavano di un cestino per la pausa pranzo e pochi soldi come paghetta.

 Insomma ponti d'oro a costi bassi, un mix che ingolosiva le produzioni Hollywoodiane  le quali davano il colpo di grazia al filone Peplum con il film Cleopatra il cui flop metteva un velo pietoso sulle colonne d'Ercole dal Pordenone alle Piramidi passando dal Colosseo e alle Terme di Caracalla.
Tanti film storici che poi sono diventati cult insieme a quelle piccole di produzione artigianale di autori italiani che lanciavano attori come Giuliano Gemma o attrici come Rosanna Schiaffino interprete del classico Teseo con il Minotauro ed il filo di Arianna che abbiamo visto riproposto recentemente con Immortals.

La Schiaffino nel film anni 50 aveva il doppio ruolo di due gemelle e per distinguerle una dall'altra usava un rossetto diverso: il rosso per la cattiva e il rosa per quella buona.







Il rossetto era molto importante a quel tempo perchè veniva spalmato in abbondanza per fare volume delle labbra mentre gli occhi erano sottolineati con pesante eye liner o Kajal. Oltre al rossetto rosa veniva usato anche l'arancione, molto di moda negli anni 50,  adottato da  Elsa Martinelli sempre in primo piano per le tendenze fashion.

Nei film in costume un grande spazio era affidato alle ballerine per animare le orge dei nobili e patrizi alla corte dell'Imperatore fra le quali primeggiava l'attrice cubana Chelo Alonso perchè sapeva dimenarsi sensualmente dalla cintura in giù facendola immaginare tutto quanto a  Chelo The Pelo come una sorta di Elvis the Pelvis in gonnella che dava la scossa a tutto il film.




Da tempo Cinecittà è diventata un grande museo del cinema e di tutte le arti correlate che vanno dalle scenografie ai costumi e tutti gli accessori a corredo.
Si pensa anche di farlo ritornare agli antichi fasti ma le produzioni sono sempre di tipo artigianale, fiction o mini-agiografie, per cui finito il film si chiude anche il sipario su Cinecittà in attesa delle nuove.
Mancano le produzioni industriali, con i film a largo respiro e di serie per esportarli in tutto il mondo come per esempio un Downton Abbey o Il Trono di Spade. Serial formati da una grande troupe per un lavoro simil  grande film in costume che tante soddisfazioni ha dato a Riccardo Garrone con Il Racconto dei Racconti regista dal gusto pittorico.


Un incarico era stato dato da SKY a Dante Ferretti per coordinare l'allestimento della città Clerville a fare da location alla serie ispirata al fumetto di Diabolik ed Eva Kent sui quali fino ad oggi sono stati girati solo filmetti o parodie in spot pubblicitari.
Ferretti premio Oscar aveva accettato ma a tutt'oggi non si è più saputo nulla. Forse perchè Cinecittà ormai, a parte qualche sporadica puntata di grandi serial come per esempio i Borgia,  vive di ricordi da diversi anni con centinaia e migliaia di visitatori nostalgici e amanti di un cinema che fu.
E sono tanti più di quanti andrebbero a guardare la serie Tv su SKY che molti italiani seguono solo nei Bar o Circoli privati per vedere le partite di calcio in compagnia.

Più che grandi serie in Italia vanno molto le miniserie in costume fagocitate dalla RAI e Mediaset perchè hanno un vasto pubblico che li segue, mentre per i film di grossa produzione da esportare in tutto il mondo ci sono le location naturali a fare da sfondo alla narrazione così come si è visto recentemente a Cannes anche se gli autori italiani non sono stati premiati.
Però è indubbio che abbiano aperto una strada che in futuro sarà molto battuta perchè di bellezze naturali al mondo ce ne sono in abbondanza.
Non per nulla gli spaghetti Western di Sergio Leone hanno preso il volo con le terre assolate della Spagna, location simil-Mexico ideale per quel genere di film  che tanto ha dato all'Italia.
Le mega-serie in studio lasciamole pure agli Inglesi che in questo settore stanno dimostrando di essere maestri, così come gli americani lo sono in quelli con effetti speciali o di chirurgia dallo splatter al Pronto Soccorso mentre per gli italiani la strada giusta è quella tracciata dai nuovi autori che tanto hanno stupito con i Film Youth e Il Racconto dei Racconti i quali comunque portano avanti la tradizione di autori come Marco Rosi (C'Era una Volta con Omar Sharif e Sofia Loren) o Pier Paolo Pasolini e i suoi film in Costume famosi in tutto il mondo, tanto per citare quelli passati e Cristina Comencini in Quando la Notte o Salvatores premio Oscar con Mediterraneo per quelli contemporanei.

Pertanto quel che è certo è che gli echi di Cinecittà rieccheggeranno per l'eternità con le voci di Anna Magnani in Bellissima, di Federico Fellini con  il suo megafono, o del suono dello scalpitio dei calzari dei portatori di lettighe, delle colonne che si sgretolano, delle spade che si incrociano. 




E soprattutto dei baci dei grandi protagonisti in scena - Liz Taylor e Richard Burton in primis che con Cleopatra mettevano comunque la parola fine ai Peplum stranieri lasciando il set a disposizione degli italiani i quali lanciavano Giuliano Gemma con Arrivano i Titani o in co-produzione francese Pascale Petit  in un imbarazzante Cleopatra formato tascabile - o di quelli rubati a qualche figurante della troupe.

Cinecittà resterà sempre viva finchè il museo aprirà le porte a tutti i suoi numerosi nostalgici e ammiratori. Basta che assumino i custodi a tempo indeterminato con una paga che non sia ancora quella “degli antichi splendori” che tanto hanno arricchito gli stranieri.