mercoledì 25 novembre 2015

MATTHEWS GOODE LE DUE FACCE DI UN PRINCIPE


Matthew Goode imperversa in Tv nello spot del Ferrero Rocher ad impersonare il ragazzo bellissimo e solare dal fascino ombroso.
Due facce con le quali lui ha interpretato diversi personaggi sia al cinema che in Tv.
Lui nasce come attore teatrale facendo diverse parti in Tv sempre come bello carino e disoccupato nel senso di nulla facente e nulla tenente ma non importa perchè ad aprirgli la strada fra il cuore delle donne e non solo è sempre e solo la sua bellezza di ragazzo bello bravo e buono. Praticamente il principe che tutte/i sognano di impalmare.


Lo aveva fatto anche Amy Adams in Cinque proposte per dire Sì nel quale duettava con Matthews Goode mentre le dava un passaggio per accompagnarla dal fidanzato. Un'occasione per farsi conoscere e farle ammirare il paesaggio Irlandese dei quali Amy si innamorava perdutamente. 
Non era il solo a subirne il fascino perchè anche Colin Firth in A single Man nel ruolo di Toim Ford si innamorava di lui fino a diventare inconsolabile con la sua morte adorando l'immagine di lui steso nudo in tutta la sua gabla bellezza e decidendo di suicidarsi per raggiungerlo a miglior vita. Per l'eternità.
Un film molto romantico ed appassionato che aveva colpito perchè per la prima volta la tematica omosessuale era stata sviluppata in senso tragico come una sorte di Romeo e Giulietta omosex.
Il ruolo del bravo ragazzo di famiglia-bene lo aveva accompagnato anche con Woody Allen nel film Match Point dove faceva il fidanzato aristo ma democratico disposto a fidanzarsi con un'attricetta sen'arte né parte (Scarlett Johansson) per farne la compagna da presentare a mammà anche se non era proprio la nuora che sognava.

 Poi la svolta clamorosa con Stoker nel quale si cimentava in un ruolo tenebroso anche se di grande fascino, dove fra un cadavere e l'altro seminato per il film si giocava e seduceva la madre (Nicole Kidman) per contagiare la figlia (Mia Vasilowska) facendola diventare complice e assassina, come a seguito di una sorta di morsa di Drakula di Stoker memoria liberamente ma molto liberamente ispirato così come si farebbe con un classico.
Infatti il Drakule di Stoker ha ispirato molti film da Nosferatu nel cinema muto fino a Drakule, il più affascinante del genere con Gary Oldman e  Winona Ryder la Lucy dolce e romantica che poi ha ispirato la saga di Twilight con Kristen Stewart.
Della quale è' curioso notare una certa analogia con il personaggio di Sasha citata sopra in Ivanov di Cechov la giovane fanciulla disposta a sacrificare la sua vita perchè vittima plagiata del fascino intellettuale del vecchio che come una sorta di vampiro ritrova in lei la sua sposa della quale ha causato involontariamente la sua morte suicida.
Insomma parallelismi che vanno e vengono perchè la figura del vampiro è sempre molto attuale, anche sotto metafora, ai giorni nostri. Quanti uomini cacciatori di dote intesa come ricchezza in danaro o sotto forma di giovinezza ci sono in giro per far entrare nella loro rete le vittime sacrificali disposte ad immolarsi sull'altare dell'amore o di satana?
Perchè il diavolo non fa il monaco.


E così che infatti Matthews Goode sotto le mentite spoglie di un alto prelato del Vaticano, era stato chiamato da Ridley Scott per impersonare il potere clericale in tutte le sue sfaccettature ivi compresa quella sessuale esercitata sulle giovani donne (in questo caso l'avvenente Rebecca Ferguson) delle quali non si saprà mai se le eminenze che ruotano intorno a Sua Santità il Papa ivi comprese quelle grigie  con i corvi in testa,  avranno abusato perchè la serie Tv è stata cancellata per i costi troppo elevati fin dalla puntata pilota.
Poco male perchè a narrar sul Vaticano fra tesori nascosti, carte gelosamente archiviate e custodite, poteri occulti e processi infami è stato ingaggiato Paolo Sorrentino per narrare come una sorte di corvo, di un fantomatico Papa Italo-Americano facendo palesar essere mafioso con le mani su quella sorta di pozzo di San Patrizio che è la Chiesa dello Ior,  avendo il Codice da Vinci fatto il suo tempo come testo fantasy.
Matthews Goode era molto nella parte, come una sorte di Padre Georg il bellissimo prelato di stanza in Vaticano, sempre in primo piano nel gossip-gay, ma lo spot dei Rocher val bene una messa da parte del progetto di Ridley Scoltt perchè sicuramente gli ha più fruttato imperversando come testimonial di Ferrero Rocher da un paio d'anni sotto Natale. I ruoli non gli mancheranno né al cinema ne tanto meno in Tv perchè si è accaparrato una parte prestigiosa in Downton Abbey nuova serie.

lunedì 23 novembre 2015

IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI


         Torna Nicole Kidman sullo schermo in splendida forma: riassorbito il labbro a canotto ha ripreso la sua espressione fredda e tagliente accesa dai bagliori dei suoi occhi saettanti che a differenza del titolo non racchiudono alcun segreto. Lei è Nicole Kidman e non c'è nulla che non si sappia già. Perfino che ha scelto di fare questo film per mettersi in gioco con Julia Roberts dichiarando quanto le sarebbe piaciuto avere il suo ruolo di Pretty Woman dove la giovane Roberts  è esplosa in tutto il suo innocente sex appeal di prostituta graziosa, perchè lo faceva a tempo perso in attesa di trovare il principe.
A ciascuno il suo perchè entrambe hanno fatto una bellissima carriera per cui non hanno temuto mettersi a confronto mettendo in mezzo l'attore Chiwete Ejiofor vincitore Oscar per Dodici anno Schiavo.
Nel Segreto dei Suoi Occhi è un detective che lavora 13 anni al servizio di quelle che lui chiama sue regine, la bionda e la bruna come da copione, per  giocarsele rincorrendo l'una (la bionda, sua collega promossa Procuratore per qualità responsabile) come potenziale amante e l'altra (la mora, agente ma soprattutto madre) come amica del cuore da vendicare la figlia morta violentata.


Lui, pur incarnando l'eroe buono dal cuore generoso mosso da un forte senso di giustizia, si ripropone come nero della Capanna dello Zio Tom, molto asservito alla donna bianca della quale subisce il fascino ponendosi ad un livello più basso, recitando il ruolo con lo slang e la gestualità dei neri ben lungi dallo stile Yankee  portato avanti da Denzel Washington sulla scia di Sidney Poitier e tutti gli altri a seguire: da Morgan Freeman (Seven) a Dennis Aysberth (Lontano dal Paradiso), da David Oyelowo (Selma) a Forest Whitacher (The Butler) passando per Laurence Febume (Otello).
Ma è Chiwetel il nero che tutti i bianchi vorrebbero al loro servizio perchè leale e coraggioso fino all'ultimo respiro che per fortuna in questo film non ci è dato vedere facendo trionfare la giustizia. Umana piuttosto che da codice della polizia che dovendo proteggere un'informatore infiltrato fra terroristi adunati in Moschea, passa sopra al fatto che questi sia fra gli indagati.

               https://www.youtube.com/watch?v=p2LxK7McizI

Il film, un remake che aveva vinto l'Oscar nello straniero, è molto drammatico non tanto per le scene di stupro quanto nella scena-madre recitata da Julia Roberts che si strazia davanti al cadavere della figlia buttata, giovane bellissima e piena di vita, come un rifiuto in un cassonetto. A Julia la parte alta quella del cuore che sanguina mentre alla Kidman è stata riservata la parte più intrigante quella del Procuratore donna che deve smascherare un ragazzino per fargli fuoriuscire il mostro ed incastrarlo. La scena è molto arrapante perchè lei lo incalza con affermazioni provocatorie (scena già vista comunque nel film Schegge di Paura con Edward Norton) per metterlo alle strette e farlo confessare facendo riferimenti alla sua camicetta sbottonata che lui guarda voglioso ed alla sua patta da “sfigato” buono solo a far seghette causandogli una forte erezione. Che lui ovviamente apre per fargliela vedere ed eventualmente assaggiare come era stato fatto con la ragazza vittima. Quanto basta per incriminarlo e convincere lei e l'agente Chiwetel che sia lui lo stupratore prendendo invece una cantonata perchè alla fine la giustizia avrà preso tutta un'altra piega.


Il film manca di ritmo anche se non di suspence ma quello che rovina sono i continui flash back non riuscendo ad inquadrare i protagonisti passare nell'arco del tempo dei tredici anni perchè il cambiamento è appena percettibile. La Kidman per invecchiare le sono stati tagliati i capelli passando dalla nuance bionda a quella dei riflessi rossi mentre la Roberts dal capello lungo e sciolto è passata alla coda dietro la nuca mantenendo una frangetta che la penalizza molto: sembra Demi Moore dopo che Asthon Kutcher l'ha lasciata con un'aria stregonesca piuttosto che drammatica. Il coraggio ad imbruttirsi in genere porta alla candidatura all'Oscar che già le aveva giovato con I Segreti di Ossange County poi soffiatole da Ami Adams, giustamente perchè irresistibile in American Ustle, ma la domanda è “Basta una parrucca per essere così stravolta nei connotati?”
Insomma se non fossero i capelli sale e pepe del protagonista a chiarire i tempi giusti tra il presente ed il passato dei flash back non si capirebbe nulla ma ci eviterebbe lo sforzo di fare continuamente mente locale.
Alla fine non si capisce perchè abbiano scelto di fare questo film tutti insieme non risultando nessun affiatamento fra di loro: la coppia kidman e Chiwetelè beffardamente da Impossible Mission mentre  Chiwetel con Julia Roberts è incompatibilmente inconcepibile tanto risulterà alla fine cattiva da passare per una sorta di borghese piccola piccola. Praticamente un mostro come nel film italiano con Alberto Sordi,
Lui invece eroe buono e generoso fra queste due dame non gli resta che far la classica figura del salame. Era meglio con Lupita!

IL DIVORZIO ALLA TERZA ETA'


 Quando era stata approvata la Legge sul divorzio nel '79 molte coppie si erano decise alla separazione. La cosa curiosa è che nella maggioranza erano coppie di una certa età della classe media che, dopo anni passati insieme si erano decise a prendere ciascuno la propria strada. Cresciuti i figli e non avendo più uno scopo ritrovandosi faccia a faccia davanti alla scodella del brodino della sera si trovavano insopportabili. Non era la prima volta ma goccia dopo goccia tra il dire e il fare si era formato il mare e loro due su un'isola deserta, magari con la Tv qualche libro da leggere e qualche passeggiata a respirare un po' di aria fresca ma non era più abbastanza.
                   

















Non c'è niente di più noioso di una coppia che si ritiri in campagna a leggere qualche libro, ascoltare qualche cd, portare a spasso il cane e giocare a fare gli sposini nel ricordo degli anni felici.
A ravvivare il menage ci vuole sempre un terzo elemento che potrebbe rinvigorir la coppia rinsaldando il sentimento d'amore oppure farla scoppiare mettendo in luce tutta la fragilità di un rapporto all'insegna del convivere a livello intellettualmente alto dove a far da padrone siano le affinità elettive.
Ma basta poco per far crollare tutto. Lo abbiamo visto nel film La Bella Gente con l'arrivo di una baby prostituta ucraina a scombussolare gli equilibri di una coppia anziana e della famiglia con i classici rampolli bamboccioni, ricchi viziati pieni di vita ma tanto tanto ordinari nei sentimenti ad evidenziare le crepe che c'erano già nel rapporto dei loro agiati genitori.

In questo film 45 Anni di figli non ce ne sono ma a scombussolar la coppia è il ricordo di un vecchio amore di lui (interpretato da Tom Courtney) una ragazza morta in giovanissima età prima di conoscere lei (l'attrice Charlotte Rampling) la quale reagisce male nel constatare quanto il ricordo sia ancora tanto vivo e totalmente tanto anche perchè la giovane si è conservata tale essendo finita congelata in un ghiacciaio.
Le rivali defunte sono le più pericolose da sconfiggere come recita la vecchia Gemma Jones.nel film Incontrerai L'Uomo di Woody Allen, frase lapidaria e non si fa per dire per descrivere le sue difficoltà a far dimenticare la moglie defunta ad un suo vecchio spasimante per assurgere a miglior vita. Non con la defunta è ovvio ma con quella rimasta in vita.
Insomma il film si snoda su questa tematica che alla fin fine sembra un po' eccessiva per far traballare un menage durato 45 Anni anche se di fronte al fatto che se non fosse morta, loro due non si sarebbero sposati.
Come a dire che lei è venuta seconda mentre invece pensava di essere la prima e unica nella vita di questo uomo tanto amato. Il quale è poi quello che mette buona volontà per ricominciare perchè lei è sempre stata una donna eccezionale avendogli dato tutto a differenza di lui che invece ha dato quel che ha potuto facendola alla fine sentire inadeguata. Non abbastanza.

In realtà era lui a non essere abbastanza per lei per cui il film finisce con il ballo per festeggiare i loro primi 45 Anni insieme, lasciando in sospeso il resto della loro vita. La quale anche se ricomincerà non sarà più come prima. Bastava qualche battuta, qualche sorriso qualche gesto di complicità come per esempio offrirsi di accompagnarlo a riconoscere il cadavere, insieme mano nella mano. per far svanire tutta la gelosia che invece aveva cominciato a serpeggiare nel cuore di lei come un tarlo fino a farle assumere le espressioni di una vecchia strega  tentata di distruggere tutto quanto fino ad allora costruito a costo di annientarlo (lui aveva dei bypass al cuore) perchè lui era rimasto un bambino mentre lei era diventata sua madre, la grande madre terrificante  come archetipo del genere Io Ti ho Fatto Io ti Distruggo. Succede vivendo in simbiosi quando non ci sono figli.
Tutto fin troppo drammatico ed esagerato che solo pochi eletti possono permettersi di vivere. Non avendo più molto da fare alla fin fine  questi coniugi si sono immedesimati in una fiction esternando pensieri ricordi ed emozioni che potevano tenersi dentro per sentirsi ancora vivi, senza pensare che la loro vita vera fosse quella che avevano vissuto insieme.

Perchè inseguire delle ombre? Le coppie adulte più felici sono quelle che incontrandosi si accettano senza raccontarsi rispettando i ricordi sia dell'uno che dell'altra senza permettere che le ombre del passato interferiscano nel menage di coppia ma facciano parte del privatissimo di entrambi. Se poi involontariamente si apre questa porta invece di predisporsi al peggio meglio sorvolare e combattere per mantenere tutto quello che si è costruito e per il quale si è vissuti insieme per dare un significato un valore una speranza di un futuro sereno come i 45 anni passati nonostante interventi ed acciacchi ma tutto sommato in buona salute:  una casa in campagna a contatto con la natura, un compagno con il quale avere un dialogo, un cane da compagnia nelle passeggiate, nessun problema economico, tanti amici intorno, la città a due passi.... E non è poco.
Insomma che noia che barba tradotta in fiction drammatica.

I drammi della vita sono ben più dolorosi. Charlotte Rampling e Tom Courtney sono stati premiati come migliori attori al Festival di Berlino 2015. Giustamente perchè la loro interpretazione  di una coppia anziana alle prese di quel dolce quotidiano, fra piccole attenzioni e sorsi di te, che li ha portati a vivere quasi mezzo secolo insieme era molto naturale e veritiera facendo immensa tenerezza portandoci a sperare in una vita futura ancora in coppia nonostante il pianto liberatorio di  lui dopo il discorso alla festa del ballo e di lei sulle note della canzone che li aveva fatti incontrare Smoke Gets In Your Eyes dei The Platters. Un po' la malinconia un po' la stanchezza e un po' di quella santa noia che prende chi vive felice senza scosse il film fa venir voglia di prenderli per mano come due bambini e riportarli a casa. Dolce casa.

giovedì 19 novembre 2015

L' AGENTE DOPPIO ZERO A RISCHIO ROTTAMAZIONE

 Finalmente sugli schermi è arrivato 007 con un Bond James Bond sempre più Dark.
Sempre più intristito ben lungi dall'appeal scanzonato che da Sean Connery fino all'ultimo Pierce Brosnan hanno incarnato il mitico agente, Daniel Craig lo ha portato ad una fase molto critica con la regia di Sam Mendes il cui stile si è ispirato sicuramente a quello di Dolce e Gabbana sviluppando la tematica fratelli coltelli che aveva introdotto in Skyfall per poi concludere con questo Spectre fino ad esaurimento scorte. Infatti il filone sembra essere arrivato alla fine anche se Mai dire Mai come ha insegnato il regista Terence Young che di Bond aveva delineato un profilo assai più accattivante di quanto non sia Daniel Craig.
Il quale comunque curiosamente si segue ugualmente perchè è l'unico ad aver dato un volto umano, con una faccia da duro e puro, al personaggio dell'agente alle prese con le beghe di famiglia piuttosto che quelle che affliggono il mondo.




Eppure aveva cominciato bene Daniel Craig con Quantum of Solace perchè l'Agente aveva affrontato il tema ambientalista dell'acqua molto più preziosa dell'oro nero portando all'attenzione mediatica il problema che a tutt'oggi è di grande attualità.
Con Casino Royal invece aveva cominciato a perdere colpi, arrivando a sposarsi per mettere su famiglia e concludere magari la carriera in pantofole senza lo scintillìo delle saette della sua pistola.
Toglietemi tutto ma non la mia Aston Martin. Infatti è rimasto vedovo con la pistola in mano che gli volevano togliere in Skyfal se non fosse stato per il suo Capo M (Judy Dench) che per difenderlo da un collega-antagonista geloso d'essere stato messo da parte dopo aver perso la faccia deturpata  nello svolgimento del suo lavoro, Bond li perdeva entrambi restando completamente solo.


Toglietemi tutto ma non la mia Aston Martin che con questo nuovo film Spectre diventa protagonista assoluta tanto da essere doppiata in versione tecnologica ultimo modello (che lui ruba all'agente 009) per uso lavoro negli inseguimenti cardiopalmici, per poi sostituirla alla fine con quella d'antan classica di Bond James Bond e partire con la bond-girl di turno questa volta impersonata da una strepitosa Lea Seydoux.

                   
                     



La quale si lascia alle spalle come da classico, l'altra bond-girl in questo film impersonata da Monica Bellucci in versione vedova alla Dolce e Gabbana. Sponsor Ufficiale? No.


Dinamiche occulte che non si capiscono perchè debbano interferire con un film tutto British come 007 come se la mafia siciliana volesse allargarsi a quella di Scotland Yard.
Infatti la fusione è il leit motiv di tutto il film, volendo raggruppare tutte le fasce dei Servizi Segreti sotto un unico Capo per svolgere il compito dello spionaggio avvalendosi di droni o apparecchi tecnologici molto avanzati in grado di soppiantare gli agenti a marchio doppio zero.
La regia occulta di questa fusione è sempre del solito pazzoide afflitto da delirio di onnipotenza che ha macchinato tutto questo per eliminare 007 reo di essere stato adottato da piccolino da suo padre facendone il prediletto rispetto a lui figlio naturale. Beghe di famiglia che Bond-Craig  si vede costretto a dipanare facendolo sbottare giustamente in un rifiuto per il personaggio avendo raggiunto il limite della credibilità.


Il film si guarda comunque volentieri perchè gli effetti speciali sono ancora in grado di stupire dall'inizio alla fine mettendo in secondo piano i personaggi chiave sostituiti in questa ultima versione anche con le due Bond Girl completamente diverse di età l'una dall'altra. Quello che mal si digerisce è la promozione del film, dove sembra che la protagonista sia Monica Bellucci con un lingua in bocca di pochi minuti con Bond, a discapito di Lea Seydoux che ha svolto il lavoro duro facendo molte sequenze a fianco di 007 in un'ottima interpretazione che la farà assurgere sicuramente a più grande attrice di tutta la Francia. Invece sul Red Carpet a Londra  la Seydoux ha dovuto chiamare al suo fianco Daniel Craig che rincorreva la Bellucci con  tutti i flash su di lei perchè i promo delle riprese a Roma le avevano dato il più ampio spazio che Monica aveva  saputo occupare facendosi grande perchè promossa da Bond Girl a Bond Lady.



Purtroppo sia vestita che in sottoveste in pura seta color avorio con le quali Lea Seydoux è apparsa  sullo schermo per sedurre Bond ha sedotto le platee di tutto il mondo meglio di quelle de' Roma (con la Seydoux assente) tutte per la Bellucci in total black
La quale è pur sempre bellissima ma il film è di Lea Seydoux.

Stranezze mediatiche di pubblicità occulta, da pagare in nero? Mah!
A farne le spese è comunque il filone di 007 che sembra diventato un baraccone di raccolta spot tanto che il regista Sam Mendes passerà alla storia come ex marito di Cate Winslet.


UNA VITA SENZA TV


Ieri sera rivisto il film Match Point molto volentieri in alternativa a fictions e talk. Del film ho già parlato facendo anche parallelismi con la Verité film francese al quale Woody si è ispirato con la tematica della giovane piena di vita che fa risvegliare i bassi istinti e la giovane di buona famiglia che circuisce con il suo fascino da middle class.
Calda la prima (Scarlett Johansson) fredda la seconda (Emily Mortimer)., ma non seconda già vista nel primo Elizabeth con Cate Blanchet  con a lei è riservato il ruolo di prima dama di compagnia, il film offre comunque nuovi spunti per fare osservazioni scenografici e di costume.
La curiosità sono gli ambienti abitati dalle due protagoniste: quello della moglie è bellissimo luminoso ma molto freddo con il salone pieno di vetrate senza tende, o quant'altro faccia arredo familiare  a dare un tocco di intimità alla coppia.


L'appartamento è tutto bianco con quadri d'autori astratti alle pareti esposti come fossero in una galleria d'arte a dare il tocco di lusso a cultura spocchiosa piuttosto che di complemento d'arredo con la sposina che tra un vernissage e una puntatina a Teatro ozia in casa con un libro in mano ed il termometro per la temperatura vaginale giusta per concepire un figlio.
L'amante invece ha il solito bilocale dove salotto e camera da letto sono un tutt'uno con un semplice arredo a mobili in frassino a far da contenitori per libri e oggettistica di soprammobili e candele a illuminare l'ambiente per atmosfera sexy.

La cosa ancora più curiosa le accomuna entrambe perchè in nessuna abitazione si vede traccia di televisore. Insomma sparito come se la vita domestica fosse quella degli anni 50 quando il televisore si andava a vedere nei Bar in bianco e nero.
La vita senza televisore è una scelta del regista per dar modo ai protagonisti di vivere la loro vita e non quella che attualmente la maggior parte conduce sul divano davanti alla Tv dopo il matrimonio e l'arrivo dei bambini.

Senza televisore  in casa i componenti la famiglia parlano molto tra di loro così come si evince fra la middle class della moglie mentre in quella dell'amante (se c'è non si vede ed è comunque sempre spento anche se vi è un accenno per entrare dalla vicina di casa) la coppia si diverte molto a far l'amore.
Morale: Chi fa chiacchiere non fa frittelle.
D'accordo, ma chi non ha televisore si fa i 'azzi suoi. Forse spegnendo i televisori non si farebbero nemmeno i cazzi dell'Isis o Califfato come cavolo si dice per cui non avendo visibilità né risonanza si dissolverebbero nel loro brodo virtuale del quale gli occidentali ormai si cibano restando poi a bocca aperta davanti a una Tv degli orrori che uno dopo l'altro alla fin fine vengono digeriti. In quanto virtuali appunto.


martedì 17 novembre 2015

SOFIA MARGARITA VERGARA E JOE MICHAEL MANGANIELLO PRESTO SPOSI



Quando si dice un nome un destino. Sofia Vergara è l'attrice più dotata di petto del cinema americano lanciatissima nel film di John Turturro Tango-Gigolo' nel quale esordiva come accompagnatrice escort fornendo le sue credenziali: “Me piace brutal A volte me piace fare il maschio e mettermi il pistolone”. Parole franche e crude in grado di spiazzare chiunque non si sentisse in grado di provare finendo per darsela a gambe.
Ma il pistolone vivo e vegeto era dietro l'angolo ad aspettarla per convolare addirittura a giuste nozze.
Lui si chiama Joe Manganiello e mai nome fu tanto appropriato per fare coppia dall'alto al basso volando anche oltre.


Chissà se gli americani conoscono il significato di manganiello in italiano perchè su certe parole gli italiani ci giocano assai. E gli Americani lo sanno diciamolo perchè le parole hard sono internazionali.
Se  Stallone che a nome fa Silvester per esempio evoca un superdotato sempre pronto a montare una puledra, così come Del Toro che di nome fa Benicio sembra giusto giusto per la vacca nel ruolo di star che dalle stelle cade nelle stalle,  che dire per Ryan Goslin? Della maiala non si butta via niente?



 E ancora, Hercules che vorrà mai significare? Non è difficile tradurlo. Per non parlare della famiglia Cullen portata alla luce con la serie Twilight interpretata da Kristen Stewuart e Robert Pattison diventati un mito per le generazioni di giovani emo di tutto il mondo. Sì però giovani in cullen...
E allora il Manganiello che di nome fa Joe cade giusto ad attrezzo  su un decolletè importante a fare la spagnola. Sofia Vergara infatti è spagnola di origine naturalizzata americana.
Non si sa se sia una trovata pubblicitaria perchè il dubbio c'è anche se le nozze sono state annunciate con tanto di pubblicazioni e inviti di nomi illustri: da Arnold Swarzeneger che ha presentato Joe alla sposa ad Ellen De Generes da Raul Molina a Mark Anthony.
La location scelta è la spiaggia di Palm Beach e tutta la cerimonia sarà in stile Rinascimentale. La futura sposa per le sue damigelle e tutti gli invitati ha messo a disposizione una troupe di Parrucchieri e Sarte pregando di non fare regali o fiori ma opere di beneficenza perchè i soldi raccolti andranno all'Ospedale di St Jude.  A portare Sofia all'altare sarà suo figlio Manolo.
Sofia Vergara è felice come mai nella sua vita perchè il futuro sposo è molto dotato tanto da incutere un po' di paura così come il nome Manganiello farebbe pensare. Dopo le prime titubanze ha però capitolato perchè di fronte a un uomo così bello ed attraente non doveva assolutamente lasciarlo a qualcun altra, per potersi godere a piacere di quello che sembra una sorta di pistolone così come citato sopra facendole sicuramente passar la voglia di metterselo finto. O no?
Questo è il bello della diretta matrimonio alla quale tutti saranno esclusi perchè quello che succederà fra le lenzuola sarà solo esclusivamente affare (non si fa per dire) loro. Se poi gli affari per giocare saranno due col manganiello faranno numero di tre. Epperò la sposina avrà il suo bel daffare.






domenica 15 novembre 2015

CON JENNIFER LAWRENCE TENDENZA CAMMELLO


Dopo il servizio di Milena Gabanelli sui piumini d'oca che hanno spopolato dentro i giubbotti portati a tutte le ore, dal teatro alla prima colazione passando da un cocktail e un incontro al caffè o te con le amiche fino ad arrivare a quelli sottilissimi a sostituire anche le giacche, la moda ha cambiato la tendenza riportando in auge il cappotto.
Il cappotto è un capo elegante che non si addice molto alle donne dinamiche sempre in sella in bicicletta per andare al lavoro così come si usa fare nelle piccole città mentre ha preso piede già da diverso tempo nelle grandi capitali dove a muoversi anche di pochi metri non si rinuncia mai alla macchina.

Il cappotto è dunque tornato portabilissimo  facendo rinunciare volentieri le donne al piumino ormai più adatto, così come le sue origini, per andare a sciare dove per stare al caldo non ci si cura se le oche siano state spennate ancora vive.
E che dire di quelle ingozzate per fare il foi gras? Troppo buono per fermarsi a pensare anche perchè sorgerebbe spontanea un'altra domanda: le oche sì e i crostacei no? Eppure quelli sono messi in pentola a bollire ancora vivi ma non emettendo alcun suono di protesta anche la coscienza si mette a tacere risvegliandosi per tanti altri animali quando vengono portati al macello.
Non occorre essere animalisti per provare pena per cui sarebbe meglio lasciar fare il lavoro sporco ai macellai considerandolo un mestiere come un altro senza coinvolgere bambini o scolaresche per inculcar loro la cultura vegana o cruditè quando si sa che i bambini a tavola non mangiano verdure che non siano patatine fritte, perchè giustamente fanno male. Ma piacciono assai come tutte le cose che fan male con panini e amburger farciti in primis o bisteccone alla griglia perchè fanno crescere come predatori piuttosto che animali da preda.



Scelte che dovrebbero fare i genitori tenendo vigili le loro coscienze.
La tendenza cappotto invece è una tendenza di moda che incoscientemente va e viene in fasi alterne: dopo essere quasi del tutto sparito molte star lo stanno già adottando per far da testimonial ed incrementare la diffusione. Se i cappottini di Kate, di Amal, e di tutte le regine e principesse del jet-set suscitano sempre ammirazione  senza comunque creare proseliti, basta che una diva da Oscar ne indossi uno per fare subito rumore ed essere copiato (Amal, la più accreditata icona-fashion  è stata beccata a copiare Taylor Sweet per esempio).

 E' il caso di Jennifer Lawrence l'attrice che sta sbarcando nelle sale con il Nuovo serial Hunger Games, Il Canto della Rivolta, la quale è apparsa con un bellissimo cappotto cammello rubando la scena a tutte quante.

Un piccolo accenno lo avevamo visto con Amy Adams quale testimonial di Max Mara ma non aveva colpito quanto la Lawrence così come era già successo in American Hustle dove le due star si confrontavano in ruoli agli antipodi.
Così grazie a Jennifer ora il cappotto cammello farà tendenza nelle prossime stagioni riportando in auge un capo fra i più eleganti per il colore caldo in un mix di latte e caffè ad effetto capuccino senza schiuma.

La fibra del cammello è fra le origini più nobili, seconda solo al cashmere.
Comparso nell'America del Nord con varie migrazioni è passato in Asia attraverso lo stretto di Bering e poi in Sudamerica sulla Cordigliera delle Ande peruviane cilene e boliviane. Dopo secoli di incroci ha dato origine alla famiglia dei camelidi le cui fibre oggi sono diventate preziosissime perchè morbide e compatte facendo anche molto caldo. Insomma un must che molte donne  avrebbero dovuto conservare negli armadi perchè se riesumato è sempre attuale essendo tornato di moda nella sua forma classica chiuso con cintura a fusciacca. Ma il massimo, così come portato da Jennifer Lawrence, è di foggia informe a mantella  e collo da abbinare ovviamente al total black.

sabato 14 novembre 2015

SCARLETT JOHANSSON LA STAR CADE IN PISCINA


Ad ogni apparizione Scarlett Johansson galvanizzava la platea.
Sul Red Carpet deludeva un filo, questa va detto, ma sullo schermo esplodeva in tutta la sua sensualità ad effetto spumeggiante per i maschi ed estasiante per le donne.
Perchè diciamolo la sua bellezza era un mix di sensualità burrosa (L'Altra Donna del Re e La Ragazza con L'Orecchino di Perla) e vivacità dinamica (Scoop, la Vedova Nera) nonché di appassionata ed impetuosa passionalità (Match Point). Per non parlare della interpretazione in La Dahlia Nera con i golfini strizzati alla Lana Turner che mettevano in risalto le sue rotondità molto arrapanti anche se a gambe corte e un po' tornite, questo va detto.

Ma se non ha mai avuto un fisico da top model come topa c'era in pieno: figa dalla radice dei capelli alla punta dell'unghia. C'era tantissimo come icona da contemplare e da sognare.
Gli anni passano le star crescono e Scarlett Joahnsson è cresciuta tantissimo con un curriculm fittisimo di film, una vita sentimentale un po' incasinata tra ex marito Ryan Reynolds e Sean Penn come amante, fanatica attivista al seguito di Obama tanto da costringerlo a prendere le distanze per non far infuriare la moglie Michelle, Scarlett ha persino sedotto Woody Allen che le ha fatto un bel servizio con Scoop facendola emergere dalla piscina con un costumino che nulla lasciava all'immaginazione, per poi disfarsene in Match Point come sex symbol troppo ingombrante.
Lei però ha continuato la carriera facendosi apprezzare sempre di più non disdegnando ruoli d'azione, thriller, amori virtuali e quant'altro potesse rimetterla in carreggiata ricevendo purtroppo un duro colpo nell'interpretare Hithcock dove veniva pugnalata sotto la doccia per girare Psyco.
Poteva bastare per annientar chiunque perchè un ruolo così non ha portato bene alle protagoniste che l'hanno preceduta, da Janet Leigth ad Anne Hetcher, ma non per Scarlett Johansson perchè è risorta dalle acque come una Venere verde in una rosa di zampilli intorno. Che non sono quelli spumeggianti dei Boys, ma delle ragazze che animavano le coreografie in piscina di Ester Williams ai tempi in cui imperavano a Hollywood le Ziedfeld Follies.

Il film ambientato proprio in quel periodo è Ave Cesare dei Fratelli Cohen che uscirà prossimamente nelle sale  ma il promo è già in testa nelle classifiche dei Trailer e  presentato al Festival di Roma con interpreti d'eccezione, da George Clooney a Josh Brolin, da Tilda Swinton a Frances mc Dormand, da Channing Tatum a Charlie Shene.
Insomma un cast eccezionale girato con molta ironia ad effetto esilarante sulla scia di Burn After Reading.
Il film è corale ma quel che balza all'attenzione non è tanto il ruolo da idioti dei protagonistik quanto il constatare come Scarlett Johansson sia fin troppo cresciuta da sembrare all'età di trentun anni molto più vecchia.

Le borse sotto agli occhi il labbro fin troppo gonfio la penalizzano un filo facendole perdere la burrosa sensualità della ragazza che fu per evidenziare una  donna volgare e tracagnotta, anche a causa del doppiaggio in romanesco che non l'aiuta di certo.
Sperando che non sia afflitta dalla bellezza del ciuco, ai suoi fans non resta che attendere il prossimo film per vedere se Scarlett si sia calata talmente nel personaggio da imbruttirlo più come  una casalinga disperata, alle prese con una vita privata molto intensa, un secondo matrimonio e una gravidanza recente ancora da smaltire, piuttosto che ad arte da grande diva come richiede il ruolo che dovrebbe ricoprire in questo film.
Insomma Attrice e Donna come dai copioni che stan facendo tendenza fra le operatrici del settore spettacolo, anche se il cinema piange la grande star che ha fatto tanto sognare con una bocca unica polposa e tutta da baciare.

giovedì 12 novembre 2015

ANNI SESSANTA , AI TEMPI DEI DIRITTI CIVILI NERI





 In questo periodo vengono trasmessi sia al cinema che in Tv molti film sulle lotte per i diritti civili dei neri d'America a cavallo degli anni 50/60 quando sono stati riconosciuti grazie all'impegno di Martin Luther King.





Del film Selma che tratta appunto questo argomento abbiamo già parlato così come Lontano Dal Paradiso con Julianne Moore trasmesso la settimana scorsa in Tv film drammatico insieme a quello con Francis Mc Dormand Missisipi Burning, Le Radici dell'Odio, che aveva scosso in modo particolare per la brutalità con la quale si erano svolti gli eventi con omicidi a sangue freddo senza motivazione alcuna solo per il gusto di uccidere di alcuni giovani studenti di colore.




Insomma argomenti molto forti che invece sono stati stemperati in commedia tragi-comica con il film The Help visto recentemente in Tv su Rai Tre nel quale si illustravano situazioni per evidenziare le condizioni di inferiorità delle donne di colore a servizio delle ricche bianche.
Non che in Italia fosse diverso perchè in quegli anni le “serve” erano trattate con sufficienza anche da noi, messe in un angolo in cucina e a disposizione del padrone di casa che spesso abusava di loro insieme ai signorini “belli di papà” che si aprivano all'amore fra padrone e sottoposta. Umiliata e offesa perchè spesso impossibilitata a trovar un altro lavoro per cui si sottoponeva alle pratiche sessuali per portare il pane ai bambini a casa. Condizioni tristissime equiparate a quelle delle nere d'America.


La libertà delle donne di colore ha coinciso con quella di tutte le altre del mondo che con la rivoluzione del '68 hanno trovato una dignità nel lavoro di coadiuvante domestica. Una figura ormai sparita perchè sostituita dalla calata in massa delle badanti che molte volte spadroneggiano nelle case dove sono stati affidati loro i “nostri vecchi” ammalati o arzilli non importa perchè in entrambi i casi sono potenziali vittime di queste lavoratrici anche se molte di loro rappresentano un valido aiuto alle famiglie. Questo va detto.
Così come per le donne di colore d'America: alcune trovavano un buon posto in famiglie ricche dove, anche se non avevano libero accesso in tutti i luoghi come il bagno dei padroni o in sala pranzo o nei divani dove era impedito di sedersi,  mentre altre dovevano fronteggiarsi con padrone arroganti e casalinghe disperate e cattive che non perdonavano il minimo sbaglio facendolo pagare profumatamente in busta paga, anche se pur minima.


Sorprusi e vessazioni erano all'ordine del giorno finchè una giovane e intraprendente giornalista (Emma Stone) si era messa a prendere appunti con le loro testimonianze di domestiche al servizio delle donne bianche per scrivere un libro che diventerà una denuncia tragi-comica. Sì perchè in tante vessazioni c'era poi quella che alzava la testa, come una sorta di Sofia nel Colore Viola, senza come questa venir piegata dalla malasorte di una padrona stupida. Infatti una delle protagoniste, l'attrice simpaticissima di colore Octavia Spencer per vendicarsi di essere stata licenziata per aver fatto la cacca sul water della padrona, si è poi presentata alla sua porta con una torta che le ha fatto ingoiare  rivelandole dopo che il cioccolato non era altro che la sua ...di cacca. Questo è l'episodio più esilarante con tanti altri che colpiscono a pietà il cuore soprattutto quando si vedono le nere impotenti dovendo subire ogni sorpruso dal quale se ne esce con un messaggio chiaro e forte: basta essere brave in cucina soprattutto nel piatto forte del Paese ospitale che in questo caso d'America è il Pollo Fritto.

Il Pollo fritto e un piatto sfizioso che arriva direttamente dagli USA , ormai si è diffuso in tutto il mondo dove si possono trovare catene di fast food dedicate proprio a questa pietanza: il pollo fritto americano.
La nascita di questa preparazione nasce nelle antiche piantagioni di cotone americane dove gli schiavi friggevano il pollo come si usava nei loro villaggi di origine: pollo fritto in olio di palma (ancor meglio in burro di arachidi), arricchito con molte spezie.  curry, origano, cannella e pepe di Cayenna sono solo alcune delle varianti esistenti.
Con i suoi aromi e la sua croccantezza è un piatto irresistibile da gustare a casa oppure, come fanno gli americani, da divorare in qualsiasi momento della giornata come vuole la tradizione dei cibi da strada.


I tempi sono cambiati? Non per tutti: se molte minoranze hanno raggiunto parità nei diritti molte altre, come per esempio i nuovi profughi, dovranno lottare ancora molto per raggiungerli. Certo per molti dispiace vedere come il mondo cambi soprattutto se si devono dividere privilegi con persone che si ritengono inferiori, ma il tempo metterà tutto a posto così come è stato fatto in America tenendo presente che là ci sono tutt'ora regolamentazioni ben precise che da noi in Europa non sono ancora state messe a punto. Speriamo che lo facciano al più presto per non ritrovarci in minoranza  con invertiti i ruoli servi e padroni. Perchè questa è una condizione che non si potrà mai sovvertire per cui potrebbe rivelarsi un vero dramma: quante sono le nostre donne che sanno stare in cucina? Questa è la tragica realtà di un futuro scenario a cambiamento epocale.


mercoledì 11 novembre 2015

TUT IL DESTINO DI UN FARAONE

 Giovedì 5 novembre 2015 Su  Dee Jay Tv, visto il Kolossal molto intrigante: Tut, Il Destino di un Faraone.





Di basso o alto profilo, di basso o alto Egitto non si sa perchè la serie più che ispirarsi alla divulgazione scientifica come potrebbe essere il programma di Alberto Angela con il suo Ulisse il Piacere della scoperta che dell'antico Egitto ha parlato ampiamente con competenza, la serie si è ispirata al film Stargate facendo qualche puntatina su  Alexander per poi introdursi fra i meandri dei Geroglifici a tradurre fantasiosamente le dinastie delle faraone da Nefertiti a Nefertari fino ad arrivare a Tutankamon il più giovane faraone fino ad oggi conosciuto.
Il giovane Re, impersonato da Avan Jogia  ha le sembianze dell'attore protagonista di Stargate Jaye Davidson meglio conosciuto in La Moglie del Soldato nel ruolo di un transgender.


Questo per sottolineare la nuova tipologia unisex che si sta imponendo a tendenza androgina. Avan Jogia infatti attore e ballerino canadese ha lineamenti molto effeminati a renderlo molto sensuale ma nel contempo anche virile, cerebralmente incarnando un Capo adorato come un Dio da assurgere a divina!



Inutile guardarlo di profilo perchè lui è sempre di fronte: di fronte al suo popolo nel quale si immischia per conoscere i piaceri dei comuni mortali, come da copione dei film di Cleopatra e la moglie Poppea di Nerone anche se a conferma non è mai stato trovato alcuno scritto, nemmeno fra quelli del Mar Morto, né tanto meno nel libro dei morti così come indicato nel film Belfagor, anche lui film-cult del genere. Ma non del genere cultura transgender perchè non ancora inventato fino a questo Kolossal.





Ma non finisce qui perchè il serial procede imperterrito con le vicende del Faraone che sposa, come in Cleopatra, la sorella Ankesenamun ( Sibylla Deen, curiosamente assomigliante allla Masrtonardi dei Cesaroni!) per poi innamorarsi di una ragazza di colore (Kylie Bunbery nel ruolo di Suhad) una sorta di Rosario Dowdson di Alexander memoria che lui, piccolo giovane androgine Tutankamon riesce a scalare lei, alta e di stazza imponente, riuscendo a  metterla incinta. E' pur vero che sdraiate sono tutte uguali ma non sarebbe male una giusta misura per scambiarsi almeno un bacio sulla bocca. Ma al re quel che è del re per cui la figottona di colore che tanto aveva colpito in Alexander è anche qui domata.





La sorpresa è Ben Kingsley premio Oscar per Gandhi che dopo quel film viene ingaggiato per ruoli secondari preferibilmente storici perchè il Kajal intorno agli occhi gli dona un fascino perverso giusto per fare il faccendiere  alle prese con complotti e intrighi di Corte che inevitabilmente segnano il Destino di un Re ancor più se giovane Faraone come Tuthankamon. Il quale si sa, e questo ce lo tramanda la Storia per cui c'è da credere, morirà giovane per assurgere all'olimpo dei miti egizi. Che non sarebbe male se venissero studiati  traducendo a modo i geroglifici con più rigore, a rigor mortis e non tra le star e i film kolossal di Hollywood. I Cesaroni poi...suvvia sembra la cigliegina su una torta in faccia. Piacevole forse ma sempre torta è. La serie è diretta da David Von Anken anche lui un nome, un destino..









martedì 10 novembre 2015

TUTTO PUO' ACCADERE A BROADWAY


Come fare un film uguale a quelli di Woody Allen facendosi subito riconoscere da tutti. Sì come regista copia incolla. Eppure Peter Borgdanovich è un regista di tante produzioni che comunque sono passate di memoria.
Ecco allora che si spiega l'escamotage del copia incolla che ha preso piede fra tanti autori come una sorta di frenesia da successo “Perchè a volte la copia vien meglio dell'originale” come si recita nel film  American Hustle.
Ma Woody è unico anche se il film è tutto sulla falsariga delle sue ultime produzioni. Le quali, a dire il vero, sembrano anche loro tutte uguali, ma è sempre l'ultima a piacere anche se girate e recitate con uno standard ben preciso: location naturali di paesaggi e città che sembrano set di un teatro, battute  surreali, personaggi fuori dalle righe ma di fama e soprattutto la musichetta di fondo ad accompagnare le performances.
La musichetta di Tutto Può Accadere a Brodway è comunque copiata da Birdman, con l'orchestrina jazz che fa da sfondo per poi inssstere con la batteria quando si aprono e chiudono le porte del teatro.
Adesso per fare teatro usa così. Dove vai se l'orchestrina jazz dietro non ce l'hai?


La formuletta è vincente per cui questo film è accattivante al di là delle battute e dei personaggi in questo contesto fin troppo fuori dalle righe così come aveva lanciato Woody in To Rome With Love. I personaggi sono presi un po qui e là dai film di Allen: Owen Wilson sempre imbambolato  ma simpatico anche se nel ruolo di protagonista fa la figura del comprimario del primo attore ingaggiato per la pièce nella quale a far da prima donna è sempre una protagonista ingombrante Kathryn Hahn che ce la mette tutta, e non si fa per dire, per accapparrarsi la scena anche se il film è un abbraccio corale fra tante liaison incrociate nelle quali ciascuno fa la sua figura. Porca  diciamolo perchè la trama si dipana fra una girandola di Escort che vanno e vengono da un Albergo distribuite da una maitresse a nome Vicky. Location di memoria Barcelona.
La “Cristina” della situation, nel ruolo di oca, che poi farà biloca con Lucy Puch in una scena flash girata in bagno che le due oche-biloche intercambiano per dare vita alla pochade esilarante che conclude come da copione brillante a lieto fine, è Imogen Poots attrice semisconosciuta e dunque adatta da lanciare nel firmamento delle star sedute sul divano del produttore in questo caso della psicanalista alla quale confidare speranze e pene.


Pene infinite che le danno tanti clienti ammaliati dal suo fascino molto incisivo in camera da letto una location nella quale lei riesce ad esprimersi al meglio “perchè all'amore ci crede” specie se funziona. Finchè dura. Ma è durato lo spazio di una breve carriera troncata sul più bello quando si sta facendo un parco-clienti d'eccellenza perchè l'incontro con il regista della Pièce le cambia vita.
Sulla strada dei miracoli, ai quali anche a questi lei crede fermamente,  la farà diventare protagonista della sua commedia realizzando la speranza di diventare un giorno una grande attrice come le star in bianco e nero Hollywoodiane.




Insomma una sorta di Dea dell'Amore (sempre di Woody) tradotto in passione cinema che vale comunque correlato a tanti attori sconosciuti i quali fanno teatro sognando di sbarcare sul Grande Schermo.
 Alla fine, e lieto fine lei ci riesce accompagnata nientemeno che da Quentin Tarantino (in un cammeo al posto del giornalista della Dea Dell'Amore con Mira Sorvino).
Perchè la magia del cinema è impareggiabile essendo tutto dilatato al massimo molto diversa dall'atmosfera che si respira a teatro dove gli attori si destreggiano fra citazioni classiche battute al fulmicotone e abbracci corali a volte con il pubblico in un happening che vorrebbe essere d'avanguardia mentre finisce come perfomance da scolaresca fine-anno.
Cinema e teatro comunque si interscambiano frequentemente perchè al cinema si raccontano spesso i retroscena delle pièce mentre a Teatro si ricorre al grande schermo per fare da trait d'union  nel completamento degli effetti speciali scenografici.
I protagonisti del film di cui sopra sono tutti bravi a cominciare da Owen Wilson che dopo aver fatto una parte in Midnight Paris con Woody Allen viene considerato giustamente attore fra i grandi, quelli che trascinano al botteghino per poi circondarsi di professionisti a supportarlo nell'impresa di fare un film da intellettuali suo pari. Non d'elite come quelli di Woody ma di scolaresca in vacanza. Infatti il film più che a lieto fine finisce in vacca, come una qualunque commedia americana dove gli intrecci amorosi si sciolgono e ricompongono allegramente con altri partner in un copia e incolla di Basta che Funzioni (sempre di Woody Allen). Purtroppo il film non funziona più di tanto perdendo colpi soprattutto quando appare Jennifer Aniston ingrassata e su di giri da essere irriconoscibile ben lungi dai tempi del mitico Friends acqua e sapone: a lei la battuta fulminante così come era stato per Naomi Watts in Birdman (“...lui è quello che divide la mia vagina con te” o giù di lì) quando si prepara per uscire con un personaggio anziano: “Vado a cambiarmi l'assorbente”.



Alla protagonista Imogen Poots squillo redenta  ingaggiata per fare il ruolo di sé stessa, ovvero della squillo, nella commedia  le viene invece infilata la mise di minishorts in jeans con fodera tasche in fuoriuscita ed eccola apparir  miracolata appunto, tale e quale ad Emma Stone in Bridman. Batteria e orchestrina jazz e ancora ecco che il film Tutto quanto Può Accadere a Broadway è servito. Il Miracolo si è compiuto. Sì perchè non importa se sembra già tutto visto perchè comunque siamo rassegnati a questo genere leggero andante incasinato e recitato a pieno ritmo esilarante senza pretese di dar messaggi al solo scopo di divertire. E ci si diverte.

https://www.youtube.com/watch?v=YY3XUtuNH3Q

Certo con Woody Allen è tutta un'altra musica, classica sopratutto ed ultimamente anche operistica molto diversa da quella del regista di questo film Peter Bogdanovich che a suo tempo aveva comunque spopolato indovinando la colonna sonora de' I Soprano  molto ritmata a dare un tocco di dinamismo sexy ai personaggi dei mafiosi della serie Tv da lui diretta. Era meglio se avesse continuato a copiare da sé stesso perchè così sarebbe stato valido quel detto che la copia è meglio dell'originale (perchè come con le amanti l'ultima è sempre la migliore di tutte) per tradurre correttamente la citazione di American Hustle.
E come fa Woody Allen.



giovedì 5 novembre 2015

TUTTE LE BROCHES CON TRE GIRO-PERLE DELLA REGINA ELISABETTA

Due grosse perle di cui una a goccia.
Una corona di fiori di diamanti
Un grosso zaffiro incastonato in diamanti a cerchio
Un mazzolin di fiori in oro bianco e diamanti con collana di perle














  Un ovale di zaffiri e diamanti tagliato a metà con collana di perle



Due fiorellini in oro e pietre preziose con collana di perle

Altro fiore a raggera in oro e diamanti, con collana di perle


Un cestino di fiori in pietre preziose con collana di perle
Tre spighe di grano in oro legate con fiocco e nodo in diamanti con collana di perle


Altro fiore in oro e diamanti con collana di perle


I Fiori sono la passione della Regina qui con broche di oro e diamanti di due fiori e grosse foglie, con collana di perle.


       Ancora fiori in diamanti con collana di perle




Diamanti con due perle di cui sempre una a goccia, con collana di perle.


Trifoglio in diamanti incrociati

















 Medusa in Diamanti con collana di perle




















                         











Due grossi rubini di cui uno a goccia incastonati in diamanti e collana di perle























Fiocco in diamanti e collana di perle




















Grappolo d'uva con foglie in zaffiri e collana di perle




Fiore in oro bianco perle e diamanti, con collana di perle.
































Diamanti a stella a raggera


Pizzo bottoni gioiello e broche a forma di corona che la principessa Elisabetta indosserà quando sarà Regina.