mercoledì 27 aprile 2016

THE ROYALS UN SERIAL IMBARAZZANTE


Con la famiglia reale gli Inglesi hanno sempre un rapporto contradditorio: da una parte la mitizzano onorando i componenti come fossero dei dell'Olimpo, dall'altra la sbeffeggiano, grazie a Tabloid molto scatenati per libertà di stampa nel Regno Unito comprese intercettazioni che comunque dopo lo scandalo Murdoch e la segretaria Rebecca, hanno subito un freno per ordine dei Windsor,
I quali restano tolleranti per tutto quanto li riguarda con satira e ironia social in primis escludendo il privatissimo avendone avuto abbastanza con la serie Tampax, Strizzolina e quant'altro nomignolo affibbiato rispettivamente  da Carlo a Camilla con tanta foia e dal capitano James Hewitt a Diana con tanta stima.
C'è un limite a tutto.

Tempo fa c'era una serie esilarante su MTV, Little Britain, che faceva la parodia dei Reali prendendo di mira la Regina ed il figlio Carlo erede al Trono ansioso di sedervisi  avendo raggiunto ormai la terza età in fascia anzianità con la sovrana. Il rapporto ovviamente era quello sado-maso con la Regina che si divertiva a seviziarlo trattandolo da tontolone. La serie era molto divertente per cui si rimane basiti nel vedere The Royals su Rai 4.
Sì perchè questa è incentrata su una famiglia reale di fantasia comunque in parallelismo con quella Britannica dei Widsor liberamentre rivisitata ma in modo scorretto.

La regina a nome Elena è interpretata da Liz Hurley mentre tutti gli altri componenti sono sosia dei reali originali o di personaggi famosi. Per esempio il Gran ciambellano di Corte (o il Premier) ha la faccia di Obama Presidente degli Stati Uniti mentre quella del fratello minore del re (in look colorato e fantasioso)sembra Cristiano Malgioglio.


Tra loro ci sono anche simil-Kate molto fotogenica ma schizzata e fuori di testa specie quando deve presenziare a un evento di beneficienza o a tagliare un nastro ubbidendo in privato ai consigli della Guardia del Corpo quando le dice di spogliarsi mentre William sportivamente e alla mano è alle prese con le modelle. Non mancano le due sorelle  maldestre Beatrice ed Eugenia che tra un look sbavato e un cappellino ridicolo, non ne fanno una giusta.






Il tutto è "mantecato" in modo caricaturale da risultare ridicolo in maniera imbarazzante perchè con i dialoghi i personaggi si prendono sul serio arrivando ad annoiare anche quando la regina "Elizabeth", tanto attenta e generosa nel salutare i sudditi, quanto arrogante ed altera in famiglia nonchè intrigante e meschina nel privatissimonel quale non manca mai di ricordare al marito (Vincent Regan)di  essere lei a portare la corona in testa, rimane in lingerie da “Hurley”!
Non si capisce la motivazione di questa serie insulsa come poche se non per l'intento di denigrare la famiglia reale facendo spirito di patata.
Operazione dunque mal riuscita come una perdita di tempo anche se le location interne sono lussuose simil- stanze di Buckyngam Palace nella quale sono state effettivamente girate alcune scene.
La fiction è talmente banale da avere perfino inserito una porticina segreta, tipica dei racconti sui castelli dei film Horror sui vampiri di Edgard Poe,con tante gallerie che portano alle cantine o direttamente
ad Hyde Park per consentire ai componenti la famiglia reale di sparigliarsi in incognito fra i comuni mortali di Londra.



Tutto questo per rivelare che cosa: che i reali sono una famiglia  molto diversa da come appare in pubblico sempre ingessata elegante e formale ma in realtà piuttosto incline ai vizi perchè adagiata negli ozi facendo dei componenti degli inetti non tanto a governare quanto a vivere alla pari dei sudditi, risultando di fatto poco normale e  sotto la norma? Tutto dipende dalla fonte alla quale si è ispirata questa serie, se attendibile o meno o puramente casuale. Non a caso infatti in questo serial sono tutti impegnati a fare selfie con smart o tablet in mano fra di loro mentre i Windsor, quelli veri, si sa che sdegnosamente si rifiutano di farli in pubblico e  tanto meno con i sudditi. Impossibile che non lo facciano in privato come nella serie Tv. Insomma qualcosa di verosimile c'è. Come a dire più che The Royals in Windsor sotto sotto possono le royaltys. In Wind?


venerdì 22 aprile 2016

KATAKLO'. ATHLETIC DANCE CALEODOSCOPICA

 Tutto esaurito Sabato Sera per lo spettacolo Kataklo' il terzo dell'evento Parma Danza 2016 con la regia e la supervisione artistica di Giulia Staccioli.
Il segreto di questo successo è sicuramente dato dalla scelta delle musiche, a ritmo battente e molto cadenzato, molto importante nella danza contemporanea per accompagnare le performance innalzando ad arte la ginnastica ritmica. In questo caso molto sportiva perchè la tecnica è quella acrobatica di sport estremi o circensi.
Infatti Kataklo' è un verbo Greco a significare la libertà di movimento in tutte le sue forme anche quelle di contorcimento e piegamento frutto di un lungo lavoro che raggiunge la perfezione se iniziato fin da piccoli.

Lo spettacolo apre con una musica molto ritmata quasi ossessiva, da discoteca per intenderci, accompagnata dallo schioccare delle dita come nei musical anni 50 con West Side Story in primis quando le bande si fronteggiano per dare man bassa fra di loro.
I ballerini sono allineati muovendosi in sincrono per poi spargersi rompendo le fila ed iniziare il loro singolo percorso dapprima facendo capolino dai drappeggi nei quali sono avvolti per dare corpo a forme mobili per poi destreggiarsi arrampicandosi sulle funi nelle quali si attorcigliano come una sorta di lape-dance estrema per poi continuare su un' altalena nella quale prendere posto in tre facendo triangolo scomodo e trasgressivo per poi finire con salti acrobatici formando trapezio ad incastro umano con i ballerini uno sopra l'altro in equilibrio che sembrerebbe precario da impossible-mission ma che la tecnica affinata nell'allenamento rende stabile e sicuro.

La performance è divisa in due parti curata nelle coreografie da un ex ballerino di Kataklo', Paolo Benedetti, ed è composta da tanti quadretti che come tasselli formano un mosaico. Da qui il titolo Puzzle che si forma con tutti questi effetti coreografici in movimento a disegno colorato da sembrare un caleidoscopio così come si ammirano nelle parate dei grandi eventi sportivi in apertura delle Olimpiadi nei quali la Compagnia Kataklo' si è messa in luce facendosi conoscere in tutto il mondo, partendo dalle Olimpiadi di Sidney, i Giochi Olimpici di Torino 2006 per dire alcuni fino ad arrivare al Capodanno di Honk Kong e le Olimpiadi della cultura di Pechino. Parate che suscitano sempre molto entusiasmo, lo stesso che ha contagiato la regista Staccioli per far nascere un'Accademia con l'intento di formare  giovani talenti all'avviamento professionale dell'Athletic Dance Theatre quali ginnasti con attitudine artistiche e danzatori con quelle atletiche.

Passione danza e creatività acrobatica sono un connubio esplosivo scoppiato in questo tripudio di corpi in libertà tattico-artistico scattanti e dinamici e poi incastrati fra di loro in un abbraccio simbiotico fluttuante e modulante in bilico estremo creando suspence e urlo finale ad emanare adrenalina in tutto il teatro che ha risposto alla fine con tanti wow wow soprattutto quando i ballerini sono scesi dal palco fino alla prima fila prestandosi ai selfie che ormai sono di rito. Applausi scroscianti per la bellissima serata.





KATE E MICHELLE TRA PIZZO E TRASPARENZE




La Firts Lady Michelle Obama incontra per la seconda volta Kate Middleton duchessa di Cambridge ed è curioso che si sia vestita dello stesso colore di vestito che la duchessa aveva indossato al loro primo incontro: in color cipria, il colore di tendenza di quest'anno.
Se Michelle ha reso onore a Kate scegliendo anche il pizzo, Kate è rimasta fedele a sé stessa con un abito sempre bluette (il suo preferito) e in trasparenza.





giovedì 21 aprile 2016

LA POLITICA IN FICTION FRA TV E CINEMA


 Tempo di Premi fra autocelebrazioni ed autoreferenzialità: al David di Donatello  ha colpito l'intervento di Pif in onore di Ettore Scola il quale raccontava che presentandosi a lui convinto di essere un pirla al suo confronto, si era sentito chiamare dal grande regista “collega” nonostante Pif avesse fatto un solo film (La Mafia uccide solo D'Estate). Quanti giornalisti di fama e direttori di successo direbbero altrettanto di fronte a un pivello/a? Dico giornalisti perchè se fra gli artisti si fa abbraccio corale giusto per un flash a una festa, magari a denti stretti da attori consumati, fra i giornalisti si fa muro e spocchia quando ci si incontra facendo finta di non riconoscersi esattamente come in Perfetti Sconosciuti il film che ha vinto in questo evento perchè è lo specchio della società mediatica nella quale Enrico Mentana si permette di mettere a sedere un Premier come Matteo Renzi: Come se ce ne fosse bisogno: Renzi ci sta seduto nella sua poltrona alla faccia di Mentana che forse non se ne vuole fare una ragione dopo che quella poltrona gliel' ha servita lui invitandolo sempre a La 7. E Renzi ci andava eccome se ci andava... Lui era consapevole. E Mentana pure.


Tutto questo per dire che il potere della Tv da Quinto Potere sembra che voglia conquistare il Potere assoluto e una sorta di droga per teledipendenti che assimilano tutto quanto viene propinato, nonostante la protesta di Enrico Mentana, da conduttori e ospiti carismatici in grado di far impennare gli ascolti dominando vari settori da quelli commerciali, industriali e quant'altro fino ad arrivare alla Politica. Tutto questo sotto forma di informazione intesa come pettegolezzo, chiacchiera, gossip divagazioni, divertissment, talk e talent show così tanto per parla' per far na' cosa insieme. Ridendo e scherzando che male ti fo'? Eh molto male basta vedere le scenette di Crozza. Sì Vabbè...ma quella è satira.


Al David di Donatello abbiamo visto che, come al Festival di Venezia e quello di Roma, la Tv viaggia in perfetto connubio con il cinema perchè molti attori protagonisti di film sono anche sempre presenti nelle fiction Tv e non solo perchè spesso escono da format come il Grande Fratello che fino ad ora ha fatto da padrone sfornando “talenti” come Luca Argentero Laura Torrisi e da ultima Ilenia Pastorelli anche lei Gieffina vincitrice al David come miglior attrice (toh! nessuno se ne era accorto?). Anche fra i musical teatrali ci sono molti concorrenti di Amici, ballerini cantanti come abbiamo constatato in Giulietta e Romeo Ama e Cambia il Mondo.

La televisione si sta sempre più imponendo ma con il cinema è sempre stata una lotta dura perchè non riusciva a togliere gli spettatori dalle sale stante il fascino del grande schermo che la Tv non riuscirà mai a sopperire.
Un film in sala è sempre diverso dalla visione in Tv dove le scene di massa  perdono la loro carica di energia sia bellica che quella giocosa simil tifo da stadio per non parlare di quella fantascientifica dove gli effetti speciali in Tv si banalizzano senza coinvolgere più di tanto a livello emozionale anche se non si manca mai ad appuntamento con le grandi produzioni Hollywoodiane. Ma un conto è guardare uno spettacolo perchè non c'è nient'altro un altro è scegliere. Per questo la Tv ci ha tolto questa libertà facendo credere allo spettatore che vagare pigramente tra uno e sbadiglio e l'altro tra una grande offerta di canali sia mantenuto uno spiraglio di libertà. Il quale si spegne di fronte ai soliti protagonisti che a forza di imporli fanno pensare alle masse che siano grandi conduttori, attori, politici e quant'altro mentre sono spesso personaggi banali di serie qua-qua-ra-quà  “sempre-meglio-che-lavorare”.

Insomma la Tv si guarda per forza di inerzia mentre per andare al cinema bisogna uscire di casa. Impresa ardua per anziani e famiglie con bambini che così si cibano di pane e Tv tutti i giorni assimilando di ogni. Se i giovani non guardano la Tv la Tv va al cinema con tante produzioni nelle quali inserire i suoi beniamini provenienti dai vari talk e talent's o dalle scuderrie di agenti dei VIP o perchè unti da qualche pezzo da novanta che ha fatto la storia della Tv. Ma non del cinema. Per questo che il cinema italiano trionfa solo alle sue autocelebrazioni dove la Tv è presente con la sua autoreferenzialità. Se prima era Rai, poi si è inserita Mediaset ed ora anche Magnolia.
L'autoreferenzialità della Tv ha raggiunto livelli imbarazzanti perchè ogni emittente si attiva esageratemente diciamolo per presentare i propri programmi che vengono lanciati anche con servizi dei Tg dove i giornalisti si inchinano a zerbino per presentare  quà-quà-quà
-  “Le signore della Tv (mogli-di) che sbancano l'audience”,
- Il fico che buca lo schermo,
- i retroscena delle fiction con i protagonisti che raccontano le loro emozioni  e quelle dei personaggi perchè evidentemente non ne danno allo spettatore,
- la cronaca in fiction,
- le ospitate nei Talk show dei protagonisti dei format e di fiction che così si rivedono in replica.

 Insomma un calderone a tutto fictions in talk e talent, cronaca e tg e ora anche al cinema che segnerà la fine della Tv, perchè non se ne può più. Questo è il segreto.

Vedremo se con il Rischiatutto si risolleveranno le sorti dei tempi gloriosi della Televisione con le dirette che si spera non siano truccate, non intendendo come ai tempi di un puro come il  Mike degli esordi, ma come tanti giochin giochetti e telequiz vari nei quali i concorrenti sono la sosia di questo o quello, i concorrenti vanno da un format all'altro e ancora i concorrenti a domanda sanno già la risposta! Insomma una Tv genuina e non finto-ingenua finto-buonista.. Questo è il segreto. A condurre il nuovo Rischiatutto Fabio Fazio. E allora il segreto è svelato:  Vieni avanti Pretino!
 

venerdì 15 aprile 2016

LA FAMIGLIA NELLA COMUNE

Come complicarsi la vita e renderla infelice? Allargando la famiglia. Dopo la rivoluzione del 68 il concetto di famiglia tradizionale era stato messo in discussione insieme ai rapporti docenti studenti con il Tu al Prof., esami e lauree per aprirsi a nuove forme di convivenza sia familiare che scolastiche.
Così molte coppie giovani aprivano le loro case ad amici ospitandoli a tavola e poi sistemandoli in varie stanze con i materassi in terra appoggiati su tappeti che adornavano anche le pareti senza nemmeno tende divisorie.
 Gli studenti occupavano le aule facendo bivacco anche di notte con sacchi a pero come fossero sempre ai concerti dell'Isola di Wight.
Inevitabili le ammucchiate in allegria, anche tutti nudi, che aprivano la strada ad un nuovo concetto di nucleo famigliare, quello della Comune.
Perchè sposarsi e chiudersi in un appartamento quando si poteva affittare una casa grande dividendola con altre famiglie allevando i bambini tutti insieme per crescerli nel rispetto della comunità e della fratellanza universale così come sussurrava il vento di quella filosofia americana chiamata new age che apriva l'epoca dei figli dei fiori?

Un flop clamoroso scoppiato insieme alla Comune, al Tu ai professori e al voto unico nelle Università perchè si ritorceva non solo contro i singoli ma a tutta la società  che entrava in pieno caos.
Vabbè come a dire ci abbiamo provato. Purtroppo non ha funzionato. A testimoniarlo ci sono diversi film tra i quali uno di grande successo come The Beach che portava alla luce tutte le problematiche di una convivenza fra varie coppie chiuse in un mondo paradisiaco immersi in una felicità al quadrato fino a quando il dolore non andava a spezzare l'incantesimo facendo decidere al gruppo di isolare colui che lo causava perchè ferito a morte da uno squalo.


In questi giorni è sbarcato nelle sale anche il film La Comune ambientato in un Paese Nordico come la Danimarca nel quale una famiglia molto unita e felice composta da due affermati professionisti e una ragazzina, venuta in possesso di una grande casa fuori città decide, per volontà soprattutto della moglie, di abitarla insieme ad altri amici per dividere spese e compagnia.






Decisione motivata soprattutto dal fatto che i due coniugi si erano già detti tutto per cui una ventata di aria nuova non avrebbe che giovato alla famiglia. Scettico lui ma decisa lei, si procede alla scelta dell'entourage con il quale convivere. In principio tutto fila liscio ruotando tutto intorno alla moglie che considerano il punto di riferimento per l'energia l'entusiasmo e la passione che mette nel progetto della Comune la quale va a gonfie vele fino a quando una giovane e bella allieva del marito docente all'Università non punta a conquistarlo, “perchè mi piaci”, portandoselo a letto, bivaccando fra le aule dell'università.

 Insomma ci sono tutti gli ingredienti di cui sopra: la Comune, Il tu al professore, l'occupazione delle aule, fino alla fase finale nella quale la moglie, dapprima accondiscendente per far buon viso a cattivo gioco, si trova infine risucchiata da una spirale di rabbia e sofferenza che la porta all'autodistruzione non riuscendo a contenere il suo dolore per la perdita del marito, (l'attore Ulrich Thomsen).  Il quale invece rimane insensibile alla sua sofferenza che mette in imbarazzo sia gli amici della Comune che tutti i colleghi della Tv nella quale lavora. Così anche lei viene esclusa dal gruppo, perdendo amici e lavoro perchè nessuno sopporta la sua faccia sempre in lacrime.


Non c'è più privato nella Comune così come succede nel sociale di compagnie superficiali e vuote dove se non ti sforzi di sorridere sempre e comunque inevitabilmente vieni escluso. Cattiva sorte che tocca proprio a lei, la moglie carismatica, che tanto si era attivata per questa idea che si stava diffondendo in tutta Europa importata dall'America.
Idea balzana perchè serviva solo a complicarsi la vita essendo già difficile trovare un equilibrio in quella di coppia. “Non sono nata ieri, posso immaginare, posso anche capire...” dice lei di fronte alla rivelazione che tra di loro ci sia un'amante giovane e attraente. Si può capire ma si può anche non accettare senza battere ciglio che una ragazza giovane si prenda impunemente il tuo uomo senza pensare alle conseguenze devastanti. Al cuor non si comanda,è vero, ma qui si parla si incontri carnali fra letti sfatti e dialoghi con i quali ci si esalta: “Tu sei il faro di questa comunità” dice la giovane, rubando la scena alla moglie per brillare di luce riflessa. “Sei molto intelligente” risponde lusingato lui sentendosi messo in scena.  E chi non lo sarebbe specie se lui è invece un uomo collerico al limite dell'isterico


L'errore della moglie è stato quello di accogliere troppo, di avere avuto un ventre molle (di circa 50 anni portati molto bene) intorno al quale pensava di far ruotare il mondo che intendeva fagocitare a costo di ferire suo marito perchè gli aveva rinfacciato di non trovarlo più intellettualmente stimolante. Il suo errore è stato quello di volersi aprire quando invece doveva lavorare per consolidare il suo rapporto ma ha deciso di sperimentare nuove forme di vita sociale  “solo perchè  di moda”, diciamolo.







L'Idea della Comune in teoria potrebbe anche essere stata valida nelle sue buone intenzioni ma è scoppiata molto presto. Quando è passata la moda. Il film è molto bello (con il tutto esaurito in sala) pieno di una sensualità molto carnale più con la moglie che con l'amante. Infatti la moglie arriva al punto di abbassarsi nel chiedere alla rivale il permesso di continuare a farsi scopare qualche volta dal suo ex marito, perchè gli mancava la sua fisicità il suo ritmare dentro di lei con soddisfazione perchè la conosceva a fondo e sapeva come prenderla dimostrando il suo asservimento sessuale più che sentimentale.L'amante, l'attrice Elen Reingaard Neumann,  è sicuramente molto bella ma un filo imbambolata come se bellezza e giovinezza le diano il diritto di prendersi tutto e subito e basti a rendere soddisfatti di sé stessi.




Il ruolo della moglie è interpretato dall'attrice Trine Dyrholm entrata perfettamente in una parte nella quale  è l'unica ad essere viva perchè vera mentre tutti gli altri sono comparse infantili che saltellano intorno a un tavolo per ridere spensieratamente.
Infatti è stata premiata con l'orso d'argento al Festival di Berlino 2016. Nel suo Paese è molto nota anche come cantante e l'abbiamo vista recentemente in Tv nel film A Royal Affair nel ruolo della intrigante Regina Madre del Re di Danimarca, ma non è stata così incisiva come in questo film evidentemente perchè ben diretto da Thomas Wintenberg con il supporto nella sceneggiatura di  Tobias Lindholm.




giovedì 14 aprile 2016

SIMONA VENTURA. RICORDANDO GLI ANTICHI FASTI DELL'ISOLA

L'Isola dei Famosi, per risollevar le sorti di un format in declino ha chiamato Simona Ventura come Guest Star la quale non è riuscita a farla emergere perchè non ce l'ha fatta a sostenere il peso di un complotto annunciato perchè già preconfezionato nello spot Pittarosso. Come a dire Simona affonda, sì ma con tutti i Filistei, in studio e all'Isola.
Che ci fosse complotto lo si può dedurre dal fatto che ogni sua dichiarazione fosse male interpretata così come si fa con un imputato: segno che la sua sorte era già destinata. Infatti quando lei ha mandato al suo paese lo spagnolo non ricordo il nome, l'hanno presa come una frase razzista (ed in Studio han preso la palla al balzo per fargliela pagare), quando si sa che a quel paese tutti giorni noi mandiamo sempre qualcuno. I giochi all'Isola sono fatti e ormai finiti per cui il futuro ci riserverà sorprese. Nel frattempo ripropongo una puntata degli antichi fasti dell'Isola condotta da una strepitosa Simona Ventura che dopo questa batosta ne uscirà sicuramente più rafforzata.

"L’Isola dei Famosi se non fosse stato per Aldo Busi la puntata scorsa sarebbe stata di una noia mortale. Lui ha polemizzato a lungo sulla location disagiata che non riesce a reggere per via dell’età. Ma chi lo avrà consigliato a partire?
Busi si aspettava un’Isola con l’acqua cristallina mentre in effetti sembrerebbe tutta stagnate perché di colore scuro. Lo si era notato anche negli anni scorsi. Ma comunque non è questo il problema perché la verità sta nel fatto che Busi non riesce a legare con gli altri perché, in quanto anziano, non ha la vocazione né del padre
nè del leader, accontentandosi al massimo di fare il mattatore, perché individualista, essendo scrittore e artista.
Da una seconda occhiata non sembra che l’acqua sia tanto brutta perché alcune ragazze fanno il bagno facendo trasparire il triangolino sotto.

Le note più allegre delle puntate sono emesse dalla Ventura, non solo per la voce tonante ma per gli abiti sgarcianti che ha adottato per condurre, che fanno concorrenza a quelli della Clerici.
Nella seconda puntata sono migliori della prima, tutti in tinta unita, uno color Bluette e l’altro rosa shocking con profilati in viola luccicante di Armani, colori che si accompagnano molto bene con il biondo dei capelli. I quali, dopo la prima versione in chignon, li ha sciolti a riccioli che le donano molto di più.
Se le mise della prima puntata erano d’effetto tecnicolor, quelli della seconda di Anna Molinari per Blumarine erano strepitosi, avendo optato sul color verde acqua per il primo vestito impreziosito da spalline incrociate con pietre e cristalli mentre il secondo, a spalle nude e scollatura a cuore, è un tripudio di fiori colorati mixati nelle tonalità tenui caldo e freddo, dal viola al giallo, dal verde al rosso per passare dal blu al rosa, in fantasie che sembrano ispirate ai tessuti di Ken Scott, lo stilista che furoreggiava negli anni 70/80. Molto somiglianti a quelli di Kenzo che si distingueva da Scott tutto in fiore, con disegni dalle forme geometriche ed astratte, miscelando i colori in maniera inconsueta su due sole tonalità: il rosso con il rosa o il verde con il blu.
Colori solari e sgarcianti che, dopo essere stati accantonati, sembrano ritornati di moda. Si Spera perché la Ventura fa sicuramente tendenza.

Così come si spera in un ritorno delle mises curate all’insegna della sartorialità come in quiei mitici anni. Purtroppo ora non usa più tanto da rasentare il ridicolo se si sfila per le strade con un abito
griffato accessoriato con bottoni gioiello e bijoux vistosi come abitualmente accadeva di vedere un tempo. La Ventura stessa ha firmato una collezione di tute eleganti, da portare anche con i tacchi che comunque va detto, hanno preso banco fra le fila dei cinesi, gli unici ormai a fare affari d’oro con l’abbigliamento.
Pur avendo i Cinesi avuto il pregio di dare la possibilità a tutti di vestirsi sempre alla moda (un lusso che prima era riservato a pochi), è triste non poter vestire più come un tempo con tessuti di pregio, e rifiniture curate come gli occhielli delle giacche, per esempio, che non vengono più eseguiti con le asole aperte e con il bottone dentro, oppure le camicie con i preziosi gemelli, soprattutto dopo che l’Avvocato li aveva sostituiti con l’orologio sopra i polsini. Terribile, diciamolo, nonostante fosse un Agnelli!
Non si può nemmeno dire di boicottare i cinesi perché con i loro prezzi sul mercato la fanno da padroni.


Sono comunque imbattibili nel confezionare pantaloni da uomo, quelli con le tasche da pescatori, mentre i vu’ cumprà offrono una vasta scelta di cappellini e magliette sportive “firmate”.
Per andare in vacanza vanno benissimo. Per il resto, sarebbe meglio fare qualche sacrificio puntando esclusivamente sul made in Italy, magari comprando meno e orientandosi sul capo classico che dura sempre. Purtroppo non c’è più quella cultura. Questo è il problema, per cui si è creato un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscirne. La Cina è sempre più vicina. E dopo di lei viene l’India…
Ma ce la faremo. Basta solo rimboccarsi le maniche…sognare si può."

martedì 12 aprile 2016

FOOL FOR LOVE (PAZZO D'AMORE)


L'amore più folle è sicuramente quello dell'incesto che per la nostra cultura rimane un tabù anche  se nei tempi passati tra consanguinei ci si poteva sposare, purchè fossero discendenti di secondo grado come fratelli e cugini.
Cleopatra d'Egitto per esempio era salita al trono come sposa del fratello Tolomeo che lei aveva fatto decapitare per mano di Pompeo; anche tra i classici della Grecia l'incesto dell'edipo Re ci viene tramandato giustamente come una tragedia.
Sì perchè gli effetti di queste accoppiate sono sempre devastanti per chi le consuma anche solo a livello di intenzioni come narra la storia di Anna Bolena, caduta in disgrazia presso il marito Enrico, che per restare incinta aveva invitato il fratello nel suo letto senza poi riuscire a consumare stante la forte repulsione del suo familiare, sangue del suo sangue.
I legami di sangue sono già forti e non hanno bisogno dell'accoppiamento sessuale che invece serve solo a spezzarli lacerando l'anima.


Fool For Love (Pazzo d'Amore) in scena alla Fondazione Teatro due dal 6 al 10 di aprile, racconta l'incesto di due fratelli stemperato dal fatto che la loro torbida attrazione sia dovuta al fatto di essere fratelli ignari di esserlo.
Colpa del padre che viveva due menage familiari, uno regolare con la nascita del figlio Eddi e un altro clandestino con quella della figlia May. Moglie e amante erano all'oscuro della relazione ed i figli soffrivano per le continue assenze di questo padre perchè vigliaccamente si divideva fra l'una e l'altra famiglia. La prima volta che casualmente si sono tutti incontrati i due ragazzi si sono subito innamorati scambiando il loro legame di fratellastri come anime gemelle facendo accendere la scintilla della passione, che bruciava in fretta perchè basata sull'illusione fermo restando il torbido legame che li univa senza poter fare più a meno l'uno dell'altra. Ma lei avrebbe voluto continuare come sorella, lui invece no, lui voleva continuare ad amarla perchè dentro gli era rimasto l'odore di lei senza mutandine nel quale ardeva infilare ancora la sua testa così come faceva in quel momento nel riabbracciarla dopo mesi di separazione. Lei invece giocava di fioretto, prima assaggiandolo con lingua in bocca, poi cavalcandolo oscenamente per poi ritirasi facendo la sdegnosa come fosse di fronte a un caso umano irrisolvibile.


Difficile uscire da questa spirale nel quale stavano per essere risucchiati ma ad aprirli alla realtà comparivano in scena il vecchio padre (Roberto Abbati) morto a fare il moralista insieme a due pretendenti di entrambi (uno dei quali, Martin, Ivan Zerbinati) che mettevano alle strette i due fratelli. I quali uscivano di scena prendendo due strade diverse: uno muovendosi in senso inverso a quell'amante che lo stava aspettando suonando il clacson sulla strada e l'altra mettendosi in testa un piumino d'oca per ricominciare una vita distaccandosi dalla sua realtà.
Una realtà troppo pesante per entrambi che segnerà per sempre la loro vita futura di infelici perchè irrisolta.
La pièce è molto americana perchè l'autore della sceneggiatura è Sam Shepard regista e scrittore conosciuto al grande pubblico internazionale più come attore (il dramma è stato tradotto anche in film da lui stesso interpretato con Kim Basinger) e marito di Jessica Lange con la quale ha formato per diversi anni coppia intellettual-country essendosi ritirati a vivere in campagna.
A parte la tematica che comunque è universale, è il modo di recitare che distingue le opere degli sceneggiatori Americani da quelli Europei perchè i primi sono dei contemporanei che si esprimono con un linguaggio crudo senza filtri o metafore e mentalmente masturbati.
Sam Shepard aveva scritto questa sceneggiatura nei primi anni 80 e anche se mancava della classe di un O'Neil per esempio o di una raffinatezza di dialogo di un Arthur Miller di Dopo La Caduta, aveva comunque colpito facendolo assurgere a uno dei più grandi drammaturghi d'America premiato anche con la Palma d'Oro di Caness ed il Premio Pulitzer.


Di conseguenza la recitazione ha l'imprinting tutto americano che in questo dramma Pazzo D'Amore (Fool For Love titolo originale) è un filino esasperata con personaggi di maniera: May (Linda Caridi) assomiglia a Marilyn nella sua follia di svampitella part time e tragica di base che tra un bacio galeotto e un sorso di tequila fa volteggiare l'abito a ruota come fosse sopra il metrò nel film Quando la Moglie è in Vacanza con gambe nude al vento e mutandine open air.
Lui  (Raffaele Esposito) invece rappresenta il vagabondo folle, tontolone e divertente part time ma di fondo grande sporcaccione, che pare ispirato a Burt Lancaster nella Rosa Tatuata  Non male come trovata comunque perchè la pièce si segue con interesse fino all'ultima battuta perchè entrambi sono giovani  belli e accattivanti tenendo la scena sensualmente con vigore carnale e leggerezza crazy.
Applausi per tutti e in particolare alla regia di Fulvio Pepe.


sabato 9 aprile 2016

FAMIGLIA TRA VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTU'


Dopo l'introduzione del divorzio la famiglia allargata ha sostituito il progetto della Comune mettendo definitivamente fine ai legami indissolubili così come l'amore vero dovrebbe portarci. Purtroppo sono pochi gli eletti che conoscono questo nobile sentimento a rendere una vita di coppia degna di essere vissuta fino alla fine.
Anche la Chiesa si è adeguata con Papa Francesco che ha concesso i Sacramenti ai Divorziati per non escluderli dalla Comunità Cattolica riconoscendo ufficialmente le famiglie allargate dando loro dignità.


Le coppie di oggi sono comunque più pragmatiche trovando stabilità quando insieme si divide un progetto, una missione o una scalata sociale vivendo la vita confidando nel reciproco sostegno a superare difficoltà e momenti difficili anche se magari si escludono smancerie carezze e mazzi di fiori  Come a dire non fiori ma opere di bene ad avvalorar quel detto che il matrimonio sia la tomba dell'amore.

Infatti l'amore è fatto di carnalità così come ha riconosciuto Papa Francesco perchè
l'eros è un dono di Dio mentre, parlando scientificamente,  per Arthur Schopernhauer è solo un mezzo per perpetrare la specie.
Teoria quest'ultima sulla quale si era da sempre basato il dogma della Chiesa che ammetteva il sesso solo per procreare e non per il sollazzo od il piacere. Papa Francesco è più lungimirante  perchè ha benedetto anche i figli delle ragazze madri  che hanno fatto l'amore fuori dal matrimonio. Papa Francesco ama le donne o forse è soltanto un pragmatico all'altezza dei tempi che corrono nei quali sia giusto mantenere uniti per rafforzare il Cattolicesimo e far riemergere l'amore ed il rispetto per la propria Religione senza con questo essere fondamentalisti anche perchè diciamolo nel corso di questo ultimo secolo abbiamo  perso per strada i valori fondamentali sia del Cristianesimo che della Costituzione per l'abolizione del “Divorzio all'Italiana”, del Delitto d'Onore e del Reato di Aborto con concessione di quello terapeutico.

Insomma dopo il Caos arrivan le Riforme sulle quali anche il Governo ci sta lavorando, tra uno scandaletto e l'altro questo va detto, ma sono ordinari giochi di potere nel quale ai Boschi e sottoboschi è concesso di sguazzare perchè di fronte alla nobiltà di intenti delle Riforme tutto il resto è noia. Così parlò Maria Elena Boschi a Porta a Porta da Bruno Vespa in adorazione con Matteo Renzi che metteva l'avallo con la “c” aspirata del gergo toscano. Dunque inteso metaforicamente come stallone così come interpretato satiricamentre da Maurizio Crozza nel Paese delle Meraviglie.
Ci sta ci sta: satira e politica sono sempre andati a braccetto perchè non si viola alcun diritto. Mancava solo la mafia. Fatto a Porta a Porta.
Come volevasi dimostrare che tutto parte dalla famiglia: quella “unita” e quella allargata. Ecco perchè Francesco ha scelto pubblicamente quella allargata per seguir virtute e conoscenza, fermo restando i vizi per quella unita riconoscendo il potere temporale della Chiesa. Ma non di mafia alcuna.

giovedì 7 aprile 2016

CRONACA DI AMORE E MODA.

Ho appena visto il film Cronaca di un Amore di Antonioni su teleCapri. Film noioso come tutti i film del regista del resto, che invece è sempre stato ritenuto un genio. Genio della malinconia e della sofferenza introspettiva. Il film comunque si ispira al Postino Suona Sempre Due Volte ma in versione lusso anni 50 anziché bucolico anni 40 con Massimo Girotti in tutti due i film nel ruolo dell’amante bello e tenebroso di donne sposate infelicemente.
Il film è interessante per l’ambientazione della Milano Bene anni 50 con le signore bene arroganti con le serve e con le modelle che a quel tempo anche se sfoggiavano mises lussuose se la passavano molto male perché finivano sempre per fare le amanti di uomini sposati che non avrebbero mai lasciato la moglie perché il divorzio non era ancora diventato legge.

E’ curioso notare il concetto di lusso di allora fatto di tende (ereditate dai telefoni bianchi anni 30) messe in ogni dove anche a far da separé tra una stanza e l’altra come facevano nelle baracche e nelle case povere, con drappeggi a coprire mobili, e copriletti arricciati bordo materasso come si vendono ancora oggi nelle fiere.
Il concetto di eleganza è ancora peggio perché se i modelli erano molto ricercati i tessuti erano tutti nuvole di tulle di nylon e di taffetà simil fodera con le paillettes a go-gò accompagnati da gioielli vistosi e luccicanti.

La nota curiosa è data dal vestito di Lucia Bosè nel finale che sembra aver ispirato il modello di Beatrice al Ballo della Rosa perché uguale tranne che nel colore: bianco quello della Bosè e rosso quello della Borromeo in Casiraghi.

La Bosè è splendida molto bella con quel taglio corto a renderla raffinata e aristocratica perché diversissima dalle dive maggiorate di quel tempo.
I Cappellini sono terribili ma ci ha pensato Kate Middleton a riportarli in auge.






Il Regista Antonioni in questo senso era molto selettivo perché sapeva lanciare un tipo di bellezza che si elevava sulla massa così come è stato con Monica Vitti. Antonioni era molto ambito dalle attrici proprio per questa sua capacità di forgiarle a livello di modelle di classe intellettuale. Insomma una categoria molto speciale che trovava sempre spazio nei Festival di Venezia e di Cannes.

Un’altra nota curiosa è invece l’apparizione di Charlotte Casiraghi in abito giallo di Gucci a New York per i festeggiamenti del centenario Mont Blanc. Ottima scelta che esalta la sua bellezza più di quanto abbiano fatto gli ultimi modelli Chanel al Ballo della Rosa 2015 e 2016 tanto da vedersi rubare la scena proprio da Beatrice.La quale comunque le ha copiato lo Chanel del Ballo della Rosa 2014.

Questo per dire che nella moda è tutto un riciclo un eterno ritorno perchè tutto è già stato inventato.
L'unica vera rivoluzione è stata quella di Mary Quant con la minigonna.


lunedì 4 aprile 2016

GALEOTTO FU QUEL BALLO DELLA ROSA

Uno degli eventi mondani più seguiti in questo periodo è sempre il Ballo Della Rosa che spunta periodicamente tutti gli anni da quando è stato aperto da Grace di Monaco per richiamare nel principato i VIP Internationali. Le copertine erano tutte per lei, la diva di Hollywood che diventata principessa si era fatta amare da tutti i monegaschi per aver rilanciato questo territorio che con lei si avviava verso un benessere invidiabile.
I figli di Grace e Ranieri di Monaco mantengono sempre vivo il ricordo di Grace che sembra sempre presente in queste feste mondane nelle quali lei è sempre stata la più ammirata sia per le mise che per la sua bellezza in un mix di fascino ed autorevolezza.



Non si finirà mai di elogiare questa principessa icona dello stile fluttuante ed impalpabile che lei aveva già esaltato nei film di Hithcock nei quali restano indimenticate quelle mise di chiffon azzurro cielo di Caccia al Ladro quando imprime una carnale lingua in bocca a Carey Grant o quella nuvola di nylon che lei fa apparire dalla sua 24 ore per prepararsi per la notte con il fidanzato (impedito dal gesso alle gambe di saltarle addosso) indossando camicia e vestaglia color ghiaccio.  Ghiaccio bollente e fluttuante, da sciogliere chiunque facendolo cadere cotto a puntino. Le notti monegasche sono state tutte una sfilata di nuvole di tulle e di chiffon che la Principessa Grace ha fatto volteggiare nell'apparire in scena accompagnata da acconciature elaborate con chignon o trecce tanto amate dalla principessa che ne ha fatto sfoggio fino all'età matura.




Dopo la sua scomparsa tutte le attenzioni sono state rivolte alla principessa Caroline che non sempre ha diviso equamente la scena con la sorella Stephanie perchè spesso quest'ultima disertava le serate di gala col Ballo della Rosa in primis. L'evento è stato sempre onorato da Caroline e dai suoi figli con Charlotte in testa che con il passare degli anni si è fatta sempre più affascinante da essere contesa anche come testimonial di varie griffe come Gucci e l'immancabile Chanel.
 Impossibile rubarle la scena. Nemmeno Charlene vi è mai riuscita con la sua bellezza statuaria e in perfetta emulazione dello stile Grace perchè accanto al principe Alberto il posto d'onore al Ballo della Rosa è sempre stato riservato a Caroline per poi passare ai figli Casiraghi. Quest'anno non ha stupito più di tanto l'assenza di Charlene dall'evento che è stata motivata con la necessità di accudire ai gemelli Jaques e Gabrielle perchè la principessa non è nuova a queste defilate da manifestazioni importanti senza preoccuparsi dei pettegolezzi che si ricamano intorno, uno dei quali è quello che fa pensare ad una divisione fra tutte le donne del principato che ruotano intorno ad Alberto creando una sorta di fazioni nelle quali a ciascuno è dato di brillare come prima-donna incontrastata: a Stephanie il settore Circo, a Caroline quello degli eventi mondani ereditati da Grace e a Charlene quello di Regina madre degli eredi al trono in linea di successione Jaques per primo e Gabrielle seconda. Così Alberto non farà scontenta nessuna di loro perchè è impensabile mettere in secondo piano la sorella Caroline rispetto alla moglie Charlene che a tutti gli effetti dovrebbe essere l'unica first lady del Principato di Monaco.













 Insomma una divisione di ruoli e di compiti per tenere unita la famiglia con Alberto principe solo al comando così come tramandato dal principe Ranieri. A rompere questo equilibrio è stata la new entry di Beatrice Borromeo fresca sposa di Pierre Casiraghi, molto amica di Charlotte. Almeno fino a questo evento del Ballo Della Rosa perchè da quel momento in poi non si sa. Infatti al ballo Beatrice ha rubato la scena a tutti in modo sfacciato e clamoroso indossando un abito color rosso formato da tanti volants che partivano dal petto a spalle nude fino allo strascico lungo e voluminoso in una mise più da red carpet Hollywoodiana che da
Ballo della Rosa quest'anno allestito con un decor in stile Avana in concomitanza del viaggio degli Obama a Cuba. Una mossa audace quella di Beatrice che ha messo un filo in ombra sia Caroline che Charlotte troppo fini e delicate in mises color ghiaccio in stridente contrasto col rosso fuego della Borromeo che sembrava una sorta di Rossella di Via col Vento quando Red le impone di andare alla festa con un vestito rosso, tanto rossetto e ostentazione di gioielli senza badare a spese e ancor meglio se pacchiani.


 Infatti Beatrice ha eseguito alla lettera questo consiglio mettendo al collo uno smeraldo che abbinato all'abito rosso ad effetto più pacchiano non poteva essere. A pochi passi dietro Charlotte la guardava incurante col suo solito broncio che sfoggia uguale in tutte le occasioni, come a voler dire non cago nessuno sicura del suo fascino incontrastato. Invece questa volta Beatrice ha proprio colpito alla grande  secondo la scuola di pensiero della nonna Marta Marzotto fautrice di quel successo dell'eccesso ad assurgerla a regina dei salotti e della scena internazionale.






Lo stile charmant e di classe di Grace che sembrava intramontabile aveva già preso un duro colpo con Chanel a rendere le principesse  monegasche sue eredi un filo demodé mentre con Beatrice è stato inferto il colpo di Grazia a tutte le donne del principato facendo sparire di scena anche Charlene.
Galeotto fu quell'abito al Ballo Della Rosa...rosso fuego, rosso come la passion.
Son finiti i tempi per Beatrice quando faceva la principessina sul pisello operaio come stagista a fianco del Santoro rientrango nei ranghi a Montecarlo dopo essere stata impalmata da Pierre Casiraghi per entrare a far parte della Corte del Principe Alberto. E Charlene, prego anche se pare che si stia tramando contro di lei così come era stato fatto con la principessa Grace di Monaco. La quale comunque ha brillantemente sconfitto tutti quelli che volevano mettere le mani sul trono e sul principato Onassis in primis.
Charlene forse non ha la stessa grinta di Grace ma ha sicuramente spalle larghe da campionessa olimpionica per cui la competizione non le fa certo paura. Alberto ha visto giusto individuandola come degna principessa al suo fianco per portare avanti l'eredità di Grace Kelly.Se son rose fioriranno al di là di quell'evento dalla quale quest'anno ha preso clamorosamente le distanze per assolvere il ruolo di madre degli eredi al trono, prima che di reginetta della festa di comparse al Ballo.Meno gusto per l'effimero e più impegno.Montecarlo lo esige per uscire dal Regno di Operetta ormai un filo demodé.