martedì 30 aprile 2013

KATIE HOLMES NON HA ANCORA SUPERATO LA DELUSIONE


Eccolo qua, bello come il sole Tom Cruise non dà segni di stanchezza continuando imperterrito ad impersonare eroi in missioni impossibili.
Dopo il divorzio da Katie, non fa che saltare da un divano all’altro dei Talk Show per presentare nuovi film ma soprattutto nuove partners.
Aveva cominciato proprio con lei Katie Holmes dalla Ophrah Witney per raccontare di quanto fosse innamorato esternando il sentimento saltellando sul divano come un bambino. Bambino? Fidato come un culo di un bambino recita un adagio. E Tom che sia un bambino non ci sono dubbi perché alla sua età di cinquanta e passa gioca a fare il ragazzino nei film d’azione perché ancora non sa che cosa farà da grande. Infatti non ha mai vinto un Oscar pur diventando uno degli attori più potenti di Hollywood. E più desiderato da quando è diventato scapolo.
Se lui se ne è fatto subito una ragione del divorzio, Katie Holmes si sta lasciando andare come una casalinga disperata alla quale sono stati tagliati gli alimenti.
Son finiti i tempi dello shopping sfrenato fra le griffes insieme all’amica Victoria Adams, ma la tutela della figlia Suri (griffatissima anche lei) dalla setta Scientology val bene una conciata da scarpa e una ciabatta.
Fa tenerezza Katie vederla così dimessa dopo il matrimonio da favola anche se comunque lei proviene da una famiglia agiata e benestante perché il padre è un avvocato, così come fa un certo effetto continuare a vedere Tom Cruise come se fosse sempre ai tempi di I giorni diTuono quando è stato assurto a icona gay anche se lui ha sempre rifiutato questa etichetta.
Tra i tanti rifiuti che ha seminato nel corso della sua carriera, per esempio Nicole Kidman e Penelope Cruz, liberandosene senza tanti preamboli e a mente fredda, c’è anche quello di non aver mai partecipato nei film ad amplessi espliciti rimanendo sul patinato-soft anche di fronte a sette orgiastiche o messa a nudo delle partner che ha sempre avvolto in un abbraccio, si direbbe quasi fraterno, se non fosse stato per la nudità delle immagini facendo eccezione per Malik Akerman che baciava artisticamente nel ruolo di Stacce Jaxx in Rock of Ages tra le gambe. Insomma sempre molto sul chi vive senza mai lasciarsi andare più di tanto riuscendo così a conservare la sua immagine di eterno adolescente come una sorta di Stacee di nome e di fatto. Jaaaaxx!
Detto e fatto, rimasto single si è concesso flirts con ogni partner in un vortice incessante che ha risucchiato, fra il pubblico e privato, attrici come Cameron Diaz, Olga Kuriylenko e da ultima Emily Blunt che lo affianca nel prossimo film All You Need Is Kill sul genere Fantascienza. Un settore nel quale Tom Cruise si sta specializzando per incarnare eroi al di là di quelli di cartoon che abbiano cioè una certa credibilità nello sfondo di un futuro apocalittico sempre più in scena nelle sale con film che vogliono stupire per gli effetti speciali.
E’ come una sorta di fuga di massa dalla realtà che invece di far sognare mette inquietitudine seminando il seme della paura nel mondo. A che pro?
Per dominarlo. Sì ma da parte di chi? Ecco che allora sorgono spontanee le domande non tanto del da dove veniamo chi siamo e dove andremo, quanto se le azioni di borsa saliranno, se a vincere saranno i neri contro i bianchi, se nelle comunicazioni il web sarà destinato a sostituire il cartaceo perchè gli Ufo non sanno leggere, né scopare. Ma oroscopare sì in quanto capiscono il linguaggio delle stelle. Le quali si parlano fra di loro mentre i comuni mortali stanno a guardare con i telescopi. Perché si sa che per arrivare a oroscopare una stella bisogna avere i numeri ed essere veloci più della luce. Questo per dire che il film dell’anno sarà Superman, Man of Steel. E’ lui il più veloce della Luce. Tom Cruise dovrà farsene una ragione ad infoltir le fila dei cultori della fantascienza ad effetti speciali sempre in viaggio fra i Pianeti perché del reale sentimento si è perso ogni traccia.

COPPIE AL FEMMINILE AL CESAR

L'APERTURA DELLA FRANCIA PRIMA DEL CHARLIE HEBDO

CON IL CESAR: UNA VITA MIGLIORE…PER TUTTI



       
 La Francia sembra diventata il set ideale per produrre film molto interessanti: quelli premiati con il Cèsar in primis, al di là delle logiche di mondanità e del business che si respira a Cannes, che lanciano nuovi talenti e tematiche sociali.





Prime fra tutte il problema immigrazione ed integrazione mettendo a fuoco le difficoltà di percorso.
Ma tra queste realtà si trova spazio anche per sognare con commedie romantiche alle quali attori di fama internazionale fanno a gara per partecipare e dove Paris, La Ville Lumière, i Bistrò, Pigalle, Il lungosenna ed il Metrò fanno da cornice a storie sulla Vie en Rose, lontane dagli echi dell’esistenzialismo della Nouvelle Vague.
Perché Paris è quella dipinta dai quadri dei pittori di Montmartre con personaggi eleganti e stilizzati che animano quartieri bagnati dalla pioggia dove trovar riparo sotto gli ombrelli o le tende de le Cafèteries.

Il Cèsar possiamo dire che equivale al Premio Donatello degli Italiani i quali tendono comunque a raccontare storie sulla scia della commedia all’Italiana per fare ridere anche e soprattutto con le tematiche sociali nelle quali gli immigrati sono disegnati come una sorta di divertente personaggio al quale offrire una pacca sulla spalla, se maschi, o sul sedere, se femmine. In senso metaforico ovviamente.
Insomma l’immigrato per gli Italiani è ancora il diverso che il buonismo nazional popolare così magistralmente raccontato in Una Bellissima Giornata da Checco Zalone, accoglie a braccia aperte neutralizzando ogni intento bellicoso dello straniero: da Lampedusa fino alla Padania passando dalla Val D’Aosta alle Dolomiti per poi fermarsi tassativamente sotto al Sud Tirolen. Nain. Kaput! In senso metaforico ovviamente perché il turco già presente in dose massiccia a loro basta e avanza. Fifty fifty.
Tornando al Cèsar dell’introduzione, è stato reso noto il nome del  presentatore dell’anno 2012, nella persona dell’attore Guillaume Canet,
il cui curriculum è molto ricco e variegato perché si è messo in luce anche come regista e interprete di alcuni film con i quali ha raccolto un Cèsar e un incontro fatale durante la lavorazione di  Amami se hai il Coraggio, con Marion Cotillard (l’attrice francese attualmente più conosciuta a livello internazionale) mentre era ancora sposato con Diane Kruger dalla quale ha ben presto divorziato per fidanzarsi ufficialmente con la Cotillard, che lo ha reso padre.
Tutto questo racconto per restare in linea con la nuova tendenza Paris e sa Vie en Rose, con la quale Marion ha vinto un Oscar per l’omonimo film e prossimamente con un film americano sugli Immigrati,
mentre il francesissimo Guillaume si è accapparrato un ruolo in Last Night che lo vede affiancato a due Star Hollywoodiane come Eva Mendes  e Keira Knightley le quali se lo spupazzano ripassandoselo alternativamente.
Ma non tutto è rose e fiori perché Canet è tornato nella sua Parigi per affrontare il tema crisi che sta penalizzando soprattutto le minoranze etniche perché spiazzate dal sistema banche  che infierisce in primis su di loro non offrendo garanzie immobiliari (e come potrebbero?) o di stabilità di lavoro sia come dipendenti precari che di livello imprenditoriale. La garanzia lavoro delle proprie braccia o abilità artigianali non è un argomento valido per le Banche per dare credito, preferendo invece  contribuire al passivo delle grosse aziende purchè siano agganciate al sistema crac! (V. Parmalat e poi muori).


Così per motivare la scelta di Una Vita Migliore  si è formata la coppia Guillaume Canet e Leila Bekthy, entrambi premio Cèsar, impegnati ad affrontare le difficoltà delle minoranze etniche e del precariato perché dopo essersi conosciuti come lavoranti in un Ristorante decidono di mettersi in proprio prendendo in gestione un caratteristico locale.


Il quale purtroppo porteranno avanti per poco stante le difficoltà ad assolvere gli impegni con le Banche che non hanno pietà né sentono ragioni della garanzia di giovani volonterosi.   E soprattutto innamorati ma che le varie traversie costringeranno a separarsi con la partenza di lei per il Canada per trovare Una Vita Migliore lasciando a lui in custodia il proprio figlio (Slimane Khettabi)   da accudire. Un rapporto problematico che si risolverà perché il ragazzino conquisterà Canet diventando il protagonista della sua vita.
Il messaggio del film è che Per una Vita Migliore le strade passano attraverso scambi e separazioni di nuclei familiari che non si infrangono nel tempo perché tenuti insieme dal collante di un sentimento profondo e sincero. Quello che anima le tante famiglie di immigrati forzatamente separati. La Vita Migliore purtroppo passa attraverso questa disumanità legalizzata.



COPPIE AL FEMMINILE AL CESAR
     
 Sempre più spesso il cinema propone le coppie al femminile mettendo in risalto le problematiche che affliggono le donne omosex oppure in sodalizi di carriera o in quelle affettive dei legami familiari o di amicizia.
Tante sono le registe donne che stanno per emergere in tutto il mondo compreso il terzo.
In Francia le attiviste cine sono soprattutto algerine perché quella è la comunità più numerosa.
L’ultima accoppiata vincente è quella formata da Leila Bekhty e Geraldine Nakache,   quest’ultima regista e interprete del film  Tout Ce Qui Brille nel quale racconta la storia di due sorelle catapultate nella Capitale parigina dove rimangono deluse dalla vita brillante perché alla fine non si rivela poi tale. Perché non è oro tutto ciò che luccica.

Saggezza popolare patrimonio dell’umanità  valida in ogni luogo e dove.



Il Premio Cesar è arrivato puntuale perché sotto la storia si cela la polemica per la delusione di non aver trovato quella vita migliore che tanti immigrati vanno a cercare per cui il Cesar potrebbe rappresentare una sorta di incoraggiamento mettendo in pace le nostre coscienze. Un messaggio che comunque è stato recepito in pieno da Leila Bekhty nuovo volto de l’Oreal sempre molto attenta a lanciare le bellezze esotiche a pelle ambrata, perché era andata a prendere il premio con un imbarazzante décolletè a seno quasi nudo   che faticava contenere tanto da spopolare in Rete, a voler ribadire il suo impegno di adeguarsi al meglio nel costume tutto francese piccante e disinibito, riservando ogni remora solo in campo cinematografico.
Infatti a Cannes ha trionfato in costume beduino  nel film molto apprezzato “La Sourse des Femmes” sempre e comunque in polemica col sistema di potere tutto maschilista dal quale molte delle Femmes del Medio Oriente stanno insorgendo contro, tutte compatte. (Stavano perchè non era ancora arrivato il vento della rivoluzione araba che per le donne sembra sia cambiata in peggio).



LA FEBBRE DEL SABATO SERA CONTAGIA ANCHE I BAMBINI


 Grande Kemesse del Sabato sera in Tv dove i bambini sono in gara per battere l’audience.
Come una sorta di Ballando con le Star i piccoli sono catapultati in pista per ballare come piccoli professori che nulla hanno da imparare mettendosi ad insegnare agli adulti, star del piccolo schermo.
Dopo il successo dei bambini canterini, ecco i mini-ballerini che da sempre sono l’attrazione delle balere di ballo lissio. A presentare lo show ancora Milly Carlucci con una Giuria composta da Cristina Parodi, Ricky Tognazzi e Teresa Mannino a giudicare le performance di questi piccoli grandi artisti sui quali ogni giurato ha puntato il proprio interesse.
Passi per la Mannino e Tognazzi che sono della scuola dei guitti abituati a prendere tutto alla leggera per far divertimento, ma non si capisce che cosa abbia spinto Cristina Parodi ad assumere questo ingrato incarico di dare voti ai bambini promossi insegnanti che già di partenza la dice lunga su un sistema educativo un filo fuori fase che mamma RAI ha pensato di escogitare per crescere degli enfants prodiges  pieni di spocchia.
Una volta li mandava a letto dopo Carosello perchè allestiva Tribune Politiche o Romanzi di Tolstoj, ma ora li sprona a ballare come se fossero tanti piccoli John Travolta con la febbre del Sabato Sera.
E va benissimo finchè resta un programmino tutto per loro coinvolgendo le famiglie nella gara ma è quando scatta la competizione con Gli Amici di Maria De Filippi che il programma non funziona.
I piccoli ballerini sono così spinti a un gioco al massacro perché vengono travolti dal programma della De Filippi, già collaudato da anni e con un pubblico plaudente che fa tifo da stadio.
Invece di essere in competizione le due conduttrici, sono loro bambini e ragazzi che si fan la guerra per vincere oltre che con l’audience anche con l’antipatia.
La quale a livello di giuria spetta a quella di Amici dove i professori sono in competizione fra di loro, mentre a livello di performances spetta a quella dei bambini ballerini di Altrimenti ci Arrabbiamo, perché ad arrabbiarsi sono gli spettatori che fanno zapping facendo vincere Amici.

Gli artisti sono adolescenti già in grado di fare uno spettacolo da Sabato Sera con  performances da professionisti, e non certo da dilettanti allo sbaraglio, per i quali ai vincitori è garantito un posto di lavoro o una fulgida carriera così come è abbiamo visto per i cantanti come Alessandra, Emma, Valerio e Marco, tanto che Emma è già in giuria a giudicare i concorrenti mettendosi così a livello dei piccoli bambini di Altrimenti ci Arrabbiamo. Di antipatia. Grande!
                   



lunedì 29 aprile 2013

IL FIGLIO DI ALLAH CHE FA IMPAZZIRE I FRANCESI.


   Tutti l’hanno conosciuto con  Un Profeta, un film intenso e crudo, ma Tahar Rahim ha sfondato a livello internazionale con un polpettone Hollywoodiano: Il Principe del Deserto.  Infatti non ha reso al massimo anche se vestito da arabo.

Lui veste all’occidentale, di origini algerine e di cultura francese, mantenendo intatto il sangue bollente che manda in visibilio i francesi nelle storie private intimiste (A perdre la raison) o sconosciute al grande pubblico (Les Hommes Libres) nelle quali esprime tutto il suo ardore di arabo ribelle scoppiettante e decadente perché molto romantico.
Perché lui è l’arabo integro, poetico carnale e viscerale ma pieno di passione come si può leggere tra le righe tramandate dalla letteratura araba pervasa da quel sentimento atavico delle quali le donne vorrebbero essere ancora ammantate per essere sedotte cadendo ansimanti nel suo letto.
Perché la donna lui sa come prenderla mettendola nella giusta posizione per poterla dominare facendola ritornare quella che fu la donna-donna, ovvero madre natura in un contesto moderno e d’avanguardia come può essere solo la società francese.
Pertanto le sue storie si dipanano fra violenza e dolcezza, ribellioni da kamikaze e rivincite sui rivali, aperture al nuovo (l’amante cinese Corinne Yan di Love and Bruises) e chiusure ad ogni forma di limitazione e inquadramento borghese. Insomma un ribelle in grado di infiammare i cuori, femminili in primis.
Infatti le star francesi fanno la fila per lavorare con lui, che da arabo integrato e felice non disdegna di affiancarsi a queste bellissime partners anche se forse in cuor suo incarnano delle pitonesse che comunque con la maschera dell’attore che cova un fuoco sotto la cenere, riesce a ipnotizzare.
I nomi sono tanti ad infoltir le fila delle sue amanti sullo schermo, da Leyla Bekty a Freida Pinto, da Beatrice Dalle (L’Interieur) a Emilie Dequenne.
Ora Tahar Rahim è atteso a Cannes per presentare il film Le Passé con una Berenice Bejo che rappresenta una sorpresa in quanto da attrice sofisticata del cinema muto di The Artist, si è calata nei panni di una normale donna Iraniana alle prese con un divorzio sofferto da un arabo e nuova relazione con un partner dolce e attento (impersonato da Tahar Rahim). Le Passè è una sorta di film franco-arabo ad aprire relazioni fra il basso e società d’élite per affrontare l’emarginazione promuovendola a livello di integrazione snob. Vedremo se il messaggio passerà. La passera comunque c’è.
Ma per Tahar Rahim non finisce qua perché ha appena finito di girare (anche questo era atteso a Cannes ma non è stato selezionato) il film Grand Central con un’altra sorprendente Lea Seydoux perché in versione dramma umano da Sindrome Cinese a rischio contagio,  sullo sfondo di una centrale nucleare in avaria che ha colpito di radiazioni Tahar Rahim offertosi alla centrale come una cavia umana. Ed ecco uscire il Kamikaze che si nasconde in ogni arabo (secondo la nostra cultura) il quale finalmente si immola per una giusta causa mettendosi a disposizione con un esperimento nucleare da radiazioni. Passerà questo secondo messaggio? Anche qui la passera non manca perché alla regista Rebecca Zotlowsky quello che interessa raccontare è la storia d’amore. Il nucleare è solo un optional. Nel qual caso parrà giusto rispedire il messaggio al mittente come flop annunciato. Da inceneritore.
Poco male perché Tahar Rahim riceverà sicuramente il suo trionfo sul Red Carpet di Cannes con Le Passé perché ormai i francesi sono pazzi di lui qualunque film faccia, purchè vada in scena con la sua voce profonda da uomo col pelo sullo stomaco e un viso d’angelo. Angelo vendicatore? No lui è Tahar Rahim, un grande attore francese. Così è se vuol apparire.



DONNE CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA

L’Altra Donna del Re è l’ultimo film sulla saga dei Tudor, interpretato da Natalie Portman e Scarlett Johansson nella parte rispettivamente di Anna e Maria Bolena.
Una storia cupa e tragica difficilmente collocabile ai giorni nostri, come invece è stato scritto in varie recensioni, anche locali, in cui si paragonavano le due sorelle a una sorta di veline che partivano all’assalto della Corte del Re (caimano e non solo). Non siamo d’accordo: lo spettacolino è una cosa, il potere un’altra.
Le Bolena erano due ragazze manovrate dagli uomini di famiglia per ottenere privilegi e casati.
Le veline sono invece spesso ragazze determinate e libere che agiscono anche contro il volere dei genitori. Insomma due percorsi che emettono in risalto la forza delle prime, spinte da un sano desiderio di sposarsi, o meglio accasarsi, e far famiglia (secondo il modello della loro madre, la sempre brava Kristine Scott Thomas la quale, nonostante l’alto rango da cui proveniva, aveva sposato per amore un uomo di origini modeste ma di indole fin troppo ambiziosa) e la leggerezza delle seconde, mosse dal desiderio di soddisfare in primis la vanità e la voglia di successo.
Maria e Anna alla Corte del Re EnricoVIII (Eric Bana) si sono susseguite nel suo letto dapprima come rivali, e poi come ritrovate sorelle carnali complici e solidali in uno scenario che sono riuscite a stravolgere per questa loro caparbietà di volersi sposare. Anche un Re se occorreva, anche se era già sposato. Catapultate per forza alla Corte d’Inghilterra, una delle due doveva riuscire dell’intento. E’ toccato ad Anna, la più forte, la più dura, la più volitiva. Primogenita di nascita e regina per DNA: Predestinata a un Re altrettanto forte e prepotente: era scritto non c’è dubbio. E per fare coppia legittima dovevano provocare un sisma e sovvertire il sistema, e non hanno esitato a farlo. Ma la forza bruta della passione di lui ha bruciato tutto facendo tabula rasa di tutte le donne passate nel suo letto come altrettante “legittime” consorti. Tutte, tranne Maria che non aveva sposato e gli aveva dato un figlio maschio.
La forza di Anna ha lasciato un frutto di nome Elizabeth, rifiutata dal padre perché femmina e dunque non riconosciuta come erede. Sappiamo tutti com’è finita: Elizabeth diventerà Regina d’Inghilterra regnando splendidamente per oltre 40 anni. Non dopo aver fatto, a sua volta, tabula rasa di nemici, sorellastre e amanti scegliendo di dedicarsi esclusivamente al suo popolo, cattolici e protestanti indistintamente.
Una donna che ha segnato la storia come grande Regina non poteva essere originata da una semplice velina. Diciamolo, smutandata sì, ma velina no. Non si può fare di ogni spettacolino un fascio alla Corte di Inghilterra, please! Come on…





sabato 27 aprile 2013

BONINO PER GLI ESTERI

Emma Bonino Ministro degli Esteri.
Complimenti. Avevo caldeggiato la sua nomina come Ministro della difesa per la sua tempra combattiva, nel mio post di mercoledì 24 aprile "A BALLARO' DUE PAPI E UN GRILLO", ma è stata nominata per gli Esteri, in giro per il mondo.
Meglio ancora: la miglior difesa è sempre l'attacco.


venerdì 26 aprile 2013

UN GELATO PIACE SEMPRE

 
Il tempo dei gelati non tramonta mai. E come quello che sta leccando anche Mila Kunis con tanta soddisfazione, il classico cono con la palla formato super.
Poi ci sono le varianti con vari gusti: spalmati a paletta oppure con palline piccole di diversi colori al sapore di frutta, crema o cioccolato magari decorati in cima con una spumata di panna montata e ombrellino decorativo.
Ma qui andiamo sul lusso ipocalorico pur restando nell’ambito del lecca lecca. Sì perché ci sono anche quelli con il morso, inflitto con un brivido ai denti sulle forme più disparate a dar piacere, dal magnum al mini passando per i colpi di cucchiaio nel barattolino dove si scava sulla cremosità dolce. Insomma tutto quanto fa gelato.
Non si sa se la Kunis provi più piacere a leccare o se sia il gelato a provar piacere nello sciogliersi nella sua deliziosa bocca da micia tutta bagnata.
Infatti è proprio così che è stata immortalata raggiungendo il clou della sua carriera rimanendo impressa nell’immaginario per quella sequenza di Black Swan con Natalie Portman dove lei lecca. E non il gelato, ma la micia della Portman, appunto. Perché Mila Kunis non vuole restare nel corso della sua carriera a bocca asciutta.
Dopo quel film infatti l’abbiamo vista bardugare sotto le lenzuola a livello di “gelato” di Justine Timberlake nel film Amici di Letto per poi rimettersi in riga come una sorte di Maddalena pentita nel prossimo film Ted con Mark Wahlberg(il boxeur di The Fighter) che affianca in abito bianco da sposina immacolata simil Kate Middleton.
La sua carriera è in ascesa e Mila non si fa mancare nulla nel senso che non ne perde uno: l’ultimo partner che si mangia sullo schermo è James Franco, ma non è niente a confronto del fico d’America Ashton Kutcher con il quale sta filando dal vivo.
Altro che schermo, il gelato lo gusta davvero. Sono due golosi e per questo si son trovati.
Sì perché anche lui non se ne fa scappare più nessuna, di micie. Dopo che ha lasciato Demi Moore ogni giorno per lui è una novità come se si fosse scatenato liberandosi da un giogo soffocante. Sembrava che la coppia si fosse riconciliata ma è stato sicuramente solo per raggiungere gli accordi del divorzio perché dopo un flash per la gioia dei paparazzi il giorno dopo Kutcher era già alle prese, per la gioia sua, con Mila Kunis.
La quale, giustamente, non ha nessuna intenzione di mollar la presa e restare a bocca asciutta.
Con quel popò di gelato ora può leccare finchè vuole!

mercoledì 24 aprile 2013

KATE LA DOLCE EDUCHESSINA.





 Piace lo stile Kate premaman?





Sembra appena uscita dal laboratorio di una sartina con le cuciture in evidenza l'orlo del vestito ondulato l'arricciatura sotto al seno troppo esagerata.
E di questo soprabitino  in azzurrino melange coi bottoni dorati che non si usano più dagli anni 80, il collettino baby il taglio a carré sopra il seno che dire? Che sembra un capo Burda con i modelli-veline preconfezionati per imparare l'arte del cucito fatto in casa? E il cappellino da cerimonia ad immagine sciuretta era proprio necessario per far visita agli scouts?

 Il clou lo ha raggiunto con questo vestitino tra il provenzale e l'etnico che sembra acquistato in una bancarella di un mercato perchè non è certamente fatto su misura in quanto troppo corto che col pancino in evidenza e il tacco alto fa l'effetto di uno straccetto. Insomma Kate è molto carina ma è ancora molto lontana dall'immagine a tutto fashion della Principessa Diana. Non è una ragazzina per cui dovrebbe avere già una personalità più marcata che non traspare dal look troppo infantile incerto quasi da commessa.
Decisamente no, piccola Kate.








A BALLARO' DUE PAPI E UN GRILLO: 'AZZ....


Rodotà Rodotà Rodotà. E Rodotà ha perso.
I sostenitori se ne son già fatti una ragione, lo garantisco al limone. Meglio così perché il Rodotà è contro il Vaticano. A fan… c’è andato lui con a seguire un Lucano come una sorta di libiam in alto i calici. Non certo del Santo Graal. Che cos’è il Graal. Non ci vuole Parsifal per dirlo perché è presto spiegato Il Graal è il sangue di Cristo dentro la Coppa.
Gesù e la Vergine Maria. Non da confondere con la Maddalena che è solo una Pia donna al seguito della Passione di Cristo.
Fra la rosa in Nomination per toto-ministri c’è anche la Bonino la radicale nota per le campagne abortiste mettendosi in una posizione di laica scatenata. Non so se sia anticlericale. Quello che so è che sia una persona che stimo per la serietà con la quale ha svolto il suo lavoro politico facendo le battaglie nelle quali credeva anche se io non approvo il divorzio e l’aborto, né tanto meno i matrimoni Gay riconoscendo giusto considerare le coppie per i loro diritti civili. In Francia Hollande ha approvato invece il matrimonio gay ma non è ancora detta l’ultima parola. Ad ogni modo io sono aperta a tutte le modifiche tranne che alla sacralità della nascita per cui la vita di un bambino a cominciare dal feto deve essere tutelata sempre. Su questo non transigo. Sul divorzio sì perché non ritengo obbligatorio sposarsi in Chiesa. Pertanto se caldeggiavo la Bonino come Presidente della Repubblica avendo fiducia nella sua onestà intellettuale e quindi super partes, non posso dire altrettanto di lei come Ministro in quanto ha poteri decisionali in linea con le sue idee laiche mettendosi contro il Papa che sulla sacralità della vita non credo transigerà mai. Posso vederla solo come Ministro della Difesa perché è una persona combattiva e tosta. Quel che ci vuole per tenere testa al Medio Oriente in confusione.
Per tornare alla politica, ieri sera ho visto uno spettacolino da Ballarò al limite del ridicolo.
La Concita conciata come Naomi Watts-similDiana che parlava di Tsunami (il leit motiv di Grillo col Camper e titolo del film della Naomi) mentre la Serracchiani era conciata come Audrey Hepburn in My Fair Lady avendole il capo Bersani ceduto il passo, e l’altra ospite Nunzia De Girolamo era pettinata come la figlia di Rodotà con capello a bandana sull’occhio. Uno spettacolino che evocava solo un nome Due Papi e un Grillo. ‘Azz…




martedì 23 aprile 2013

FONTANA DELL'ORO GIALLO E SUDORE DELLE GINNASTE


Il prof.Pier Paolo Puglisi docente di Genetica diceva sempre, quando parlava degli studenti che rubavano i libri dalla biblioteca dell’Università: “Che sarà mai, l’importante è che poi ne facciano una copia e li leggano”.
Sì, ma non è importante copiare quanto il saperlo fare. Perché anche copiare è una forma d’arte. Ci sono più quadri falsi in giro che originali. I quali sono falsificati anche nei Musei. La Gioconda è stata rubata per poi essere riportata al suo posto ma chi dice che sia l’originale?
Ad ogni modo non ha perso il suo fascino magnetico attirando al Louvre ancora più visitatori al mondo di qualsiasi altro.
Se anche fosse una copia nessuno se ne accorgerebbe, diciamolo, forse nemmeno un critico d’arte visto tanti precedenti.
In genere chi copia nel mondo dello spettacolo sono le Drag Queen le quali imitano personaggi famosi avvalendosi della colonna sonora originale. I più bravi sono quelli che sanno doppiare in sincrono immedesimandosi nel personaggio ma è molto difficile per cui restano sempre sotto forma di caricatura da teatrini off perché non basta rubare una voce per evocare perfettamente un personaggio che forse riesce meglio a un imitatore di professione, visto l’effetto modesto di un programma come Tale e Quale dove personaggi dimenticati si sono ancor più penalizzati nei panni di star importanti tanto da risultare per questi e quelli una presa per i fondelli collettiva.
Tutto questo per parlare di spot, uno spot molto simpatico che aveva aperto Ilari Blasi presentando i gioielli Stroili Oro con il quale piaceva al pubblico, tanto da essere celebrata  nella serata Milanese dedicata alla Moda dove veniva accolta come una grande star brillando per la prima volta di luce propria e non di riflesso del marito Totti o di qualche partner delle Jene.
Ilari era felice perché veniva coperta d’oro all’unanimità. Una festa durata giusto il tempo di un flash perché il giorno dopo veniva sostituita con un’altra testimonial, la modella Isabeli Fontana che ora presenta lo spot Vèstiti Stroili. Infatti sembra Gina Carano, la boxeure  vincente di La Resa dei Conti, a sostituire Ilari Blasi con Ilary Swank, la boxeure perdente di Million Dollar Baby perché spiezzata in due nella schiena. Pasticci mediatici e pubblicitari che al grande pubblico sfuggono perché troppo perversamente raffinati.
Non è sfuggita comunque la mancanza di sincrono della modella Isabeli Fontana con la voce in sottofondo della cantante di colore, vincitrice di una edizione di X Factor, Rebecca Ferguson perché la doppia in maniera imbarazzante come se ciascuno andasse per la propria strada tanto da risultare con la contrapposizione completamente estranee.
Insomma la modella Isabeli Fontana spacca perché, se ad immagine somiglia alla Gina Carano, con la voce di Rebecca Ferguson non ci becca proprio.
Col risultato  che, più che andare a comprare i gioielli Stroili il pubblico comprerà i cd. di Rebecca  perché il mondo delle Ginnaste-è-una-Vita-di Merda


Il programma infatti lo illustra in maniera esilarante Caterina Guzzanti in MTV. Il pubblico è semplice e non recepisce i messaggi subliminali per cui non sa che proprio l’oro si trova nella…merde. (In francese fa più fino). D’accordo, però Stroili Oro vuole vendere si o no?
Mah!

               
GINA CARANO DA GINNASTA AD AGENTE PROVOCANTE
C’è una piccola sequenza nel film 007 Skyfall nella quale Daniel Craig viene sottoposto a un test per essere riconfermato agente al Servizio di Sua Maestà stante l’avanzare dell’età. Un test che lui non supera ma che viene insabbiato da “Emme” perché continua ad aver fiducia in lui il quale invece con il test psicologico afferma la sua paura dell’agent provocateur.
E’ quello maldestro che lo mette KO inflittogli dalla sexy Segretaria Moneypenny che lui filava dietro alla scrivania prima di essere promossa ad Agente in Skyfall perché sbagliava tiro al bersaglio ferendolo a morte. Nell’intimo l’agent provocateur è una Griffe in concorrenza con Victoria’s Secret del quale fa parte anche la sopracitata modella Isabeli Fontana travestita Stroili in simil-gina-carano della Resa dei Conti: un agent provocateur che colpisce con l’intimo e non solo, a morte. Della serie se la tocchi muori.
A meno che uno non sia già morto. Nell’intimo. In quel caso può fare coppia. Gina Carano infatti nella vita fa coppia con Henry Cavill il bellissimo attore di Immortal dividendo con lui il red carpet come una sorta di Elisabetta Canalis con George Clooney perché mai coppia fu tanto mal assortita. Che ci farà Gina Carano con Cavill? Faranno a pugni da mattina a sera per accattivarsi la pole position perché come coppia è credibilità zero in condotta? Le accoppiate "aggiustate" per fare gossip lasciano il tempo che trovano per cui aspettiamo gli sviluppi di questa love-story che sta in piedi solo su un ring con le quote rosa. Che cosa spinge una donna a far cazzotti per essere colpita nelle tette o nella pancia se non per una forma di autolesionismo per cambiare i connotati così come si fa con botulino e chirurgia plastica? Non è un bello spettacolo sicuramente perché manca l’agilità piroettante dell’arte marziale che permette anche alle donne di destreggiarsi nel corpo a corpo, così come vediamo nei film dalla Cina con furore.  Il potere di una donna è sempre occulto dietro le quinte, mentre se si fa guerriera lo può fare solo attraverso l’arte del Kung Fu o con un arma in pugno. Il pugno di ferro va sempre coperto da un guanto di velluto. Per colpire un uomo al cuore? No, nell’intimo, quando è senza mutande. Una risata lo ucciderà.

domenica 21 aprile 2013

DA DESTRA A MANCA.


Giorgio Napolitano è stato eletto Presidente con buona pace per tutti. Tranne che per Grillo il quale dopo aver minacciato un golpe si è accontentato di uno show in Piazza quello solito del comico nel quale riesce a dare il meglio di sé dicendo andate tutti a casa.
A casa ci sono tornati Romano Prodi e Stefano Rodotà candidati eccellenti del PD e del Movimento 5 stelle anche se Beppe Grillo non se ne vuol fare una ragione.
Eppure solo poco tempo fa aveva avuto parole di elogio per Napolitano quando in occasione della sua visita in Germania si era rifiutato di incontrare un leader del Governo perché aveva parlato male dell’Italia. Uno scatto d’orgoglio che aveva mandato in visibilio il Grillo.



Il quale ora stravede per Rodotà senza sapere chi sia veramente, se non acerrimo nemico di Berlusconi, perché non è un frequentatore di salotti televisivi nel quali Stefano Rodotà ha trovato visibilità. Non si capisce perché quest’ultimo si sia prestato a una candidatura che sapeva essere di rottura del PD, più che di rottura di maroni di Berlusconi al quale li ha rotti in passato senza esito significativo e comunque molto meno di quanto abbia fatto Napolitano sostituendolo con Monti. Ma Berlusconi ha accolto la conferma della sua nomina con un sorriso fra le labbra perché dopo l’era Monti è tornato in scena più forte e combattivo a confermar quel luogo comune del si stava meglio quando si stava peggio. Mai sottovalutare i luoghi comuni perché in tempo di crisi e di confusione sono punti di riferimento per dar le dritte al peggio non c’è mai fine, nè tanto meno Fini.
Però peggio di così c’è sempre Enrico Mentana in testa perché dopo la sconfitta di Renzi, quella di Bersani e di Rodotà prende Grillo come coniglio da tirar fuori dal cilindro ad effetto sorpresa perché non si rassegna al fatto che  non ne imbrocchi una. Infatti la serie delle star, come  Movimento sex-appeal, che la 7 ha bruciato è lunga: dalla Miss-te-la-do-io-laTV, alla Parodi, passando per la Geppi senza dimenticare la Dandini e la Costamagna. Tutte in fila a far catena di S.Antonio dalla barba bianca fammi trovare quello che mi manca. Dopo la destra ora anche la sinistra.


sabato 20 aprile 2013

IN PUNTA DI PIEDI tra outing e pompini


 Aveva fatto molto discutere tempo fa il fatto che Roberto Bolle avesse fatto outing in Francia per poi smentirlo qui in Italia.
Il motivo è semplice: in Francia sono molto più aperti di noi in fatto di sessualità che viene vissuta liberamente per cui un outing non si porta dietro tutta quella serie di critiche, opinioni, arene televisive, tavole rotonde e talk show che si sarebbero allestite, dall’arena di Domenica In a quella di Questa domenica per passare da Porta a Porta alla Vita in diretta, e il Costanzo Show. Nessuno se lo sarebbe lasciato scappare, tanto meno anche Paolo Bonolis, forse, che in quel periodo avrebbe condotto il festival di S.Remo in cui era prevista l’ospitata di Eleonora Abbagnato l’ètoile dell’Opera di Parigi, che aveva appena finito di interpretare il balletto Giulietta e Romeo a Palermo, alla quale avrebbe sicuramente chiesto la verità.

Senza alcun imbarazzo da parte di Eleonora che viene dalla Francia, appunto, abituata a ritmi abbastanza duri molto più di quanto si faccia al Teatro alla Scala di Milano. Eleonora è stata notata e scelta da un coreografo come Roland Petit il quale notoriamente sottopone i suoi allievi a continue vessazioni, provocazioni al limite della tortura psicologica, ovviamente a fin di bene allo scopo di liberare al massimo gli impulsi, sublimandoli nell’arte con le movenze del corpo nella massima scioltezza esprimendola in quiei virtuosismi dei pas de deux che abbiamo con lui ammirato. E primo fra tutti la Carmèn di Bizet o le Jeun Homme et la Morte.

Il primo impatto con Roland Petitè stato abbastanza shoccante per Eleonora così come ce lo racconta lei perché il coreografo le ha chiesto a bruciapelo se sapesse fare un pompino. Che era comunque un messaggio di sapore perverso perché lui era innamorato del fidanzato della Abbagnato. Nel mondo della danza, e non solo capita sovente. Per questo si sussurrava negli ambienti che Roberto Bolle fosse gay avendo una fisicicita statuaria e possente, ma molto “maschia”, scolpita nei pettorali e glutei a muscolo nervoso. Fin troppo bello e in grado di piacere a entrambi i sessi. Non a caso la platea  che abitualmente nel balletto classico è composta per la maggior parte da un pubblico femminile, con Bolle si riempie anche di uomini plaudenti in maniera delirante e, diciamolo, un filo sospetta che le donne, pur guardandoli dall’alto dei palchi, commentano maliziosamente. Perchè siamo in Italia, ancora un Paese di bigotti di cui siamo un po’ tutti contagiati. Pertanto quel “felice di essere Francese” pigolato da Carla Bruni quando abitava nel Palazzo della Pompadour, che invece di tante critiche avrebbe dovuto raccogliere più comprensione.


Se Roberto Bolle ha ritenuto giusto pentirsi del suo outing è giusto rispettarlo anche perché nulla toglie al suo talento che ci porta comunque a sognare quando è in scena. Eleonora Abbagnato è stata testimonial  della campagna contro la sclerosi multipla promossa da Matteo Marzotto. Molto carina anche come persona, semplice e generosa verso tutto lo staff al quale si è unita nel Galà sul palco in un abbraccio corale senza pose da prima donna. Molto gradevole anche sotto questo aspetto che la distingue da tutte le altre grandi del balletto classico, russe in primis, sempre molto impostate in senso gerarchico, soprattutto nei Galà.

Un modo di porgersi che abbiamo riscontrato solo nell’étoile Vernice Coppieters del Teatro Les Ballets di Montecarlo in occasione della rappresentazione La Belle, deliziosa ballerina con fisico androgino e capelli a maschietta.
Una ventata molto fresca fatta di stile normale in semplicità e modestia che con tanto buon gusto aveva adottato anche la francese Carlà sotto l’era del faraone Sarkò. A tutto charme:  très magnifiques!  
   

giovedì 18 aprile 2013

REBEKAH E AMY COPIE NON CONFORMI E OUI, JE SUIS JULIETTE...IN COPIA CONFORME

1-REBEKAH E AMY COPIE NON CONFORMI

Rebekah Brooks ma chi era costei?  Eppure assomiglia ad Amy Adams versione Cenerentola in Come D’Incanto, una bellezza che non sarà uno schianto ma non passa ugualmente inosservata. Eppure ci voleva lo scandalo delle incertettazioni per dare visibilità a Rebekah che comunque rimane l’originale perché la copia Amy Adams-Cenerentola  resta una favola di Cartoon. Le news sono news e mica scherzano.
Da vergognarsi ma che sarà mai, purchè se ne parli. E così di Rebekah ora si occupano tutti esattamente come faceva lei per acquisire sempre più potere agli occhi del suo editore che stravedeva per lei: “La figlia che avrei voluto…” diceva oroglioso senza badare a moglie e figlie di primo e secondo letto che per questa sua insana passione lo aspettavano col matterello in mano.
Ma quanto mi ama,,,e me lo dimostra pure alla faccia di tutte le altre giornaliste grandi firme…sembrava trasmettere il messaggio subliminale, stante l’alto profilo informativo, della Rebekah la quale aveva un segreto: beccare di qui e di là arrivando a travestirsi anche da donna delle pulizie  per carpire notizie dalla concorrenza ben determinata a sbaragliare tutti arrivando per prima con le news. Perché il mattino ha l’oro in bocca, così come insegnava il magnate Ruper Murdoch che dietro di lei incassava ogni record nel settore news, sia tabloid che televisivi, diventando padrone di un 20% del mercato globale.
Il quale finchè ha soffiato in poppa è andato tutto bene ma quando ha cominciato a girar di prua gonfiando a dismisura è scoppiato lo scandalo travolgendo tutto in un vortice.
Sì perché in questo caso vale il detto popolare di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Così adesso ad essere colpiti sono loro due: Rebekah in primis mentre Murdoch è stato destituito e gli succedono gli eredi.
Infatti Rebekah è stata arrestata poi tornata ai domiciliari su cauzione ma la sua consulenza resterà preziosa fra gli squali del mercato anche se hanno già fatto tesoro del segreto: quello di non farsi scrupolo di nessuno, e men che meno di ragazzine morte da spiare vergognosamente, oscenamente senza alcun ritegno portando poi i suoi messaggi a Murdoch freschi freschi di prima mattina. Perché il mattino ha l’oro in bocca e la ragazzina mica l’aveva uccisa lei. E Murdoch dietro che rideva di tanta bravura nel veder mangiare le carni di una ragazzina morta o di quelli dei caduti in Afghanistan o fra gli attentati terroristi. Già perché anche quelli mica li aveva uccisi lei ma il sistema della democrazia da esportare. E Mica al The News of The Word sia ben inteso perché lì la democrazia era sparita da tempo non essendocene più bisogno visto che il timone lo teneva saldo la Rebekah. E Murdoch che godeva  di questa sua pupilla  che gli apriva gli occhi  su un mondo il quale, tutto sommato, gli interessava fino a un certo punto. Questo è il punto. Però passava all’incasso, sempre più alto e consistente  da mettere paura ai concorrenti. Per fortuna c’era Rebekah la quale con quel suo beccare dimostrava di aver sale in zucca per farsi accompagnare al ballo del potere.
Dal quale erano esclusi tutti perché a brillare era solo lei, con quella massa di capelli rossi, come la figlia prediletta del più potente comunicatore del mondo.
Travolto dallo scandalo Murdoch è stato il primo a darle il benservito con un ma-va-dar-via-l-ciapi che Rebekah è stata costretta ad incassare facendo buon viso a cattiva sorte anche se la sorte le ha concesso di assomigliare alla dolce e ingenua Amy Adams, Cenerentola di Cartoon. La quale invece continua ad inanellare un successo dietro l’altro, ultimo dei quali un ingaggio per interpretare Loris Lane in Supermen con Henry Cavill e Russel Crowe (in quello che fu di Marlon Brando come padre dell’eroe).



2- OUI, JE SUIS JULIETTE  E IN COPIA CONFORME

                      .
Il suo viso affranto ha fatto il giro del mondo, in lacrime e disperata per la carcerazione del regista Araf Pahali.
L’unica voce ad alzarsi chiara e forte per difendere un artista vittima della censura di Paesi a regime dittatoriale di fede mussulmana.
Così la Palma d’oro l’hanno assegnata a Juliette Binoche come miglior attrice.
Non per la piazzata ma per l’interpretazione di Copia Conforme meritandosela in pieno.  Sì’ perché nel suo percorso Juliette Binoche non ha mai sbagliato un film: tutti girati con grandi autori e partner di altissimo livello, da Daniel Day Lewis a Johnny Depp, da  Ralfh Finney e Jeremy Irons che hanno contribuito a forgiarla come interprete fra le più raffinate e seducenti del cinema francese, imponendosi anche nella scena internazionale con personaggi da intellettuale tormentata, nevrotica e fuori dalle righe: perversa in modo struggente ne’ Il Danno, libera e leggera nell’Impossibile Leggerezza dell’Essere, e libertario nella triologia I tre Colori: film Blue.
Tutti giudicati dalla critica molto interessanti perché mettevano in luce una personalità complessa di estrema sensibilità e forza mentale. Che nella vita reale ha saputo esprimere in maniera eccellente prendendo posizione a favore dei sans paperi quando avevano invaso la Cattedrale di Parigi per protestare (prima del regno di Sarkò). Un gesto che in teoria ci sentiamo di condividere  anche se poi in pratica risulta solo un’utopia.
Ma questo nonfa che avvalorare il carattere dell’artista Juliette Binoche (che sogna un mondo senza confini) eclettica, evanescente ed amorevole come ha saputo magistralmente dimostrare con i due film che l’hanno consacrata star: Chocolat ed il Paziente Inglese con i quali Juliette si è destreggiata sciogliendosi in tutta la sua dolcezza.
Nel primo, come pasticcera che conquistava un’intero paese lavorando il cacao con un pizzico di peperoncino piccante seguendo un’antica ricetta azteca, in grado di rapire il cuore di uomini e donne.
Nel secondo, come infermiera le cui cure amorevoli e disinteressate portavano sollievo ad un malato bruciato di passione nel corpo e nell’anima per la sua amante deceduta (Cristine Scott Thomas).
Se i partner dei film di Juliette sono fra i più seducenti, quelli della vita reale non sono da meno perché fra di essi va annoverato il bellissimo Oliver Martinez  (L’amore infedele) che l’ha fatta impazzire di passione.
“Ringrazio tutti gli uomini che mi hanno amata” ha dichiarato prendendo in mano la Palma: Oui, je suis l’amour. E a ben ragione perché la vita cinematografica e quella reale è stata ricca di esperienze amorose confondendosi fra loro così come succede nel film con il quale ha vinto a Cannes, Copia Conforme, in cui viene trattato il tema dei problemi che si possono incontrare quando fantasia e realtà si confondono tra loro.
Juliette infatti intreccia una finta relazione con un uomo facendogli assumere il ruolo del marito che lui assolve in pieno tanto da farle credere di esserlo realmente fino al punto di rottura dove il sogno si scontra con la realtà. Un tema attualissimo il cui pericolo incombe fra tutti gli appassionati navigatori del Web che intrecciano relazioni virtuali le quali quasi sempre sfociano in un gioco al massacro. Ma se il partner nel gioco virtuale  è anche lui virtuale?
E’ allora che il gioco da duro diventa una sorta di video-game molto raffinato. In questo caso, la copia conforme è la copia di sé e per sé o la copia di qualcun altro? Sì, lo so  è difficile da risolvere come teorema. C'è tutto il tempo per pensarci.


mercoledì 17 aprile 2013

LA GABANELLI HA DELLE POSSIBILITA'?

LA GABANELLI COME CANDIDATA ALLE PRESIDENZIALI HA DELLE POSSIBILITA'?
La Gabanelli piace molto come giornalista d'assalto alla quale però pesano molte querele in corso che, una volta eletta, sarebbero azzerate.
Anche Berlusconi è sceso in campo per difendere i suoi interessi tutelandosi anche con l'immunità (che con la carica di Presidente della Repubblica ne potrebbe usufruire a vita).
E gli è andata pure bene senza che avesse un buon motivo che non fossero tante chiacchiere allei quali gli Italiani hanno creduto. La Gabanelli ha fatto molte inchieste purgative ma ora gli italiani hanno bisogno di una guida non di olio di ricino.

TORNA LA CASALINGA EVA LONGORIA.L'ASTINENZA FA FINOCCHIA




 Eva Longoria è una predestinata: la Casalinga Disperata è il suo destino. Inutile opporsi contro questa ineluttabile sentenza che lo star system le ha etichettato.
Non che lei sia una icona di stile perché l’etichetta non sa dove stia di casa, pur avendo la chiave in mano del potere, quello dei Carlito’s, ovvero quiei latino-americani che sanno come piacere. Sensual…un movimento sexy….
E con il movimento sexy che Eva Longoria lancia la sua bomba, anzi due bombe perché sono quelle a tutto petto, del nuovo film Withour Men nel quale si cimenta per la prima volta in un tette a tette con Cate di Castello.
Una scena lesbo anche molto esplicita perché la bocca della Longoria per un momento tace per succhiare il nettare degli dei, quel dolce miele che solo il morbido seno di una donna può far sgorgare nel dono di sé.
In questo contesto la trasgressione è lecita come unico sbocco in una società dove i maschi sono completamente assenti.Tutti tranne due: un prete e un soldato Yankee capitato per caso in un paesino popolato da sole donne perché i loro uomini sono tutti partiti alla guerra.
Se il prete approfitta della situazione per assurgere al ruolo di sultano di questa sorta di harem latino-americano, spogliandosi dell’abito talare per compiere questa nuova missione in mutande, pronto a pascolar il gregge e tutte le pecorelle una dopo l’altra con l’unico scopo di farsele poi tutte nemiche, il soldato, Cristian Slatter fa fatica a tenerle a bada perché il gruppo assatanato lo assale come un voglioso branco rosa.
Il lungo periodo dell’astinenza forzata induce alla trasgressività ma nel rispetto del credo religioso dove il sacerdote resta una figura inviolabile votata al Signore e alla pastorizzazione delle sue anime. La trasgressione diventa così un atto di fede perpetrata a causa di forza maggiore rappresentata dalla guerra, l’unico mezzo capace di instaurare una rivoluzione ad un sistema, con successo.
Il messaggio è molto attuale ma si dissocia da quello trasmesso dai Classici con la commedia di Aristofane, Lisistrata, nel quale le donne da Sparta ad Atene, stanche delle continue guerre inscenavano uno sciopero del sesso per indurre i mariti alla pace.  Quella pace ritrovata dopo l’intervento di un ambasciatore il quale si presentava alle donne con l’asta alzata e il pacco ben in evidenza essendo anche lui vittima della forzata astinenza.
La curiosità consiste nel fatto che c’è un elemento comune in queste due situazioni sia trasgressive per forza che di astinenza per scelta, rappresentato per entrambe dalla figura centrale del mediatore-prete e ambasciatore-classico, sempre e comunque portatore di pene a livello alto. Al massimo.

martedì 16 aprile 2013

IL NUOVO PRESIDENTE

Il nuovo Presidente? Se Napolitano non accetta a ciascuno il suo mestiere.
Grillo dovrebbe darsi una regolata. Dopo aver vinto si sta mangiando tutto perchè non è del mestiere e non sa fare il politico. Come Milena Gabanelli che è una brava giornalista, Grillo dovrebbe continuare a fare opposizione lasciando il passo a Bersani che in Politica c'è da una vita.
Stefano Rodotà è un galantuomo ma come ha detto Travaglio poi c'è il rischio che lo facciano fuori col veleno.
Il Potere logora chi non ce l'ha. Come è stato per  Grasso così è probabile che sia per Stefano Rodotà.


A me piace Emma Bonino per l'Italia ma il mio modello è Angela Merkel.
Vabbè escluse le donne che dividono invece di unire non rimane che caldeggiare come Presidente il Massimo D'Alema. Come dice Berlusconi non ha mai lavorato perchè ha sempre fatto Politica e Il potere non lo ha logorato. Chi si dedica alla Politica non deve svolgere altri lavori per evitare il conflitto di interesse. Quello che non ha mai fatto Berlusconi. L'elezione a Presidente della Repubblica dovrebbe essere una sorta di premio alla carriera politica svolta con passione e con lungimiranza.

Massimo D'Alema visto da vicino è molto convincente. Alcuni anni fa, in visita a Parma, ha parlato dell'India come nuova potenza in grado di espandersi molto più della Cina.
E' vero perchè ad oggi il mercato indiano è quello più vivace e fiorente con prodotti di buona qualità perchè sono ricchi di materie prime come lino canapa cotone lavorate a basso prezzo.Così come stanno facendo anche con lana e cashmere. Inoltre gli Indiani si stanno accapparrando tutto il settore del vintage che col nuovo pauperismo dilagante è quello che tira di più.
Così parlò D'Alema ed ècosì che, a distanza di tempo, si sta avverando.  Forse non è simpatico ma sa quel che dice. E se ha aperto a Renzi dopo quello che lui gli aveva detto vuol dire che è un bravo politico.
La Cina guarda l'America per la tecnologia e ora anche  l'Africa per le materie prime mentre l'India guarda l'Europa. L'Italia coi due marò come al solito si è fatta conoscere. Invece con Russia e India alleate l'Europa sarebbe una superpotenza.

STORIE D’AMORE INQUINATE


 Terence Mallik è un regista americano che tutte le star si contendono. Per fare un film con lui farebbero carte false. Si fa per dire perché a lui basta una telefonata che riceve subito un sì.
Non si sa perché. Forse perché ha la stessa fama di Woody Allen che ha iniziato come regista di nicchia per il quale hanno lavorato tante star contribuendo alla sua vasta popolarità, seguita agli inizi di carriera  solo da studenti e intellettuali. Così per Terence Mallik, applauditissimo ai Festival ma ancora sconosciuto al grande pubblico.
E forse lo sarà ancora per un po’ nonostante stia uscendo con film con attori da Oscar come Ben Affleck e Natalie Portman.
Il film di prossima visione è To The Wonder con Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel Mac Adams e Javier Bardem nel ruolo insolito di un prete.
La storia d’amore è molto inquinata perché il protagonista è un tecnico specializzato in ambienti insalubri che fanno da location alle liaison in un intreccio di passioni spente lungo il percorso, con ritorni di fiamma ma letti occupati per cui le corna sono cause di crisi sia a livello sentimentale che esistenziale.
Infatti il Prete si crogiola nell’abito talare perché andato in crisi di fronte alla richiesta di sostegno di una donna straniera con permesso di soggiorno limitato. Come non sostenere in alto la bandiera per i diritti di una donna bellissima (Olga Kurlienko) che non riesce a riconquistare il suo posto fra le lenzuola dell’ex marito?
Okkupato a tempo pieno sia con la bionda Rachel mc Adams che con il lavoro di tecnico di vari inceneritori o impianti termonucleari piazzati nelle zone desertiche dell’Oklahoma.
Il soggetto è originale per via del problema ambientale che sta sensibilizzando gli autori di Hollywood i quali tra Tsunami, Termovalorizzatori e Centrali Nucleari a scoppio annunciato hanno di che sbizzarrirsi stante i consensi di pubblico verso queste tematiche.
Purtroppo non approfondite a livello tecnico ma condite con storie d’amore sullo sfondo di uno scenario apocalittico. Come a dire che l’importante è l’amore, un sentimento capace di scuotere le coscienze, religiose in primis, smuovendo le montagne e spegnendo nel contempo un termovalorizzatore? Sì perché in queste catastrofi ambientali a trionfare è sempre l’amore carico di speranza e di ottimismo, mentre la scienza alza le mani al cielo affidandosi alla Divina Provvidenza! Suvvia un po’ di serietà.
In America il film è stato giudicato un filo soporifero ma non c’è da meravigliarsi con queste premesse da terra non promessa nel quale vivere in un quotidiano di pari passo con l’amore e la religione oltre i confini di un permesso di soggiorno negato perché la scienza è solo fantascienza.
Questo è il succo del film di un regista che l’America considera geniale e troppo avanti. Del resto era stato così anche per Michelangelo Antonioni con Deserto Rosso nel quale bellissime attrici erano pervase da problemi esistenziali per incomunicabilità tanto che persino il pubblico non capiva.
Il grande pubblico comunque, quello che va al cinema per capire senza farsi tradurre messaggi tra le righe e quadretti come se andasse all’asilo.  



OLIVIA WILDE LA NUOVA SUPER EROINA


           
Tempo fa Giulio Tremonti aveva aperto la finanziaria dicendo che la vita è un video gioco nel quale bisogna abbattere i mostri.
Un genio e, come tale, il mostro è sempre relativo, mentre per i comuni italiani in questo momento il mostro ha un solo nome ed è colui che si ciba di carne fresca per continuare a rinascere riproducendosi all’infinito: da operaio a imprenditore, da manager a faccendiere, da presidente a puttaniere. Inevitabile percorso che apre le porte dell’harem fra piaceri lussuriosi e odalische in calore.  La maggioranza si alza al mattino per fare quadrato intorno a lui e parare le sue “bagattelle, così come lui le definisce, sfiorando il ridicolo per sostenerlo quando lui si impenna prendendo carta e penna e scrivere ai PM che non intende comparire davanti a loro. Che se lo facesse un indagato qualsiasi, sarebbe subito prelevato dai Carabieniei. Insomma non si capisce a quale gioco si sta giocando. A un video-gioco? E Tremonti ci riportava a questa realtà. Punto e a Capo. Anche il cinema risponde a questa esigenza che abbiamo di giocare a nascondino e tana (e non si fa per dire), che per ora prende solo la fascia dei più giovani i quali con i video giochi hanno maggior dimestichezza.
Il cinema infatti sta sfornando a getto continuo films di fantascienza con effetti speciali a gogò a fare da scenografia in ambienti popolati da mostri meccanici e supereroi impegnati a sconfiggerli. Tutti personaggi robotizzati con effetti psicadelici e poteri sovrumani come la serie di Iron Men, X-Men, Green Lantern e Thor. L’ultimo Tron Legacy   è uscito in questi giorni e i mostri e supereroi si battono fra di loro con intervento di una sexy guerriera stellare in tuta psichedelica e armi laser, come una sorta di armatura dalle infinite proprietà salvifiche come lo erano l’armatura dei cavalieri e la spada di Excalibur. La super eroina stellare ha le sembianze di Olivia Wilde irriconoscibile nel caschetto nero alla maschietta talio a scodella, perché siamo abituati alla sua immagine sexy dei calendari quando veniva indicata prima fra le cento più belle d’America.
Dopo tante partecipazioni a serial televisivi, da quelli scandalosi come O.C. dove scambiava un bacio lesbo   e non solo con Misha Barton, a quelli più castigati dell’infermiera Tredici ad affiancare   il Dr House, il cinema ha voluto catapultarla sul grande schermo con questo Tron Legaci nel quale Olivia ha debuttato lanciandosi in carambolesche performances. Un esordio convincente che comunque non ha oscurato la sua immagine da modella in calendario, con gli occhi penetranti e il sorriso enigmatico dalle forme rotonde ed accoglienti, che resterà per sempre impressa nell’immaginario come suo capolavoro. Sarà difficile superar se stessa. Guardare per credere
                       
                     

lunedì 15 aprile 2013

PIPPA CONCIATA PER LE FESTE.


     
Dopo aver galvanizzato l’attenzione dei media, rubando la scena alla sorella Kate alle sue nozze nel ruolo di damigella, vestita anche lei in bianco come una sposa in versione sexy focalizzando tutti gli sguardi sul lato b), si è capito subito che alla Pippa bruciava qualcosa.
Non l’attenzione dei media comunque che l’hanno paparazzata in ogni dove per immortalarla col boy friend di turno: un volontario che man mano si prestava a far da cavaliere a tempo determinato a quella sorta di Bella Cecilia che tutti voglion ma nessuno piglia perché senz’ arte nè party.
Infatti il primo libro Celeb
rate che la Pippa ha pubblicato per insegnare l’arte del bon ton nel saper ricevere con eleganza, classe e creatività non ha raccolto consensi specie tra i giovani che preferiscono farsi le birrette bevendo a garganella, il vino in strada con le sfiziosità in vassoio appoggiate nei punti di fortuna: una botte vuota, una sedia, una mensola fuori dal bar o un tavolino a cielo aperto dal quale appartarsi in un portone per far pipì, senza tanti convenevoli all’insegna della pacca sulla spalla o sul sedere come si fa tra amici.
Non della Pippa prego perché i Party sono tutti esclusivi e all’insegna della pacchia fra bollicine e caviale sul ghiaccio che solo le Celebrity  di nicchia  possono permettersi. Pippa sarà pur di nicchia ma non di casa Buckingham dalla quale è stata bandita stante il suo presenzialismo nei tabloid come parente di casa reale senz’arte né titolo nobiliare.
Essere cognata dell’erede al trono non è un mestiere come un altro per cui
Pippa si è data un gra daffare per dimostrare di essere la sorella di Kate Duchessa di Cambringe perdinci la quale, se ha qualcosa, ce l’ha pure la Pippa uguale uguale.
Sì, ma di principi come William ce n’è solo uno perché Harry è come gli altri, ovvero tutti i boy friend che dopo qualche scatto di foto in coppia  se la danno a gambe facendo accrescere sempre più quella nomea di bella Cecilia. Mica sono tutti gentiluomini come William.
Così la Pippa si è data alla scrittura per bambini nel preciso intento di mettersi in luce come futura mamma o più verosimilmente come candidata a Tata Reale. Niente tate ha già annunciato Kate portandosi a casa il marito per congedo gravidanza.
Insomma alla Pippa non gliene va bene una. Nemmeno l’annuncio di essere stata ingaggiata dall’America come giornalista dell’Ufficio Stampa di Casa Reale. Niente, le notizie vengono surclassate da quelle dei tabloid scandalistici i quali sanno fare pulci piazzando cimici dappertutto. A che pro non si capisce visto che la Casa Reale sta ritrovando il lustro patinato del periodo d’oro prima dell’avvento Tatcher  e Diana, le due donne che hanno dato scacco alla Regina. Ma non all’Inghilterra perché era uscita dal torpore nel quale stava adagiata crogiolandosi nelle conquiste coloniali e nelle tradizioni del te e me. Il the era quello indiano che tanto piacere ha sempre dato alla Regina sul Trono, da Vittoria ai giorni nostri.
Purtroppo il thè non ha le bollicine per cui anche da qui la Pippa è stata esclusa mentre Kate si sta applicando diligentemente per il sorso immancabile delle cinque della sera. Acca’ toro? Purtroppo William non sembra un toro scatenato per cui la Kate dovrà sorseggiare il thè con i soliti pasticcini come ha fatto la Regina col principe Filippo? E’ molto probabile perché William più che al padre Carlo sembra assomigliare al nonno tanto è devoto alla Regina Elisabetta. La quale non transige sul fatto che fra la Corte possano entrare estranei senza titoli nobiliari.
A meno che non siano servi con arte e una parte. Infatti la parte riservata a Pippa era quella di damigella d’onore. Niente, anche quel ruolo la Pippa lo ha bruciato con l’ultima apparizione insieme al suo boy friend in occasione di un matrimonio importante perché più che vestita come una Celebrity sembra conciata per le feste in stile checa anni quaranta con gilet di volpe in spalla, come una sorte di damigella errante  “di-casa-simpson”… in attesa di una miglior offerta.
Per raccontare i segreti che le ha confidato Kate? Sarebbe un grande scoop, da piccola volpe comunque. Infatti…


                     PIPPA DIVENTA  ROYAL  CORRISPONDENT
 Quanto son fica! Esser sorella-di fa paparazzo in coda. Senza un attimo di tregua la vita di Pippa Middleton signorina come tante si è accesa a scena aperta dove i fidanzati vanno e vengono non riuscendo a reggere il ruolo di cognato escluso dalla vita di Corte. Perché Pippa è stata clamorosamente esclusa. Almeno fin che Regina Elisabetta regnerà.
Così la Pippa si è dovuta ritagliare un ruolo all’altezza della sorel Duchessa, esaltato con  quel passo immortalato al lato b) quando entrava in Chiesa circondata da piccole damigelle d’onore inventandosi finalmente un lavoro mettendo a frutto le sue esperienze di ospitate fra celebrità.
 Celebrate è infatti il libro che Pippa ha scritto per dare consigli sul saper vivere alla grande fra ricevimenti feste private e party a gogò. Un po’ come certe conduttrici Tv che si ingegnano fra una ricetta e l’altra con l’arte del dècor nell’apparecchiare facendo centri tavola, portatovaglioli, sottopiatti, ciottoline, coppette e fiori in quantità presentati su vassoi pieni di sfiziosità come tartine, pizzette vol-au-vents  e tutte quelle astuzie da Cattering anticipate nelle Mostre e Fiere. Praticamente un libro di bon ton così come ne abbiamo visti pubblicare tanti fin dai tempi di Donna Letizia la prima giornalista a dettare le regole per stare in società.
Quelle regole assimilate poi alla lettera dalla signorina snob per eccellenza impersonata da Franca Valeri con il suo tormentone Pronto Mammààààà che chiudeva con “Scostumato!” rivolto al solito maleducato che ci provava. A prenderla per il lato b). Infatti il libro della Pippa non è proprio andato a ruba tanto da indurla a scrivere un libro per bambini. Le favole vanno sempre specie sotto Natale e i bambini se le bevono anche se non sono quelle di Disney.
 E’ pur vero che bisogna saperle raccontare ma spesso lo sforzo non è del tutto apprezzato perché i bambini non sono più abituati a leggere e ad ascoltare sapendo destreggiarsi  davanti a un video o a tutti i prodotti che la nuova tecnologia offre,  molto meglio degli adulti. Questo per dire che se le parole non sono accompagnate da immagini video sono parole al vento. Come quelle che sta sperimentando Pippa, e prima di lei anche Madonna la quale per far la signora British quando abitava a Londra aveva scritto un libro per bambini. Alzi la mano chi lo ha comprato.
Ebbene sì, qualche copia è stata venduta così come succede quando le Star si presentano a firmare. Perché poi tutti si sfilano esibendo il libro agli amici come trofeo di caccia all’autografo.
L’importante che queste attività rappresentino un trampolino di lancio per mete più importanti.
Perchè la Pippa è sorella della futura Regina d’Inghilterra per cui è impensabile che il suo impegno si fermi lì.

Anche se i suoi libri non fan cassetta il suo talento di scrittrice sorella-di è stato notato in America dove è stata ingaggiata a suon di 600.000 dollari per fare la “royal corrispondent” per la Nbc.
Le notizie ufficiali della Casa Reale potranno fare riferimento solo a lei filtrate ovviamente dai regnanti di Buckingham Palace Kate e William in primis. Così magari la Pippa potrebbe raccontare che Camilla sarebbe felicissima se William salisse al trono al posto di Carlo mettendo a tacere tutte le voci del popolino. E quelle di Camilla e Carlo! Un colpo grosso per le sorelle Middleton che, più che in Windsor sembrano disegnate sugli antichi fasti dei Tudor e la Corte di Enrico Ottavo In mezzo.  Scostumeto!