domenica 30 aprile 2017

L'ALTRO VOLTO DELLA SPERANZA

“La Finlandia è una terra dura ma noi restamo qui a lottare”. Per sopravvivere perchè la Finlandia è un Paese triste anche se offre opportunità di lavoro. Terra giusta per rifugiati in cerca di una sitemazione e di un futuro migliore, perchè i Finlandesi sono brava gente, pulita ed accogliente.
I Centri di accoglienza infatti sono curati ed ascettici, con lenzuola fresche di bucato nei dormitori, cuoche con i guanti in refettorio e docce a volontà.
Non sono certo i lager del Cara di casa nostra dove ci sono transenne a muro ad impedire l'uscita per andare a fare shopping o passare qualche ora al pub.



In Finlandia nei Centri di accoglienza si concedono ore di pausa lasciando i richiedenti asilo, in attesa di essere identificati per il rilascio del permesso di soggiorno, di andare a bersi una birretta ai Bar degli infedeli.

Qualche goccia di alcol giusto per trasgredire un po' perchè la fede vacilla di fronte alla guerra con tutte le atrocità che ne conseguono come la perdita della casa e dei propri cari.
Il protagonista Khaled è arrivato infatti dalla Siria zona Caleppo dopo che un missile, non si sa se Amricano Francese o quello di Regime od opposizione né tanto meno Isis, ha falciato la sua abitazione lasciando solo lui in vita e la sorella Miriam perchè non erano presente al momento dello scoppio.
Ormai i rifugiati che vagano per l'Europa sono talmente tanti da incutere paura anche se le loro storie prese una ad una prendono il cuore delle persone giuste che sono mosse a compassione. Ma non è la compassione che vuole trasmettere il regista perchè dà un tocco di leggerezza al film e dignità correlata ai rifugiati. I quali si sentono fratelli fra di loro anche se provenienti da altri Paesi con Iraq in primis, riconosciuto dalla Finlandia come Paese in guerra.
E' curioso che invece la Siria non sia stata inclusa fra i Paesi in Guerra ma  l'intenzione del regista Aki Kaurismaki, è stata proprio quella di far fare acqua al sistema del suo Paese che non è così perfetto come sembra nell'accogliere. I Finlandesi come popolo sono comunque “brava gente” nella maggioranza che si presta umanamente ad atti di solidarietà anche se la vita è dura e pure loro devono lottare per la sopravvivenza.



Infatti l'altro protagonista del film in una storia parallela che poi si ricongiunge a quella di Khaled a nome Wikstrom (Sakari Kuosmanen) piazzista commesso viaggiatore e istrione che vince al gioco, dopo essersi comprato coraggiosamente un ristorante lo gestisce con fantasia per incrementare le vendite e salvaguardare i posti di lavoro nei quale trova un posticino anche per Kalhed prendendosi a cuore il suo problema di ricongiungimento con la sorella, l'unica superstite della sua famiglia nel quale è morta anche la fidanzata, rimasta in vita e che ritrova da un viaggio in camion chiusa in una cuccia.
Anche se le problematiche sono pesanti il film è girato all'insegna della commedia caustica perchè le battute strappano un sorriso triste ma soprattutto di ammirazione per i protagonisti che sanno prendere la vita con leggerezza nonostante le condizioni disagiate aggravate da episodi di razzismo da parte di bande di naziskyn che molestano il protagonista. Il quale riceve alla fine una coltellata dal capo del gruppo per vendetta  perchè il rifugiato era stato difeso da compagni del pub che lo avevano salvato dall'essere bruciato vivo.



La coltellata non si sa se sia mortale perchè il film chiude con il cagnolino del ristorante che lo va a scovare in un parco presumendosi che dietro a  lui ci siano anche i compagni per assisterlo rimettendolo in carreggiata sperando che il suo futuro non sia quello di un clandestino braccato perchè sotto falsa identità.
Per chi non sa da che parte stare questo film illumina sicuramente il cammino aprendo il cuore verso i rifugiati che vagano disperati per l'Europa con  la speranza che possano tornare nei loro Paesi a guerra cessata. Per ricominciare, per ricostruire, per tornare a vivere e ritrovare le loro radici e la loro identità dispersa da un confine all'altro, da muri scavalcati da viaggi asfissianti in container, da camminate infinite da sballottamenti da una casa di accoglienza all'altra, da pugni in faccia derisioni ed emarginazioni. Lontano da tutto quell'umanità che non si può più chiamare tale.

venerdì 28 aprile 2017

DONNE D'ONORE. QUESTA E' LA MAFIA BELLEZZA


 Sempre più spesso le donne di mafia sono protagoniste della scena ad occupare posti vacanti di padrini in prigione ricevendo dalle celle delle dritte tradotte in gergo come pizzini.
Quando i padrini erano liberi in azione le donne restavano in ombra facendo quadrato con la famiglia ma ultimamente si sono emancipate prendendo sempre più posto nella mafia come donne d'onore e di rispetto.
Baciamo le mani! Eh anche di più!I baci sono ben più calienti con leccatine al lato b) per i qua.qua-ra-quà riservando il lato a) per i pezzi da novanta.Onoratissimi di portar loro il rispetto che si meritano fra lenzuola di seta, o fra lingerie sotto la pelliccia servite fra coppe di champagne con scampi in ghiaccio o caviale a piacere. Perchè la mafia può e spende.


Anche le fiction sulla mafia non badano a spese così come donna d'onore è stata ingaggiata l'attrice Bo Derek catapultata direttamente da Hollywood per fare la guest star dell'Onore e il Rispetto in onda su Canale Cinque ultima stagione.
L'attrice è ancora in forma nonostante l'età ma la sua bellezza fin troppo perfetta e pura non ha mai entusiasmato più di tanto, forse perchè quello che le mancava era quel certo non so che chiamato sex appeal di cui lei faceva difetto anche se girava completamente nuda  così come l'abbiamo vista in tanti film. Come a dire molta teoria e poca pratica.
Infatti a conferma c'è un episodio che la riguarda quando girava il film Tarzan nel qualew doveva comparire come una miss-maglietta-bagnata a turgido capezzolo. Un'impresa per lei che invece non mostrava alcuna forma di eccitamento davanti al torso nudo del partner nel ruolo di Tarzan tanto che per smuovere un filo il capezzolo dovettero strofinarlo con dei ghiaccioli facendolo rinvenire ad effetto sexy.







Nella fiction l'Onore ed il Rispetto ha un ruolo di moglie di un politico mafioso con scene bollenti a fianco di Tonio Fortebracci (Gabriel Garko) al quale si è presentata a nome Chantal in piena estate in visone e lingerie per infoiarlo di brutto ma le scene si sono limitate a un casto bacio con un laconico saluto la mattina dopo da parte di Gabriel Garko su richiesta di lei di rivederlo: “Se capita”. Bastardo! Fino ad un certo punto perchè nelle prossime puntate è prevista la passione che non sappiamo ancora come verrà simulata.


Ma se la Guest star è Bo Derek, la rivelazione è rappresentata da una giovane esordiente, l'attrice Giulia Petrungaro nel ruolo di Rosalinda che seduce con un accento siculo molto stretto sfoderando una grinta da mafiosetta il cui codice d'onore è impresso nel DNA. Infatti la piccola è appena uscita di Collegio ma anche se pura e verginella nella forma in sostanza ha tutti i requisiti per entrare nella mafia come donna d'onore puntando al padrino più bastardo sulla piazza Ettore De Nicola (Valerio Morigi) che lei trova irresistibile quando taglia la gola nelle vittime della faida.
Tanto è bella fuori quanto marcia dentro per cui il personaggio è diventato il più accattivante del gruppo delle donne di mafia surclassando anche la vedova procace Michela (Delia Duran) che si attacca invano al Fortebracci.
A combattere le donne di mafia c'è il solito procuratore in gonnella Darya Baykalova che comunque rispetto alle nuove figlieer fidanzate dei padrini fa una figura shapo facendo risaltare invece con tanto rispetto le  donne d'onore cattive cattive. Questa è la mafia bellezza.


mercoledì 26 aprile 2017

DONNE DI POTERE E SEDUZIONE


Angela Merkel non è stata certo con le mani in mano a guardare la destra che avanza in Francia ed ha cercato di rubare la scena a Marine Le Pen  riuscendoci benissimo accentrando l'interesse del mondo sul Summit allestito a Berlino dove ha invitato le donne di potere del G20.
Tra queste anche una testa coronata Europea, l'unica Regina che goda della stima di Angela, nella regal altezza di Maxima d'Olanda in quanto gagliardamente democratica perchè non si esime dal farsi immortalare mentre svolge lavori di manovalanza per solidarietà verso i bisognosi.
La regina non era accompagnata dal consorte né tanto meno in coppia con Mathilde del Belgio con la quale Maxima è in perfetta sintonia molto più che con qualsiasi altra regnante d'Europa. Spesso infatti sono immortalate insieme anche solo per fare shopping facendo pensare che prima di entrare in scena nelle occasioni ufficiali si mettano d'accordo sulle mises per fare pendant con il cappello, miscelare i colori in tono su tono scegliendo uno stile che le accomuni.


Fin dalle prime apparizioni si sono esibite su questa linea di regine in coppia perchè sono salite al trono quasi contemporaneamente  con l'effetto abdicazione delle rispettive suocere, Regina Beatrice d'Olanda e Paola del Belgio.
Anche se formalmente molto simili le due regine sono alquanto diverse perchè Maxima è più disinvolta e sicura di sé tanto da far pensare che oltre alla corona per regnare porti anche i pantaloni a Palazzo, mentre Mathilde è più timida e riservata da far pensare di avere un segreto nella sfera sentimentale nel quale trovino posto varie avventure galanti così come era stato a suo tempo per la suocera Paola per consolarsi delle avventure del marito con il quale comunque nel corso del loro menage ha infine raggiunto un'intesa molto appassionata che perdura tutt'ora in tarda età. Non tutte le avventure vengono per nuocere!
La Regina Mathilde del Belgio non è stata invitata al Summit forse perchè Angela Merkel si sente la Regina di Bruxelles a capeggiare la UE che è risaputo essere direttamente governata dalla Cancelliera.
 Maxima non si è persa d'animo trovando modo di fare coppia al femminile con Ivanka vincendo la partita sullo stile. Infatti la figlia di Trump solitamente molto elegante si è presentata in stile floreale così come la Regina Maxima che comunque ha brillato per una manciata di papaveri su fondo bianco mentre Ivanka sembrava che l'abitino l'avesse ordinato su Amazon per farselo spedire celermente.


Non è stato certo un fatto casuale né tanto meno il tam tam del Trend di moda ad aver composto questo connubio floreale con insolita accoppiata fra la Regina Maxima e la little lady Trump perchè sicuramente è frutto di una spiata dei Servizi Segreti della Regina Maxima per non perdere l'occasione di mandare un messaggio a Ivanka spiattellandole in faccia un pugno di papaveri. Questi fiori sono coltivati in gran numero in Afgfhanistan e zone confinanti per estrarre l'oppio che tanti Paesi, americani in primis, si contendono perchè più prezioso del Petrolio. Per questo da quella terra non li stanerà mai nessuno, e men che meno l'intervento del Presiidente Trump.
Angela Merkel evidentemente ha recepito il messaggio ma ha voluto sorvolare ritenendo Ivanka preziosa come tramite per entrare in simpatia a Trump per cui ha cercato di neutralizzare la Regina Maxima correndo ai ripari nel presentarsi alla cena del Summit tutta in bianco come la figlia prediletta del Presidente USA, il colore ormai ufficiale delle donne di Casa Bianca per renderle onore ingraziandosi i suoi favori.
Così dicono gli esperti di politica. In realtà Angela Merkel ha dimostrato ancora una volta che il potere nelle donne passa anche dal lato seduttivo, sfoderando la sua tempra di fine statista della Germania a caratterizzare anche la vera padrona di Casa UE, mettendo a proprio agio la sua illustre invitata fischiata da gruppi dissidenti (ai quali la Regina Maxima si è associata con la mise) presentandosi alla cena del Summit come Ivanka di bianco vestita rubando così  la scena a Maxima nel fare accoppiata al femminile.
Ed io fra di voi...la Christine Lagarde Direttore del Fondo Monetario Internazionale è rimasta a guardare queste donne di potere che civettavan fra di loro, col suo rigoroso abito nero a tutto capello grigio Coppie al femminile?Ma  Femminile a chi?

sabato 22 aprile 2017

L'AMORE IN FIN DI VITA


PALOMBO ALLE OLIVE NERE

Procedimento

8 fette di palombo per un peso complessivo di circa 750 g
4 cucchiai di olio
6 pomodori perini
100 g di olive nere snocciolate
un cucchiaino di orìgano
sale

Poiché le fette di palombo devono cuocere senza stare troppo «strette», usate 2 padelle mettendo 4 fette di pesce in ciascun recipiente. Lavate e asciugate il palombo, tagliate a fettine le olive e schiacciate con una forchetta i pomodori prima scottati in acqua bollente, spellati, privati dei semini interni e tagliati a filetti. In ogni padella fate scaldare 2 cucchiai di olio, adagiatevi le fette di pesce e fatele rosolare 3 minuti per parte, salando pochissimo. Distribuite sul pesce i pomodori, l'origano e le olive a fettine Coprite il recipiente e cuocete a fiamma bassa, per 8 minuti. Si dovrà formare un sugo abbastanza denso con cui napperete le fette di palombo disposte in un piatto da portata.



venerdì 21 aprile 2017

BO DEREK PURA E VERZA

Bo Derek è la guest star dell'Onore e il Rispetto questa sera su Canale Cinque ultima stagiuone.
L'attrice è ancora in forma nonostante l'età ma la sua bellezza bellezza fin troppo perfetta e pura come quella di una Vergine non ha mai entusiasmato più di tanto, forse perchè quello che le mancava era quel certo non so che chiamato sex appeal che a lei mancava anche se girava completamente nuda come l'abbiamo vista in tanti film. Come a dire molta teoria e poca pratica.
Infatti a conferma c'è un episodio che la riguarda quando girava il film Tarzan nel quale doveva comparire come una miss-"ca-micia"-bagnata (bagnata si fa per dire ma per fortuna c'era l'acqua a sopperire) a turgido capezzolo.
Un'impresa per lei che invece non mostrava alcuna forma di eccitamento davanti al torso nudo del patner nel ruolo di Tarzan (un attore molto fisicato del quale nel cinema  si sono perse le tracce)  tanto che per smuovere un filo il capezzolo dovettero strofinarlo con dei ghiaccioli facendolo rinvenire ad effetto sexy là dove la mano di Tarzan non era riuscito perchè intimorito dalla diva, molto piena di sè.
Più che la Vergine potè la Verza.



Ecco la ricetta
PREPARAZIONE:
– Con lessatura
Portate a bollore dell’acqua salata,nel frattempo tagliate in 4 parti il cespo,eliminate la parte picentrale più croccante e tenete le foglie verdi,lavatele e tagliatele a listarelle grossolane.
Tuffatele in acqua e lessatele per 10 minuti.
In una padella antiaderente scaldate l’olio con l’aglio tagliato a spicchietti (in modo che poi possiate facilmente rimuoverli);scolate grossolanamente la verza e unitela all’olio.Mischiate per insaporire,salate,pepate e servite.
Questo metodo è comodo se desiderate avere la verza lessata pronta per essere insaporita ma non la volete usare tutta. Io spesso ne metto in padella una parte e l’altra la utilizzo in altro modo,o addirittura ne faccio una pallina ben strizzata e la congelo per le “voglie fuori stagione”.

mercoledì 19 aprile 2017

TRA RAZ DEGAN E PAOLA BARALE L'OMBRA DI KASIA


Raz Degan ha stravinto l'Isola dei Famosi facendosi notare per il carattere ombroso e scontroso che si è illuminato solo quando ha visto apparire come ospite la sua ex compagna Paola Barale che Alessia Marcuzzi ha avuto la geniale intuizione di introdur nel format.
L'incontro fra i due è stato entusiasmante, finalmente non ci sono state lacrime ma tanti sorrisi abbracci e baci come se mai si fossero lasciati.
Forse è stato così o forse no perchè gli amori vanno e vengono e non finiscono mai.

A volte basta rivedersi un attimo per far scoppiare la vecchia fiamma della passione oppure quella dell'odio o del risentimento che in questo contesto evidentemente non esisteva.
I veri grandi amori quando finiscono si trasformano in odio altrimenti possono mutarsi in affettuosa amicizia ma bisogna dare tempo al tempo.
Quando si dice ci siamo lasciati da buoni amici bisogna sempre diffidare perchè va tradotto in subentrata indifferenza, nulla a che fare con l'amore.
Paola Barale è stata una compagna di viaggio dividendo con Raz Degan tante avventure che hanno pure documentate con filmati per la Tv nei quali pomiciavano incessantemente in un lingua in bocca infinito che lascerà un bellissimo ricordo del loro rapporto tanto carnale perchè spenta la passione   si sono lasciati per intraprendere nuove avventure.

Sempre in viaggio per la Barale con Format Tv mentre Raz Degan ha atteso l'occasione giusta per andare sull'Isola a meditare. Infatti più che un VIP in cerca di successo sembrava un guru asceta molto distaccato dai compagni che lo deridevano. Ma ride ben chi ride ultimo e lui alla fine si è fatto una risata di fronte alla minaccia di querela da parte di una VIP che aveva perso.
Ultima tappa del viaggio è stato l'Idroscalo di Milano nel quale si sono tutti calati uscendo da un elicottero per fare ritorno in studio dove Degan, dopo la proclamazione come vincitore ha salutato tutti compresa la Barale ritornando ombroso e pretendendo la solitudine perchè l'elicottero gli aveva fatto male. Molto male non avendo digerito la trovata che l'aveva catapultato ad un episodio doloroso della sua vita nel quale aveva amato Kasia Smuntiak allora moglie di Pietro Taricone indimenticato  O' Guerriero del primo GF che con l'elicottero aveva fatto l'ultimo viaggio della sua vita. Raz Degan ha raccolto la sfida ma in cuor suo è calata l'ombra del pietoso velo sfilandosi con molta signorilità dalla festa chiassosa della Tv che tutto esibisce e macina senza alcuna pietà.

martedì 18 aprile 2017

PIPPA VA A NOZZE. SOGNANDO HARRY?


Sarà il matrimonio dell'anno. Se gli Inglesi hanno altro da pensare i Middleton ci sperano avendo invitato a nozzer Kate e William, i più amati del Regno Unito. In Brexit.
Pippa si è già distinta per diversi libri sulle cerimonie e sugli apericena in bon ton che sono passati inosservati quanto quelli scritti da Cristina Parodi perchè  il vademecum era stato redatto a suo tempo da Lina Sotis che come una sorta di Monsignor della Casa aveva dettato il Galateo contemporaneo diventato Vangelo per signorine e sciourette. Le quali sono rimaste a formare un'élite snob disertata clamorosamente dalle principesse monegasche nonostante Grace Kelly fosse icona di classica eleganza, ma più in stile Hollywoodiano che Europeo.










Pippa Middleton è la sorella di Kate duchessa di Cambridge ma non è mai stata ammessa a Corte per cui per frequentarsi pubblicamente le due si danno appuntamento ai vari eventi sportivi o a quelli privati della Regina Elisabetta. La quale vede i Middleton come il fumo negli occhi non sopportando la loro invadenza considerata a livello di rampichini.
Gli Spencer per esempio, quando Carlo aveva sposato Diana, non cercavano di farsi notare né tanto meno accogliere a Corte restando elegantemente in disparte per non approfittare della fortuna capitata alla loro parente principessa Diana più nota come Lady Diana.
Due stili completamente diversi anche se Kate Middleton cerca sempre di imitare la suocera scomparsa nel look perchè dal lato umanitario l'eredità di Diana è troppo impegnativa non sulle corde del suo primogenito William il quale si sta distinguendo come principe gaudente con poca voglia di lavorare a differenza del fratello Harry che invece si sta rivelando quello più somigliante al cuore di mamma. La rosa d'Inghilterra.




Se Pippa aveva fatto un pensierino sul cognato, ha dovuto ricredersi puntando comunque sempre su un fidanzato importante trovato nel poco avvenente James Matthews che comunque è pieno di soldi e in grado di offrirle un matrimonio da favola.
Pari a quello di Kate e William anche se non potrà eguagliare senza la Tiara in testa non facendo parte dei Membri della Corona accontentandosi di avere i minori eredi al Trono George e Charlotte al seguito come damigella e paggetto facendo ingoiare un altro rospo, uno dei tanti di Kate, alla Regina ormai alla finl del suo regno.
 La Regina non si sa se reggerà alla vista dei suoi adorati nipotini eredi al Trono intorno allo strascico di Pippa distribuendo petali di rose.
La notizia non è confermata perchè i Windsor sono soliti rispondere con un No comment ma questo è quanto si augurano tutti i Middleton al completo del quale ormai fa parte anche il principe William avendo più sintonia con la suocera Carole che con Camilla la matrigna che considera tale anche se è amata incondizionatamente da suo padre Carlo con il quale fa coppia sempre in luna di miele in giro per il mondo accolta con il dovuto rispetto non avendo nessuna colpa se non quella di non essere giovane e avvenente.

Doti di cui la Pippa invece è portatrice avendo un filo di sex appeal in più rispetto alla sorella Kate verso la quale se prova un pizzico di invidia per il suo status di nobile di Casa Windsor, si sente nel contempo più fortunata potendosi muovere liberamente, anche se un posto a Keshington Palace val bene una messa.
Pippa Middleton rappresenta comunque l'ultimo baluardo del wedding classico perchè le giovani coppie specie quelle del Nord scelgono la convivenza o il matrimonio civile con una cerimonia privata per familiari e pochi intimi concludendo con un' apericena per poi puntare preferibilmente a una vacanza da sogno per la luna di miele. Certo Pippa avrà sicuramente l'uno e l'atra, ovvero il matrimonio da favola e la vacanza da sogno. Tutto perfetto, sperando che non sogni il cognato Harry!

giovedì 13 aprile 2017

IVAN VASILIEV UN TORACE A DUE PIAZZE


Gran Galà al Teatro Regio di Parma con la prima di An Evening With Ivan Vasiliev “ultima” stella che arriva dalla Russia dalla quale sono stati importati i più fascinosi ballerini del mondo da Rudolf Nureyev a Michael Barishnicov passando dall'attuale Ivan Vasiliev.
Il quale si differenzia notevolmente, pur portando avanti la danza classica dei Teatri Russi con il Bolshoij in primis, dai primi due con delle performances da duro e puro della tradizione ma innovata morfologicamente facendo mandare in visibilio la platea con le sue sforbiciate in volo.
Se Nureiev era osannato alla vista del “pacco” e Barishnicov ammirato per l'eleganza raffinata, a distinguere IvaN Vasiliev è l'esibizione tronfia muscolare die due metri de' torace con il quale gioca con la leggiadrìa di un putto pieno di argento vivo.

Sforbiciate, volteggi e pas de deux e voilà la coppia più sensuale del mondo formata da Vasiliev con la sua consorte prima ballerina del Bolshoij Maria Vinogradova a far scintille brillando per sensualità nel trasudar passione ed eros entrando nei ruoli classici del maschile e femminile con lei civettuola e vezzosa e lui macho-men esaltati nel duetto Bayadere, diventando  imperiosa e piroettante in quello finale del Don Chisciotte con lui che l'affianca volteggiando in possenti acrobazie che comunque non sovrastano la partner, superiore per classe ed eleganza.
Divina e irraggiungibile Vinogradova tanto che nemmeno la grande Svetlana Zakharova  non è stata al passo con l'omonimo “stacchetto”, suo cavallo di battaglia dei Galà.



L'inizio dello spettacolo apre con “Love is everywhere” con una scenografia inusuale ambientata in un manicomio vecchia maniera  nel quale si trova difficoltà a comprendere la trama pur ammirando la tecnica perfetta coreografica eseguita in maniera classica con grazia ed eleganza da lasciare un po' perplessi perchè il mix non ha convinto in una sorta di classico in stile modernariato non avendo nulla a che fare con la danza contemporanea.
A conferma, lo sguardo pieno di delusione di molte spettatrici nel foyer che esprimevano la loro sufficienza alla performance sperando nel seguito del programma, tutto in classico del gran balletto.
Il quale ha mantenuto le promesse con pezzi tratti dalla Morte del Cigno eseguito da Ella Persson (nella foto), l'unica ballerina straniera di origine svedese (Stoccolma) che ha graziosamente eseguito brillando particolarmente supportata da un fisico aggraziato longilineo e flessuoso con cui spiccava fra l'ensemble delle ballerine russe, e poi dal Corsaire con a seguire il Trio della Fata delle Bambole, il Pas de Deux col cigno nero del Lago dei Cigni, per poi esplodere con Il Don Chisciotte conquistando definitivamente la platea che ha appludito per molti minuti con tanti spettatori che hanno raggiunto il palco per le foto smart.
Molto interessante lo scambio di vedute con una funzionaria dell'Efsa la quale ha elogiato il programma del Teatro Regio di cui non perde uno spettacolo sia per la Lirica che la Danza, apprezzando soprattutto la scelta del Teatro Farnese unico in tutta Europa per l'originale fascino. Speriamo che tanto entusiasmo abbia contagiato tutta l'Authority.



Che dire ancora di questo nuovo astro del balletto russo? 
Il paragone con il nostro Roberto Bolle è di rigore uscendone vincente rispetto al bellissimo ballerino italiano per forza acrobatica muscolare più da culturista palestrato che da allenamento alla sbarra con meno esibizione  del basso cintura con calzamaglia in pacco e perzoma a filo dentale, per puntare in alto, riuscendoci perfettamente, con due metri de' torace  a dominare l'ensemble del Gala come leader mattatore protettivo (marito e  padre) piuttosto che come fico narciso imprimendo una svolta alla danza.
E se l'intento di Bolle era quello di portare la danza nelle piazze, Vasiliev l'ha portata in due piazze. De' Torace.

martedì 11 aprile 2017

LA VENDETTA DI UN UOMO TRANQUILLO

 La migliore vendetta è quella che si serve su un piatto freddo.
Il piatto è presentato alla festa della Prima Comunione di una bambinetta che innocentemente si era seduta accanto a quello che sarebbe diventato l'assassino di suo padre il quale la guarda sorridendo scambiando confidenze sul suo fidanzatino.
L'ambiente è quello assolato di un Paese della Spagna (nella periferia di Madrid), quella tipica godereccia che ci viene illustrata secondo tradizione e che nell'immaginario collettivo si raffigura sempre con gli spagnoli intorno ad un piatto di paella sorseggiando qualche bicchier di vino rossoe ballando il flamenco v rso le cinqo della sera quando in una qualche arena volteggia il matador. Acca' Toro acca' Toro, acca'...
Ma la festa dura poco e lo spaccato di questa Spagna di periferia di Madrid fra emarginati che tirano a campare comincia a delinearsi in tutta la sua drammaticità una tragedia con una serie di sequenze in escalation di omicidi eseguiti per vendetta a sangue freddo sui bersagli fino ad arrivare all'ultimo colpito a tradimento a notte fonda e in retrobottega di un bar nel quale la bambinetta di cui sopra  stava facendo i compiti a un tavolino.
Il cerchio così  si chiude lasciando l'amaro in bocca perchè non si riesce a fare il tifo per questo solitario vendicatore che da parte lesa si trasforma in boia spietato.

Su questa tematica ci sono tanti film dal Giustiziere della Notte a Un Borghese Piccolo Piccolo nei quali la vendetta tremenda vendetta segue a fatti di sangue subiti dai familiari stretti come moglie e figli che innescano un meccanismo d'azione violenta sottoforma di giustizia-fai-da-te parando colpo su colpo all'insegna dell'impellente imperativo sangue chiama sangue di stampo mafioso oppure occhio per occhio secondo la Legge del Taglione.
Se Nel Giustiziere della Notte si resta a fianco del killer vendicatore perchè la sua furia si scatena su balordi teppisti  di serie meglio-perderli-che-ritrovarseli in casa, nel secon con un Borghese piccolo piccolo con un sorpredente drammatico Alberto Sordi, si viene presi da una sorta di pietà verso l'omicida (investitore in un incidente stradale) anche se ha falciato la giovane vita del figlio del protagonista trasformatosi in sadico-toruratore che invece si sente placato nella sua sete  di vendetta.
“Cerco giustizia ma non vendetta” dicono molte parti lese coinvolte in fatti di cronaca nera senza essere molto convincenti soprattutto quando non accettano le sentenze di assoluzione continuando tenacemente e caparbiamente a cercare nuove prove con chiavi in mano per sbattere l'assassino in carcere e buttar via la chiave. Se non era l'imputato lo deve essere per forza qualcun altro è ovvio per cui è comprensibile che la fiducia nelle Istituzioni dia spazio al desiderio di vendetta-fai-da-te. La quale è lecita finchè si limita a cercare prove diventando pericolosa nel parare i colpi ricevuti ricambiando magari con una crudeltà maggiore passando automaticamente dalla parte del torto perchè da Uomo Tranquillo a Mostro il passo è breve. Ma questo vale sia per l'assassino che per il vendicatore.


Il film La Vendetta di Un Uomo Tranquillo con la Regia di Raul Arévalo e l'interpretazione di Antonio Della Torre non offre allo spettatore la libera scelta di lasciarsi coinvolgere in un crescendo della dinamica vendicativa perchè le sequenze sono tutte ugualmente shoccanti, da quella iniziale dove si massacrano due vittime innocenti infierendo soprattutto sulla donna con colpi di una mazza al viso e sul petto dopo che si era accasciata già ferita a morte, a quelle che si susseguono a catena in una vendetta suddivisa in tre fasi: la prima con l'esecuzione a coltellate di un balordo, la seconda nello scaricar un fucile su un giovane della banda ravveduto e con la seria volontà di ricominciare una nuova vita accanto ad un moglie affettuosa e talmente accogliente da servire a tavola il boia di suo marito per metterli in bono pacis, mentre la terza è il colpo secco all'unico amico che si era fatto il killer nella combricola da lui accolto generosamente nel suo Bar e in casa.
La vendetta a freddo mette sullo stesso piano l'assassino ed il giustiziere  davanti a Dio perchè entrambi violano la sacralità della vita mentre davanti alla Giustizia ci possono essere attenuanti  come previste nel delitto d'onore in vigore fino a pochi anni fa o per legittima difesa non ancora pienamente riconosciuto dai magistrati anche se approvato dalla maggioranza del pubblico sovrano.

Ma non dagli spettatori di questo film che hanno un senso di smarrimento e di amaro in bocca perchè viola le regole del lieto fine anche se comunque questo film a modo suo le rispetta perchè il vendicatore lascia in vita il complice autista l'unico ad aver pagato la sua pena con otto anni di carcere, dopo avergli sedotto e abbindolato la moglie con la quale aveva fatto una cavalcata a letto memorabile ad alta gradazione di infoiamento. Qualche soddisfazione in mezzo alla mattanza doveva pur prendersela facendo uno sforzo a livello basso ad inquadrarlo come giustiziere sì ma anche tanto gentiluomo avendo lasciato l'amante (Ruth Diaz)di riunirsi col figlioletto al seguito al suo legittimo marito (Raul Jimenez) nel pieno rispetto della sacralità della famiglia.
Un film interessante e piacevole grazie agli attori molto credibili nei loro ruoli anche se con qualche accenno caricaturale nella palestra del boxeur suonato, fra nani e allenatori arrabbiati, dove si compie il delitto più efferato facendolo rantolare  come fosse un animale al macello a dare spessore di duro senza pietà al Tranquillo Uomo Vendicatore come a rammentarci che dentro a ognuno di noi c'è un potenziale assassino che le circostanze avverse fanno riaffiorare scatenando gli istinti primordiali.
Che fatica essere uomini...

lunedì 10 aprile 2017

ISABELLE HUPPERT SEDUZIONE E VENDETTA






Isabelle Huppert era candidatra all'Oscar 2017 come miglior protagonista del film ELLE ma, anche se non ha vinto, ha comunque lasciato il segno perchè il suo film, diretto da Paul Verhoveen ha fatto molto discutere.
Infatti il tema è molto attuale (ma lo è da secoli e millenni) incentrato sullo stupro subito da un uomo incapucciato entrato nella notte in casa sua sconvolgendole la vita.






Infatti, superato apparentemente l'episodio perchè come diceva con fierezza dolente Claudia Cardinale in C'Era una Volta il West: “Basta una lavata che tutto passa”, la vittima si mette alla spasmodica ricerca del suo stalker che viene individuato fra i suoi “amici” in quello da lei trattato con sufficienza come se non fosse alla sua altezza con il quale inizia un rapporto pericoloso dove da vittima si trasforma in carnefice  prestandosi al gioco dell'accoglienza per poi infierire da sadica dominatrice.
Isabelle Huppert calza a pennello questo ruolo che ha affinato nel corso della sua carriera avendo sin dall'inizio accettato ruoli scomodi e trasgressivi al limite del border-line (Vioilette Nozière) supportati dal Physique du role tutto francese a corporatura minuta e fragile che comunque quando entra in azione domina la scena.

La sua tipologia è quella francese che si contrappone a quella  sexy e disponibile lanciata dalla inimitabile Brigitte Bardot, in formato intellettuale e sempre sull'orlo di una crisi di nervi che comunque la Huppert sulloschermo ha sempre saputo controllare freddamente. La sua sessualità infatti è tutta compressa esplodendo ad occhi aperti nel gioco erotico che ha ispirato attrici del cinema indipendente come Nicole Kidman
sovrastata comunque  dalla Huppert in quanto intellettualmente superiore come cultura di un'artista di un cinema europeista. Il migliore in assoluto che continua a fare scuola anche agli americani i quali se copiano facendo del loro meglio avendo a disposizione mezzi e denari, non riescono ad eguagliare l'intimismo appassionato del sottile mal francese nel quale si cela una vena di follia.da sangue infetto dalla lue che a suo tempo aveva contagiato il Continente Europeo e che al giorno d'oggi è quasi del tutto scomparsa riapparendo in forma d'arte con le eroine della letteratura tradotta in cinema.

Hollywood non ha avuto il coraggio di puntare su questo film che probabilmente pur riconoscendo le grandi doti interpretative di Isabelle Huppert non è riuscito a comprenderlo fino in fondo perchè fuori dagli schemi “dell'americanata” che comprende sia film ad effetti speciali che quelli d'autore supportati da un copione robusto e studiato a tavolino con regole ben precise alle quali si adeguano anche geni come Woody Allen.
Alla Huppert negli anni 90 avevano fatto ponti d'oro, anzi Cancelli del Cielo, ingaggiandola nel film omonimo in un kolossal diretto da Michael Cimino (Il Cacciatore) nella quale anche se la Huppert brillava per inibizione apparendo completamente nuda mentre correva in braccio all'amante (Kris Kristofferson) non aveva colpito come recitazione tutta in falsetto e gridolini delle classiche dive amricane in versione amante entusiasta. wow wow wow!

Insomma era un pesce fuor d'acqua perchè il suo habitat naturale è tipicamente francese sia di provincia, nella quale si è cimentata con ruoli irresistibili da pettegola cattiva, che di città con Parigi in primis dando vita a personaggi svariati da piccola e media borghesia rivelando vizi trasgressivi (La pianista nella quale andava ad annusare di notte i fazzolettini impregnati di sperma dei morosi nei parcheggi) o lucidamente folli come ne' “La Traviata” di Bolognini in versione bambina viziosa nel divertissment con i clienti.



Il regista Paul Verhoveen, ha esaltato queste doti inconsuete e trasgressive  che solo una grande artista poteva avere il coraggio di esprimere andando oltre al solito duo lesbo-chic o shock facendola culminare nell'apoteosi quale dominatrice della scena in assolo esprimendo una femminilità consapevole, libera e responsabile delle proprie azioni senza bisogno di appoggiarsi ad un uomo o alle amiche per fare branco rosa o tanto meno angelo vendicatore avendo chiuso da tempo con i Cancelli del Cielo per scendere all'inferno. Non come artista ma proprio come nuovo modello di donna capace di badare a sé stessa prendendosi tutte le libertà che vuole: in solitudine ma senza “ditalino” roteante per non scadere nella banalità.

venerdì 7 aprile 2017

VENDETTA E GIUSTIZIA

Non amo seguire fatti di cronaca minuto per minuto dei Talk Show perchè li trovo morbosi e poco rispettosi dei sentimenti delle persone coinvolte disapprovando quando queste non hanno rispetto di sé  mettendosi in Tv per raccontar il dolore..




 Mi aveva però  incuriosito a suo tempo la Franca Leosini con le sue Storie Maledette quando aveva intervistato il mandante della vile azione contro Lucia Annibali sfregiandola crudelmente.
Le domande della Leosini a Luca Varani erano incalzanti in un linguaggio fra la dialettica d’elite (citava anche versi di una poetessa) e la mazzata da bassa plebe.Per esempio parlando del Varani lo definiva “incongruo sultano” ma con un sorrisetto che sembrava più di compiacimento e di intesa piuttosto che un’accusa.
E poi, “Lucia non voleva essere la donna del retrobottega e quando l’ha lasciato per lui inizia l’operazione recupero oggetti smarriti per orgoglio ferito”.Insomma tutti questi termini pomposi e ampollosi non facevano che tradurre una vicenda tragica in paradossale perché le domande si accavallano e prima fra tutte perché Lucia insisteva nel restare a Pesaro a farsi tampinare invece di tornare a casa sua a Urbino?
L’amore è cieco anche quando diventa un “circuito perverso che stritola entrambi” come lo definiva Franca Leosini?

Ma questo  non era amore ma solo gioco sado-maso fra due che si godevano sopratutto  nel farsi del male per poi riprendersi e scopare furiosamente perché non c’era altro modo per eccitarsi: lei infatti prima è stata arrendevole e appassionata dando tutto senza in cambio chiedere niente ma poi gli aveva tolto il dolcetto di punto in bianco mandandolo in paranoia. Questo non giustificherà mai l’atto bestiale con il quale si era  vendicato che si è tradotto guardando le sue reazioni di fronte alla Leosini perché restava freddo balbettando qualche “bo’ mo’ sì mi piaceva però nel mio cuore c’era sempre Ada”.
Un avvocato che parla in questo modo non si sa che arringhe facesse per i suoi clienti. Era titubante insicuro stava sempre sulle difensive e come facesse a trovarlo carismatico Lucia non si capisce.

Non si può non stare dalla sua parte comunque perché è stata penalizzata troppo crudelmente ma si può riflettere sul fatto che se lui non dimostrava interesse iniziale la sua conquista e capitolazione era diventata una sfida per Lucia volendo mettere alla prova il suo potere seduttivo spingendosi al limite dell’abnegazione per poi risorgere come dominatrice. Infatti di punto e in bianco quando lui era cotto a puntino gli aveva voltato le spalle facendolo imbestialire.

Così da stallone a stalker il passo è stato breve entrando nella cronaca dei femminicidi quelli di serie  fra le più vigliacche perchè ordinato su commissione ed eseguito per mano di sicari come fanno i mafiosi le cui gesta esaltate in tante fiction ispirano bullotti che vogliono sentirsi dei boss e dare una lezione alla vittima verso la quale provano un senso di inferiorità  e placare la propria sete di vendetta.
Pagata cara dal Varani con il carcere a vita placando anche la sete di vendetta di Lucia senza che le sia stata resa giustizia al volto anche se la chirurgia ha fatto del suo meglio. Una pena infinita per cui è da ammirare il coraggio con il quale ha  affrontato la sua dura realtà senza farsi annientare nello spirito.

giovedì 6 aprile 2017

DAVID DI DONATELLO AUTOCELEBRAZIONE DEL CINEMA ITALIANO



Il David di Donatello in scena sul Canale 8 sponsorizzato da 3.
Come il Premio alla regia televisiva di Daniele Piombi il David lo eguaglia in tristezza.
Infatti ha trionfato Pazza Gioia film che è  una sorta di Tristezza per Favore va Via.
Del film si è già parlato anche perchè clamorosamente escluso da Cannes per poi fare incetta di premi a casa nostra,.E fuori i Francesi.
Fra gli stranieri ha vinto Io Daniel Black film inglese tra i più interessanti della scorsa stagione con il protagonista alle prese di pratiche burocratiche nelle quali cerca di districarsi come in una sorte di girone dell'Inferno, e poi Animali Notturni (con Amy Adams) trhiller firmato Tom Ford regista sopravvalutatoi perchè dopo l'autobiografico  A Single Man non è più riuscito a catturare lo stesso indice di gradimento presso il pubblico avendo perso lo stile originario del fashion-drama ed essere scaduto nel trhiller che si rivela sempre una sorta di campo minato perchè ha bisogno di esperti del settore artificieri.
Un conto è una bomba rossa per soli adulti come Julianne Moore un altro è una bambola rossa come Amy Adams che attira solo le bambine incantate di talebana memoria.

Il David di Donatello ha riportato il cinema a fare i conti col passato perchè gli omaggi agli autori che l'hanno reso grande si sono susseguiti sullo schermo per dare spessore alla preemiazione che un conduttore come Cattelan ha fatto scendere in picchiata per mancanza di comunicativa anche se buono per iu Talent dove fra i giovani abituati al linguaggio smart spopola.
Ma i David non sono Premi per giovani che lo stesso Paolo Virzì ha riconosciuto come interessanti emergenti talentuosi ma “tante grazie per il Premio affidato a me che ho una certa età” anche se giovane come regista tanto che si è avvalso di un'esperta come Francesca Archibugi per la consulenza in un tema difficile come la malattia mentale  svaporata con la rivelazione di Valeria Bruni Tedeschi, attrice anche lei  non più giovanissima con un percorso molto intenso, anche a livello hard, alle spalle  che comunque in Italia è riuscita a farsi valorizzare per prima esaltando le sue doti istrioniche, dalla regfista Cristina Comencini con un cameo indimenticato in Latin Lover con il leit motiv di Patate e Cozze come suo piatto preferito.

Con Paolo Virzì nel film Il Capitale Umano non aveva colpito anche se fra i protagonisti perchè il dramma tout-court evidentemente non è nelle sue corde anche se lo ha sempre recitato con professionalità.
Su Valeria Bruni viene spontaneo fare un parallelo con il percorso di Monica Vitti, grande interprete dell'incomunicabilità quale musa di Michelangelo Antonioni, per poi assurgere ad acclamata attrice brillante di tante commedie all'italiana nelle quali ha lasciato un segno ed un vuoto fino ad \ora sembrato incolmabile se non fosse apparso sullo schermo Valeria Bruni in versione giuliva svaporatra con La Pazza Gioia.
Infatti la Bruni sembra separata alla nascita da Monica Vitti perchè morfologicamente somigliante avendo in comune il naso pronunciato, la bocca carnosa un sorriso a 360 gradi ed un'ironia che se anche espressa in basso è sempre iuntrisa di un'aura d'alta classe.
Mai buzzicona Valerias Bruni è sempre molto stilé rivelandosi elegante anche quando ha ricevuto il Premio David Donatello in barba alla moglie del Regista Paolo Virzì (Donatella nel film) che tutti davano vincente ex equo alla Bruni nel ruolo di Beatrice, che ha chiamato accanto a sé sul palco “perchè il mio personaggio di Beatrice non può esistere senza Donatella”.


Per la Ramazzotti era un'occasione di restare incollata alla poltrona lasciando tutta la scena all'amica-collega, ma non ha perso l'opportunità di fare un salto sul palco per fare conto pari  come coppia al femminile.
Come a dire che dietro al gioco di splendore come protagoniste c'è sempre l'amicizia a fare da collante perchè l'altra premiata sempre per lo stesso film La Pazza Gioia Daniela Tartari è solo un addetta ai lavori facente parte dello staff. La professionista ha impugnato il David dileguandosi senza tanti salamelecchi per non togliere minuti preziosi alla scena dei protagonisti brillando per modestia.
Allora il girotondo è di rigore scattando le domande che si in seguono: se Beatrice non potrebbe esistere senza Donatella, Donatella che cosa sarebbe se non fosse stata conciata così bene da “truzza” dalla parrucchiera Tartari di cui sopra la quale si è meritata ampiamente un premio là dove la Ramazzotti è stata esclusa?
Valeria Bruni ha comunque ringraziato tutti, tra questi anche vicini di condominio parenti e affini, tranne che gli addetti ai lavori rivelandosi in tutto il suo tronfio di perfetta snob. Sì ma in barba alla parodia di Franca Valeri per entrare nei ranghi della sorella Carla. La snob d'Oltralpe d'eccellenza. E dentro i francesi.

martedì 4 aprile 2017

GRAMELLINI, MA COS'HAI MESSO NEL CAFFE'

Ci sono giornalisti che si credono tali mentre invece sono solo degli opinionisti.
Prendi il Gramellini. Che notizie diffonde?Al Massimo esprime un'opinione.
Già ai tempi di Che Tempo che Fa pontificava sulle notizie date come una sorta di Giovanna Botteri che le traduce dall'America quando tutti le hanno già lette sui Social.
La differenza tra i due è che almeno la Giovanna  Botteri le traduce senza fare commenti personali limitandosi a scegliere quelle che piacciono a lei per sgramellarle in diretta come perle giornalistiche mentre il Gramellini ha da ridire su tutto pretendendo di versare oro colato come fanno quei vecchi conduttori delle tv locali che sfogliano la rassegna stampa.
Già ai tempi in cui appariva da Fazioera abbastanza noioso e sorprende che il Corriere gli abbia dedicato il corsivo della prima pagina come se fosse il più bravo degli opinionisti. Ma le opinioni sono tutte uguali e allo stesso livello degne di rispetto per chiunque le possa formulare mentre sono da considerarsi veri giornalisti i cacciatori di notizie, quelli che fanno gli scoop.

Il Gramellini non pare sia fra questi. E' solo un chiacchierone davanti alla tazzina  di caffè come tanti se ne vedono la mattina nei Bar a far colazione dove spesso ci sono personaggi che non avendo nulla da fare tirano sera con un sorso di caffè dell'unica tazzina ordinata, leggendo ad alta voce le notizie del quotidiano che hanno in mano per creare un dibattito senza esito alcuno perchè tutti sono di fretta per andare al lavoro.
Ci sono anche giornali che copiano e incollano le notizie per riempire la pagina.
Evidentemente confondono lo scoop con la cagatina di piccione facendole cadere a raffica dall'alto sperando che qualcuno ne becchi una. Di cagatine porta fortuna!






.
           

lunedì 3 aprile 2017

COSTANTINO MITO DELL'EFFIMERO. DA TRONISTA A MORTO DI FAMA

Era l'idolo delle ragazzine e signore alle quali piaceva da morire anche se qualcuna si domandava chi fosse perchè non seguiva in Tv il format nel quale imperversava.
Guardandolo in queste foto veniva da pensare a quiei ragazzi degli spot pubblicitari di passata memoria: quelle che devotamente si inchinava ad annusare la biancheria della Bellucci persa per strada, oppure quello che faceva un buffetto dalla porta a vetri pregando, bagnato fradicio, la smorfiosa morosina di farlo entrare a mordicchiare un bon bon insieme (mon cherie mi pare) o meglio ancora quello appoggiato nudo sopra a una scogliera  mentre sapeva che l'amante, inquadrata a far l'amore con il vecchio e ricco marito, pensava a lui.
Un zedda piras a terra bruciata che aveva fatto sognare anche Irene Pivetti così come lei stessa aveva dichiarato, alla faccia delo suo ex Branmbilla, da Bruno Vespa a Porta a Porta.



Invece no. Le donne lui non le cercava non intendendo far da cavalier servente. Così si posizionava sul trono di Uomini e Donne per farsi corteggiare e poi sceglierne una non prima di averla strapazzata.
Infatti la sua particolarità quella che lo aveva poi reso famoso portandolo a far serata in giro per le discoteche, era proprio quella di maltrattare le donne. Uno sciupafemmine?
No, un villano vero e proprio. Capito il Costantino che di cognome fa Vitaliano?
Era uno che quando gli veniva dimostrato un interesse con entusiasmo e magari qualche avances come da copione format, si prendeva sul serio rispondendo poco elegantemente con fare strafottente: “Ma che vuoi?
Ti sei guardata allo specchio?” mentre le donne del pubblico applaudivano sempre invocando il suo nome a gran voce. Le donne sono le peggiori nemiche di loro stesse, ma l'audience saliva alle stelle  facendo sorridere di soddisfazione la virilissima conduttrice Maria De Filippi come se avesse preso due piccioni con una fava perchè la rava era quella di Costantino che si vantava nelle interviste di essere stato fidanzato solo una volta per due anni: “...ma eravamo molto giovani ed io avevo solo una cotta. Il richiamo sessuale è importante ma io amo essere preso per la testa”.
Ma testa de che'? De' ...'azz?. Gli piacerebbe.

 Il dubbio si è sciolto con il passar del tempo quando era ricomparso in Tv dopo anni di Disco e lavoretti vari, per giocare tra i famosi dell'Isola dello scorso anno, morendo di fama dopo una sola puntata perchè' il pubblico l'aveva dimenticato mandandolo ad infoltir le fila dei miti dell'effimero Tv. Finchè appaiono sullo schermo sono osannati ma una volta scomparsi dal video nessuno li riconosce più come tali.
A confermarlo sono tanti versi di canzoni come “Lontano dagli Occhi, lontano dal cuore” oppure “La lontananza sai è come il Vento”. E figuriamoci se va controvento
Ma a dirla giusta è il solito luogo comune della nonna: “Se non ti manneggio non ti conosco”. Praticamente non esisti.
Le regole della tv sui personaggi virtuali sono spietate secondo tradizione così come dettate in un passaparola dalle nostre nonne.