venerdì 28 febbraio 2020

LUISA RANIERI LA TEMPRA DI UNA DONNA DOLCE


Luisa Ranieri è una delle attrici più amate in Tv perché sembra la dolcezza fatta donna, con una mano di ferro in un guanto di velluto incarnando quella tipologia di donna che ha caratterizzato la tempra delle nostre nonne 
matriarche sempre affaccendate e protettive.
Donne a capo di famiglie numerose diventate libere e indipendenti per forza di cose (vedovanze cause guerre e quant’altro) perché l’emergenza ha fatto loro aguzzare l’ingegno misto a tanta volontà e determinazione per superare gli ostacoli del quotidiano di una vita.
Luisa Ranieri impersona perfettamente questo tipo di donna che nonostante le asperità della vita mantiene una dolcezza infinita esternata verso tutti i suoi cari dirigendoli con bonaria autorevolezza ricevendone in cambio amore per la sua protezione e rispetto per la sua alterigia fuori dalla famiglia tenendo testa alla prepotenza di maschi dominatori che vorrebbero annientarla per il solo piacere di sottometterla.
Impresa ardua non riuscendo a intimorirla sapendo di poter contare sulle sue forze di donna temprata e sulle sue capacità gestionali non solo perché crede in sé stessa ma anche perché ne ha avuto conferma dalla vita avendo raggiunto una posizione di titolare che la mette allo stesso livello di un uomo.

Dunque una donna forte anche se mantiene una fragilità nella sfera dei suoi sentimenti unico ambito dove non riesce a dominare in pieno per il troppo amore finendo vittima di chi la ferisce non la contraccambiando la sua passionalità in egual misura così come abbiamo visto per esempio nella miniserie Tv Maria Callas e Onassis nella quale Luisa Ranieri ha delineato in modo così magistrale la divina in tutte le sua fragilità di donna innamorata di un uomo forte e potente che contrastava assai con la dominatrice della scena assassina e vendicatrice di quella che fu Casta Diva d’eccellenza che visse d’Arte e d’Amor.
La sua disarmante dolcezza nel porgersi al suo Ari aveva conquistato tutti più di quanto abbiano fatto “divine” interpretazioni di attrici anche di fama internazionale come Fanny Ardant per esempio in una Callas Forever più divina e distante nel privato che sulla scena, per non parlar di Paz Vega nel film Grace dove la Callas sullo Yacht di Ranieri di Monaco sembrava una sciantosa di un Café Chantant.
Anche con il personaggio di Luisa Spagnoli sempre in miniserie televisiva Luisa Ranieri aveva conquistato il pubblico partendo da umile cioccolataia a imprenditrice dei Baci Perugina per poi intraprendere una nuova avventura di successo come stilista della famosa casa di mode tutt’ora molto attiva e presente alla quale aveva dato credibilità con la sua calda bellezza ed imponente statura a figura elegante.

https://ritaguandalini.blogspot.com/2016/02/luisa-ranieri-in-spagnoliuna-favola.html

Con la Vita Promessa in seconda stagione su Rai Uno Luisa Ranieri si è confermata attrice in ruoli di donne forti e matriarcali che pur essendo già stati interpretati da Sabrina Ferilli in modo accattivante e sexy e da Virna Lisi in maniera rigorosamente autorevole perché in terza età, lei ripropone in modo personale dando un’imprinting di particolare dolcezza racchiusa nella forma delle sue labbra perché quando sorridono si posizionano a cuore rendendola irresistibile con le due fossette alle guance facendola sembrare sempre giovane anche nei panni di una donna di una certa età così come in questa miniserie televisiva. Non c’è nulla di più affascinante di un viso da ragazzina in un corpo di donna forte e imponente perché spiazzante per qualsiasi maschio con mire da dominatore trovando trasformata tutta la dolcezza in un musetto piuttosto che a muso duro castrante. Infatti il suo persecutore impersonato da Francesco Arca molto nella parte di bel mafioso testa calda, si ringalluzzisce alla grande restando folgorato dalla fredda determinazione nel rifiutarlo per poi colpirlo con uno schiaffo andandosene furiosa dopo aver girato i tacchi facendo ondeggiare i fianchi senza esser consapevole del suo potere sexy perchè molto presa come madre e come nonna.
Sì le nostre nonne erano, così madri forti e appassionate a capo del loro piccolo mondo e che vissero d’amore per la loro famiglia sapendo tenere testa a fascisti e camicie nere con baldanzoso coraggio riuscendo a farsi rispettare nel neutralizzare la loro arroganza e prepotenza per paura della vendetta che avrebbero perpetrato come una sorta di Mater Terrificante in grado di trasformar qualunque maschio in piccolo piccolo…
Luisa Ranieri per la cronaca rosa è la moglie di Luca Zingaretti ma noi parlavamo di lei come attrice perché del suo privato non siamo curiosi sicuri che sia lui a portare i pantaloni perché tutti ormai lo identifichiamo in Montalbano. Con le braghe calate non ce lo immaginiamo proprio.
Senza mutande sì. Sorry!



mercoledì 26 febbraio 2020

FAMIGLIA ALLARGATA? NO GRAZIE

Con l’approvazione della legge in aiuto alle coppie clandestine, nel 78 si era scatenata la corsa alle domande di divorzio iniziando così un nuovo corso per la famiglia che da tradizionale Una Santa e Cattolica si era trasformata in civile aprendo a quella allargata.
I danni provocati non si contano anche se i promo di tante star, quelle più attive nelle separazioni con scambi di mariti in un susseguirsi di “avanti un altro” incessante, sono stati favorevoli mettendosi in posa fra tutte le famiglie che si eran moltiplicate come pani e pesci.
Tutti sorridenti e felici come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
A contribuire a questo grande successo era scesa in campo la soap Beutifull che dagli anni 80 viene trasmessa tutti i giorni per indottrinare le famiglie sul fatto che ci si possa sposare e risposare anche rubando il consorte a figli parenti stretti e concorrenti aziendali per uno scambio proficuo che pur creando rivalità fa bene alla famiglia allargata perché a Natale o ai matrimoni si fa pace riunendosi in letizia.


L’unica che non si è mai adeguata, e che non finiremo mai di ammirare, è sempre stata Romina Power avendo mantenuto sempre le distanze da Loredana Lecciso che non ha mai voluto incontrare ignorandola platealmente ritenendosi a tutti gli effetti la moglie di Al Bano non essendo mai stato annullato il matrimonio in Chiesa. Come dire menage civilmente separato ma cuore sempre unito senza dare così il suo consenso alla famiglia allargata con foto di gruppo in allegria.
Finalmente anche le star cominciano a dire la verità perché è scesa in campo Alena Seredova raccontando il dolore che hanno provato i suoi figli con la separazione da Gigi Buffon il quale si è accompagnato ad Ilaria D’Amico formando un’altra famiglia con nuova prole.

Alena Seredova pur avendo anche lei trovato un nuovo compagno,Alessandro Nasi rampollo della famiglia Agnelli, con il quale va talmente d’accordo dal ritenerlo il vero amore della sua vita avendo questi rapporti idilliaci con lei e molto affettuosi con i figli di Buffon, dopo essere rimasta nuovamente incinta in questo nuovo contesto familiare è uscita con questa dichiarazione per negare pubblicamente ogni possibile accordo di una famiglia allargata non passando sopra al fatto che Gigi Buffon non abbia esitato a cercare la felicità calpestando i figli ancora piccoli senza curarsi di ferirli.
E’ un concetto molto nobile secondo me che non va interpretato come negazione del perdono ma come il sentimento molto forte che contraddistingue una leonessa che difende i propri cuccioli feriti sui quali non transige.
Siamo d’accordo e anche sul fatto che non si possano inseguire i propri scopi facendo male al prossimo perché non porta mai bene. Sarebbe come se ci abbassassimo a vivere in una giungla a combattere per la “sopravvivenza” facendo riaffiorare gli istinti animaleschi che se proprio volessimo interpretare quelli della D’Amico sarebbero da paragonare a una…Fate voi. Pensare si può, ma scriverlo no!



martedì 25 febbraio 2020

SCONTRO DI CIVILTA’: LA RESA DELLE OCCIDENTALI


In Germania sono stati pubblicati i nuovi canoni di bellezza a sovvertire quelli classici delle miss in gambissime.

Le quali sono state nel corso degli anni sempre più attaccate eliminando il bikini per optare al costume intero con corredo haute couture da esibire per valutarne la classe e l’eleganza sottoponendole a un tour de force con tutta una serie di quiz per individuare il quid dell’intelligenza a completare quella virtù di “esserci da Dio” in quanto miss anche informate.
Tutti escamotage per nascondere il fatto che la miss in realtà debba colpire il Presidente o la Presidente di giuria a valutar la bellezza di un volto o quella di un corpo, meglio se tutte due insieme, perché se piaci a lui/lei piaci a tutti.
Storie di ordinarie elezioni confermate da quella giuria di sole donne in Germania che hanno votato in piena solidarietà una donna come loro di mezza età (35 anni a citar quel verso dantesco “ Nel mezzo del camin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura…”) di tutto punto vestita.
Come dire sotto il vestito  “La Foresta Nera. Cucu’! Paura paura!”perché si sa che in una donna oltre alle gambe c’è di più.
Sì, una cosa grande e terrificante che una miss ancora non ha non avendo praticamente alcuna esperienza data la giovane età proponendosi come una dilettante della bellezza spesso in diletto al suo sponsor di giuria.
Farà tendenza questa nuova proposta oppure lascerà il tempo che trova come tante altre che sono state introdotte nei concorsi di Miss Italia considerata ormai una sfilata che mortifica le donne presentate come oggetto del desiderio.
Quella che sembra una forma di innovazione per elevare la miss ad un livello di una bellezza consapevole e matura al di là della scosciata e dello “sgambetto” che ha sempre caratterizzato i concorsi di bellezza è in realtà una forma di regressione perché l’esibizione del corpo della donna è una conquista della civiltà occidentale, molto osteggiata da quella orientale dove il maschilismo è ancora imperante.


Le donne rivestendosi e puntando a far palesare che sotto sotto ci sia “l’Inferno di Saviano” non potendo più usufruire della Protezione Civile della Forestale ormai soppressa, si mettono sul piano Talebanico delle donne col velo e con il burqa in primis costrette a coprir quella sorta di malafemmina (termine coniato dal maschio)  che c’è in loro per combattere la cupidigia anche assassina dei maschi.  I quali non essendo abituati alla nudità del corpo femminile basta un lembo di pelle in bellavista per scatenare l’istinto  del predatore sessuale.

 Ecco allora che, così come insegna la maestra di stregoneria Lilli Gruber occorre abituare gli uomini all’esibizione del nudo femminile fin da piccoli per non trovarsi degli assatanati di sesso che vedono le donne solo come prede per soddisfare i loro incontrollabili “bisogni naturali”.
Questo per dissentire da parte mia e ribadire un concetto innovativo di quella scuola maestra di Lilli pensiero affermando che le donne siano invece diventate “Streghe” a forza di esibire il loro corpo nudo per cui hanno l’esigenza di nascondere quella foresta oscura con la quale da sempre sono state contraddistinte come tali specie dopo averla scoperta anche alla luce del sole, dando ragione ai maschi, i nuovi talebani occidentali che si stanno imponendo con le loro molestie e violenze sulle donne considerandole colpevoli,scoprendo i corpi, di risvegliare i loro bassi istinti di predatori sessuali
E’ il concetto di streghe che va superato e  rimosso perché le donne non sono ancora riuscite ad assimilare loro stesse il concetto di parità insito nella parola persona con la quale si potrebbe iniziare per affermarla facendo un gesto di buona volontà da parte della maestra di stregoneria offrendo rose rosse ad un maschilista come Matteo Salvini per esempio che il potere l’ha già perso mentre la Gruber lo ha acquisito e di rose rosse, oltre alla scena, se ne fa un baffo.
Ma grazie lo stesso per tutte quelle persone che detengono il Potere, che non è la Foresta nera dell’Inferno di Saviano ma l’arte del fare e del sapere. Basta|! E avanza.


venerdì 21 febbraio 2020

GLI ANNI PIU’ BELLI. IL FILM NON C’AZZECC


Gli Anni Più Belli di Gabriele Muccino sembra costruito apposta sugli echi di S.Remo perché comunque vada sarà un successo.
Questo vale anche per i promo. Sul palco dell’Ariston infatti è apparso tutto il cast di questo film che si avvale, guarda caso ma sicuramente no, della colonna sonora di Claudio Baglioni, ex conduttore di S.Remo ad avvalorare un film che ha la pretesa di riproporre il C’Eravamo Tanto Amati di Ettore Scola girato sotto l'imperativo del nuovo cinema che copiare si può purchè in modo attuale con l’originale innovato e corretto.
A volte la copia può venire anche meglio ma non è questo il caso perché il film è tutta un’accozzaglia di riferimenti e citazioni. Non colte comunque, a cominciare dalla parlata in romanesco stretto da aver bisogno di sottotitoli così come è stato fatto con il Buscetta, ma lì ci stava.
Peccato perché molto dei dialoghi è così sfuggito non riuscendo a capirci una mazza impegnando lo spettatore a tradurre le figure in movimento tra le  quali estrapolare l’unica “frase celebre” perché recitata in italiano alzando i calici “Alle cose che ci fanno stare bene”. Cin Cin.

Difficile assimilar questo concetto visto il tormento nel quale si trovano a vivere tutti i protagonisti fin da quando formavano un gruppo di piccoli amici turbolenti quanto basta che il film accompagna nella crescita segnata sullo sfondo da uno scenario di avvenimenti sociali e cruciali dell’Italia e del Mondo come la Caduta del Muro di Berlino “e niente fu più come prima”, Tangentopoli Craxi e Mani Pulite, Berlusconi discesa in campo “e niente fu più come prima” le Due Torri e l’11 Settembre “e niente fu più come prima” il Movimento del Cambiamento ““e niente fu più come prima”.
Sì, come prima più di prima t’amerò. Infatti gli avvenimenti citati non c’entrano nulla perché la storia è fra le più banali raccontando le feste, le discoteche, il gruppo che accenna i primi approcci sessuali facendo autoerotismo in macchina davanti a una figura porno (Amarcord) oppure inseguendo la ragazzina che, rimasta orfana, si trasferisce a Napoli crescendo come donna nel  far la zoccola. Mica una come tante ma conciata in rosso come Penelope Cruz in To Rome With Love o con la sigaretta sempre in bocca come in Vicky Cristina e Barcelona in una imitazione di Micaela Ramazzotti a capello tutto cotonato e versione bionda che parla in romanesco stretto come nel film “Vivere” riuscendo a far di ogni personaggio una macchietta che alla fine di questo film Gli Anni Più Belli, redenta e rinsavita perché maturata,  si cimenta pure a scimmiottare la Sandrelli (interprete di C'Eravamo Tanto Amati) nell’abbraccio corale del film di Scola.

I tre amici se la cavano meglio con PierFrancesco Favino che si conferma grande attore del cinema italiano nel ruolo di avvocato rampichino senza scrupoli disposto a difendere politici corrotti e assassini facendo razza nel sposarne la figlia, Claudio Santamaria non è da meno dando credibilità al personaggio di giornalista sfigato  sposato ad una petulante
Emma Marrone che non si sa come sia stata scelta  o forse sì essendo della scuderia di Maria De Filippi ex presentatrice di S.Remo (e qui il conto torna), la quale comunque pur gesticolando e urlando forse troppo fa simpatia cavandosela bene in questo ruolo di casalinga disperata, mentre Kim Rossi Stuart piace n quella parte di professorino-bravo ragazzo molto devoto a mamma che insegue il posto fisso  come unico obiettivo della sua vita e finalmente alla fine si accasa in una sorta di coppia la pupa e il secchione, con la ragazzina (la Ramazzotti in piccolo) che gliel’aveva data per primo. Sì ma prima di far la zoccola a Napoli e poi avergli messo le corna col suo miglior amico intendiamoci. Certe finezze vanno sottolineate.

Insomma storielline da “maglietta fina tanto stretta al punto che immaginavo tutto” che abbiamo già visto dipanate con Riccardo Scamarcio o Raul Bova e tutte le bellissime coppie del “lucchetto” come prima più di prima per sempre ti amerò.
Tutte commediole all’italiana, ben lungi dalla serie di Poveri ma Belli, perchè vuol essere di pasta buona n un contesto di degrado e a zoccolo duro ma dove tutto è bene quel che finisce bene.Un'Italietta furbetta e di malaffare alla quale, ovunque vada, la si dà sempre vinta.
Infatti purtroppo il film finisce bene passando sopra come un colpo di spugna a fatti e misfatti anche pesanti dei protagonisti chiudendo il film nel lasciar l’amaro in bocca con l’abbraccio dei protagonisti di serie “volemose bene”e  i fuochi d’artificio dell’ultimo dell’anno che scoppiano sullo sfondo, anche se niente sarà più come prima avendo non solo perso l’età dell’innocenza, ma pure quello della decenza facendo di ogni nefandezza un fascio da buttarsi alle spalle salvando la morale che sia meglio il rimorso che il rimpianto.  L’importante è chiedere perdono agli spettatori e farli correre numerosi ai botteghini perché le vittime vere “dei fatti reali ai quali ci siamo ispirati” che si leggono sempre in coda, non possono più parlare.

mercoledì 19 febbraio 2020

LA RINASCITA DI BRAD PITT


 C’era una volta Hollywood non ha vinto l’Oscar assegnato invece a Brad Pitt  come non protagonista nel ruolo di stunt-man della star impersonata da Leonardo Di Caprio che si conferma uno degli attori più bravi a livello internazionale.
Il film di Queentin Tarantino ha deluso, in primis tutti quelli che volevano assistere alla strage nella vitta affittata dai Polansky dove aveva trovato la morte Sharon Tate uccisa barbaramente insieme ad alcuni amici da parte di una setta satanica sotto mentite spoglie di comunità Hippie.
A Hollywwod niente fu più come prima. Eddayye, come se i parti e le sbevazzate bordo piscina a colpi di canne fossero improvvisamente cessate quando invece si moltiplicarono di successo in successo.
Brad Pitt è stato premiato anche se a dire il vero ha fatto di meglio. Infatti il suo esordio è stato fulminante perché la sua falcata dinoccolata col cappello da cow boy con a seguir la ballata (hy! hy hhyy!!!hy-hy- yhhy- hy hyyyy!!!!) sul letto insieme a Geena Davis è stata memorabile specie quando aveva tirato fuori la pistola per presentarsi e perpetrare una rapina. Galeotto fu quel racconto perché la rapina la mise in atto in tempo reale con il letto ancora caldo, dopo aver consumato

In questo ruolo di canaglia se aveva fatto centro nella “breccia” chiamiamola così delle donne, quelle canaglie come lui che sono in maggioranza, non aveva vinto l’Oscar spronandolo così a fare sempre meglio, a differenza della sua ex Gwyneth Paltrow che al primo film aveva vinto la statuetta per poi finire a fare l’influencer shop-line perché si guadagna meglio.
Furbata raccolta da duchesse e leader politici essendo il web la piattaforma più redditizia come base di lancio per i propri intressi arrivando in pochi istanti a comunicare in tutto il mondo con sponsor aggregati che non badano a spese.
Brad Pitt invece si è applicato di film in film scegliendo di interpretare personaggi di spessore e molto seriosi intervallati anche da qualche performance brillante con i Fratelli Cohen nel ruolo di un cretino palestrato.
Per il resto  è stato tutto un crescendo con una galleria di ritratti sempre molto azzeccati vestendo i panni con credibilità di eroe dei classici greci, detective, pugile, militare, messaggero di droga, di spia, di agente, quest’ultimo girato con Angelina Jolie che li aveva fatti innamorare inducendo Brad a lasciar la moglie Jennifer Aniston con la quale si è rivisto dopo la separazione anche dalla Jolie, ai Golden Globe dove l’ha rincorsa per una rimpatriata che Jennifer ha declinato gentilmente perché non c’è niente di peggio che ritornare con un ex e tutto il suo bagaglio di esperienze con l’altra che si è portata a letto, dopo aver fatto dei figli con botte da orbi e buona notte ai suonatori.
Come dire se ti ha scartato lei perchè dovrei riprenderti io? Cocci suoi.

Comunque Brad Pitt si è consolato con l'oscar di C’Era una volta Hollywwod anche se il film deluso anche per una sorta di accozzaglia di citazioni cult-movie con musiche d’epoca, minigonne  e stivaletti d’epoca, minishort ed infradito d’epoca, stivaletti e tracolle con le frange d'epoca, capelli lunghi e fascie d’epoca, giacche di pelle maglioncini striminziti pantaloni senza pinces d’epoca,  occhiali d’epoca e sigarette acide anche quelle d’epoca nella quale sgambettavano Margot Robbie (Sharon Tate) come guest star e la rivelazione del film Margareth Qualley nel ruolo della ragazzina della comunità satanico-hippie che saltellava e faceva la buffetta inquietante come una sorta di “Joker” in gonnella e con la quale Brad Pitt non ha voluto cogliere il piacere perché minorenne. Hai Hai Hai!
E qui casca l’asino perchè la citazione di Tarantino come moralista contro Polansky balza all’evidenza ancor più evidenziata dal fatto che nel finale abbia risparmiato Sharon Tate come se l’America non l’abbia perdonata a Polansky tanto che la Francia ha raccolto il messaggio per contestare il regista ai Cesar boicottando il suo J’accuse accolto trionfalmente invece a Venezia la quale ha voluto fare un distinguo tra il lavoro di un artista ed il suo privato.
Quando pubblico e privato sono fusi si rischia di entrare in paranoia un po’ come succede a quegli attori che si immedesimano talmente nei ruoli da non uscirne più fuori anche nella vita reale incollandosi per sempre al personaggio che ha dato fama e successo. Facciamo i nomi? Meglio di no preferendo precisare che un conto è essere identificati dagli altri, un altro è crederlo da sé.
Brad Pitt non è uno di questi avendo preferito far l’attore di spettacolo piuttosto che l’attore nel privato dove il ruolo di padre di bambini biologici e non a formare etnica gli è riuscito male perché evidentemente era per lui una forzatura mandando ben presto all’aria il marchio “Brangelina” anche se ci guadagnava un sacco perché evidentemente non è quella canaglia dello schermo ma semplicemente una persona che ama il suo lavoro di attore desiderando una famiglia normale senza politiche sociali incluse.
Così ora è single con una certa età ancora molto affascinante: un uomo in grigio che ha ancora molto da dare. Il meglio sulla piazza. Un vero peccato che non sia a due piazze.

lunedì 17 febbraio 2020

L'AMICA GENIALE LA SERIE CONTINUA


L'amica geniale è tornata in seconda stagione con le bambinette Lenu e Lila che da adolescenti sono diventate signorinette cresciute in una periferia napoletana fra miseria e camorra mentre al nord scoppiava il boom degli anni 50.
Il divario nord e sud era colmato dalla morale cattolica comune con il mito della verginità come una sorta di pass per aspirare ad un matrimonio che restava l'obiettivo principale di tutte le donne.
Se i bravi ragazzi rispettavano questo codice comportamentale le canaglie esigevano sempre la prova d'amore che molte ragazze offrivano ingenuamente per poi venire abbandonate specie se rimanevano incinte perchè portare all'altare una ragazza col pancione era un disonore.

Così le due amiche anche se prese da forte calore non riuscendo a frenare i loro istinti sessuali per Lenu o di predatori per Lila venivano protette dai loro fidanzati con l'intento di rispettare la loro verginità fino alle nozze facendo comunque qualche concessione come il ragazzo di Lenu, la più brava e studiosa ma più curiosa in fatto di sesso, che si accontenta di qualche seghetta consumata in un casolare abbandonato.
Lila invece arriva vergine al matrimonio con un piccolo aspirante boss che invece di onorare la fidanzata nel preludio amoroso per portarla al culmine del piacere ed invogliarla a sposarlo, preferisce fare il lecchino da scarpe prima con lei e poi con il capo mafioso della famiglia Sorbara che Lila osteggia, per poi riempirla di botte e non solo dopo aver ottenuto una duplice avversione schifata, per lui e per il boss.


Le due ragazze si sostengono a vicenda in una sorta di mutuo soccorso, più sincero per Lenu che partecipa commuovendosi fino alle lacrime per la sorte di Lila la quale invece se ne approfitta usandola per perseguire le sue personali vendette una volta che Lenu arriva a chiederle aiuto.
Lenu, oltrechè più intelligente è anche più buona e sensibile mentre Lila, calzando i panni della malafemmina è più furba e seducente per chi piace il genere mala di donne che odiano gli uomini, sempre col coltello in mano che si compiace di vedere l'amica mentre fa il bagno nuda nella vasca che Lila le ha offerto per lavarsi a modo fuori dalla tinozza di casa sua così come si faceva allora nelle case quasi tutte senza bagno.
Lila infatti nella sua disgrazia di aver sposato un uomo ambizioso che come lei usa le persone per i propri scopi, col matrimonio ha raggiunto l'agiatezza andando a vivere in un quartiere in piena espansione di case nuove, le tipiche tre stanze più servizi che avevano segnato il boom economico dell'Italia in ricostruzione, un settore che si stava affacciando piano piano anche al sud.
Lenu invece continua i suoi studi raccontando in fuori onda le emozioni che non riesce esprimere perchè bloccata dai continui schiaffi e maltrattamenti che riceve dai suoi genitori, trovando conforto al capezzale della vecchia maestra la prima insegnante ad aver creduto in lei.
Lila e Lenu sono due tipologie agli antipodi che come gli opposti si attraggono ma non tanto per un desiderio di completezza nella fusione delle loro personalità quanto per la volontà di restare fedeli ad un'amicizia nata quando erano bambine talmente coinvolgente da farle sentire sorelle anche se non consanguinee.

Dice il saggio...e infatti questa tematica è stata ampiamente raccontata in parallelo nel film Il Ventaglio Segreto nel quale le bambine condividendo le stesse esperienze tra scarpette e piccoli segreti, diventavano sorelle giurate, per cui l'intreccio è curioso nell'individuare la fonte di ispirazione.
Ad ogni modo quel che è certo è che la serie sia molto avvincente con la regia di Saverio Costanzo che in questa stagione si avvale della collaborazione di Alice Rohrwacher una regista sempre molto presente nelle tematiche di femminile sostantivo plurale.
Da qui al pluralismo il passo è breve per cui la valenza politica al serial con la  violenza sulle donne prima della rivoluzione del 68 che segna l'acquisita libertà per introduzione del divorzio aborto e pari opportunità, bussa alle porte delle prossime puntate sperando che dia la soluzione su chi delle due sia quella geniale perchè a dirla onestamente mi sembrano per un verso o per un altro due tontolone ma questo dipende dal fatto che non sia curata la recitazione con l'intento di fare un film più posssibilmente vicino alla realtà che non è stato raggiunto per mancanza di spontaneità perchè le due si mettono continuamente in posa avvicinando il serial più al fotoromanzo che a un cinema verità.


sabato 15 febbraio 2020

OSCAR 2020 LE NUOVE TENDENZE

L'evento dell'anno del cinema è  l'assegnazione degli Oscar con partcolare attenzione al red carpet per la sfilata delle star che sfoggiano mises haute couture ammiratissime da tutte le donne del mondo.
Tra i soliti strascichi, e spacchi a trionfare sono stati i monospalla in bianco come quello di Renée Zellweger o nero come quello di Charlize Theron creato ad arte facendo scivolare la spallina da da una parte e poi i soliti colori accesi con il rosso in primis


oppure dorati o argentati come quello di Scarlet Johanson a spalle scoperte e scollatura arrotondata per evidenziare le coppe, oppure sempre a spalle scoperte con scollatura a cuore.
C'è anche il color  color nudo (un colore che ha spopolato anche a S.Remo) come quello di Brie Larson con scollo a V e mantellina secondo me il più raffinato come si evince dalla foto nella quale fra lo spacco della gamba spunta il sandalo gioiello.


L'Oscar è stato assegnato a Renée Zellweger per la sua interpretazione in Judy un biopic sulla vita della Garland nonostante le candidature eccellenti di tante altre star impegnate sul fronte me-too o problematiche del quotidiano dove ha vinto come non protagonista Laura Dern.
Hollywood vuol tornare agli antichi fasti quando era irraggiungibile mettendo in scena star di grande classe e talento. Infatti quest’anno ha puntato al talento che per un’attrice di spettacolo deve essere completo dimostrando di saper cantare e ballare oltreché recitare per essere protagoniste di mega-produzioni secondo la gloriosa tradizione Hollywoodiana tendendo a mettere in secondo piano film denuncia femministe o di ordinaria quotidianità da cinema indipendente.



Infatti ha premiato anche Joaquin Phoenix che con il suo Joker ha manifestato un grande talento di show man sia nella mimica facciale che in quella del corpo in movimento sempre sulle ali di una danza anche se macabra e crudele che lo ha portato ad immedesimarsi talmente nel personaggio da far un discorso alla consegna dell’Oscar in favore degli animali
Alla faccia della compagna Rooney  Mara protagonista di Uomini che odiano le Donne, un film che ha segnato il suo destino di attrice e speriamo non di donna che nell’intimo debba ricorrere al vibratore. A meno che il Joaquin…Tutto può essere anche quello di provar piacere.
Siamo a Hollywood no? la capitale della corruzione e dei vizi trasgressivi per cui non poteva mancare un Oscar anche al film di Quentin Tarantino con la premiazione a Brad Pitt come attore non protagonista del quale parleremo in seguito.





E’ comunque proprio con una  danza macabra e horror (con  spargimento di sangue al ritmo rallenty) ad aver colpito il film Parasite il quale per la prima volta si è aggiudicato l’Oscar per la regia nonostante fosse straniero avendo fatto impazzire il mondo per una guerra di classi in pieno regime, in questo contesto della Corea del Sud.



Il film è infatti un concentrato di energia a metano e nucleare esplosa dai gas delle fogne e quella compressa in un bunker antiatomico per poi scoppiare come un fungo letale a ciel sereno su una villa meravigliosa  con mega-prato verde cielo stellato e arcobaleno.

https://ritaguandalini.blogspot.com/2019/11/parasite-tragicommedia-di-classi-in-sud.html

Hiroshima è rimasto impresso nell’immaginario dell’Oriente dove si punta ancora sulla bomba atomica, come il dittatore della Nord Corea Kim Jong- Un piuttosto che sulle armi chimiche come il Medio oriente, per tenere in scacco il mondo.
Sono i film di costume dei regimi dittatoriali orientali che si stanno imponendo oltre il Kung-fu così come abbiamo visto in un’altra esplosione di energia da sballo anche nei Figli del Fiume Giallo tra discoteche alcool e pistolettate all’americana perché evidentemente anche il Vietnam è rimasto impresso nell’immaginario dei Paesi orientali.
Finita l’era del capitalismo europeo i grandi temi sociali si sono spostati ai regimi dittatoriali orientali dove ancora ci sia un minimo di libertà di espressione in qualunque contesto purchè si fermino a Piazza Tien An Men.

Gli echi del Corona virus sono ancora lontani in America per cui non si sa se questo filone coreano e cinese sarà prolifero e foriero di una ventata di pacificazione globale  tra scambi di culture a  livello di arte tecnologie e ricerche in tutti i campi  che fino ad ora solo la cucina ed il commercio erano riusciti a “far da collante”, perché siamo tutti in un periodo di equilibri precari dove la caccia agli untori potrebbe scatenarsi da un momento all’altro perchè non si può nemmeno invocare la censura o punizione per falsi allarmismi visto come il medico che ha allertato il mondo sia stato trattato da criminale rimettendoci la vita.
La libertà ha un prezzo ed il mondo è chiamato a pagarlo per vincere la sfida di una globalizzazione con apertura di confini senza alcuna discriminazione.

Se insieme vinceremo questa sfida il mondo cambierà sicuramente più forte e senza paura di accettare la globalità nella consapevolezza che ciascuno è parte del tutto e con un destino che accomuna tutti
gli uomini della terra senza alcuna distinzione.




mercoledì 12 febbraio 2020

AL BANO A S.REMO INCIAMPA COME AL PACINO



Al Bano è uno dei più grandi cantanti d'Italia anche se il nostro Paese lo vuole sempre in coppia con Romina per continuare la favola che ha fatto tanto sognare che non è mai cessata anche quando si è spezzata.
L'Italia intera ha odiato Loredana Lecciso la quale invece ha risposto con un becco di ferro non comune che lei continua a sfoderare dalla Barbara D'Urso ogni volta che vede Romina raccogliere applausi.
La D'Urso ci sguazza in questo tipo di gossip dove accetta sfottò sugli assenti perchè le interessa solo fare ascolti che con Loredana hanno sempre un'impennata soprattutto quando si porge di profilo con le gambe in accavallo e tutta scosciata.

Se Al Bano comunque sta al gioco, Romina ovviamente si prende il meglio perchè non si sognerebbe mai di raccogliere mutande e calzini sparpagliati per le stanze. 
Già fatto e le è bastato. Sono passati i tempi dove lei ai concerti raccontava la loro quotidianità di grande felicità perchè nella vita bisogna andare avanti mantenendo la propria dignità, artistica per quanto riguarda Romina la quale in coppia con Al Bano raggiunge, così come lui, l'apoteosi a dimostrar che le loro affinità elettive sono più forti di un quotidiano all'ombra degli ulivi in attesa che “lui” torni a casa dai concerti dove ha fatto un assolo o in check-to.check con la ex moglie.
“Io voglio vivere solo per i miei figli” pigola sempre la Lecciso e come mamma giustamente fa di tutto perchè siano riconosciuti alla pari di quelli della Power che li ha avuti come legittima consorte mentre la Lecciso in more uxorio per cui giustamente l'Italia continua a vederla come una rivale
perchè fino a prova contraria si diventa mogli quando ci si sposa altrimenti si assume lo status di compagna se di atteggiamenti morigerati o di cochon se una fa sempre la civetta.
Una coppia anche se non sposata deve vivere in pari dignità con un lavoro per lei all'altezza del ruolo che ricopre o facendo pure la casalinga finchè i figli sono piccoli perchè altrimenti si rischia di scadere nello status della mantenuta.
Nello spettacolo e non solo ci sono tante coppie stimate ed apprezzate anche se non sposate perchè in pari dignità.

Non è il caso della Lecciso che non ha nè arte né parte e ciondola per Cellino giusto il tempo di fare la civetta con un selfie alla faccia di Romina come a dire “Ce l'ho io Al Bano” a dimostrar di averlo in pugno come una baldanzosa badante vista la differenza di età.
A parte queste considerazioni da casalinghe disperate Al Bano anche se come cantante è un grande, come uomo non si rende conto del ridicolo in cui sia caduto con questa ambiguità perchè fino a prova contraria l'Italia non è un sultanato. Se fosse l'uomo del Sud che ha sempre voluto incarnare
dovrebbe imporsi nel frenare questa mediatica presa per i fondelli della Lecciso verso Romina che non la incoraggia sicuramente a fare pace con Loredana. Questo atteggiamento non è dignitoso né per lei né per i suoi figli (molto carini e amabili comunque) che assistono a queste lotte intestine in una famiglia che da quando è morta mamma Jolanda ha perso il punto di riferimento.
Se Al Bano è innamorato di Loredana dovrebbe dimostrarlo apertamente mettendo in chiaro la situazione senza continuare ad alimentare un gossip di bassa lega fra personaggetti in pochade.
Dura la vita di Loredana che lei affronta comunque con un sorriso anche se sarcastico nei confronti di Romina la quale ha acquisito indipendenza economica e libertà di viaggiare lasciando tranquillamente a Loredana battutine “sulll'inciampo”, visionato col filmato in studio  dalla D'Urso, di Al Bano a S.Remo causa “forma appesantita” della ex moglie poi correggendo il tiro dicendo che fosse tutto calcolato da Al Bano in veste di attore per fare una gag, peggiorando ancor più la situazione.
Sì perchè tale gag con l'inciampo era uguale all'inciampo vero di Al Pacino al Bafta londinese  dove l'indimenticato interprete del Padrino si era recato per assistere alle premiazioni per cui Al Bano in questa imitazione è passato dalla nomea di Leone a quella di “Corleone di Cellino”. Che abbia voluto mandare un messaggio in codice? Questo è un punto sul quale si potrebbe riflettere: baciamo le mani?

lunedì 10 febbraio 2020

SAN REMO IN PASTA E FAGIOLI


Ha vinto Fai Rumore. E pensare che ai tempi gloriosi di S.Remo quando grandi star venivano chiamate a cantare sul palco dell'Ariston come concorrenti o come ospiti d'onore si alzava potente ed emotivamente coinvolgente la Voce del Silenzio cantata da Dionne Worwick.
Se ci si domanda perchè quelle canzoni siano diventate mitiche tradotte da tanti altri cantanti come Mina Mia Martini o Andrea Bocelli e delle quali non si sono mai dimenticati i versi è proprio perchè si dava spazio alle canzoni e alle performances correlate.
Quest'anno l'unica performance che ha colpito è stata quella di Morgan e Bugo con  versi di forte impatto per gli insulti fuorionda e poi cantati tra i denti fuori dalle righe dei testi scambiati  dai due duettanti tanto da essere squalificati dalla Kermesse ovvero festa nazional popolare sanremese. Più kermesse di così non si poteva fare. Un insulto in diretta valeva ben una messa...

Amadeus è un bravo conduttore ed a S.Remo ha superato la prova affiancandosi a Fiorello il quale quando entra in scena porta il suo karaoke all'infinito facendo così con Amadeus una sorta di coppia alla Totò, Peppino e la malafemmina impersonata da Tiziano Ferro l'oggetto del desiderio fra i due.che se li giocava a piacimento.
Tutto l'evento è stato seguitissimo perchè su altri canali non c'era intrattenimento da contrapporre tranne che nella prima serata con La Grande Bellezza su Canale 5 che comunque non ha fatto da controcanto avendo fatto il suo tempo mentre la politica ha mantenuto i suoi appassionati fedeli.
Così la Kermesse l'ha fatta da padrona e non le è parso vero di dividere la torta fra tutti i prediletti della Tv, Rai inprimis, con un flash concesso anche al film di Muccino (tanto amico di Fiorello!) per un ensemble all'italiana dove fin Pierfrancesco Favino è riuscito a far magra figura
Se poi si considera che tanti biglietti siano stati distribuiti ad amici parenti ed affini di dirigenti RAI, da una grande torta a una pasta e fagioli il passo è stato breve facendo della Kermesse, una cosa tra di noi, sempre i soliti noti comunque.

“Siamo in mondovisione, ci guardano in tutto il mondo” gridava felice l'Amadeus non sembrandogli vero che a guardarlo fossero tanti emigrati all'estero tra i quali non sono da annoverare quegli italiani che si sono integrati e masticano appena l'italiano, bensì quelli che vivono riuniti nei quartieri delle “little Italy” , tradotte anche in ghetti, che mantengono lingua e tradizioni delle loro terre.
Insomma una pasta e fagioli allargata. Delle star internazionali non c'era ombra così come da molto tempo a dare un tocco di globalità  che nemmeno Rula Jebreal col suo monologo della violenza sulle donne che sembrava collegato all'Amore Criminale condotto da Veronica Pivetti su Rai 3, è riuscita a dare per uscire dal brodo delle vallette italiane perchè noi straniere lo facciamo più grande, portandoci alla memoria interventi a S.Remo folgoranti pieni di ritmo ed energia come la performance di una Amy Stuart che cantava e ballava in rosso fuego tanto da incendiare l'Ariston oppure Madonna, la Regina Ranja, Louis Amstrong (Louis Amstrong a S.Remo!) o Russel Crowe quando era fresco Gladiatore. Perchè questo era S.Remo e ci dispiace per voi giovani che non c'eravate.


L'unica valletta straniera comunque che ha calzato bene il suo ruolo storpiando l'italiano e ballando ancora peggio è stata Georgina Rodriguez la fidanzata di Ronaldo la cui esibizione è stata stroncata invece da giornalisti e pubblico anche se ha trionfato come modella mettendo in risalto un decolleté prosperoso e oliato al body-cream che ha mandato in visibilio Ronaldo in platea specie quando si è esibita in un tango col Kaské per finire la kermesse nell'intimo. Yamamay!





Certo che l'ama e se per lei basta e avanza figuriamoci per S.Remo che l'ha stroncata senza pietà incurante di dare un calcio al Ronaldo innamorato.
Il quale se darà poi un calcio alla Juve farà solo del bene perchè con lui vince sempre a confermar quel detto che invece a  S.Remo l'importante sia partecipare perchè comunque vada sarà un successo per cui un piatto di pasta e fagioli a S.Remo non si è negata a nessuno così come ha confermato la Georgina dall'alto del palco  rivolta al suo Ronaldo a tutto vento in poppa:  “Non lo conosco”  cadendo a fagiolo. Evvai!




venerdì 7 febbraio 2020

JUDY E IL RITORNO DI RENEE’ ZELLWEGER


Il biopic di Judy Garland sta trionfando al botteghino per il richiamo irresistibile di Renée Zellweger che ritorna alla grande, ma anche perché non ci sono sul web docu a raccontare le vicissitudini di un’enfante prodige come Judy della quale rimane indimenticato il film Il Mago di Oz dove lei cantava con voce melodiosa il motivo cantato i tutto il mondo Somewere Over the Rainbow.
La Garland era conosciuta poco anche fra le generazioni passate e solo come la mamma di Liza Minnelli perché l’unica dei suoi tre figli ad avere ereditato il talento della voce diventando altrettanto celebre.
La vita della Garland è rappresentata negli ultimi anni (è morta a 47) quando cercava di risalire la china facendo un tour a Londra dove raccoglieva tra fischi e fiaschi anche trionfi e un standing ovation alla fine, proprio cantando il motivo del mago di Oz molto popolare in America e fra gli anglosassoni ma un po’ meno in Europa dove è stato curiosamente surclassato dalla figlia Liza Minnelli con money money money…di Cabaret memoria.

Il parallelo invece fra Judy e la carriera di Renée è decisamente ingiusto perché la Zellweger non è un’enfante prodige con tutti gli annessi e connessi ad effelli collaterali psicodrammatici che ne potevano derivare così come si è visto con Mickey Rooney contesissimo dalle star fino a quando non è diventato un grasso borioso e dimenticato da Hollywwod, così pure per Shirley Temple rimasta tanto legata al suo successo d’enfante prodige che quando era cresciuta come donna nessuno se ne era accorto vedendo in lei solo una sorta di nana. E’ stato così anche per Liz Taylor la quale crescendo si è sempre comportata da bambina viziata dallo star system incantando il pubblico anche se non l’aveva data a bere a Richard Burton che la vedeva anche lui come una nana. Tutta tana comunque perché le rendeva onore coprendola di gioielli e divorziando dalla moglie.
Ma un conto sono i capricci di una diva viziata dalla sorte un altro sono i drammi psicopatici di una star dotata di un grande talento sprecato come quello di Judy che si è sempre affidata a dei mariti per essere gestita piuttosto che a un agente a piazzarla nei programmi giusti mettendosi nel contempo una mano sul cuore per asciugarle le lacrime e una sul portafoglio per la percentuale e nel contempo mantenendo la giusta distanza senza dividere il letto dove evidentemente la leggenda di Judy si sgretolava  passando così da un marito-agente all’altro fino ad arrivare al giovanotto toy boy di turno ad infierirle il colpo di grazia come da copione fra i classici della cine Hollywoodiana con Viale del Tramonto docet.

Il percorso della Zellweger è molto diverso avendolo cosparso di tanti successi anche se si sono arenati per diversi anni non riuscendo a trovare un ruolo per trasformazione fisica che le faceva perdere la verve della cicciottella Bridget ma anche perché chiudeva la serie dando alla luce una bambina senza essere convincente nella parte poco congeniale al suo originario personaggio facendo un clamoroso flop che non le è stato perdonato dal pubblico anche se di talento ne aveva da vendere.
Lo aveva dimostrato con personaggi molto accattivanti come in Chicago ballando e cantando ma soprattutto “recitando” in maniera mirabile il personaggio della starlette in cerca di scritture passando da un letto all’altro oppure facendo la co-protagonista in Ritorno a Cold Mountain nel ruolo di domestica terra-terra salvando anche la Kidman impegnata in una improbabile  imitazione sulle ali di una pragmatica Rossella di Via col Vento “sempre sulle nuvole”.
Come dire con due ne facevano una, non di Rossella ma di vincitrice morale riconosciuta nella Zellweger che trionfava per recitazione con la giusta mimica e gestualità (irresistibile il suo tiro di collo a gallo che la Kidman scambiava per diavolo) mentre Nicole primeggiava solo per il look. Un classico dei film al femminile.

Quello che si apprezza della interpretazione di Renée in Judy  è il fatto di essersi messa nei panni della Garland in modo credibile senza ricorrere a maschere in trucco e parrucco ad effetto tale e quale ma semplicemente calandosi  nelle pieghe oscure della psiche di una star psico-farmaco-dipendente fallita nella vita privata la cui sofferenza la trascinava a fondo trascurando il talento fino a raggiungere il culmine alla fine con la scelta dei figli di restare col padre facendole cercare l’affetto del pubblico, al di là dei soldi, per sopravvivere. Troppo tardi perché un bagno di sauna (per la fissa di non ingrassare nel fisico e nelle gambe così come le era stato inculcato fin da quando era un’enfante prodige) le fermava i battiti del cuore.
Per la Zellweger non è comunque tardi per ricominciare avendo dato una scossa alla sua carriera che sicuramente continuerà a darle soddisfazioni anche se non vincerà l’Oscar perché il suo è un talento completo sia a livello di recitazione di canto e ballo che di forma scattante e longilinea, molto importante  e giusta per aprirle le porte dei musical o anche quelle di Broadway dove solo poche star del cinema riescono a sfondare avendo dimostrato con Judy di aver raggiunto un livello di professionalità unico nello spettacolo nel quale oltre al ballo e canto occorre talento recitativo, quello che manca a Lady Gaga, a Madonna o a Jennifer Lopez per esempio che invece è stato superbamente manifestato da una Barbra Streisand o da Julie Andrews, tutte star che sapevano dare emozioni al pubblico così come Renée quando ha cantato il Somewere Over the Rainbow facendo commuovere e scendere qualche lacrimuccia perché recitato benissimo.
E’ possibile? Secondo il metodo Actor Studio sì, perché mimica e gestualità di Renée-Judy sono tipiche di quella scuola che non dà spazio alla spontaneità. Infatti Oscar o non Oscar lei resterà indimenticata come Bridget Jones.

E invece ha vinto! Cucu' (non lo volevo dire per scaramanzia)


SAN REMO ATTUALITA' DIVAGAZIONI E VARIE AMENITA'



giovedì 6 febbraio 2020

SAOIRSE RONAN UNA PICCOLA ATTRICE CRESCIUTA A HOLLYWOOD


Soairse Ronan anche se non si può annoverare come enfante prodige, l’abbiamo comunque vista crescere avendo esordito da adolescente (14 anni) con Un fidanzato per Mamma ed Espiazione ( già candidata all’Oscar A SOLI 14 ANNI)) per poi esplodere con Amabili Resti dove veniva uccisa da un mostro dopo essere stata violentata.
Ma i film da lei interpretati sono tanti altri distinguendosi sempre come attrice talentuosa e temprata nonostante l’esile figura da adolescente, accentuata anche dall’ovale delicato e perfetto nel quale due occhi azzurri brillano come zaffiri a caratterizzare un  viso dolce ma determinato e tagliente  per la piccola bocca sempre sinonimo di ambizione e grande forza di volontà.
Un viso da combattente agile scattante anche nella fisicità come tante eroine di arti marziali o kung-fu  di serie Tigre e Dragone per intenderci.
 Infatti nel percorso della sua carriera Soairse non è mai stata una mammoletta ma una protagonista minore in grado di tenere testa a star di più grande stazza da Catherine Zeta Jones a Cate Blanchett passando da Margot Robbie, quest’ultima nel ruolo di antagonista in Maria Stuarda dove la Ronan era la regina di Scozia e Margot Regina d’Inghilterra Elisabetta Prima.


Un match folgorante perché combattuto ad armi impari essendo l’una realizzata come donna sia a livello di bellezza che di maternità avendo dato un erede al suo regno (il figlio era poi succeduto anche ad Elisabetta coronando il sogno della madre cattolica che si riteneva per diritto dinastico superiore alla protestante figlia di Anna Bolena rea di aver provocato lo scisma dal Papa), al contrario di Elisabetta imbruttita dal vaiolo e senza alcun erede ma comunque molto potente a livello di trono che ha mantenuto con un governo di polso e di accortezza.
Con questo ruolo di Maria Stuarda la Soairse ha convinto più della Robbie impegnata in una continua sfilata di moda “Elisabettiana” dai Tudor ai Windsor  come a dire “parlate dei miei look ma non parlate di quelli di una donna stuprata”.
Infatti Soairse Ronan si è destreggiata fra scene di guerra nelle terre della “ruvida Scozia” vestita da regina e fra nudità del privato con le ancelle che la lavano nell’intimo e tanto di stupro prima da lei perpetrato incalzando il marito “sodomita” con maniere sadiche  per montarla a dovere e renderla gravida e poi subito dal solito dignitario della sua Corte quello tipico che da protettore diventa aguzzino non appena si presenti occasione di mettere sotto una regina capricciosa quanto volitiva: un mix che manda sempre in bestia un maschio dominante da convocare a rapporto perché prima o poi gliela farà pagare.
Lungi comunque dall’esaltare sempre e solo le donne perché anche loro in quanto colpevoli non sono da meno perché sarà proprio una donna a darle il colpo di grazia col taglio della testa dopo che la stuprata le aveva chiesto protezione dalla violenza degli uomini.


Soairse è di nuovo candidata all’Oscar per il film in uscita nelle sale ad interpretare il personaggio di Jo in Piccole Donne scelta a rappresentare la più forte volitiva ed intellettuale del gruppo e dunque di impronta femminista sulla quale dipanare la nuova traduzione di un romanzo femminile che non è mai stato comunque per signorinette perché per esempio in Collegio quando ero ragazzina veniva proibito per l’intreccio delle storie d’amore (per dire…quando si proiettava un film con bacio l’operatore metteva una mano davanti all’obiettivo) per cui si leggeva di nascosto.
Erano altri tempi, di un’epoca ancora bacchettona sotto la  Una Santa Cattolica Apostolica e romana Chiesa che nemmeno nel mondo delle Piccole Donne tutte pizzi crinoline e merletti si sognava potesse esistere.
Ma qui si parla d’America la quale anche se sotto le regole di un rigido puritanesimo si riconosceva il diritto alle fanciulle di pensare e scrivere romanzi di passione disgiunti dal cuore e dall’amore. Insomma di sesso purchè in rapporti etero e di affinità elettive in quelli omosex (v. A Quiet Passion per esempio sulla vita della poetessa Dickinson).
Tutto questo per ribadire il ruolo sempre più rimarcato di forte personalità  di una ragazzina come Soairse Ronan la quale è riuscita a crescere e maturare in un habitat duro e ostico come quello di Hollywood.
Quale sarà il suo segreto? La tempra e la grinta che dimostra nei ruoli scelti da interpretare evidentemente a lei congeniali mettendo una buona parte di sé nel delinearli emergendo comunque in tutti in egual maniera, in perfetto equilibrio tra forma e sostanza non essendoci personaggio al quale sia legata. Un mix di verità inoppugnabile a formare una grande professionista perché attrice fin dall’inizio della sua carriera che non resterà mai legata ad un personaggio ma ad uno nessuno contomila.

mercoledì 5 febbraio 2020

SAN REMO 2020 VEDO NUDO



Parlare di S.Remo è un obbligo al quale non si può rinunciare perchè in questa settimana in Italia non si parla d'altro.
Fermi tutti che arrivano le canzoni italiane. Le quali sono relegate all'ultimo posto, perchè tutti gli anni si dice Alzi la mano chi si ricorda il vincitore dell'anno scorso. Da diversi anni S.Remo viaggia così perchè invece di esaltare la canzone italiana si esaltano i look delle conduttrici prima dei conduttori e dei vari ospiti, poi arrivano le canzoni alle quali si danno pagelle per influenzare le giurie e il pubblico votante o via social.
Lo stilista che ha trionfato nella prima serata è Giorgio Armani che ha vestito Rula Jebreal mente la Liotta ha puntato su spalle scoperte e scollature abissali uscendo con un omaggio alla nonna mentre la Rula ha omaggiato mamma e figlia recitando versi di canzonette da abbinare a femminicidi dove lui aveva la chiave.
Butta la Chiave! Manco per sogno, se te la butto guasto poi tutto...recitava una vecchia canzone tanto 



per restare collegati ai femminicidi raccontati su un palco sui quali una curiosità dovrebbe far riflettere perchè da quando sono diventati di moda nello spettacolo, si sono moltiplicati di numero forse per effetto emulazione perchè non c'è niente che mandi in bestia un maschio dominante che quello di essere messo sotto da una prima donna su qualsiasi palco. Molti si sono chiesti come mai Achille Lauro abbia scelto lo spogliarello ad effetto mettendosi a nudo sotto il mantello damascato come un novello San Francesco. ma probabilmente era solo per catturale l'attenzione con l'effetto nudo a fare coppia con la Jebreal che tra i look per parlare di donne aveva scelto un abito color carne pure lei. Così la coppia ad effetto nudo è stata quella che ha fatto più discutere. Piccoli e furbi escamotage che fanno raccogliere consensi a livello di immagine tanto che Fiorello è piombato sulla scena per un selfie con il Lauro riuscendo nell'intento di rubar una risata e la scena a una sorta di Adamo ed Eva fra il Tigri e l'Eu-frate. Battuta:

Da morir dal ridere se non fosse che a S.Remo si va per le canzoni delle quali personalmente non mi ricordo una sola riga tranne quella cantata da Irene Grandi “voglio fare sesso qui” perchè l'ho trovata furbescamente maliziosa. Infatti si è presa un bel 7 in pagella da due maschi del Corriere sempre in prima fila a dare i suoi pizzini quotidiani come maestro di ogni situazione.
Rita Pavone più che cantare ha urlato mentre il figlio di Gassman si è fatto notare per la bellezza, Elodie per un look elegante e originale mentre Emma per i capelli pieni di gel che la invecchiavano.
Ancora canzoni con Al Bano e Romina Power in Raccogli l'Attimo di Malgioglio che sembrava una sorta di cantilena rompendo la tradizione della coppia dove Romina canta sottovoce mentre Albano irrompe con gli acuti. Niente passo indietro, tutti e due alla pari canticchiando un motivetto e perdendo quell'identità che aveva fatto di loro la coppia più amata dove Romina molto più alta di statura stava sempre a livello di voce un tono più basso lasciando tutto l'acuto al suo Al Bano.
Altri tempi quando erano innamorati. Tutto questo per dar ragione ad Amadeus quando aveva suscitato tante polemiche per la sua dichiarazione sulla fidanzata di Valentino perfetta sconosciuta e quindi disposta a posizionarsi un passo indietro. Sembrava una umiliazione per la donna la quale invece se sceglie di stare a un passo indietro e solo perchè molto sicura di sé. Infatti facendo la modesta si è accaparrata un ruolo di valletta al festival così come la Giorgina che fino ad oggi si è fatta sempre immortalare con Ronaldo e i loro quattro bambini esaltandosi come madre di famiglia in attesa delle nozze piuttosto che come modella in lingerie dove nemmeno a S.Remo con i 123 mila euri riuscirà mai ad arrivare a un millesimo del patrimonio di Ronaldo. Al quale invece, pur stravedendo per i figli,  piace tanto la modella!

SOAIRSE RONAN PICCOLA ATTRICE CRESCIUTA A HOLLYWOOD




































Soairse Ronan anche se non si può annoverare come enfante prodige, l’abbiamo comunque vista crescere avendo esordito da adolescente (14 anni) con Un fidanzato per Mamma ed Espiazione
( già candidata all’Oscar A SOLI 14 ANNI)) per poi esplodere con Amabili Resti dove veniva uccisa da un mostro dopo essere stata violentata.
Ma i film da lei interpretati sono tanti altri distinguendosi sempre come attrice talentuosa e temprata nonostante l’esile figura da adolescente, accentuata anche dall’ovale delicato e perfetto nel quale due occhi azzurri brillano come zaffiri a caratterizzare un  viso dolce ma determinato e tagliente  per la piccola bocca sempre sinonimo di ambizione e grande forza di volontà.
Un viso da combattente agile scattante anche nella fisicità come tante eroine di arti marziali o kung-fu  di serie Tigre e Dragone per intenderci.
 Infatti nel percorso della sua carriera Soairse non è mai stata una mammoletta ma una protagonista minore in grado di tenere testa a star di più grande stazza da Catherine Zeta Jones a Cate Blanchett passando da Margot Robbie, quest’ultima nel ruolo di antagonista in Maria Stuarda dove la Ronan era la regina di Scozia e Margot Regina d’Inghilterra Elisabetta Prima.


Un match folgorante perché combattuto ad armi impari essendo l’una realizzata come donna sia a livello di bellezza che di maternità avendo dato un erede al suo regno (il figlio era poi succeduto anche ad Elisabetta coronando il sogno della madre cattolica che si riteneva per diritto dinastico superiore alla protestante figlia di Anna Bolena rea di aver provocato lo scisma dal Papa), al contrario di Elisabetta imbruttita dal vaiolo e senza alcun erede ma comunque molto potente a livello di trono che ha mantenuto con un governo di polso e di accortezza.
Con questo ruolo di Maria Stuarda la Soairse ha convinto più della Robbie impegnata in una continua sfilata di moda “Elisabettiana” dai Tudor ai Windsor  come a dire “parlate dei miei look ma non parlate di quelli di una donna stuprata”.
Infatti Soairse Ronan si è destreggiata fra scene di guerra nelle terre della “ruvida Scozia” vestita da regina e fra nudità del privato con le ancelle che la lavano nell’intimo e tanto di stupro prima da lei perpetrato incalzando il marito “sodomita” con maniere sadiche  per montarla a dovere e renderla gravida e poi subito dal solito dignitario della sua Corte quello tipico che da protettore diventa aguzzino non appena si presenti occasione di mettere sotto una regina capricciosa quanto volitiva: un mix che manda sempre in bestia un maschio dominante da convocare a rapporto perché prima o poi gliela farà pagare.
Lungi comunque dall’esaltare sempre e solo le donne perché anche loro in quanto colpevoli non sono da meno perché sarà proprio una donna a darle il colpo di grazia col taglio della testa dopo che la stuprata le aveva chiesto protezione dalla violenza degli uomini.


Soairse è di nuovo candidata all’Oscar per il film in uscita nelle sale ad interpretare il personaggio di Jo in Piccole Donne scelta a rappresentare la più forte volitiva ed intellettuale del gruppo e dunque di impronta femminista sulla quale dipanare la nuova traduzione di un romanzo femminile che non è mai stato comunque per signorinette perché per esempio in Collegio quando ero ragazzina veniva proibito per l’intreccio delle storie d’amore (per dire…quando si proiettava un film con bacio l’operatore metteva una mano davanti all’obiettivo) per cui si leggeva di nascosto.
Erano altri tempi, di un’epoca ancora bacchettona sotto la  Una Santa Cattolica Apostolica e romana Chiesa che nemmeno nel mondo delle Piccole Donne tutte pizzi crinoline e merletti si sognava potesse esistere.
Ma qui si parla d’America la quale anche se sotto le regole di un rigido puritanesimo si riconosceva il diritto alle fanciulle di pensare e scrivere romanzi di passione disgiunti dal cuore e dall’amore. Insomma di sesso purchè in rapporti etero e di affinità elettive in quelli omosex (v. A Quiet Passion per esempio sulla vita della poetessa Dickinson).
Tutto questo per ribadire il ruolo sempre più rimarcato di forte personalità  di una ragazzina come Soairse Ronan la quale è riuscita a crescere e maturare in un habitat duro e ostico come quello di Hollywood.
Quale sarà il suo segreto? La tempra e la grinta che dimostra nei ruoli scelti da interpretare evidentemente a lei congeniali mettendo una buona parte di sé nel delinearli emergendo comunque in tutti in egual maniera, in perfetto equilibrio tra forma e sostanza non essendoci personaggio al quale sia legata. Un mix di verità inoppugnabile a formare una grande professionista perché attrice fin dall’inizio della sua carriera che non resterà mai legata ad un personaggio ma ad uno nessuno contomila.

domenica 2 febbraio 2020

KATE BRILLA CON VAN CLEEF.

AL BAFTA 2020 se l'abito è riciclato la parure è
nuova di zecca.
Kate ha scelto una parure Van Cleef e Arpels.
Sono felice di aver battuto il Corriere che non c'era arrivato. Fior di stipendi solo per copiare
Sorry. eh eh eh!