giovedì 30 aprile 2015

LA STAR E IL PRESIDENTE


   Happy  Birthday mister President! Che felicità. Marilyn Monroe trasudava felicità da tutti i pori. La sua love story con il Presidente degli Stati Uniti stava andando a gonfie vele e lei non vedeva l'ora che si sapesse.
Così metteva tanta foga nel cantare Buon Compleanno al Presidente John Kennedy, nel giugno del 1962, davanti ad una torta a cinque piani, che tutti capirono che tra i due ci fosse del tenero. Jaqueline, la moglie, lo sapeva già da tempo, a sfatare quel luogo comune che la moglie sia sempre l'ultima a sapere, perchè tra le due era in corso una fitta corrispondenza telefonica a complimenti incrociati: “Lui ama me e mi farà First Lady” pigolava Marilyn mentre Jacky rispondeva “Accomodati se ci riesci il posto è tuo. Te lo lascio volentieri”
Non si sa se era una boutade ma quel che è certo che Jackie ne aveva abbastanza del marito ma non della Casa Bianca, come una gatta che si affeziona più alla casa che al suo padrone, in questo caso di stirpe Kennediana.

L'Idillio durò poco perchè Marilyn si tolse la vita ai primi di agosto mentre Kennedy venne ucciso a Dallas pochi mesi dopo, alla fine di novembre cosìcchè Marilyn rimase l'ultima amante del Presidente John Kennedy. Il quale di amanti ne aveva collezionato una cifra tutte pescate fra le star di Hollywood perchè, come suo padre, aveva un debole per le dive del cinema. Una botta e via per carità, mica relazioni per non dar la possibilità di diventare ingombranti per cui il via vai alla Casa Bianca era piroettante che va da Angie Dickynson (una delle prime) a Marilyn passando, udite udite, anche da Audrey Hepburn. Chi l'avrebbe detto? Nessuno, ma a dirlo sono tabloid molto autorevoli d'America per cui la notizia è attendibile.
Un altro Presidente molto dedito alle scappatelle è stato Bill Clinton ma a differenza dei Kennedy lui si è sempre orientato fra le gallinelle del suo staff facendo qualche eccezione per un mordi e fuggi mentre l'aereo Presidenziale era in sosta per una conferenza, con Sharon Stone per uno scambio di battute e forse anche di idee visto il quid d'intelligenza con il quale la diva è stata etichettata.

Anche Barak Obama ha subito il fascino della Star che ha invitato in massa spesso alla Casa Bianca in occasione di ricevimenti scambiando maliziosi sms con alcune di esse (Scarlett Johnsson)  senza mai giungere al dunque stante la presenza costante di Michelle al suo fianco, sia in campagna elettorale che alla Casa Bianca. Dove gli ha concesso di frequentare le Star perchè raccolgono fondi e voti per cui qualche scappatella se c'è stata, si sarà sicuramente consumata furtivamnente in toilette come si fa nelle fabbriche o nei posti di lavoro in pausa pranzo. Michelle non gli dà tregua anche perchè è lui a portare a casa lo stipendio perchè i frutti dell'orto non sono abbastanza redditizi.


Ben diverso è il clima all'Eliseo in Francia dove i Presidenti per tradizione nel portare avanti gli antichi fasti del Re Sole fra consorti e favorite, si sono buttati allegramente nelle scappatelle invitando nel loro letto star fascinose e donne impegnate nella politica che per amor di carriera si concedevano sperando di diventar la favorità perchè le nozze erano una chimera. Infatti, una su mille ce la fa, e la partita fino ad ora l'ha vinta solo Carla Bruni sposando Sarkozy ma i francesi gliel'hanno fatta pagare cara la Bruni First Lady a Nicolas. Come se la Pompadour fosse diventata Regina per fare ombra al Re Sole. Le lenzuola dell'Eliseo avrebbero molto da raccontare ma i segreti sono ben custoditi fra le sue mura per coprire ammucchiate e scandali che vengono alla luce solo in occasione di eventi che portano i valletti a bussare alla Camera da Letto del Presidente mentre è in dolce compagnia.
E' successo con Chirac nel lontano 1997 la notte in cui Diana perse la vita sotto l'Alma. Il Presidente era introvabile fino a quando è stato trovato a letto con la sua Star preferita Claudia Cardinale con la quale non si sa se fosse in scappatella o dentro a una liaison perchè nella sua recente visita a Parma, nessun giornalista al seguito ha osato farle la domanda.
Ma comunque l'evento Diana aveva interrotto per sempre quell’idillio non tanto per lo scandalo quanto per il fatto che la regola in Francia è quella di considerare la relazione di un Presidente, primo Cittadino della Repubblica Francese, un fatto privato.
La Rivoluzione Francese deve essere pur servita a qualche cosa.


All'elenco delle ospiti all'Eliseo vanno aggiunti anche i nomi di Dalida con Francois Mitterand, Silvia Kristen con Giscard D'Estaig e tante altre poco conosciute in Italia che però con l'attuale Presidente Hollande hanno avuto un momento di fama come Valerie Trierweller e Julie Gayet.

In Italia invece con un Presidente come Silvio Berlusconi il suo bunga bunga è diventato di dominio pubblico perchè a renderlo tale è stata la moglie Veronica iniziando a lamentarsene pubblicamente quando invece bastava chiedere il divorzio evitando uno scandalo infinito che nemmeno la fidanzatina Pascale è riuscita a placare anzi trasformando tutto nel ridicolo.
Purtroppo il Presidente Berlusconi non ha capito le regole del gioco che se un uomo non sa gestire pubblicamente le sue donne come può pensare di poter governare un Paese. Infatti.

I Nuovi Matteo e Matteo, les enfants teribles della politica sono molto riservati e non fanno storie con le dive "da dare in pasto al pubblico" perchè alla fin fine sono controproducenti per il politico e buone solo per far pubblicità alla star di turno che spesso avvisa i fotografi delle sue mosse per essere immortalata “di nascosto" !
Con questo non è detto che i Due diano garanzia di saper governare perchè considerati troppo dittadoriali nelle loro esternazioni.
Allora era meglio il sultanato di Berlusconi perchè di tutto si potrà dire di lui tranne che non fosse un gran pasticcione! Però con lui ci siamo tutti divertiti come con un affabulatore. Un grande, diciamolo che avrebbe gestito al meglio le sue aziende senza lasciarle in mano ai coniugi De Filippi.

RESISTENZA: FATTI E MISFATTI



 Da pochi giorni è stata celebrata la Liberazione e mai come quest'anno ci sono stati eventi a ricordarla sia nelle piazze che in Tv In prima serata su Rai Uno abbiamo assistito alla commemorazione  con sprazzi di recite per raccontare eventi drammatici di quel periodo tragico che finalmente è finito da 70 anni.
Mi ha colpito molto l'eccidio di S.Anna raccontato da Paolini e un'attrice molto convincente ancor meglio di un docu perchè ha saputo entrare in tutti i personaggi vittime dell'eccidio suscitando grande commozione.
A breve uscirà anche un film, Il Segreto di Italia di Antonello Belluco sempre riferito all'eccidio di un Paese, uno dei tanti di una lunga serie per mano dei tedeschi o degli stessi partigiani, avvenuto a Codevigo in provincia di Padova.
La storia sentimentale è fra le più banali perchè parla d'amore e di gelosia che nel contesto drammatico si è tradotto inevitabilmente in tragedia. La protagonista è nientemeno che Romina Power la quale dopo tanti anni vissuti in America torna al Paese portandosi con sé il peso di un segreto: quello di aver denunciato il ragazzo del quale era innamorata, figlio di un fascista, dopo averlo trovato ad amoreggiare con una sfollata ospitata nella sua casa, ai partigiani impegnati nelle azioni di vendetta. I quali uccidono il giovane e la sua amante dopo averla violentata in gruppo.


Ovvio che il rimorso lacererà per sempre l'animo di Italia (Romina Power) fino a quando di ritorno al Paese non troverà conforto in un vecchio compagno che la solleverà dalle tante sofferenze perchè si sono trovati tutti in un contesto tragico più grande di loro dove spesso il peggio (gelosia odio e sete di vendetta) degli uomini si scatena in maniera sproporzionata per via della paura, delle ferite delle umiliazioni torture e sorprusi, della morte come se nulla fosse, che tolgono ogni barlume di ragione. Dopo 70 anni di pace i nervi sono più distesi anche se non abbastanza per giudicare con distacco l'ideologia fascista o quella nazista per cui oggi si tenta di mediare con qualche storia d'amore più soft ed accattivante con ricostruzioni un filo più eleganti sia negli ambienti che nei costumi come abbiamo visto per esempio in Suite Francese, un piccolo gioiello di storia d'amore fra invasore e vittima dove alla fine solo alcuni si riscattano.

Alla fine della Guerra le esecuzioni sono state numerose e selvagge senza tanti processi così come abbiamo visto in tanti docu su questa tematica, in RAI con La Grande Storia, Correva l'Anno o spezzoni di Kombact dalla ricca cineteca RAI, con il più clamoroso eseguito in Piazzale Loreto alla coppia Mussolini e Claretta Petacci, l'amante del Duce, che aveva scelto di seguirlo per scappare in Svizzera ma poi finendo di andare a morire in un paesello sul lago freddata dai Partigiani insieme a Benito ed infine sbarcare in Piazzale Loreto appesi entrambi come animali macellati a testa in giù.
Alla Petacci avevano legato le gonne intorno alle gambe perchè senza mutandine. Non si è mai capito perchè, visto che aveva tutto il tempo di rimetterle dopo una nottata d'amore, per la prima volta nel letto con il suo amante, quando era stata prelevata dai partigiani.
Forse si vuole nascondere il fatto che il suo corpo abbia subito uno scempio forse anche quando era ancora viva insieme a Mussolini o addirittura dopo che era stata fucilata.

Insomma resta un mistero che nemmeno Franca Leosini, invitata a D.Day I giorni Decisivi su Rai tre ha svelato esprimendo solo un'opinione come esperta di processi, così come rimane un mistero la fine della borsa con i diari del Duce molto scottanti perchè si parlava di corrispondenza fra lui e Churchil. Particolare sempre smentito dagli Inglesi anche se ci sono tante testimonianze  sul fatto che i due amanti vennero uccisi prima che arrivassero i partigiani (e dunque forse dagli Inglesi).
Ma la storia la raccontano sempre i vincitori per cui bisogna attenersi a quanto si insegna nelle scuole anche se tanti scrittori tendono a descriverla cercando di essere super-partes supportati da ricerche e testimonianze per raccontar la guerra in tutte le sue sfaccettture allo scopo di evitare nuovi errori con inevitabile coercizione a ripetere: Prima era la Grande Guerra, poi La Seconda e così siamo arrivati agli Albori della Terza con i venti di guerra che soffiano dal Mediterraneo in fiamme.
Meno male che abbiamo festeggiato 70 anni di Pace e con  La forza dei nervi distesi speriamo di essere a un buon punto per fronteggiare positivamente ogni emergenza.
                 



mercoledì 29 aprile 2015

DE BORTOLI LASCIA IL CORRIERE


 Ho trovato questi appunti che riguardano Ferruccio De Bortoli il quale proprio stasera ha lasciato il Corriere con un discorso molto carino e sempre molto di classe.
Professionale e modesto come tutti i grandi professionisti si è complimentato per la linea del Corriere e la libertà dei giornalisti che fanno una grande squadra. Chissà come sarà il nuovo Direttore...
Ad ogni modo ecco gli appunti.

       " ANNO ZERO E GLOBALITE’

Finalmente Ferruccio De Bortoli si rende conto che esiste la Cina con una classe media che ha bisogno di servizi. Strano perché solo due anni fa in visita a Parma aveva dichiarato “la Cina non ci interessa”.
 E invece…Anche i grandi si ricredono.
Non si può crescere facendo debiti, incalza il direttore  del Corriere (abbronzato con l’occhio azzurro particolarmente luminoso. Da giovane doveva essere molto fico).
 E l’America è cresciuta con i debiti che ha cercato di sanare con altri debiti grazie a prestiti dalla Cina. La quale guarda l’America dall’alto al basso.


Eugenio Scalfari invece   (barba bianca e zigomi arrossati) ha esordito raccontando la crisi dal 29 ai giorni nostri chiedendosi perché l’Italia non cresca.

La domanda l’ha fatta a Tremonti   il quale ha dato la colpa al crollo del muro di Berlino prima e alla crisi della Grecia e dell’Irlanda poi che ci hanno costretti a sborsare miliardi di Euro (ventidue per l’Italia).
Una cosa giusta l’ha detta comunque e cioè che la disuguaglianza fra ricchi e poveri era troppo elevata per non far scoppiare una rivolta. Che andrebbe sostenuta aiutando quei Paesi a crescere democraticamente insieme a tutti.
Globalité e fraternité.
E intanto l’Europa sta a guardare senza muovere un dito guardandosi l’un con l’altro in attesa di trovare coesione.

Tremonti sta andando molto cauto anche lui e dice che questi giovani e (soprattutto) giovani donne arabe che si ribellano al destino assegnato loro da secoli e millenni, giustamente aspirano a venire da noi per un futuro migliore che si può trovare grazie a internet creando lavoro ecc.
Io non capisco come visto che all’inizio in anteprima hanno fatto vedere una famiglia ridotta in povertà per aver perso il lavoro costretta a chiedere l’elemosina alla Caritas. Insomma c’è contraddizione su ideali ed aspirazioni e problemi reali. Un divario tanto grande che non può che fare crack. E mi meraviglio che dei luminari della comunicazione e dell’economia non vogliano affrontare questa realtà

Sicuramente per non far la figura delle persone piccole che badano solo ai loro interessi. Io penso invece che non si dovrebbe favorire in alcun modo l’immigrazione di massa ma combatterla con determinazione e risolutezza, creando una piattaforma per sviluppare lavoro in questi territori.
La UE ha sborsato un sacco di soldi a Roberto Maroni il quale li intende investire per l’accoglienza piuttosto che creare una rete di volontari disposti ad andare giù in Medio oriente per portare aiuti concreti e creare le basi per progetti futuri di lavoro per costruire strade, ospedali,  con  corsi specializzati per infermieri e artigiani. Tanto per cominciare, impegnando poi anche i giovani laureati negli uffici amministrativi o nelle agenzie (di viaggi immobiliari che quasi non esistono) e nelle scuole.
Insomma muoversi fare qualcosa di positivo che non siano solo chiacchiere.

Infatti De Bortoli dice che non dobbiamo aver paura di muoverci e fare qualcosa. E comunque per prima cosa dobbiamo partire da casa nostra e difendere le nostre imprese perché noi siamo forti, siamo creativi, siamo coesi. Insomma ci siamo.
Purtroppo controbatte il capo di un gruppo di piccole imprese a osservare che non è possibile per mancanza di denaro, di finanziamento da parte delle banche, per i costi di lavoro troppo alti, per le tasse e per le perdite di questi ultimi due anni che non si possono coprire facendo altri debiti.
Così confermando De Bortoli quando all’inizio parlava dell’America.
Insomma non ci siamo."






martedì 28 aprile 2015

FOLLEMENTE TRAVIATA CON ARTEMIS DANZA


Follie follie follie...La Traviata in versione folle è arrivata al Teatro Regio di Parma con la Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei. Anzi, più che una Traviata tante Traviate sul filo delle eroine che van da Giuseppe Verdi con Traviata-Violetta ad Alessandro Dumas con Traviata-Marguerite, passando dalla cronaca di vita vera con Traviata-Marie Duplessis morta tisica a Montmartre e amante dello scrittore Dumas.

Perchè tante Traviate? Perchè Traviata rappresenta tutte le donne perdute, quelle che si affacciano alla vita in bianco pure e innocenti per poi innalzare i calici da un party all'altro e godere della bella vita. Rigorosamente in Rosso come l'abito a strascico che le ricopre, i gioielli svarowsky da principesse-mondane in testa e strascico da Red Carpet. Perchè le Traviate sono le dive che sfilano su quel tappeto rosso con il cuore insanguinato dal dolore. Il dolore che solo una vita di feste ed eccessi può dare specie quando si viene trattate loro pari come puttane impedendo non tanto di sposare, ma persino di amare un rampollo di casa nobile.

Altri tempi perchè ora principi e regnanti tendono a scegliere le loro fidanzate e anche spose tra le ragazze normali portandole a vivere quelle favole che solo ai bambini venivano raccontate in attesa di farglieli aprire sulle realtà delle classi sociali evitando Cenerentole e Biancaneve per non parlare di Belle Addormentate.
Oggi le ragazze sono sgamate come e forse più della Traviata con la differenza che a sputare sangue non si muore più.
Così quelle grida da soprano a casse in espansione suonano come isteriche con quel tormentone di Amami Alfredo urlato a braccia alzate e capello scarmigliato con le vesti strappate che farebbe scappare chiunque non solo lui Alfredo Alfredo, come aveva fatto Dustin Hoffman nel film omonimo di Pietro Germi.

Ad ogni modo Viva Verdi perchè nella prima parte le sue romanze si ascoltano con piacere guardando le movenze di danza in sincrono a voler raffigurare tutta la vasta gamma di sentimenti e di passioni dei personaggi che animano l'Opera Traviata anche se le romanze sono mishate senza un filo logico finendo poi alla fine nello scadere con grida disperate e ballerine a petto nudo (facendo partire un raffica di flash), in linea quasi scheletrica, che si contorcono penosamente evocando immagini di passata memoria. C'era bisogno di questa traduzione? No.(foto di Paolo Boanciani)
L'effetto iniziale è accattivante ma il finale poteva essere sublimato mantenendo la musica di Verdi originale senza ricorrere ad elaborazioni a drammaturgia musicali per rovinare un'Opera ed esaltare una Danza di puro esercizio ginnico. Troppo importante è la musica lirica per accoppiarsi alla ginnastica, un connubio che serve solo a sminuirla. E' come la musica Lirica che accompagna quello spot pubblicitario quando si va a comprare le patate al supermarket facendo anche una panoramica sui prodotti al banco.


Bravo comunque l'ensemble e molto rispetto per tutto il lavoro frutto di un buon allenamento ma la coreografia (regia, scene, luci e costumi di Monica Casadei e assistente alla Coreografia Elena Bertuzzi ) non è all'altezza di tanto sforzo fisico. 
Poco male, perchè ci sono anche tanti attori bravissimi che con la regia non sanno rendere tanto quanto il loro talento recitativo. Allora è meglio attenersi all'insegnamento facendo scuola di danza collaborando con le coreografie ad esperti del settore evitando così fondali di carta stagnola dorata ad effetto ditelo con un cioccolatino. Sì, amami Alfredo!

   LA TRAVIATA DI LELLA COSTA

Bravissima Lella Costa, attrice brillante, affabulatrice coinvolgente, ironica e cinica, tenera e dolcissima, dalla parte delle donne.
Con Traviata, L’Intelligenza del cuore, ha recitato un lungo monologo in difesa appassionata delle donne, “quelle” particolari: cocottes, mantenute, prostitute…traviate appunto, contraddistinte da una vita vissuta a…
 “Quanto?” e a ritmo praecox.
“Dai carino, facciamo presto. Già fatto? Sei fantastico!”, a 360 gradi di pari passo con l’amore e con la morte. Ieri era la Tisi, oggi è l’AIDS.
Amore e morte, difficile sottrarsi a questo fascino sottile e vampiresco.
“Ma tu vai con le prostitute?” “Chi, ioooooo?”
Nessuno lo ammette, ma chi…almeno una volta?
A pagamento piace, piace eccome: idraulici, manager, bancari, finanzieri, principi, muratori, geometri, ingegneri, ministri, presidenti, giornalisti, conduttori, speleologi, docenti, medici, infermieri, facchini, avvocati, magistrati, sindaci, assessori, cantanti, baristi, commercialisti e tanti, tanti calciatori.
Una botta e via. No, anche tante chiacchiere, confessioni e forse anche amore.
Amore come quello di Armando e Margherita Gautier, un amore speciale che si chiama devozione e salvezza.
“Amami Alfredo! (voglio succhiare il tuo sangue)” è il grido di Violetta-Margherita.
Pronti! Una mano al portafoglio e un braccio al flebo, risponde Alfredo-Armando al richiamo. E’ la sua fine?
No, perché l’uomo è forte, l’uomo non sa amare.
Dopo quattro mesi di ritiro in campagna con la sua amante, comincia a metter su pancetta e a sbadigliare.
Margherita-Violetta “rifiorita”lo mantiene,
Margherita-Violetta “rinnovata” lo ama,
Margherita-Violetta “intelligente” lo lascia per amore di luied eliminare il contrasto con la famiglia ed il sociale,
Margherita-Violetta va a morire: da donna traviata diventa Divina. Ha studiata da santa e merita la promozione.
Amore e Morte: Giuseppe Verdi voleva che la sua opera si chiamasse così ma gli sponsor glielo hanno impedito imponendogli “La Traviata” perché è così che si chiamano “quelle”.Oggi si chiamano Escort o fica-economy. Da ruggito.







TRAVIATA AL PROFUMO DI VIOLETTA
L’anno scorso è stata la Tata in carriera, una sorta di Mary Poppins che saliva ai vertici delle famiglie che contano nella fiction Solo per Amore.
 Questo sarà l’anno della Violetta strapazzata. Violetta è il nome d’arte: c’è chi la chiama castorina, oppure topa, o meglio ancor prugnetta. Nel Padrino di Mario Puzo è chiamata Violetta, portata da una damigella d’onore e strapazzata in salsa mafiosa. Violetta Valery è invece la protagonista  della Traviata, ovvero di quella celebre Margherite Gautier  del romanzo di Alessandro Dumas, tradotto anche in opera di Giuseppe Verdi.Dal palcoscenico al cinema passando dalla Tv tante sono state le protagoniste di questa storia drammatica. Da ricordare una chiassosa e inconsueta Greta Garbo, e poi una pruriginosa Isabelle Huppert diretta da Bolognini dove l’attrice si proponeva in versione ragazzina e della quale  è rimasta celebra la frase: “Gli uomini vogliono venire a letto con me perché io con loro mi diverto”.



La scena più erotica l’ha  invece proposta Svetla Vessileva la soprano che ha interpretato una Violetta lussuriosa  danzando su un tavolo con la crinolina spaccata in due  per mostrare in alto i calici e in basso la mutanda: libiam, libiam…! Roba da far rivoltare Verdi nella Tomba
La Traviata più fastosa e curata nella scenografia è stata quella girata da Franco Zeffirelli con Katia Ricciarelli (in Teatro) e Teresa Strata al cinema in un tripudio di colori, sale a specchi e champagne che scorreva a fiumi accompagnando i gorgheggi della soprano.
Fra un calice e l’altro faceva capolino anche Francesca Neri  in una fiction Tv girata in coppia con Sergio Muniz, una versione melò che non ha colpito particolarmente per l’improbabile accoppiata.
Più credibile e più scintillante è sicuramente la nuova miniserie Tv per Rai Uno con due protagonisti

d’eccezione come Vittoria Puccini (che in questi giorni sta sbancando il box office perché in testa alla classifica delle commedie all’Italiana con la Vita Facile in sorpasso a Manuale d’Amore tre e Tutti al mare) e Rodrigo Diaz il fascinoso interprete latino di Terra Ribelle messosi in luce per la bellezza talmente strepitosa da stracciare tutti gli altri componenti il cast.




L’accoppiata è di sicuro effetto perché le crinoline pizzi e merletti  come sa portarli la Puccini non si è ancora visto con nessuna, riuscendo lei a valorizzarli al massimo con il viso dolce di una delicata porcellana nel quale gli occhi verdi mandano bagliori di passione ardente. Quella che vedremo consumare nella miniserie per il bel Rodrigo il cui sorriso smagliante è un tiro al bacio con lingua in bocca perché tutto da mangiare in un sol boccone come una bella bistecca di manzo. L’odor di stalla si sa che attira nobili e servette, ma il bel Rodrigo  in questa miniserie vestirà quelli di un nobile nullafacente dedito al vizio del gioco e delle donne di vita, perdendo la testa per Violetta con una finale a sorpresa, tutto improntato al positivo, per stemperare la drammaticità dell’opera e per essere in linea con i tempi che corrono.
Giustissimo perché ai giorni nostri le Escort sono al Top della classifica delle donne più in vista ed invidiate come protagoniste di cronaca rosa e dei giornali patinati perché animano lo spettacolo vivendo poi nel lusso e nello scintillìo come specchio del costume di questa nostra bella società. Scostumata!





  LA TRAVIATA RISORGIMENTALE
  
Violetta fiction Tv ovvero La Traviata l’hanno rivisitata nobilitandola con l’allure dell’eroina risorgimentale.
Operazione Unità d’Italia che era riuscita solo alla Contessa di Castiglione, anche lei donna di un certa “pratica” che era stata ingaggiata da Camillo Benso Conte di Cavour per sedurre Napoleone III ed indurlo ad allearsi con gli Italiani nella guerra contro gli Austriaci.

Cosa che le riuscì in pieno finendo poi i suoi giorni, dopo i momenti di gloria, nell’anonimato.
La Contessa di Castiglione è stata interpretata da due attrici in serial Tv: la prima è stata Virna Lisi  che ha interpretato la Contessa con classe e nobiltà mentre la seconda è stata Francesca Dellera che ha fatto della contessa una nobile stropicciata.
Infatti sembrava sempre una che si era appena alzata dal letto dove ne aveva fatto di ogni, perché il capello a ricciolo era ad effetto spettinato ed era avvolta in crinoline trasparenti che a mala pena coprivano il capezzolo del  debordante décolletè. Insomma più che una contessa una cocotte di lusso sempre in fregola. La scelta su di lei era caduta perché nella realtà aveva sedotto il principino Emanuele Filiberto con il quale aveva convissuto a Parigi in una scabrosa liaison.
Se la Dellera non ha lasciato il segno è da imputarsi anche al fatto che la fiction non fosse entusiasmante mentre Virna Lisi ha nobilitato il ruolo  grazie allo sceneggiato curato nei particolari non solo nei costumi e ambientazioni ma soprattutto nella formazione di un cast d’eccezione formato da grandi attori di teatro ai quali allora si dava molto spazio anche in Tv.


A differenza di oggi invece che gli attori vengono scelti, senza aver mai recitato, fra i reality o varie comparsate Tv dove si distinguono per la loro carnalità come fighi e figottone i quali strada facendo riescono anche a perfezionare il talento naturale. Se ne sono dotati.
Tornando alla Traviata, nonostante la rivisitazione corretta, la fiction è risultata avvincente e gradevole anche se con qualche particolare stonato come per esempio il look della protagonista Vittoria Puccini acconciata più in stile Belle Epoque  che in quello del romantico ottocento così ben rappresentato nella serie cinematografica della Principessa Sissi o del Gattopardo.
Virna Lisi è un’attrice particolare perché molto valorizzata in Patria che ha compreso la sua personalità mentre invece l’America non è riuscita ad inquadrarla volendo sfruttare la sua bellezza perfetta per fare un sex symbol burroso alla Marilyn Monroe mentre invece andava inquadrata in una tipologia più moderna alla Michelle Pfeiffer.
Proprio per questo stampo di modernità Virna Lisi è tuttora un’attrice apprezzata per la sua professionalità ed elegante bellezza senza tempo.

CARRERAS & FRIENDS in un curioso concerto a Brindisi dove canta Traviata con Katia Ricciarelli e un'altra coppia in versione comica.




                                                     

 LA TRAVIATA DI MARIA CALLAS






al Teatro Regio di Parma nel 1951
(di Francesco Maria Piave) Musica di Giuseppe Verdi
Rappresentazioni: 30 Dicembre 1951, 3, 4 e 9 Gennaio 1952
Interpreti: Maria Meneghini Callas (30.12) e Fiorella Carmen Forti (Violetta); Ebe Ticozzi, Maria Varetti (4.1) e Gabriella Galli (9.1) (Flora); Maria Varetti e Sandra Nenni (4.1) (Annina); Arrigo Pola e Gianni Raimondi (9.1) (Alfredo); Ugo Savarese e Walter Monachesi (4 e 9.1) (Giorgio Germont); Vittorio Pandano (Gastone); Camillo Righini (Barone Douphol); Enzo Cecchetelli (Marchese d'Obigny); Aristide Baracchi (Dottor Grenvill). Prima Ballerina: Anna Maria Bruno.
Maestro Direttore: Oliviero De Fabritiis. Regista: Riccardo Moresco. Maestro del coro: Gianni Lazzari.


Scene: Ercole Sormani.
Costumi: Casa d'Arte Imperia.
Impresa: Cittàdi Parma - Teatro Regio.

Altri interpreti: Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma.    







lunedì 27 aprile 2015

FABIO E LUCIANINA UNA COPPIA IRRESISTIBILE


Come non mancare all’appuntamento di domenica sera con Che Tempo che Fa, condotto da Fabio Fazio? Ospiti importanti vengono intervistati da lui con un talento non comune perché cattura gli ascolti anche su argomenti particolarmente difficili, alternandosi in veste di fan a quella di curioso e competente conduttore,

Lo spettatore si immedesima in lui considerandolo un piacevole compagno di viaggio nella cultura e nel sapere. Geniale perché alla fine, come ciliegina sulla torta, lui riserva la comica finale duettando con Luciana Littizzetto in perfetta armonia con quella complicità che sta alla base dei rapporti fraterni.

Lui, come quello maggiore, tenta di frenare la sbirulina Lucianina, facendo sembrare frutto di improvvisazione. Così assume l’aria preoccupata di chi non sa cosa potrà succedere, come se si trovasse di fronte a una sorellina vivace e cattivella che la ciliegina se l’è ingoiata.

Anzi, ne deve aver fatto una scorpacciata la birbacciona, dopo averle prese chissà dove, per poi fare le sue sparate come se fosse seduta sul vasino. Tic…tic…tic…ne viene snocciolata una dietro l’altra  non mancando di togliersi le scarpe e far ondeggiare il décolleté “da  gnocca” davanti al Fazio imbarazzato.

Finalmente col finale si unisce per i saluti la nordica Filippa, bellissima, sorridente ed elegante come una principessa, posizionandosi dietro alla coppia irresistibile.
Che c’entra lei con questi due? si domandano le spettatrici, mentre gli spettatori non hanno dubbi su chi sia la  gnocca.

DANZA INDIANA TENDENZA moda THE MILLIONAIRE

                         IL CINEMA INDIANO TENDENZA THE MALLIONAIRE

Il cinema indiano sta vivendo un momento d’oro dopo gli Oscar al film The Millionaire, girato fra le baraccopoli di Mombay la cui fortuna, per un pezzente, è legata al gioco di Chi Vuol Essere Milionario, format diffuso in tutto il mondo.
Il film è una sorpresa perché ci mostra un paese in piena effervescenza, spinto a migliorare e a crescere con ogni mezzo, da quello illecito a quello più onestamente facile, importato dall’occidente e rivisitato in salsa indù.
In poco tempo le baraccopoli si trasformano in quartieri pieni di grattacieli i quali, visti dall’alto, si confondono con i grattacieli dello scenario di New York.
Commuove la miseria in cui crescono i bambin, sottoposti ad ogni tipo di violenza (uno di loro viene accecato per poter racimolare più soldi con l’elemosina) e vessazioni.
Ma crescono svegli, tanto che uno di loro, il protagonista Jamal riesce a rispondere a tutte le domande del quiz con premio di venti milioni di dollari ma che, prima di incassare, è torturato dalla polizia per sapere la fonte delle sue informazioni.
Personalissime, pescate sulla strada, dalle esperienze dure, dalla curiosità spontanea e dal suo sete di sapere. In somma la sua fonte è, e va detto, nella merda.
Dalla quale nasce un fiore, il frutto del suo amore, che si chiama Latika (Freida Pinto) divisa tra Jamal e il di lui fratello che la stupra, per finire in mano al boss che la fa sfregiare dai suoi scagnozzi perché sempre innamorata di Jamal.
Finale con pioggia di milioni, grazie all’abilità di schivare un tranello, e bacio sullo sfregio di LatiKa che suggella l’amore dei due ragazzi.
Un bacio dolcissimo e struggente che ricorda molto il film Revange con Kevin Kostner, Madeleine Stowe ed Antony Quinn.


La commozione è alle stelle ma per pochi secondi perché il film finisce con un ballo corale fra tutti gli interpreti alla maniera Bollywoodiana. 
Bello bellissimo come la bellezza calda e solare delle indiane, di estrema eleganza perché anche nella più nera miseria sanno portare il shaari con grazia ed evanescenza accostando sapientemente i colori in tono su tono sempre arricchiti da monili ad effetto raffinato.
Freida Pinto è la faccia del cinema indiano, quello più genuino e semplice che ha incantato Hollywood: un tipo acqua e sapone, la cui bellezza viene esaltata al massimo quando si porge verso Jamal sul treno per raggiungerlo con un sorriso gioioso e pieno di passione.
L’ultimo in sequenza, prima di venire brutalmente sfregiata. Perché povera, sola, bellissima e, soprattutto innamorata. Non se lo doveva permettere: zac! L’India progredisce, ma le donne restano sempre in una posizione di sudditanza a livello di schiavitù. La speranza è tutta racchiusa in quel bacio di Jamal, innamorato intelligente e aperto, su quella ferita nella guancia di Latika che, “nonostante”, non riesce a deturparle il volto bellissimo, per assorbire tutto il suo dolore di donna perseguitata, e consentirle di aprirsi alla vita in piena libertà.


                            DANZA INDIANA TENDENZA THE MILLIONAIRE
 "Guarda quì sotto, pochi anni fa c'erano le baracccopoli". 
E i due fratelli ammirano il nuovo scenario che, visto dall'alto, sembra quello di New York, perchè alle baracche si sono sostuiti migliaia di grattacieli. La location è Mombay nel film The Millionaire.
Con quiei ragazzi si respira una grande energia, quella del risveglio dell'India di cui sentivamo la brezza nell'invasione di tutti quiei bellissimi prodotti che trovavamo e troviamo nei banchi a poco prezzo.

A differenza di quelli cinesi, i prodotti indiani hanno una marcia in più sia come lavorazione, perchè spesso il décor è fatto a mano, che nei tessuti. Di prima scelta: lino, canapa cotone e seta,spesso di raffinata trama impalpabile, quasi trasparente. Le infraduito sono tra le più ricercate, impreziosite da pietre e perline con le suole rigorosamente di cuoio. Comprare italiano va benissimo, però non si può ignorare che molti prodotti italiani usano materie prime importate. Dall'India, in primis, perchè noi in Italia non produciamo,nè lavoriamo quasi più nè lino, nè cotone, nè cashmeere, nè seta.

E'giusto difendere il proprio prodotto, ma è difficile arginare la grande energia produttiva della nuova India di cui questo The Millionaire ci lancia il messaggio, facendoci palpare tutto il suo potenziale e la sostanza. A bassi costi.
Questo per dire che non si esce dalla crisi diffondendo notizie glamour per tenere su le carte. Come si suol dire, molto fumo e poco arrosto. E la gente non si fa incantare, perchè se il cielo è sempre più blu, i negozi restano sempre più vuoti. "Guardare" per credere.



                 Così parlò Massimo D'Alema
http://ritaguandalini.blogspot.it/2013/04/il-nuovo-presidente.html









venerdì 24 aprile 2015

IL NEOREALISMO TRA CINEMA E TV con note di costume e società


                                 
Molti attori affermati, un po’ per la crisi e un po’ per la delusione delle regole dello star system, come Benicio Del Toro  si stanno rifugiando nel cinema indipendente, meno patinato ma più crudo e realistico, così come aveva già fatto per esempio Nicole Kidman (presente a Cannes con due films: The Paperboy del regista di Precious Lee Daniels e per il cinema indipendente con Hemingway and Gellhorn di Philip Kaufman ) che in questo settore ha reso il massimo (La macchia umana, Dogville)   molto più che con le mega-produzioni dove le hanno pure cambiato i connotati.
In Australia era inguardabile con le labbra a canotto pure lei. 
In Moulin Rouge  anche se era bellissima recitava in maniera troppo isterica e caricaturale così come in tanti altri film come Da Morire, Ho sposato una Strega o La Donna Perfetta. L'orrore sull'orrore.
Per fare la commedia leggera e spumeggiante bisogna essere spumeggianti come Marylin Monroe.
La Kidman ha una sensualità inquietante e raggelante di una che scopa con gli occhi aperti perchè ha lo sguardo assassino più di quanto possa la gnocca.

La Monroe invece aveva lo sguardo sognante quando faceva l'amore e spumeggiante quando lanciava le battute illuminandosi tutta sorridendo fino alla radice dei capelli. Marylin Monroe è l’immagine in cartellone che accompagna il Festival di Cannes 2012.

Alla fine del film di The Wolfman trasmesso su rete 4, su Rai Tre in Correva L'Anno  si parlava di Anna Magnani con le sequenze del neorealismo italiano di Roma Città Aperta in un tempismo che aveva quasi del magico ad avvalorar la tesi di quanto detto sopra.
Immancabile la sfilata delle miss a Salso per raccontare gli esordi di Sofia dove incontra Carlo Ponti il quale le apre le porte del cinema. Che comunque, se non avesse avuto talento, Sofia non avrebbe sfondato diventando la grande attrice che tutti conosciamo.

Molto brava fino ad un certo punto però, perchè invecchiando non ha saputo scegliere ruoli adatti puntando sempre alle sceneggiature che mettessero in risalto la diva. Purtroppo rifatta e quindi impedita ad esprimere quelle emozioni che ci aveva dato nel corso della sua carriera.
Virna Lisi per esempio ha saputo invecchiare con più dignità interpretando ruoli adatti alla sua età senza mettersi in competizione con le giovani come ha fatto invece Gina Lollobrigida che nel Remake de' La Romana, dove faceva la mamma di Francesca Dellera nel ruolo che fu della Lollo, ha litigato con lei perchè le davano più spazio nei primi piani.

A dirla tutta è triste vedere le star che hanno rappresentato dei sex symbol ripresentarsi di punto e in bianco invecchiate come delle nonne per fare le mamme alle giovani attrici.
Meryl Streep è un eccezione non avendo mai fatto la fichissima e lavorato incessantemente, la trasformazione da giovane a donna matura è stata graduale e non traumatica come una sorta di mamma che non ha età. Mamma mia! È proprio il caso di dirlo.
Vedere Sofia giovane e pimpante parlare nel cine-docu con l'espressività del viso naturale e confrontarla con quella di oggi con la fissità del botulino mette in imbarazzo.
Sofia si è  realizzata sullo schermo dove ha potuto esprimere tutto il suo sentimento di donna genuina e passionale mentre nel privato pare abbia preferito puntare sulla grande star sofisticata e lontana dalle sue origini.





 A differenza di Anna Magnani che era in privato passionale e verace così come appariva sullo schermo. Meglio sarebbe distinguere nettamente le due cose senza confondere il reale dal fantastico come aveva fatto Ingrid Bergman per esempio.

La quale nel privato era una semplice casalinga (c’è un docu dove lei in giardino dà da mangiare alle galline, diretta da Rossellini! In un duetto micidiale: come un Angelo Azzurro lei fa Cooo-co-co -co e lui regista Chicchiricchì) che le aveva fatto perdere l'amore di Rossellin dopo che era diventato suo marito.
Infatti lui si era innamorato della grande diva Bergman mentre era ancora compagno di Anna Magnani per poi trovarsi a fare il marito di una donna con tre figli che non funzionava assolutamente come musa.
Con la Magnani invece aveva fatto grandi film in un sodalizio fantastico. Tutte due sono comunque grandi attrici, perdenti nel privato, mentre Sofia è sempre stata riverita dal marito dai figli parenti e affini.

                     


La vera curiosità è stato il fondo di Paolo Mieli che, paragonando le due grandi attrici Italiane Sofia e Anna le metteva sullo stesso piano come vittime del neorealismo perché la Magnani era stata perseguitata dai nazisti in Roma Città Aperta,   mentre Sofia era stata violentata dai liberatori (nelle cui fila c’erano molti turchi) ne’ La Ciociara..  A tutte due è stato assegnato l’Oscar. Il neorealismo a quel tempo veniva premiato perché si usciva da una sanguinosa guerra e gli Americani si inorgoglivano di essere artefici della fine del conflitto.

Oggi il neorealismo interessa soprattutto gli spettatori Tv che si cibano di cronaca nera.





                                       LA RESISTENZA DELLE DONNE
Si parla molto di Resistenza da parte degli uomini, ma poco di quella delle donne.
In effetti al cinema non ci sono esempi molto edificanti perché tutte le donne del periodo della guerra sono descritte quasi sempre come prostitute che fanno inciuci col nemico, a parte qualche eccezione come quella della scena cult di Anna Magnani in Roma Città aperta che per inseguire il marito catturato si la largo dando spintoni ai soldati tedeschi che poi la stendono a colpi di mitra.

La scena più importante di tutto il neorealismo che ha contribuito alla diffusione del cinema italiano in tutto il mondo, con i film che venivano comprati a scatola chiusa dai produttori americani.
Poi ci sono tanti altri film, uno di questi  Jovanka e le altre (con Silvana Mangano) che, sospettate
di aver avuto relazioni con dei tedeschi, venivano rapate a zero. L’esempio più recente è significativo è raccontato nel film Malena con Monica Bellucci che il regista Giuseppe Tornatore descrive con un ottica molto accondiscendente perché alla fine, il rituale della rasatura di capelli fattole in maniera brutale dalle donne, finisce per renderla una vittima innocente.

Sempre la Bellucci ha poi interpretato con Luca Zingaretti “Sangue Pazzo”, storia di due attori che fecero carriera ai tempi del fascismo e che poi finirono fucilati dopo la liberazione.

giovedì 23 aprile 2015

CON 70 ANNI DI PACE LA FORZA DEI NERVI DISTESI

 Mussolini Ultimo Atto ieri sera era sulla 7,  con Rod Steiger e Lisa Gastoni l'attrice molto amata dal regista Carlo Lizzani che l'aveva lanciata in Luciano Lutring il bandito di Milano che uccideva col mitra nascosto nella custodia del violino dopo aver svaligiato le oreficerie del cenro di Milano con Via Napoleone in primis.
La Gastoni ha sempre fatto film drammatici, di guerra di amori criminali e di intrighi familiari alla Beautiful. Lei è stata la prima zia a sedurre il ragazzino facendo poi scuola a Salvatore Samperi con Malizia e Laura Antonelli diventata mitica nella scena sulla scala dove fa vedere le mutande e giuarrettiera ad Alessandro Momo. Immagine immortalata anche con Carla Bruni a culetto in bellavista avanti Sarkozy.

La Gastoni in questo film di Mussolini ricopriva il ruolo della Claretta Petacci l'amante del Duce che aveva scelto di seguirlo per andare a morire in un paesello sul lago freddata dai Partigiani insieme al Duce per poi  sbarcare in Piazzale Loreto appesi entrambi come animali macellati a testa in giù così come ampiamento visto nel docu Kombact e quelli di Correva l'Anno della Grande Storia della Rai.
Alla Petacci avevano legato le gonne intorno alle gambe perchè senza mutandine. Non si è mai capito perchè, visto che aveva tutto il tempo di rimetterle dopo una nottata d'amore, per la prima volta nel letto con il suo amante, quando era stata prelevata dai partigiani.

Forse si vuole nascondere il fatto che il suo corpo abbia subito uno scempio forse anche quando era ancora viva insieme a Mussolini o addirittura dopo che era stata fucilata.
Insomma resta un mistero che nemmeno Franca Leosini  ha svelato esprimendo solo un'opinione come esperta di processi, così come rimane un mistero la fine della borsa con i diari del Duce molto scottanti perchè si parlava di corrispondenza fra lui e Churchil.
Particolare sempre smentito dagli Inglesi anche se ci sono tante testimonianze  sul fatto che i due amanti vennero uccisi prima che arrivassero i partigiani (e dunque forse dagli Inglesi).

Ma la storia la raccontano sempre i vincitori per cui bisogna attenersi a quanto si insegna nelle scuole anche se tanti scrittori tendono a descriverla cercando di essere super-partes supportati da ricerche e testimonianze per raccontar la guerra in tutte le sue sfaccettture allo scopo di evitare nuovi errori con inevitabile coercizione a ripetere: Prima era la Garnde Guerra, poi La Seconda e così siamo arrivati agli Albori della Terza con i venti di guerra che soffiano dal Mediterraneo in fiamme.
Meno male che abbiamo festeggiato 70 anni di Pace e con  La forza dei nervi distesi speriamo di essere a un buon punto.

mercoledì 22 aprile 2015

UN DIAMANTE DA 22 MILIONI DI DOLLARI





Ecco il Diamante venduto oggi all'asta in USA per 22 milioni di dollari.
Curiosamente è uguale a quello che George Clooney aveva regalato ad Amal Alamudin in occasione del fidanzamento seguito a matrimonio.

Che la coppia sia scoppiata? Da tempo si parlava di un matrimonio alla fine perchè i due facevano già vite separate.
La crisi sembra sia dovuta al fatto che Clooney non volesse bambini così come aveva fatto in precedenza con le altre ragazze del divo americano.
Più probabilmente la coppia si è sciolta in seguito alla rinuncia alla candidatura alle Presidenziali di Clooney perchè i sondaggi lo davano perdente stante l'accoppiata mista con una mussulmana, poco popolare negli USA, non tanto alle minoranze quanto alle lobby bancarie (in mano agli Ebrei) che invece hanno favorito la coppia dei Clinton.
I quali non si sono comunque sposati per candidarsi come invece si è sempre sospettato di Clooney ed Amal perchè nessuno ha mai creduto alla storia d'amore, ma ad un patto ambizioso per la scalata alla Casa Bianca che una First Lady mussulmana poteva garantire dando supporto e credibilità nei negoziati di pace col Medio Oriente. Ma non avevano fatto i conti con le lobby...



    GIOIELLI E DIAMANTI, RACCONTI DI CARTIER

http://www.hola.com/realeza/2014013069429/princesas-joyas-cartier/




I diamanti sono i migliori amici delle donne.

Grazie stragrazie recita Marilyn pensando alla Tiara di sua madre da rubare (anche se poi in realtà si sa che nel cinema erano Svarowsky),






   



L'importante è il pensiero
ribatte Audrey da Tiffany








 Penelope lo mostra a Cameron in The Counselor.
Gola gola!

(Ancora per poco...)













QUANDO IL SABATO SERA ERA SABATO DI CLASSE

ELEUTERIO - SEMPRE TUA
con Paolo Stoppa e Rina Morelli

Gli attori oltre a teatro e Tv, erano molto popolari per l'interpretazione del film Il Gattopardo con Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon.
Questi ultimi due dopo tanti anni si sono ritrovati per ripresentare Il Gattopardo restaurato.

martedì 21 aprile 2015

COSI' PARLO' LAURA BOLDRINI SUI DOVERI VERSO I RIFUGIATI


La Presidente Laura Boldrini a Ballarò parla come se fosse Papa Francesco, ma lui è un uomo di Dio per il quale tutte le sue creature sono uguali.
Laura Boldrini sbaglia perché una società civile deve pensare a Governare giustamente prima di tutto per il proprio Paese cercando di vivere in modo pacifico con quelli limitrofi senza intromettersi nelle guerre civili o gli affari se non si è interpellati là dove anche l'America si è sfilata.
La Boldrini parla con enfasi che non è mai il tono giusto per esprimere un giudizio equilibrato. Infatti porta ad esempio una famiglia che si trova con la casa distrutta per cui si vede costretta a scappare e in questi frangenti non può pensare di portare con sé i documenti.
I documenti no, ma i soldi sì perché per imbarcarsi ne occorrono tanti.
http://video.corriere.it/boldrini-con-mare-nostrum-ogni-vita-salvata-costata-600-euro/fb1e6254-e865-11e4-97a5-c3f

Dunque la Presidente si contraddice ed il suo esagerato buonismo anche se come persona le fa onore come Presidente della Camera no perché deve prima di tutto pensare alla sicurezza del proprio Paese che con questi sbarchi selvaggi viene messo a rischio seriamente.
L’Europa ha condannato l’Italia che ha respinto le barche dalle acque internazionali, sostiene ancora la Boldrini,  ma anche qui la sua tesi fa acqua perché l’Europa non può condannare e nel contempo fregarsene del problema lasciando l’Italia a sbrigarsela da sola. Ci vuole il pugno di ferro: uno rivolto ai barconi e uno verso l’Europa costringendola a prendere una posizione con aiuti di tutti i Paesi della UE che si devono attivare con le navi e i militari, prima di doverlo fare entrando in guerra.
Poi parla di cifre e anche qui non ci siamo perché la Boldrini si dice orgogliosa di spendere (i nostri soldi) per salvare vite umane e su questo ci siamo ma oltre alle vite dei poveri rifugiati dovrebbe pensare anche a tutti quei carcerati che muoiono suicidi perché si trovano a vivere in condizioni disumane che rasentano la tortura.
Il fatto è che noi italiani siamo inguaribilmente esterofili che guardiamo sempre fuori dai confini senza occuparci dei fatti nostri.

Bisogna trovare un soluzione prima di tutto respingendoli e accompagnandoli da dove sono venuti sbarcando con loro e poi procedere ai controlli con gli imbarchi a chi ne ha effettivamente diritto senza pagare un soldo. Non ci vuole tanto per capire.
La primavera araba si continua a citarla senza senso.
Ieri sera per esempio da Formigli c’era una signora araba (non so se giornalista) che diceva come la Primavera Araba fosse un’invenzione dei giornalisti d’occidente perché non capivano che invece si stavano facendo largo i Fratelli Mussulmani che poi sono andati al Governo in Tunisia ed hanno spodestato Gheddafi dalla Libia con l’aiuto dei Francesi in prima linea (che poi hanno pagato con il Charlie Hebdo perchè oltre al danno alla Libia, Tunisia e Algeria,  anche la beffa all'Islam).
Invece con Gheddafi si stava meglio quando si stava peggio e con lui tutti gli altri dittatori come Ben Alì perché controllavano i traffici dei clandestini. Quando diceva queste cose però il Formigli aveva un sorrisetto di compatimento come se stesse dicendo delle sciocchezze.
Non si capisce perché i testimoni siano meno attendibili di giornalisti fantasiosi. La Primavera Araba fa molto fino, fa rivoluzione fashion islam moderato che è piaciuta tanto al Corriere… Che vuoi che sappia un’araba qualunquista.


OMOSEX E DIRITTI MINORANZE E DEBOLI

Gli stilisti sono scesi in campo per dare una testimonianza omosex secondo i canoni del buon gusto fashion. Dolce e Gabbana hanno fatto discutere nel mettersi contro le coppie che vogliono anche figli dicendo che invece dovrebbero accontentarsi dignitosamente seguendo la loro natura omo che non può affiliare. Molte star si sono schierate in favore di Elton John e del suo compagno che hanno adottato uno o due bambini anche se a loro viene dato come modello genitoriale una coppia di maschi. Così vale anche per le femmine. Penso che quella di Dolce e Gabbana sia stata una lezione di grande stile che manca a tanti omosex che già convivono, come per esempio Niki Vendola ed il suo compagno, che non perde occasione per lamentarsi di non potersi sposare ed avere figli.









Senza entrare sul matrimonio gay del quale comunque ho già parlato ampiamente in passato è interessante soffermarsi sulla testimonianza di Giorgio Armani anche lui stilista di grande classe che ha sfoderato anche in occasione dell'ultima sfilata consigliando agli uomini omo di non usare travestimenti ridicoli fermandosi qui senza aggiungere ad effetto checche. Giustamente. Un conto è il travestimento per fare imitazioni come le drag queen un altro è mascherarsi da donne come tanti viados.
Daria Bignardi nell'ìultima puntata di La 7 delle Invasioni Barbariche aveva presentato una coppia gay con tre gemellini e nonni al seguito per dare il supporto nel crescerli ai quali ha dato tutti la benedizione il prof. Veronesi come esempio da seguire.


Molti invece nutrono riserve perchè finchè sono piccoli tutto va bene (come a scuola) ma poi quando crescono potrebbero avere problemi e quindi non sarebbe giusto crearne maggiormente a dei bambini già in partenza, con tutti quelli che dovranno affrontare nella vita.
A colpire è stata comunque la mamma surrogata dei gemellini come esempio di grande apertura ed emancipazione anche se la motivazione non era stata fra le più brillanti: “Ho visto quanto era bello il mio bambino per cui ho voluto moltiplicarlo...eccet.”
A parte che ogni scarafone è sempre bello a mamma sua, ogni bambino anche se gemello ha una sua personalità e lo abbiamo visto con Romolo e Remo, con Caino e Abele e tanti altri esempi. Però è piaciuta la sicurezza e la determinazione con la quale voglia ed ha voluto  mettere le sue ovaie a disposizione. Esattamente come fanno i maschi che vorrebbero inseminare tutte le donne primo perchè dal collo in giù sono tutte uguali e poi per perpetrare la specie a loro immagine e somiglianza.

Una donna  non era mai arrivata a questo grado di pari opportunità (Nicole Kidman è stata la prima star ad usufruire di una madre surrogata)  e questo sì che andrebbe insegnato nelle scuole ai bambini e alle bambine per farli crescere uguali e quindi in grado di accettare in un futuro senza problemi anche famiglie diverse.
Ma per il momento  in Italia questa tipo di nucleo familiare viene ancora visto come fenomeno da circo (diciamo pure anche mediatico), perchè le bambine giocano ancora con la Barbie e i maschietti con la pistola ad acqua. Se poi lo si insegna a scuola i bambini vanno a raccontarlo ai genitori che sicuramente fanno battute o sorrisini di compatimento come a dire, vabbè ci sono anche quelli, ma voi bambini no eh? State attenti.

Bisogna partire sempre dalle donne e poi i bambini. Nelle società civili si fa così: prima le donne e poi i bambini. Gli uomini poi seguono. A meno che non pensiamo di essere tutti sulla stessa barca che, stante il momento di grande crisi, sia in procinto di affondare come una sorta di Titanic con l'orchestrina che continua a suonare mentre si balla e ci si abboffa di mangiare (v: expò mentre tanti disperati non hanno da mangiare), per cui queste regole di rispetto e civiltà non siano più valide facendo regredire gli uomini a livelli bassi  dove a sopravvivere siano sempre i prepotenti e arroganti che buttano in mare prima le donne coi loro bambini. Che sian barconi di immigrati o navi da crociera non fa differenza. Animali!


lunedì 20 aprile 2015

CAROLYN CARLSON, LA DANZA DELLA NATURA

Dopo Tosca X, altro giro altra serata con Carolyn Carlson Company, Short Story, in un trittico molto raffinato e di rara eleganza visto nella serata di Sabato 18 aprile 2015 al Teatro Regio di Parma.


Ffinalmente un bellissimo spettacolo, molto breve ma incisivo in una sorta di danza della natura con Carolyn Carlson che danzava l’acqua mentre le sue due allieve danzavano il respiro e il vento ed il raggio di luce.
Dopo tutta la danza contemporanea finalmente un gioiellino. Perché comunque la danza contemporanea sa essere molto avvincente ed emozionante al di là delle performances ginniche che si vedono abitualmente che la riducono quasi sempre a saggio scolastico.
Dal Theatre National de Chaillot di Parigi Carolyn Carlson crea le sue coreografie originali che poi porta in giro per l'Europa approdando questa volta a Parma con due danzatrici nel ruolo di fate che giocano con gli elementi naturali della terra e degli astri.

Con Immersion la Carlson si ripropone come danzatrice  a riprodurre l'acqua in tutte le sue forme: con le onde del mare in primis lasciandosi cullare dalla marea con movenze mimiche roteando prima dolcemente poi a scatti sempre più veloci e saettanti fino ad arrivare allo scroscio di una pioggia purificatrice. Poi le gocce che scendono una ad una fino a far traboccare la ciotola nella quale immerge le sue mani per riprodurre il suono di un ruscello con l'acqua che scorre cristallina e limpida per poi finire dentro due ciotoline posate su un tavolo vicino come una sorta di coppe nelle quali bere e dissetarsi.
La coreografia è ben diversa dalla precedente versione d'Eau vista a Parma alcuni anni fa dove l'acqua invece era descritta come elemento inquietante (anticipando  come una sacerdotessa custode dei segreti della natura, lo Tsunami  di Haiti e dell'impianto atomico di Fukushima) che aveva ispirato la danzatrice dopo un soggiorno a Venezia e a Mestre descrivendo le acque paludose in riva e minacciose intorno alle piattaforme petrolifera al largo dell'Adriatico.


Con Wind Woman invece  l'interpretazione è di Céline Maufroid, che volteggia con leggiadria e grazia con tutto il corpo insieme al fluttuare dei capelli lunghi e setosi che getta all'indietro per scoprirere il volto ed ascoltare il respiro degli essere viventi che la circondano facendo mulinello come fosse presa da un vortice di vento che soffiandole sopra la fa vibrare mettendola in contatto con il respiro della sua anima.
Anima dolcissima ed eterea che vola come foglia al vento che la culla prima dolcemente con il soffio caldo di sirocco per poi strapazzarla con il sibilo della tramontana. Curiosamente questa allieva di Carolyn Carlson è forse quella che più ha ereditato il concetto di danza a corpo libero di Isadora Duncan della quale proprio Carlolyn Carlson è devota seguace.



Invece con Mandala interpretata da Sara Orselli l'allieva danzatrice si rpropone con le movenze più vicine alla mimica di Carolyn Carlson con il volteggiar delle braccia a scatti e le movenze del corpo che si snoda sinuoso a serpentina  come una sorta di molla sotto un raggio di luce il cui il bagliore, come quello di una bacchetta magica, la fa girare su sé stessa: un fascio di luce su una giovane donna la quale come ipnotizzata dal raggio e dal calore si attorciglia cercando di elevarsi dalla terra nella quale la natura umana striscia.
La luce poi via via si espande fino a farle sciogliere i capelli facendola danzare libera dal comando di quella bacchetta magica di luce,  ritornando  nell'ombra nell'ora del crepuscolo.
Spente le luci ed i suoni della natura di acqua ed aria le tre protagoniste di questa danza poetica e delicata si presentano insieme per gli applausi scroscianti ad onorar questa sacerdotessa di una danza libera ed ancestrale ad evocare i riti della pioggia, i fuscelli che si piegano al vento senza spezzarsi e chiamando a raccolta tutti gli esseri viventi che cercano di elevarsi a Dio chiedendo di illuminare il volto della sua luce e prenderne il soffio del respiro. Divine creature!