No. Ai tempi di William Shakespeare non poteva che vestirsi da maschio: paggetto in cerca di una sistemazione.
La trova alla Corte di un Duca il quale la incarica di far da tramite portando messaggi d'amore a una Contessa che lo rifiuta adducendo di essere in lutto del fratello defunto. Appena visto il paggio, però la Contessa si infiamma facendo lei stessa delle avances al bellissimo “ragazzo/a” che le si presenta in tutta la sua glabra giovinezza.
Potrebbe sembrare la solita commedia degli equivoci in un viavai di personaggi che sembrano quelli che non sono a dar vivacità a un'opera Shakesperiana come La Dodicesima Notte presentato dalla Fondazione Teatro Due il 24 e 25 marzo, invece la commedia si suddivide in due, con le liaison amorose da una parte e dall'altra le tresche buffonesche di una corte che gira intorno alla Contessa sperando di farla capitolare, con maggiordomo in primis preso di mira dallo zio ubriacone della contessa insieme all'astuta dama di compagnia, con a seguir il solito cretino di campagna: un coro diretto dal buffone di corte che non può mancare con le sue battute piene di ironia più beffarde che comiche.
Ci sono tutti gli elementi per rappresentare allegramente situazioni equivoche e piccanti che invece i versi di William Shaskespeare non permettono tanto sono profondi e pieni di allusioni da mettere lo spettatore in stato di grande concentrazione che nemmeno un'orchestrina di accompagnamento riesce a distrarre perchè accompagna l'azione di ogni personaggio rendendolo ancora più accattivante nella sua performance.
L'introduzione dell'orchestrina l'avevamo già vista nella scorsa stagione come colonna sonora di Molto Rumore per Nulla e non si fa per dire perchè il rumore era accentuato da brani musicali d'epoca anni 40-50 (Boogy Boogy ecc.) accollati alle scenette di una commedia ambientata in quel periodo.
Il risultato era una sorta di assemblaggio ad effetto copia e incolla in un rumore assordante che per innovare Shakespeare si era ispirato alle varie commedie cinematografiche di quel genere, da quelle Hollywoodiane come New York a quelle Italiane come Polvere di Stelle.
La musica è il cibo della vita, recita Il Duca nella Dodicesima Notte e dunque l'orchestrina ha una sua funzione. Basta che funzioni.
In Bridman per esempio ha funzionato alla grande: l'orchestrina era il suono di una batteria che dava un ritmo jazz ad un back stage di un'opera teatrale.
Così pure Nella Dodecesima Notte dove batteria si alterna alle percussioni fondendosi anche insieme per lasciare il sax a fare da solista in. un ritmo incalzante che accompagna i versetti di Shakespeare recitati
a ritmo cadenzato come fosse un minuetto: adagio, allegretto, passaggio di battuta al partner e mossa finale con inchino in un botta e risposta di rara grazia ed eleganza nel rappresentare la vena malinconica alternata a qualche colpo di coda (quella della dama di compagnia insieme al plot dei cortigiani) per dare un tocco di farsa: la classica mossa Napoletana che dà il frizzo finale alla canzone melodica e di cuore
La scuola è quella di Carlo Cecchi, che ha lavorato molto con Eduardo De Filippo del quale si sente l'impronta napoletana, con la compagnia di attori Remo Stella, Giuliano Scarpinato Rino Marino Eugenio CostantiniDavide Giordano Rino Marino Federico Brugnone Barbara Ronchi Daniela Piperno Vincenzo Ferrara Loris Fabviani e Dario Lubatti. Musiche di Nicola Piovani, scena Sergio Tramonti, costumi Nanà Cecchi disegno Luci Paolo Manti.
La Commedia finisce a lieto fine con la comparsa di un fratello gemello del paggetto-ragazza ad impalmare legalmente la Contessa mentre il paggio-ragazza si sposa con il Duca suo datore di lavoro.
Giustamente ogni coppia si è formata etero perchè ai tempi di William Shakespeare non era in vigore il matrimonio gay, per cui non si sa se vissero felici e contenti rimanendo in sospeso l'equivoco di fondo.
Infatti la Contessa si innamora di un paggio effeminato, mentre il Duca sposa il paggio del quale provava attrazione fisica.
Un'idea di innovazione della Dodicesima Notte potrebbe essere anche quella di fare alla fine un matrimonio omosex. Ma andiamo troppo oltre.
Per il momento le innovazioni teatrali si muovono sul piano delle scenografie e dei costumi puntando all'essenziale, giocando con le luci per il tocco tecnologico e inserendo musica in sottofondo per vivacizzare le movenze dei performer. Un po' come si fa al circo per creare un filo di suspence con la batteria fino alla mossa acrobatica finale con applauso al fenomeno. Tutto quanto fa spettacolo ed il Teatro si sta adeguando come se si arrampicasse sulle funi per uscire dalla nicchia, cercando di trovare vie nuove con messaggi d'attualità dentro opere tradizionali pur restando fedeli al testo (così come visto in Cassandra di Elisabetta Pozzi).
Operazione riuscitissima anche in questa Dodicesima Notte dove i versetti sono recitati come in una commedia del Teatro di Eduardo De Filippo che non a caso ha ispirato anche grandi protagonisti del Teatro Shakespeariano DOC come sir Laurence Olivier e la sua seconda moglie Joan Plowning con la quale ha fatto felice sodalizio artistico oltre che felice matrimonio dopo quelli disastrosi con la star di Via Col Vento Vivien Leigth morta giovane, alcolista depressiva. Bonne Nuit Tristesse.
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