mercoledì 25 agosto 2021

LA SCELTA DEI RIFUGIATI AFGHANI

Angela Merkel ha fatto visita al Presidente russo Vladimir Putin il quale l'ha accolta con un mazzo di fiori che la Cancelliera ha accettato con un sorriso da mammoletta intimidita. Sembrava un quadretto dolce se non fosse che dietro a tanta galanteria e inchini non ci fossero le due persone più potenti dello scacchiere europeo  seppur impegnate a danzare un minuetto seguendo rigorosamente i dettami della diplomazia che li portava a sorvolare sopra i colpi bassi inferti reciprocamente con la Politica. Così Angela Merkel si proponeva vezzosamente verso Putin fingendo di ignorare la percolosità di un lupo che perde il pelo del KGB ma non il vizio di spiare tutti, così come aveva fatto il Presidente russo verso la Cancelliera tedesca entrando nel suo telefonino.

La quale aveva rivolto al Grande Fratellone d'Europa alcune domandine scomode che Putin riusciva a parare con l'abilità di un consumato statista, arrivato al vertice perchè evidentemente non era ammantato di quell'ottusità tipica dei funzionari di potere dei tempi del regime sovietico. Putin aveva risposto lapidario sul caso del dissidente Alexey Navalny escludendolo come fatto politico e declassandolo a livello delinquenziale fonte di “veleni” interni sui quali non compete ad estranei di ficcare il naso. Alla domanda di cosa pensasse dell'Afghanistan  con la nascita del Nuovo Emirato Islamico basato sulla sharia, Putin aveva chiarito alla Merkel che non si possono stravolgere cultura e tradizioni di un popolo così volendo dar ragione ai Talebani nel riportare il Paese agli “antichi fasti dell'integralismo islamico “ -  prima che gli americani si insediassero per esportar la democrazia e la cultura occidentale - allineandosi  ai tanti paesi mediorientali che hanno messo in atto da tempo la Sharia. Detto questo ad Angela Merkel non è rimasto che l'impegno di occuparsi dei profughi così come a suo tempo si era attivata con la Siria.

L'Italia ha già cominciato a fare la sua parte con l'accoglienza di tante famiglie rifugiate condivisa emotivamente da gran parte della popolazione italiana anche se ci sarebbero delle questioni da risolvere mettendo in chiaro le cose. Sì perchè se da una parte siamo sinceramente partecipi a questa gara di solidarietà dall'altra sorge il timore di trovarci  catapultati a nostra volta nel medioevo vedendo circolare per strada donne afghane coperte dal burqa perchè l'Italia le lascerebbe democraticamente espandere per rispetto della loro cultura e tradizioni lasciandole libere di scegliere. Sì di compiacere i maschi di famiglia in primis. Invece no. 

Sia chiaro che le “sorelle” Afghane le vorremo vedere tutte liberate dal velo sulla faccia e comunque assolutamente senza un burqa facendo sì che 20 anni di guerra per dar loro dignità esportando la democrazia con tanti soldati che hanno lasciato in Afghanistan la loro vita per liberare queste donne dal giogo del burqa, non siano passati invano. Facciamogliela rispettare questa nostra democrazia esportata che tanto sangue ha fatto versare al nostro Paese! Dopotutto non è per questo che sono fuggite?



Anni fa, esattamente venti anni fa quando si vedevano i primi immigrati Afghani (pochissimi per la verità), a Parma circolava una donna con il velo integrale che le lasciava scoperti solo gli occhi anche loro oscurati da occhiali, accompagnata dal suo bambino per fare spesa al mercato. Questa figura inquitante aveva fatto indignare i parmigiani perchè palesavano che sotto al velo potesse esserci anche un uomo non potendo identificare la persona tutta coperta. Ricordo di aver preso le sue difese perchè non ci si poteva accanire contro una sola donna che assaporava magari l'unico momento di libertà fuori casa, e che dall'andatura aggraziata si capiva benissimo il suo essere di genere femminile. Certo erano altri tempi in cui era pure intervenuta Rosy Bindi esagerando con il buonismo-sinostrorso-peloso del  “facciamoci sempre riconoscere”  nel consentire la libertà a tutte le donne afghane di scegliere se indossare il burqa oppure no anche se questo avrebbe impedito la loro identificazione facendone in pratica soggetti che potevano partecipare alla vita sociale senza farsi riconoscere consentendo dunqne ad individui di circolare sotto mentite spoglie.


Ma questa è un'altra storia perchè ora non è più solo una questione di identificazione  ma anche di rispetto della nostra civiltà che gli Afghani dovranno seguire dimostrando di aver sinceramente creduto in noi che tanto ci siamo attivati per liberare le donne da un destino oscurantista.  Se poi arrivate in Italia le donne afghane insisteranno per voler imporre le loro tradizioni continunando ad indossare burqa e niqab nel rispetto della libertà di scegliere allora non ci resterà che...acconsentire?  Assolutamente no, perchè gli Afghani, donne in primis, hanno già scelto nel credere in noi e nella nostra civilta perchè un conto è venire in Europa come immigranti economici o perchè costretti da una guerra così com'era stato con i Siriani per cui il velo rappresenti un simbolo di appartenenza e affermazione della loro identità, un altro è venire per aver scelto di credere in noi e nella nostra cultura da far presumere da parte degli Afghani una sincera volontà di integrazione cominciando per esempio col togliere il velo alle donne. Altrimenti per noi sorgerebbero spontanee scomode domande: se non hanno recepito la democrazia ed il "rispetto" della nostra cultura insistendo nel  mantenere la loro nel  ripristino di quella Talebana,  allora che cosa sono venuti a fare, dovremo dar ragione a Putin?

venerdì 20 agosto 2021

CHARLENE GALEOTTO FU QUEL TAGLIO...

 Charlène principessa di Monaco ha subito la terza operazione alla testa, superata bene secondo il marito Alberto che le ha rivolto parole di affetto. Non d'amore, come invece aveva fatto Charlène durante la degenza in ospedale in Sudafrica, sua terra d'origine. Charlène si è ammalata in questi ultimi mesi ma è una donna che soffre da tempo: il primo urlo lo ha emesso quando era apparsa in pubblico con un taglio di capelli che aveva lasciato tutti di stucco. Un taglio cortissimo a banda laterale con rasatura dall'altro lato che con la mascherina nera le conferiva un aspetto inquietante come volesse dimostrare al mondo il suo dissenso interiore il cui significato si poteva chiaramente tradurre con le parole: “...della mia vita a Corte non ne posso più!!!!”. Infatti fra tutti gli intrighi complotti e gossip al veleno che circondano ogni Corte, nessuna pietà per Charlène.

La principessa di Monaco comu nque da tempo si era sfilata da eventi mondani dove lasciava tutta la scena a Caroline ed ai suoi figli e nipoti con parenti e affini di Stephanie (anche lei molto poco partecipativa) riconoscendo il lei, volente o nolente per tacito patto stipulato pro bono pacis, la vera erede di Grace Kelly che  Charlène aveva smesso di imitare nel look come ai primi tempi, preferendo un suo stile sportivo nel quotidiano e sexy per le serate mondane disdegnando comunque i deliziosi frou frou e orpelli di Chanel della cognata Caroline, la vera Regina di Monaco. Charlène aveva lasciato lo scintillìo demodé di Montecarlo conscia del suo ruolo di madre delle'rede al trono, l'unica cosa importante che contava per lei sapendo quanto Alberto le fosse grato di questa sua scelta che esternava con parole di elogio: “Charlène sta facendo un buon lavoro per i nostri bambini” perchè nel contempo gli permetteva di mantenere il rapporto speciale con Caroline che voleva spesso al suo fianco come presenza istituzionale importante ed insostiuibile.

Sembrava che tutto procedesse serenamente nel principato di Monaco nonostante le intemperanze coniugali di Charlotte, ma ci stavano per dare quel pizzico di curiosità intorno alla Corte che valeva più di ogni evento mondano che a volte omunque Charlotte diservata facendo muovere il vento del gossip. Il quale ultimamente ha preso una brutta direzione quando si è gonfiato nel rivelare il nuovo figlio “illegittimo” del principe Alberto dopo che sicuramente aveva giurato a Charlène di essersi fermato al numero di due (una ragazza a nome Jasmine e un ragazzino di colore) riuscendo a farli digerire a Charlène prima di sposarla. Invece non c'è due senza tre un numero superiore ai figli legittimi i gemellini Jacques e Garbrielle. Troppi dispiaceri per Charlène alla quale si può solo imputare una presenza fin troppo distaccata e poco empatica dovuta al fatto di sentirsi un'estranea. Perchè si è estraniata o perchè è stata emarginata dai Grimaldi?

All'ultimo evento mondano della Croce Rossa tutti i Grimaldi infatti erano riuniti come da tempo non si vedevano intorno al principe Alberto: nessuna parola per Charlène assente perchè ammalata in Sud Africa dalla quale mandava messaggi d'amore verso il suo principe di cuori. La festa è continuata come se niente fosse come se Charlène non facesse più parte della famiglia al corrente dell'imminente divorzio che comunque non è stato ufficializzato dagli interessati. Tutti hanno giò messo le mani avanti, famgliari parenti cugini e media affini: “divorzio, divorzio, divorzio!!!” Forse Charlène non voleva arrivare a tanto, forse voleva solo mandare un messaggio di sofferenza presentandosi con un look trasgressivo poco consono ad una principessa reale che nessuno le ha perdonato.

Galeotto fu quel taglio che la portò ad una infelice esposizione mediatica  sfociata evidentemente, per il momento di fragilità, in una crisi fisica e sentimentale che più drammatica non si può.

Un'occasione per i media per stare in silenzio e non infierire ulteriormente con supposizione e rivelazioni dolorose e attenersi ai comunicati degli interessati, principe Alberto in primis. Il quale è risaputo quanto sia restìo a parlare dei fatti privati per cui è difficile pensare che abbia “delegato” sua cugina per annunciare il divorzio. Charlène ha una personalità temprata dai lunghi allenamenti di campionessa di nuoto, dotata fisicamente di spalle larghe che la sosterranno a superare questa dura prova della sua vita sperando che più che il “mal d'Africa” potra' la sua famiglia riunita. 

https://www.youtube.com/watch?v=dC_R8oO4Opw




martedì 17 agosto 2021

LE DONNE AFGHANE SEDOTTE E ABBANDONATE

L'Afghanistan è ripiombato nell'oscurantismo talebanico che ha ripreso il potere con la resa incondizionata dell'esercito e la fuga del Presidente con il borsello sotto le ascelle pieno di carte di credito per chiedere asilo ad un paese amico. Amico suo non degli americani.Un classico. Gli americani erano andati in Afghanistan per esportare la democrazia con un contingente militare in grado di addestrare le truppe di quel Paese insegnando loro le strategie di difesa che purtroppo non hanno assolutamente recepito essendo l'attacco la miglior difesa vincente e che avrebbero dovuto adottare contro l'avanzata dei Talebani senza aspettare il loro arrivo a Kabul. Evidentemente non avevano nessuna voglia di vincere perchè si sono arresi senza muovere un grilletto a confermar quel detto che la democrazia non si impone se non la si desidera. Gli americani infatti sono stati chiamati venti anni fa dagli Afghani per  essere liberati dai Talebani ed ottenere diritti per le loro donne? No, sono gli americani ad essersi arrogati il diritto di intervenire per salvare donne e bambine dal gioco del burqa allo scopo di inserirle nella vita sociale con scuola e lavoro per aiutarle nel lungo processo formativo ad acquisire indipendenza e libertà come in tutti i Paesi del mondo.


Dopo il diritto a fustigare le donne in qualsiasi luogo per qualsiasi motivo o ancor peggio il diritto di vita e di morte da parte dei congiunti maschi, chissà come gli Afghani avranno subito la pressione degli Stati Uniti  e dei loro alleati per cedere ogni potere di supremazia verso le donne per vederle spogliarsi del velo e inserirsi in una vita sociale tutta al maschile. Chissà quante donne avranno lottato per mandare le loro figlie a scuola, quante botte avranno ricevuto dentro le mura di casa per convincere i loro uomini costretti comunque a cedere per ordine del Governo alleato agli americani. I quali per vent'anni hanno fatto la guerra per mantenere la pace ed instaurare la democrazia per poi ricredersi partendo in ritirata per ordine di Joe Biden il Presidente degli Stati Uniti che sarà ricordato per aver provocato la più grave crisi umanitaria di questo ventennio avendo consentito ai Talebani di riprendere il potere facendo piombare il Paese nel terrore per rappresaglie contro “gli amici dell'Occidente”. Te la diamo noi l'America! 


Non c'è nulla di peggio del far assaporar il piacere della libertà ad una donna da sempre assoggettata all'uomo-padrone, per poi togliergliela di punto in bianco mettendola di fronte all'illusione vissuta come se fosse stata sedotta e abbandonata in amore. 

Una seduzione pericolosa che invece di sollevare l'America da un increscioso incombente la sovraccaricherà di colpe dalle quali difficilmente verrà assolta , si spera, dall'Europa in primis. Infatti non è possibile che un Presidente d'America del Partito Democratico parlando alla nazione ed al mondo abbia proferito parole come “prima gli americani”.

Sembrava di sentire Salvini con il suo “Prima gli Italiani”. Joe Biden non può trincerarsi dietro a Trump accusandolo di essere stato il Presidente  che ha firmato il ritiro per maggio 2021 perchè questo ritiro lo ha messo in atto lui, Joe Biden. Ai tempi del mandato di Barack Obama per esempio il Presidente si era attribuito il merito della riforma sanitaria anche se era stata studiata e introdotta da Hillary Clinton perchè in politica vale chi traduce in legge un'idea. Così è stato per Joe Biden, un Presidente che sembrava illuminato più di Trump ma che invece si trova a mettere in pratica le sue idee con un'America agli americani. Sì e l'Afghanistan ai Talebani!

Forse allora era meglio Donald Trump che in questo frangente avrebbe saputo sicuramente come gestire l'evacuazione col supporto dei suoi amici russi. L'America non è obbligata a correre sempre in soccorso ma quando si comincia un'impresa bisogna portarla a termine senza lasciare in asso gli assistiti adducendo a pretesto che non si può forzare la loro volontà.  Con le armi e una guerra di pace sicuramente no. 

Quel che è certo è che Joe Biden non sia un Presidente affidabile per cui è inutile che Maria Elena Boschi bacchetti Di Maio per lasciare la spiaggia e andare a riferire in Parlamento sugli sviluppi della formazione del Nuovo Stato Islamico e l'introduzione della sharia per le donne Afghane “nostre sorelle” quando invece dovrebbe guardare in casa di Italia Viva parttito succedaneo del  PD che fa capo, facendolo in grande come una sorta di doppio brodo Star, a Joe Biden del quale Matteo Renzi per esempio è stato sostenitore.

Che vuoi che faccia ora l'Italia magari anche insieme all'Europa? Dovrà prepararsi ad accogliere i profughi.  E gli americani staranno a guardare...


 POST CORRELATO: AFGHANISTAN RITORNO AL MEDIO EVO


https://ritaguandalini.blogspot.com/2021/05/afghanistan-ritorno-al-medioevo.html