lunedì 29 marzo 2021

CAROSONE, UNA FICTION GIOIOSA E TRASCINANTE



La fiction Carosello Carosone ci mancava. E' stata un'occasione per gli anziani per ripercorrere le sue canzoni indimenticate e per i giovani per conoscerle oltre quiei due o tre motivetti che piacciono tanto “Tu vo' fa' l'americano, Torero cha cha cha, e O' Sarracino” ed imparare come si fa a fare musica e cantare visto le stecche che abbiamo sentito a S.Remo con le nuove leve, ma non solo. Le canzoni di Carosone trasmettono gioia di vivere e di ballare, con un ritmo scanzonato sulle basi di quello americano dello swing che va dagli anni 30 ai 50 innovato alla napoletana che ha conquistato tutto il mondo. La fiction si guarda cantando all'unisono con l'orchestrina di Carosone interpretato da Edoardo Scarpetta in brillantina e sorriso smagliante dove faceva parte anche Van Wood del quale ricordiamo anche gli ironici oroscopi recitati tra un responso e una strimpellata di chitarra nella seconda parte della sua carriera, e l'amico Gegé protagonista delle gags del trio poi allargatosi a orchestra per esigenze televisive e di spettacolo per grandi platee.


Le canzoni ritmate orecchiabili di  Renato Carosone non potevano che decretare il successo della fiction la quale invece ha catturato l'interesse anche per la storia della vita privata del cantante perchè fuori dall'usuale con gli esordi nei teatrini fumosi e sgangherati tra i colonialisti italiani dell'Eritrea ed Etiopia con le ballerine improvvisate raccolte da ogni Paese d'Italia per racimolar qualche soldo da mandare a casa a bambini e genitori, perchè più che brave erano solo brave ragazze con costumini castigati che sgambettavano alla bell'è meglio tra piume e lustrini. 


Fra queste spiccava Lita (Ludovica Martino) quella che maggiormente sentiva la musica di Carosone che la interpretava muovendosi sinuosamente  con mosse di petto in sincrono al ritmo delle note di pianoforte in finale con botto  “Tatarà tatarà tatarà ta-tà... Bum” Galeotta fu quella mossa assassina perchè aveva steso innamorato cotto il Carosone tanto da non capir più niente nemmeno che lei fosse ragazza madre con un figlio da mantenere perchè lui senza esitare si prendeva tutto il pacchetto offrendo grande amore ad entrambi, ovviamente ricambiato così come l'amore di tutta la famiglia e del suo pubblico.

Carosone non comprendeva tutta la fortuna che gli era capitata non pensando di essere paragonabile ai grandi che lo avevano ispirato non sapendo che la sua grandezza era insita nella grande gioia che suscitava nel pubblico trascinandolo a cantare e ballare al ritmo della sua musica la cui formula vincente era nel mix di ritmi  afro-napoletani in salsa americana che ha rivoluzionato la canzone italiana facendola apprezzare nel mondo al di là delle melodie di chitarra e mandolino.

Renato Carosone è stato un grande sia a livello di artista che di esperienze umane e l'interprete Eduardo Scarpetta è stato all'altezza del mito.

domenica 28 marzo 2021

SEGRETI DI FAMIGLIA FRA LO SMART E LE RIGHE DEI LIBRI

  Da Perfetti Sconosciuti al Gioco delle Coppie  Italia e Francia si giocan la partita di famiglia in un gioco di società: al massacro come una sorta di commedia all'taliana in cena delle beffe o dolcemente sorvolando alla Francese in una sorta de La Vie en Rose.

https://ritaguandalini.blogspot.com/2017/07/happy-hour-hitch.html

https://ritaguandalini.blogspot.com/2019/01/il-gioco-delle-coppie.html

FIORI DI CILIEGIO IN LUSSURIA DECADENCE

  

Bellissimi e dal fascino indescrivibile, i fiori di ciliegio sono usati puramente a scopo ornamentale. La fioritura varia in base al clima ma in genere i fiori di ciliegio sbocciano in primavera. Sono ermafroditi, presentano quindi sia le caratteristiche sessuali maschili che femminili, e vengono impollinati dagli insetti, soprattutto dalle api che sono particolarmente attratte.



Ascolto le gocce di pioggia

picchiare una ad una

e inseguo i miei pensieri

scorrendo il tempo che passa

fra le stagioni che si rinnovano

aspettando di riveder l'arcobaleno

a illuminare il cielo nell'arco variopinto di colori

 che si mescolano a quelli dei fiori di ciliegio

inebriandomi del profumo che si espande nell'aria.

                                                                             

Hai voglia di cazzo?

Non grosso che spacchi

né lungo che tocchi

ma duro che duri...


giovedì 25 marzo 2021

NOMINATION AGLI OSCAR. LA DELUSIONE DEL CINEMA ITALIANO

Tempo di Oscar quest'anno spostato al 21 aprile causa Covid. L'italia corre con la nomination di Laura Pausini già vincitrice del premio Golden Globe per la canzone Io Sì tratta dal film Tutta La Vita Davanti e ci rende tutti estremamente orgogliosi anche se stupisce la mancata candidatura di Sofia Loren interprete del film.

 Poco male visto che Sofia ha già ricevuto sia a livello di Oscar che di premi alla carriera per cui può ritenersi soddisfatta di aver chiuso  in bellezza così come noi italiani perchè dopo la Grande Bellezza di Oscar non ne abbiamo più visti né per i film né tanto meno per attori e attrici. Da tempo le star italiane non conquistano l'America e non se ne comprende la ragione visto quanti attori ed attrici italiani siano bravi con un curriculum ricco e variegato.

A parte i nomi importanti in quanto figli d'arte ma anche di grande professionalità che si sono imposti con una loro identità come Alessandro Gassman, Gian Marco Tognazzi la lista degli attori talentuosi è lunga da Riccardo Scamarcio a Raoul Bova, da Alessandro Borghi a Valerio Mastrandrea da Pier Francesco Favino a Kim Rossi Stuart passando dalle attrici Valeria Solarino, Valeria Golino, Carolina Crescentini Claudia Gerini Alba Rohrwacher per indicare quelle più adulte fino ad arrivare alle nuove generazioni tra le quali spicca Greta Scarano  che si distingue per la versatilità dei ruoli interpretati contrapposti l'un l'altro.

Se vogliamo fare un parallelo di percorso potremmo prendere Alba Rohrwacher l'attrice più camaleontica del nostro cinema riuscendo a proporsi in un film incredibilmente brutta senza ricorrere ad effetti speciali come nasi finti e maschere ma con la sola padronanza di mestiere senza scadere nella caricatura, per poi riapparire in un altro  bellissima e sofisticata grazie alle sue doti di attrice sensibile e intuitiva che le permettono di entrare in qualsiasi personaggio rendendolo credibile. Nei film d'autore viene spesso ingaggiata per ruoli fuori dalle righe, trasgressivi, strampalati o semplicemente fuori dall'ordinario come l'ultimo Vergine Giurata nella parte di un maschio dove ha dimostrato abilità nell'identificazione sia come gestualità al maschile che nella manovalanza di un pastore delle montagne della Croazia e con il solo taglio di capelli sfumati a rasoio contrapponendosi alla mirabile trasformazione con la quale si proponeva nel film Magari dove appariva elegante fine e sofisticata senza perdere quel filo di originalità che da sempre la contraddistingue ad effetto raffinato.


Il parallelo con Greta Scarano ci sta anche lei molto brava nel trasformarsi con un colpo di rasoio in una sola parte lasciando i capelli lunghi dall'altra per apparire brutta e trasgressiva come la tossica tatuata di Suburra fino ad arrivare alla divisa di un Capo della Scientifica dove con la sua fresca bellezza di giovane ragazza seduce nientemeno che Montalbano inducendolo a lasciare la storica fidanzata da vent'anni Livia, praticamente una moglie a tutti gli effetti, ivi compresi la fedeltà coniugale.


In questo suo ruolo di seduttrice Greta Scarano ha sollevato un coro di proteste fra tutti quelli che si sentivano traditi e affezionati alla figura di un Montalbano come uomo d'onore integerrimo e fedele servitore dello Stato perchè avrebbero preferito una scappatella senza cancellare venti anni d'amore, non considerando il fatto che la lontananza può raffreddare i cuori piuttosto che rafforzar le unioni.Così Greta Scarano avendo rotto questo idillio ha raggiunto una grande popolarità televisiva a scapito forse di quella del cinema come succede spesso in questi casi, lasciando comunque immutata la convinzione che sia un'attrice in ascesa molto promettente: a lei la scelta. Certo è che con la Tv non potrà aspirare all'Oscar come  a tante giovani attrici di cinema d'autore sue coetanee, da Jasmine Trinca a Micaela Ramazzotti per esempio anche se di strada ne devono ancora percorrere nonostante il talento. Perchè?



Quello che manca al cinema italiano non sono i registi, sceneggiatori costumisti e attori ma i grandi produttori internazionali che sono quelli in grado di imporsi sul mercato americano. Mancano i Carlo Ponti, i Dino De Laurentis, i Franco Cristaldi gli Alfredo Bini e tutti quelli che hanno reso glorioso il nostro cinema dove non mancano i talenti, sicuramente più geniali di quelli americani, perchè attualmente i soli registi entrati nelle grazie di qualche distributore americano come un Bertolucci, un Muccino o da ultimo ma non ultimo Matteo Garrone è stato per un colpo di fortuna che ha aperto loro le porte ai divi di Hollywood rendendoli grandi nel rispolverarli o nel lanciarli, v. Robert De Niro (in Novecento quando alloggiava  all'Hotel Palace Maria Luigia a Parma nessuno lo filava) Salma Hayek, Bill Smith... Russel Crowe!

mercoledì 24 marzo 2021

IL PECCATO DI NANA E LA VERGOGNA DI NANA'

 Ode al bacio omo su Rai Uno. Sono passati i tempi delle censure Rai, specie Rai due che solo pochi anni fa aveva clamorosamente tagliato il film di Ang Lee I Segreti di Brokeback Mountain lasciando passare le storie gay nelle fiction dove venivano solo raccontate mentre si compiacevano per quelle Lesbo con ragazzine che si baciavano in bocca. I maschi no, almeno fino a quando non è apparso ieri sera Leonardo che lo hanno dipinto come dedito all'omosessualità con modelli prostituti.

I tempi sono talmente cambiati dal rovesciarsi perchè ogni dimostrazione di omofobia viene condannata dalla società civile tanto da sollevare qualche dubbio nel Papa sul fatto di non aver chiarito abbastanza la posizione della Chiesa nelle sue dichiarazioni di apertura. Sì, ma con moderazione. Come dire di essere disponibile ad accogliere i “peccatori” ma con questo non approvare le loro esibizioni plateali con richiesta di pari diritti alle coppie etero ivi compresi quelli di far famiglia con prole.

“Chi sono io per giudicare un gay?” diceva Papa Francesco restando fermo nel non condannarli ma nemmeno benedirli, quindi peccatori a tutti gli effetti non assolvendoli dal provar vergogna sperando nel perdono, perchè la religione cattolica perdona in caso di pentimento. Il pentimento è un sentimento che cancella persino i reati di mafia offrendo la possibilità di rinascere con una nuova identità e sotto scorta. Ad ogni modo quel che conta è che il tabù dell'omosex sia stato sdoganato poi le regolamentazioni verranno in seguito. 

E' curioso comunque come l'Italia in fatto di apertura di costumi abbia iniziato già nei primi anni 60 con l'uscita della Dolce Vita proponendo uno spogliarello ispirato a quello eseguito da Aiché Nana nel locale Il Rugantino (quello de' Roma Non Fa' la stupida stasera) dove tra un ancheggiamento e una mossa de' core, si toglieva il reggiseno lasciando le tettine in bellavista. Non ebbe il tempo di mettersi a nudo perchè la polizia irrrompeva nel locale interrompendo la performance arrestando la ballerina.


La quale poco dopo usciva accolta  come una diva restando indimenticata solo per quella esposizione perchè di lei non si è più saputo nulla restando qualche tracci in filmati d'epoca che si usava proiettare in anteprima a qualche film dove si vede la spogliarrellista Aiché Nana che viene commentata con molta ironia sessista così come si faceva abitualmente con star e starlette senza distinzione purchè fossero donne. https://www.youtube.com/watch?v=mrD5WZQ32sQ


Nessuno si alzava in loro favore nemmeno con il film denuncia Io La Conoscevo Bene dove la protagonista dopo essere stata presa di mira da un cinegiornale si suicidava. Il film ebbe un gran successo lanciando la Sandrelli ma del sessismo nessuna parola.


Ed è ancora più curioso che molti anni dopo, ai tempi in cui la Roma vinceva lo scudetto saltò fuori la Sabrina Ferilli (interprete anche lei, fra le tante, del Rugantino con la canzone Roma Nun Fa' la stupida stasera e Stasera nel ruolo di Nanà in Svegliati Figlia Mia su Canale 5) abbia voluto festeggiare con i Romani facendo uno spogliarello annunciato come clamoroso, purtroppo lasciandoli delusi perchè compariva in costume, un bikini color carne, che lasciava intendere senza vedere. 


I costumi cambiano e  in questo caso più che il peccato di Nana poté la vergogna di Nanà...!



martedì 23 marzo 2021

MAKARI CARTOLINE DALLA SICILIA

https://www.youtube.com/watch?v=S9nRHccgpu0

La La Sicilia è la Regione per eccellenza che fa da sfondo per storie di mafia ma ci sono piccoli paesi che si prestano  per promuovere il turismo rappresentando luoghi che fanno invogliare a sceglierli per le vacanze per il mare meraviglioso, i cibi ricchi di pesce il sole il buon vino e soprattutto la gente accogliente e sempre pronta a darti una mano. Questi paesini pieni di bellezze naturali che fanno da location a Fiction Tv sono molto suggestivi e se poi si aggiungono le opere d'arte da visitare allora diventano unici.


Uno di questi è Màkari un paesino di Sicilia tranquillo e pacioso se non fosse che periodicamente si scopra un omicidio, per fortuna non di mafia perchè lì non esiste, o meglio esiste ma non si vede, soprattutto d'estate quando c'è grande affollamento turistico si nasconde (a smentir quel film che la mafia uccida solo d'estate) per dare spazio alla microcriminalità del pizzetto fai da te con colla Attack per intimorire i gestori delle sale giochi, o delitti casarecci legati a patrimoni familiar-aziendali da spartire, o scommesse clandestine a partita di calcio con delitto perchè la mafia siciliana si è orientata verso il traffico dei migranti essendo stata sovrastata da quella calabrese con la d'rangheta e quella campana (terra dei fuochi) che gestiscono il racket dei rifiuti e della mafia capitale per costruzioni immobiliari e strozzinaggio (prestiti a usura a negozi e imprese).

Così anche Màkari serie Tv su Rai 1 per la regia di Michele Soavi ha il suo investigatore dal fiuto infallibile che veste i panni di uno scrittore, Saverio Lamanna interpretato da Claudio Gioé il quale dopo essersi rifugiato nel paesino delle vacanze di infanzia perchè allontanato dall'incarico presso il Viminale, di fronte ai delitti che si moltiplicano sotto i suoi occhi si mette a investigare per prendere spunto per il suoi romanzi. Il Paese è piccolo e la gente mormora per cui non è difficile ricevere soffiate sottoforma di indovinelli da risolvere che lo aiutano per dar anche una mano alle indagini delle forze dell'ordine  per risolvere il caso in questione cercando nel contempo di sciogliere il groppone che si porta dentro. Sì perchè a differenza di Montalbano, il quale in questo genere rimane sempre l'unico per mancanza di nodi  da sciogliere come lutti familiari, anche il protagonista Saverio Lamanna ne ha uno così come da copione essendo questo il leit motiv di tante fiction da Rocco Schiavone a Lolita Lo Bosco, da Il Romanzo del Commissario Maltese a Il Commissario Ricciardi ecc.) dove la risoluzione dei casi va di pari passo con i nodi del privato.

Un altro elemento che caratterizza queste fiction è il sex appeal del protagonista nel rivestire il ruolo dell'investigatore sia come Commissario o Vice Questore sostituito in Màkari con quello dello scrittore perchè attirano falene come un punto luce, fanciulle indagate o no che ronzano sempre intorno. Così Saverio Lamanna facendo luce sui casi nel suo cammino si imbatte nella dolce Suleima (nome di una farfalla) interpretata da Ester Pantano che lo smaschera immediatamente chiamandolo farfallone con una battuta al fulmicotone che lo fa capitolare  cotto anche perchè lei è giovane e bellissima cameriera ma iscritta all'Università e dunque all'altezza per fare anche da spalla come Watson lo era per Sherlock Holmes.Il paragone ci sta alla perfezione perchè la coppia mangiando e tubando si palleggia le intuizioni investigative che portano a risolvere i delitti insieme a Piccionello (il bravissimo attore caratterista Domenico Centamore ) un cugino del posto sempre pronto ad attivarsi per tutti.

Questo è quanto nelle prime puntate per cui restiamo in attesa delle prossime per ritornare a goderci il paesaggio che ci offre Màkari restando fermo il  ricordo del tour turistico effettuato dal protagonista per racimolar qualche soldo in più dove siamo rimasti incantati nel contemplare il bellissimo tempio antico di Segesta, la cartolina più inviata delle vacanze in questa location.

Anche la sigla è bellissima cantata da Ignazio Boschetto de Il Volo.




                     

lunedì 22 marzo 2021

ENRICO LETTA E LO IUS SOLI

 Enrico Letta è stato richiamato da Parigi, dove stava sereno a insegnare,  per venire a fare il Segretario del PD e lui come un novello Cincinnato ha chiamato all'appello tutte le braccia dei migranti nell'agricoltura per dare loro quella dignità in cui non era riuscita la Teresa Bellanova nonostante avesse versato calde lacrime per ottenere il permesso di soggiorno a tutti i braccianti compresi gli stagionali. 

Non solo, Letta si è allargato per introdurre lo ius soli che prevede di dare la cittadinanza a tutti quelli che nascono nel nostro territorio partendo così con il piede sbagliato perchè se voleva che l'opposizione si mettesse sul piede di guerra ci è riuscito perfettamente con Salvini in primis il quale ha già risposto picche aggiungendo un Letta Stai sereno. Enrico Letta intende andare per la sua strada pensando evidentemente di accapparrarsi  tutti i voti dei migranti per le prossime elezioni senza tener conto che questo non sia il momento giusto per sollevare  la  questione essendoci molti altri problemi ai quali dare la priorità come per esempio il vaccino, i ristori, la scuola, le imprese. Non è giusto ricorrere a questi giochetti perchè gli italiani si sentono un po' messi da parte o addirittura lasciati soli con lo ius soli in primis.

Con questo non è che si voglia rigettare completamente la proposta che comunque se ne potrebbe anche discutere più avanti perchè nel frattempo si potrebbe perfezionare con una progettualità diversa come quella di dare la cittadinanza a tutti i giovani nati in Italia al compimento del 18esimo anno di età con la patente e diritto al voto una volta superato un esame per dimostrare di essersi integrati, non necessariamente assorbendo tutta la nostra cultura ma almeno di avere la padronanza della lingua, una buona educazione e conoscenza dei diritti e doveri ai quali sottostare per una pacifica e proficua convivenza. Ci sono giovani che non conoscono nemmeno il loro paese d'origine e sono cresciuti come tutti i loro coetanei italiani dei quali si sentono parte se non fosse che sono legati al permesso di soggiorno da rinnovare continuamente facendoli vivere con un senso di incertezza e di instablità che non può essere d'aiuto a nessuno. Infatti sono come persone sospese in una sorta di limbo che crea in loro  sofferenza perchè non si sentono parte della loro terra d'origine e non si sentono accettati da quella che li accoglie per cui l'insicurezza che li accompagna può sfociare in forme di aggressività e ribellione.  Sono i giovani che vanno sostenuti per agevolare l'integrazione perchè danno una nuova linfa alla società arricchendola di nuove energie aiutandola a crescere più forte.

Lo ius soli automatico a tutti quelli che nascono in Italia può solo attirare sempre più migranti che vogliono far nascere i bambini con la cittadinanza italiana, ma l'Italia non è un grande Paese come l'America, perchè l'Italia è piccola e il problema migranti sappiamo benissimo quanto l'Europa se ne lavi le mani per poi insorgere a protestare se non vengono accolti, dopo che loro hanno chiuso le frontiere! La politica deve tener conto anche di quanto succeda in pratica in mezzo alla gente al di là delle belle parole del rito politichese. In un modo o nell'altro quel che è certo è che con Enrico Letta e il muso duro con l'opposizione con Salvini che ha minacciato di far cadere il Governo (ancora?) non siamo “più sereni” perchè si è rotto quell'idillio che era nato intorno a Draghi con tutti i partiti d'accordo nell'accettare le sue direttive.

“Questo è l'anno in cui non andremo a cercare soldi perchè li avremo” è  stata comunque la risposta di Draghi.  I ristori arriveranno, sono già pronti così come i bonus e tutti i risarcimenti per i mancati guadagni. Da dimostrare ovviamente. Dopo queste promesse il Presidente del Consiglio è passato alle priorità come il vaccino la scuola le imprese ecc. assicurando tutti gli italiani che  i problemi saranno risolti. E allora “stiamo sereni”, questo è l'anno in cui si va per baiocchi!



sabato 20 marzo 2021

DAVID DI DONATELLO 2019 LA FESTA IN PIENA PANDEMIA

La pandemia era già scoppiata ed è curioso riproporre la festa del cinema italiano con l'assegnazione del David di Donatello fissata per il 27 marzo con tutte le star che non si rendevano conto della tragedia che si stava già consumando in tutto il mondo mietendo vittime costringendo a chiudere le sale dei cinema.
"Le sale vuote sono racchie" pigolava la Sandrelli recitando la battuta più azzeccata del suo repertorio.







 






giovedì 18 marzo 2021

TALE E QUALE E IL FILONE D'ORO

Dopo il grande successo di Bohémian Rapshody in un tributo al grande Freddy Mercury interpretato da Rami Malek vincitore Oscar 2019  le biografie su personaggi famosi si sono moltiplicate sulla scia di un filone d'oro sia al cinema che in Tv. Ma sono soprattutto i cantanti ad essere raccontati perchè il pubblico dimostra interesse specie per quelli che sono morti. Sì perchè si rivedono volentieri, oppure perchè non si conoscevano abbastanza, accompagnandoli nel percorso della loro vita e miracoli con note stupefacienti perchè nessuno immaginava quanto lavoro ci fosse dietro il loro successo. Piace anche ripercorrere le carriere come esercizi di stile dei grandi personaggi del passato così come è stato per esempio con Alberto Sordi e ora con Renato Carosone, questa sera in Tv, passando poi a Nino Manfredi con l'interpretazione di un grande Elio Germano del quale abbiamo visto il promo dove lo imita benissimo nel suo modo di porgersi. Non è così per quelli che sono ancora in vita dei quali sappiamo già tutto grazie agli spezzoni docu di you tube o ai cd che abbiamo in casa e che continuiamo a vedere in televisione o al cinema. Infatti sembra più un gioco tipo il Tale e Quale di Carlo Conti dove le imitazione divertono al momento ma lasciano il tempo che trovano perchè si  dimenticano presto poiché si ricordano gli originali piuttosto che le copie.

Il Tale e Quale piace comunque anche perchè c'è molta ironia mentre le biografie prendono sul serio le imitazioni sempre tendenti al drammatico, col risultato di estraniarsi dai personaggi veri che ci siamo abituati a vedere e ad affezionarci per la gioia che ci portan le loro canzonette. Perchè sono solo canzonette appunto e  il resto è vita normale con alti e bassi come subiamo tutti noi risultando interessanti solo quando si entra nella cronaca come Tenco, Dalidà, Mia Martini o Fabrizio De Andrè. Insomma il resto è noia come diceva Califano del quale rimane comunque impressa l'esilarante imitazione di Fiorello di durata breve e finita lì.

Attualmente ci sono in lavorazione dei rifacimenti sulla vita di Diana con Kristen Stewart: dopo Naomi Watts, The Queen di Ellen Miller, e The Crown ce n'era ancora bisogno? E che dire di quel pubblico che invoca a piena voce un capitolo per Meghan ed Harry da inserire in The Crown. Ma non ne hanno avuto abbastanza? Si sta rasentando il morboso per questa coppia e quanto a Diana sembra ormai che sia il ruolo obbligatorio per molte attrici da inserire nel curriculum per completare una carriera a 360 così come succedeva fino a poco tempo fa con i rapporti lesbo. Come a dire che non sei nessuno al cinema se non hai almeno fatto un lingua in bocca  lesbo. Omo un pò meno diciamolo perchè non tutti gli attori maschi si prestano. Giustamente perchè il lesbo-chic o shock è un gioco per il piacere tutto maschile al quale le attrici si sono prestate senza protestare.

L'altro fatto di cronaca di un personaggio famoso è il film sull'omicidio di Gucci interpretato da Lady Gaga nel ruolo di Patrizia Reggiani la mandante dell'omicidio del marito la quale si è sentita offesa per non essere stata interpellata come consulente. Lady Gaga non aveva certo bisogno di consulenze di immagine e men che meno per la ricostruzione del profilo della Reggiani avendo il regista Ridley Scott  tutto il materiale in mano agli inquirenti con la ricostruzione dei fatti e dettagliati interrogatori.  E' curioso comunque come Ridley Scott dopo il film Tutto il denato del Mondo sul fatto di cronaca degli anni 70 con il rapimento di Paul Getty nipote di un ricco casato, si sia lasciato prendere nonostante il tiepido interesse da fatti di cronaca lasciando quelli in costume dei quali sentiamo tutti la mancanza, dal Gladiatore alle Crociate passando per Robin Hood, fino alla serie di fantascienza. Idem.

Mah! Forse la spiegazione è che in Italia si trovi molto bene con spaghetti, pizza  o un  panzerotto a colazione o forse perchè anche lui affascinato dal Made in Italy? Quel che è certo è che le star  straniere stiano tornando tutte pazze per l'Italia come ai tempi d'oro del cinema quando giravano i Kolossal Cleopatra, Ben Hur, Spartacus o le commedie brillanti come Vacanze Romane. Finita la pandemia ci sarà una grande ripresa c'è da scommettere in Un filone d'oro inesauribile di biografie agiografie imitazioni remake fatti di cronaca...Che venghino signori. L'Italia con le sue location  è un set a cielo aperto fatto di poeti santi navigatori. E calciatori che prima de' morì possono guardar la loro vita scorrere sullo schermo, che le partite ce le siamo viste noi.





mercoledì 17 marzo 2021

NOMINATION AGLI OSCAR COL MADE IN ITALY

Non sorprende la candidatura agli Oscar di un costumista toscano come Massimo Cantini Parrini al seguito di Matteo Garrone nella regia di Pinocchio e di tanti suoi film come il Racconto dei Racconti e Dogman.

Finalmente un riconoscimento internazionale per lui dopo tanti di lavoro nell'anonimato in quanto conosciuto come l'allievo di Piero Tosi tanto che ai Nastri d'Argento ed ai David di Donatello il suo nome non veniva citato facendo un elogio generico ai costumi di Pinocchio riportando alla memoria il grande Piero Tosi che aveva fatto scuola, con premio onorario alla carriera agli Oscar.



Con questa candidatura l'allievo ha superato il maestro e vedremo se lo “ucciderà” (metaforicamente) con l'assegnazione della statuetta quale concorrente in corsa.

Non è comunque questo che importa perchè in ogni caso “resta tutto in famiglia”.

Sì perchè il merito di questo riconoscimento andrà tutto all'artigianalità italiana che molto ha da insegnare anche a Hollywood. La quale infatti è sempre stata generosa nei tributi ai nostri stilisti con grandi film che ruotavano intorno alle loro firme (American Gigolò e Il Diavolo Vesta Prada) e assegnazione di Oscar a Milena Canonero nonché alla coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

Pur non conoscendo il Cantini Parrini l'avevo elogiato ai suoi esordi come costumista  del film Barbarossa (il suo nome non era citato in Wikipedia) intuendone la genialità e non faccio per vantarmi ma trovo giusto riportare qui uno stralcio dal mio art. pubblicato sulla Voce di Parma all'uscita nelle sale nell'ottobre 2009: 

“...I costumi soprattutto sono una gioia per gli occhi, tutti confezionati con tecnica artigianale nella lavorazione e nella scelta dei tessuti grezzi sia per quelli popolani che per i nobili, quest’ultimi impreziositi col décor delle corone e gioielli vari. Una scelta fra le più felici che fa ancora una volta affermare il made in Italy come manifattura d’eccellenza. Non per niente i costumisti di maggior richiamo (premio Oscar) sono proprio italiani, ultima delle quali Milena Canonero per Marie Antoinette o Dante Ferretti.

Con questa produzione di Barbarossa, sembra di essere tornati agli antichi fasti del cinema storico italiano, in linea con le opere d’autore di PierPaolo Pasolini e i costumi di Danilo Donati, apprezzati nella trilogia del Decamerone, Il Fiore delle Mille e Una Notte, I Racconti di Cantherbury, oppure Medea ed Edipo Re.


Al Barbarossa si deve aggiungere il valore in più delle armature che osservate da vicino sono piccoli gioielli di intarsi ed intrecci  composti da piccoli pezzetti annodati come una sorta di patchwort in vera pelle. Raffinatissimi e preziosi i copricapi della regina francese Beatrice di Borgogna fra veli  monacali e nastri incrociati ad incorniciare il viso dell’attrice Cecile Cassel  non bellissima ma di carattere”. 

L'altra candidatura sempre per Pinocchio va al trio Mark Coulier , Dalia Colli e Francesco Gregoretti per il mak-up una categoria molto importante per chi recita ma soprattutto quando si vogliono ottenere effetti speciali in trucco e parrucco così come esige una fiaba come Pinocchio.

Vedremo chi la spunterà anche se noi faremo il tifo per tutti gli italiani.





martedì 16 marzo 2021

LAURA PAUSINI PONTIFICA


A sorpresa Papa Francesco ha fatto un passo indietro con i gay affermando che la Chiesa non può benedire le loro unioni.

Sembrava che lui si fosse aperto nell'aver fatto dichiarazioni in loro favore caldeggiando le unioni civili e questa retromarcia è risultata sospetta come a dimostrar che in Vaticano non sia lui a comandare ma costretto a sottostare a regole precetti  e dogmi già dettati. Un po' come fa la Regina con The Crown dove la Corona viene prima di tutto e ancor prima delle parole o delle opinioni della regina.

La cosa abbastanza singolare è che a prender la parola sia stata Laura Pausini la quale dall'alto della sua vittoria ai Globe e candidatura all'Oscar si è messa a pontificare sui gay correggendo il Papa perchè sono tutti figli di Dio.

Chissà cosa ne pensa la Loren della sua esclusione agli oscar sia per lei come attrice che per il film diretto da suo figlio in quanto genio di mammà perchè  "ogni scarafone è bello a mamma sua", così come  cantava Pino Daniele. Non che il figlio della Loren sia uno scarafone ma sicuramente un  regista che deve fare tanta strada anche lui come i giovani artisti suoi coetanei e, non sarebbe male se si mettesse in gioco lavorando con attrici anche se meno brave di mammà. Quel che è certo è che sia stato un bello smacco per Sofia Loren ricordando come non avesse digerito a suo tempo il fatto che Claudia Gerini sua partner in Tv in una serie sui pastai di Napoli, sia stata definita più brava di lei. Succede anche alle grandi star quando si trovano a competer con una più giovane e magari brava. Infatti non è stato così con la Madé nel rifacimento della Ciociara perchè non brillava in recitazione ma solo come modella.

La Pausini comunque è molto potente e molto amata tanto che "guai a chi la tocca" e lo si capisce dalla silurata che hanno fatto a quanti si siano permessi di fare del gossip su di lei, piuttosto "pesante" diciamolo per cui in questo le diam ragione.

Però quel che è certo è che Laura Pausini abbia potuto mettere  tutti a tacere avendo raggiunto l'apice come grande cantante dalla voce unica da essere assurta nell'olimpo degli intoccabili. 

La cosa curiosa è che la Pausini a suo tempo avesse rimarcato un distinguo mostrando in un concerto "la cosina open"air dicendo che quella fosse uguale per tutte, la sua voce no.

Infatti  le cosine possono essere d'oro mentre la voce è sempre d'argento. Lei comunque a scanso di equivoci ce le ha tutte due ma proprio per questo dovrebbe imparare a tacere perchè gli affari dei gay sono questioni complesse che non si possono prendere di petto...





NOVECENTO FILM


IL POSTO E' STATO RIMOSSO 


lunedì 15 marzo 2021

VEDO-E-NON-VEDO-NUDO TRA PURITANE E SPUDORATE

 Alcune dive dello star system hanno scelto di non mettersi a nudo in nessun film nemmeno all'inizio carriera quando le star non possono scegliere.

Una di queste è Julia Roberts lanciata con il film Pretty Woman la quale addirittura avrebbe preteso la controfigura per far vedere le gambe. Pero però...

Niente nudo ma il ruolo di una prostituta, sì. Con questo film la Roberts ha fatto tendenza con una scuola di pensiero abbastanza trasgressiva perchè insegna che partendo da una base di prostituta da marciapiede nella vita si può socializzare, vedere gente frequentare anche persone altolocate se ti va bene e magari arrivare a sposarsi per sistemarsi a vita.

Insomma più che la sostanza per la Roberts ha contato la forma nel forgiare una graziosa prostituta rendendo accattivante la categoria senza curarsi della resposasbilità di fare tendenza col genere Escort delle cene eleganti.

Questo rifiuto del nudo segue la corrente di pensiero del tipico puritanesimo americano del quale l'Europa si è completamente liberata iniziando negli anni 70 con la rivoluzione del 68 dove tra le altre cose ha sdoganato il nudo integrale apparso al cinema ed in Tv come si evince dalla foto tratta dal film La Cicala con Barbara De Rossi Clio Goldsmith che si è avvalsa anche dell'interpretazione di Virna Lisi notoriamente pudica nel non volersi mai esibire con nudo.

Le donne italiane si sono liberate nonostante il Vaticano con a seguir la Spagna fino ad allora cattolicissima ed ora ai primi posti come esempio di trasgressività e corruzione sia nell'arte (v.i film di Almodovar) che nel regnare (v. Juan Carlos).


Entrambi i Paesi si sono allineati ai costumi del Nord Europa diffondendosi anche nel Regno Unito dopo la fine dell'era Vittoriana alla quale avrebbe potuto dare un taglio netto il Re Edoardo nel rinunciare al trono per sposare Wallis Simpson che si sussurra fosse molto esperta nei massaggi praticati nei bordelli orientali. L'Inghilterra invece ha mantenuto una certa pruderie nei confronti del nudo di stampo Vittoriano allineandosi di più al puritanesimo americano. Correnti di pensiero comunque che valgono molto in teoria ma poco in pratica, diciamolo per cui varrebbe più quel detto che recita quanto il pudore sia inversamente proporzionale alla bellezza e alla perfezione delle forme.



Per dire... Julia Roberts da David Letterman aveva confessato di avere le varici alle gambe e quanto a Sarah Jessica Parker beh ha fatto bene a scegliere di coprirsi come fashion-victim: più che il pudore poté il buon gusto a seguir quel detto "meglio vestita che nuda" che non vale per Kim Cattral per esempio...




sabato 13 marzo 2021

TRA FIMMENE E MAFIA IL ROMANZO DEL COMMISSARIO MALTESE

La serie poliziesca in Tv è molto prolifera ma sono poche quelle che si impongono per originalità e una di queste è Il Romanzo del Commissario Maltese diretto da GianLuca Maria Tavarelli  in visione su Rai Play.

Il protagonista Dario Maltese (Kim Rossi Stuart) chiede il trasferimento a Trapani per svolgere indagini di stampo mafioso ma si trova a combattere con i superiori perchè negano l'esistenza della mafia. L'ambiente è quello degli anni 70 con le 1100 che sfrecciano negli inseguimenti fra le viuzze strette del centro nelle quali spunta sempre qualche moto con i Killer per qualche esecuzione.

Il commissario Maltese è testardo quanto basta per andare a fondo con indagini incrociate  sulla morte di un amico del padre che si vuole insabbiare come storia passionale di fimmene e la morte di 20 anni prima del padre di Dario suicidatosi in circostanze misteriose anche queste archiviate come storia di fimmene con la motivazione di “vergognoso rapporto con minore”.

I due casi sono legati invece da un filo mafioso  nel quale il commissario si muove con il supporto di una coppia formata da un giornalista coraggioso Mauro Licata (Francesco Scianna) e la sua fotografa Elisa (Rike Schmid) che lo aggiornano aprendo una pista sulla famiglia Melendes, la più ricca di tutta la Sicilia messa insieme, molto in vista nelle pubbliche relazioni con importanti personaggi istituzionali. 


L'odore di mafia si comincia a sentire sempre più forte partendo dai traffici di droga che in quel periodo erano la fonte più redditizia nonostante, così come sentito a S.Remo, se ne negasse l'esistenza fra i giovani di quel periodo più dediti a giocar con le pistole quando invece il traffico era molto fiorente rispondendo con l'offerta ad una domanda. Perchè droga e mafia esistevano veramente così come riusciva a provare il Commissario Maltese alla fine dove smascherava un insospettabile Capo sotto le mentite spoglie di un importante funzionario dello Stato dall'apparente vita integerrima mentre in realtà era un capo-mafia di una ferocia inaudita.


Nella serie spiccano le figure femminili della fotografa (esistita veramente nella realtà facendo servizi sulle condizioni delle donne del profondo Sud) Elisa Ripstein interpretato da Rike Schmid 
già vista nel Nerone del 2005 nel ruolo di Atte un'attrice di origine tedesca ma dai tratti dolci e gentili fuori dal cliché della bellezza algida, alla quale si contrappone  Giulia Melendez (Valeria Solarino) della famiglia facoltosa immanicata con la mafia che tra una “pera e una riunione di malaffare di famiglie” coltiva esemplari rarissimi di orchidee: la prima,  Elisa conduce una vita in stile hippie,  mentre la seconda Giulia è tutta un tripudio di capello cotonato ed eye liner marcato con abiti molto decorati nelle bordure in un fashion style anni 70 molto ben riuscito  senza nulla togliere alla ruvida ombrosità del personaggio di donna sola (perchè detesta la mafia) e che solo Valeria Solarino poteva rivestirne  il ruolo confermato ultimamente con la serie dell'Alligatore sempre con un personaggio asciutto e spigoloso ma di grande effetto fascinoso.

Kim Rossi Stuart delinea un commissario di rara eleganza molto pacato nel modo di porgersi ma determinato e duro nell'affrontare di persona situazioni pericolose coinvolgendo la squadra nel seguirlo ciecamente.

La serie ricorda il filone degli anni 70 sui film di mafia iniziata  con l'indimenticato  Il Giorno della Civetta il primo a lasciare basiti gli spettatori nel constatare che gli ordini fossero impartiti da Roma da funzionari dello Stato nella Politica. Sembrava un'ipotesi fantasiosa giusto per colpire fino a quando non ha avuto riscontri nella realtà con la morte del Generale Dalla Chiesa e le stragi di Capace con a seguir tutti gli orrori confessati dai pentiti di mafia. Allora finalmente anche la Sicilia si è resa conto che la mafia esisteva davvero come raccontato con questo Romanzo del Commissario Maltese molto appassionante ed avvincente che consigliamo di vedere.


mercoledì 10 marzo 2021

HARRY E MEGHAN DALLA TRAPPOLA AL COMPLOTTO?

 Cera una Volta... 



Harry e Meghan, tra inchini e riverenze hanno danzato un minuetto a Corte per poi defilarsi ed andare dritti dritti nel alotto di Ophra Winfrey a confessar le motivazioni che li hanno spinti alla Megxit (martedì sera sul Canale 8) Se Harry fa tenerezza nel suo sproloquiare senza capo né coda, Meghan è apparsa come quella ad avere il polso della situazione  esibendo un braccialetto di Diana. In abito Armani ha spiegato a modo suo le motivazioni tirando in ballo inchini e riverenze alla Regina male interpretate inducendola così all'isolamento per mancanza di un copione da seguire nonostante lei avesse tutte le intenzioni di applicarsi con buona volontà ma purtroppo con tanta ingenuità nel pensare di entrare in una favola piuttosto che in una trappola.

La mancanza di libertà nel muoversi aveva procurato alla topolina una grande tristezza acuita ancor più dall'accanimento dei tabloid nel fissarsi sulla sua vita passata raccontando del suo primo marito del divorzio e della carriera di attrice sexy incantonata al muro o nei promo di qualche prodotto tutta scosciata, perchè lei non immaginava che qualcuno lo avrebbe continuamente ricordato a ricordarle da dove era venuta non avendo messo in conto lo scotto da pagare per la grande fortuna che le era capitata forse tutta sprecata come quando lo si dice nel dar le perle ai p..ci. Non era questo l'obiettivo dei comunque dei media che del tampinar un personaggio reale o una celebrity in auge ne fan una ragione di mestiere per cui se proprio infastidivano bastava non leggerli questi tabloid  invadenti prendendo ad esempio una grande star come Liz Taylor la quale ai tempi di Cleopatra girato a Roma gliene dicevano di ogni  stante la sua aperta relazione con Richard Burton il Marcant'Antonio del film che alternava platealmente a baci e abbracci al marito Ufficiale Eddie Fisher, liaison che lei ha portato avanti in parallelo spudoratamente fino ad arrivare ad un tentativo di suicidio raccontato dalla stampa come una indigestione di fagioli il cui olezzo dei peti lanciati dalla diva aveva invaso la corsia dell'ospedale dove era ricoverata per lavanda gastrica. Ce n'era per tentar di morire un'altra volta ma Liz ne era uscita con una mano sul cuore  conquistando l'amore di Richard e l'altra sul portafoglio per dare il benservito al marito facendolo tornare in America in attesa di foglio del divorzio.

Insomma tutto bene se c'è la volontà di risolvere in positivo mentre invece i pensieri di Meghan lo erano tutt'altro arrivando a confessare ad Harry la sera della loro presenza al Cirque du Soleil dove lei sfoggiava un braccialetto Cartier di Diana, di non desiderare d'essere viva nonostante in grembo portasse la vita di una creatura, il piccolo Archie. Invece di concentrarsi sulle gioie della maternità Meghan preferiva ascoltare i commenti di corridoio del Palazzo o quelli dei tabloid  scandalistici specie quando parlavano del colore del nascituro che magari forse era scuro senza pensare che potessero essere chiacchiere come quelle che si fanno quando ci si chiede se sia un maschio o una femmina senza essere tacciati di discriminazione nel caso si preferisse un maschio, o con gli occhi azzurri piuttosto che neri. 

Ad ogni modo Meghan come mamma si è sentita ferita nell'orgoglio ricordando quanto piangere le facevano fare le osservazioni sul colore della sua mamma, ma questo perchè non aveva ancora visto la serie de I Bridgerton per inorgoglirsi invece del fatto che il suo bambino se fosse stato di pelle scura poteva diventare affascinante come Regé Jean Page il nobile Simone Basset  bellissimo di colore e di classe che ha fatto impazzire il mondo. Il piccolo Archie ne aveva la possibilità essendo i genitori molto affascinanti e popolari checchè ne scrivessero certi tabloid. Sì perchè tutti erano pazzi del look di Meghan tifando sportivamente sulla rivalità che si era creata fra Meghan e Kate come una sorta di accoppiate famose in competizione tipo Coppi e Bartali per esempio o Sofia e Gina per citare quelle italiane. 

L'impressione che invece abbiamo avuto nel vedere l'intervista è che nella coppia Harry e Meghan ci sia un filo di esaltazione mista a manie di protagonismo a renderli facili vittime di un complotto orchestrato per destabilizzare la monarchia e mettere in ginocchio il Regno Unito facendogli pagare cara la Brexit mentre il razzismo palesato sia stato sollevato per infiammare gli animi contro.

Harry e Meghan si troverebbero così manipolati in qualche cosa di più grande di loro facendoli pentire di esser scappati da una trappola per trovarsi schiacciati nell'ingranaggio di una macchinazione politica nell'intento di spremerli come limoni e poi buttarli nell'oblio non avendo esperienze e capacità lavorative se non quelle di recitare il loro vittimismo con il piacere di crogiolarsi dentro visto il consenso anche in termini di contratti milionari che hanno come riscontro. Perchè stringi stringi è di soldi che hanno bisogno per mantenere una casa enorme, personale di servizio e della sicurezza tenendo conto che le rendite reali sono state tagliate potendo contare Harry solo sull'eredità di Diana poichè il padre Carlo ha tagliato l'appannaggio forse nel sentirsi ferito dopo che aveva portato all'altare Meghan come un padre. Questi sono fatti e sulle chiacchiere di Palazzo e dei Tabloid Meghan ed Harry avrebbero potuto lavorare per metterle a tacere. Come? Facendo il loro dovere di reali. In trappola? Ehhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 

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IL DEBUTTO DI MEGHAN AL BALCONE

https://ritaguandalini.blogspot.com/2018/06/il-debutto-di-meghan-al-balcone.html





martedì 9 marzo 2021

IL TRONO DI SPADE DE' ROMA

                                                                                                                                 

 Tutti sappiamo che da Roma è nata la civiltà greco-romana  perchè fondata da un gruppo di Troiani in fuga ed insediati lungo il Tevere “là dove c'è una grande foresta verde nel quale scorre un fiume” come recitavano i versi di Virgilio autore dell'Eneide, i quali si sono poi mescolati agli Italici come etruschi o varie etnie.

Così ci piace fare un paragone fra l'Eneide lo sceneggiato diretto nel 1971 da Franco Rossi ed il film Il Primo Re diretto da Matteo Rivere entrambi visti su Rai Play. 

Lo sceneggiato è tanto pacato nella rigorosa sceneggiatura nell'ambientazione bucolica e nei costumi di fattura Ellenica, sul filo di lana di pecore e capre firmati dal prestigioso costumista Danilo Donati, quanto il Primo Re ambientato nella penisola Italica è tutto uno sfoggio di violenza bruta perpetrata dal capo tribu' Remo (Alessandro Borghi) che alla fine soccombe sotto la spada di Romolo il quale su quel sangue versato fonderà la città di Roma. Purtroppo più che mettere le basi sulla civiltà greco-romana sembra che Roma sia stata fondata su un Trono di Spade.

“Sì perchè la gente vuole sangue e fango e su questo filone ho ambientato il mio film” parole più o meno questo è quanto pronunciato dalla cabina di regia dall'autore del Primo Re uno dei più brutti film mai visti, diciamolo.

Infatti anche  se l'attore Alessandro Borghi, sempre grandissimo anche come  interprete di Suburra memoria, il film sembra ambientato in un luogo fuori dal tempo come il Trono di Spada basato su una feroce violenza e come ispiratore dell'opera, piuttosto che nel 730 a.c. dove la Penisola Italica era frequentata da civiltà Fenice, Egizie e Greche.

Nel film Il Primo Re manca completamente un abbozzo di civiltà come se fosse stato catapultato nell'era paleolitica, fra le palafitte, dei impagliati come spaventapasseri e fuoco sempre custodito da una sacerdotessa-strega acceso come se fosse stato inventato per caso e nessuno sapesse replicare la scintilla per riaccenderlo. Un po' come si fa nell'Isola dei Famosi con i naufraghi.


Questo modo fantasioso di interpretare la storia anche se più alla moda ed accattivante, oltre ad essere poco coinvolgente per mancanza di riscontro con le nozioni (anche se scarse) che abbiamo acquisito sui banchi di scuola nei quali la civiltà Ellenica era descritta come di grado molto avanzato sia a livello di cultura con i classici del pensiero filosofico in primis, che di arte con i templi le colonne e le bellissime statue, è controproducente creando una crisi di rigetto verso le origini di una grande civiltà come quella Romana essendo inaccettabile che nel 730 a.c. fosse ancora così indietro rispetto alle altre civiltà del Mediterraneo riuscendo nonostante questo basso livello in pochi secoli a diventare la più grande potenza mondiale.

E' curioso comunque come gli sceneggiati degli anni gloriosi in RAI come l'Eneide, siano invece così ben riproposti nel rispetto dei testi classici (v.foto rovine di Troia)

e soprattutto nel conferire  una dignità nobile e regale ai capi carismatici chiamati come predestinati per fondare una grande civiltà.

Pertanto alla fin fine, facendo il paragone, ci è più gradito sapere di discendere da un condottiero coraggioso come Enea piuttosto che da un Romolo fratricida, primo Re di Roma. In pratica, il primo di una serie  come Numa Pompilio Tullo Ostiglio Anco Marzio Tarquinio Prisco, Tarquinio il Superbo (in maggioranza Etruschi):  i Sette Re di Roma dei quali ricordiamo il nome anche se  da dimenticare perchè portarono tutti alla fondazione de' La Repubblica!



venerdì 5 marzo 2021

L'ALLIGATORE UN INVESTIGATORE SUI GENERIS




https://www.youtube.com/watch?v=xjkDDAy7C60&list=OLAK5uy_nPJOn7cuxU33YjDrtk_FF8s71DqtKS4RM

E' tempo di indagare e gli investigatori proliferano in Tv dove ogni volta fanno un pieno di ascolti perchè ovunque vadano sarà un successo proprio come a S.Remo.

Così come S.Remo fa da sfondo al Festival della Canzone Italiana, nelle fiction investigative lo sfondo è sempre una location o formato cartolina o particolarmente suggestiva perchè immersa in una natura ancora incontaminata.

E' il caso dell'Alligatore, la serie Tv da vedere su Rai Play tratta dai romanzi di Massimo Carlotto  e la regia di Daniele Vicari con l'ambientazione tipica del Delta del Po che parte da Porto Tolle di Rovigo fino alla Laguna di Venezia con una rete di canali nei quali il protagonista Marco Buratti, l'attore Matteo Martari, si muove con la  naturalezza di un Alligatore (suo soprannome) al ritmo di un blues sulle note di una  musica il cui cuore batte in Lousiana.

Partendo da un cappello affascinante il resto è assai tosto ma intriso di dolce ruvidezza a renderlo amabile nonostante tutto.

Infatti i suoi modi ruvidi ma pieni di buon senso conferiscono quell'autorevolezza dell'uomo giusto quale punto di riferimento per carcerati, uno dei quali in particolare   lo zio Beniamino (Thomas Trabacchi) lo supporta nelle imprese, una volta uscito di galera, affiancandolo come una sorta di braccio violento dell'Alligatore quando questi viene ingaggiato da Studi Legali per aiutarli delle indagini come detective anche se molto sui generis.

 La coppia è implacabile nel dare la caccia ad assassini, nel combattere il racket delle prostitute albanesi nonché nello scoprire traffici illegali di rifiuti  in danno dell'ambiente e della salute della popolazione che vive in quel territorio.


I soldi girano facili e tra una nota spese e un bicchier  wisky o di Rum l'Alligatore è conteso da due donne: una brava ragazza Virna (Eleonora Giovanardi)  disinteressata e generosa che fa la barista del locale in cui lui è socio e un'altra Greta (Valeria Solarino) sua ex fidanzata e partner nei duetti in Blues, ombrosa e asciutta ma con una grande sensibilità di artista con la quale cerca di riaprire un rapporto irrisolto finendo per guastarlo per la poca voglia di far sul serio come se la nebbia del luogo l'avesse ammantato confondendo il battito del cuore con il tambur battente della batteria. 

In questo nebuloso girovagare fra locali sulle rive dei canali al ritm and Blues trova sempre una luce che gli illumina il percorso per risolvere il caso che gli è stato affidato riuscendo nel tempo a schiarirsi le idee sul suo rapporto con Greta quando la becca in un ristorante con il ricco e potente capo banda malavitoso Tristano Castelli (Fausto Maria Sciarappa) del quale Max la Memoria (Gian Luca Gobbi) aveva registrato le gesta di assassino facendo finire in carcere l'Alligatore per non aver fatto il suo nome. La scenata plateale in mezzo a tutti i commensali è imbarazzante ma utile per aprire gli occhi a Greta sul suo corteggiatore che mollerà schifata tornando a cercar l'Alligatore dopo che è riuscito a far arrestare il bandito della “bassa Padovana” Tristano Castelli.


La serie è originale perchè oltre all'ambiente suggestivo è intrisa di sensualità della quale sono tutti ammantati per quel ritmo cadenzato che li accompagna nell'azione senza tanti giri di parole mettendo sempre in primo piano la fisicità di ciascuno, dall'amico socio “zio Beniamino” che spara con l'eleganza di un pistolero piroettante a due pistole in mano con un colpo alternato all'altro e poi tutti e due insieme come fosse una danza macabra, alla fidanzata di lui una marocchina (Maya Talem) 


sempre sinuosamente ancheggiante con la danza del ventre, passando dalle due donne che si contendono l'Alligatore le quali lo conquistano ballando l'una e cantando l'altra  con il blues mentre per  lui Matteo Martari  la sensualità è tutta nella voce che in questa serie modula con l'accento veneto ma la cui intensità è tale da non correre il rischio di scadere nella macchietta per inflessione dialettale così come spesso accade con altre fiction di serie investigativa ambientate al sud. 


Matteo Martari dopo la rivelazione de I Medici si conferma un protagonista di grande appeal perchè il suo Alligatore duro e asciutto ma di grande umanità è delineato in modo magistrale rendendolo unico e originale il cui segreto sembra essere racchiuso nell'essersi messo in gioco con la naturalezza di chi mette molto di sé stesso (anche lui è Veneto come il protagonista).

Valeria Solarino, è bravissima nel risaltare come cantante di spessore ricercato e di nicchia e nel mettersi a nudo in lato b) a gambe lunghe e schiena dritta con la forma invidiabile di una giovane ragazza pur essendo un' attrice di lungo corso con tanti film pieni di riconoscimenti e premi,

I ruoli minori sono tutti di gran rispetto specie il Capo Banda Tristano Castelli spietato assassino che parla in Veneto ma che ha un debole solo per la musica Blues e la sua eccezionale interprete Greta, della quale si innamora sinceramente e  perdutamente rendendogli una scintilla di onore.