venerdì 25 gennaio 2019

IL GIOCO DELLE COPPIE


Grande affluenza di pubblico per vedere il film Il Gioco dell Coppie presentato come la risposta social a Perfetti Sconosciuti in salsa francese.




Il pubblico era variegato dai giovani ai vecchi questi i più numerosi curiosamente se si pensa che il tema era il digitale come futuro dell'editoria in primis. Un dialogo fitto serrato e intellettualmente raffinato unisce alcune coppie in un intreccio di liaison ad elezioni elettive ed amichevoli con scappatelle alla Beautiful perchè tutte le corna si consumano in casa dell'uno o dell'altro. Senza comunque indugiare più di tanto ai piaceri della carne
Infatti restano sempre amici superando gelosie vecchie ruggini rancori e rivalità in nome di una regola dettata dall'unica donna che si dedica alla politica per la quale vige la regola dell'implicito “io so che tu sai”: E che sia finita lì. Perchè indagare, perchè soffrire se non si ha intenzione di separarsi, perchè rovinarsi la vita con scenate drammatiche e devastanti se non si ha intenzione di separarsi al solo scopo di rovinarsi la vita quando non si trova neppure il tempo di mangiare perchè tutto viene consumato velocemente, senza preamboli e formalità come se il cibo fosse una necessità alla quale non ci si può sottrarre.
Un salto al Ristorante tra una chiacchiera e l'altra ed un banalissimo feu-filet o crostino di foi gras  insalata verde e acqua è una tipica pausa pranzo alla francese.


Tutto è francesissimo nel film di questo gruppo che vive in case arredate alla rinfusa con camere da letto piene di libri polverosi salotti che sono un'accozzaglia di fiera dell'antiquariato in un insieme scoordinato anche se di pregio con poltrone tutte diverse sparse qua e là fra divani e tavolini come pezzi unici nei quali gli ospiti si siedono per conto loro con il piatto della cena sulle ginocchia.

La Francia ha perso il gusto di mettersi a tavola seguendo la moda degli apericena. Questa è la cornice del film che se confrontato con Perfetti Sconosciuti sono come due pizze agli antipodi anche se legati dal filo conduttore della completa assenza di décor della tavola così come si usa in America dove si apparecchia senza tovaglia (adottato da Perfetti Sconosciuti) e addirittura senza tavola nel Gioco delle Coppie  all'insegna di quel costume americano introdotto dai serial comici dove le famiglie si riuniscono sul divano per cenare posizionato in primo piano facendo da palco alla sit-com.
Sempre per stare in parallelo fra i due film gli italiani in Perfetti Sconosciuti si fanno riconoscere per le scenate di gelosia sbracate dopo che sono state scoperte le rispettive scappatelle sullo smart, mentre i francesi nel Gioco delle Coppie sorvolano sorvolano...tutti presi da cose più importanti come il loro lavoro di editori di libri (uno strepitoso Guillome Canet) di scrittori (Vincent Macaigne) di manager digitali (Christa Theret) di attrici serial televisivi tipo La Squadra (Juliette Binoche) di una sindacalista pasionaria  (Nora Hamzawi) per disquisir continuamente sul fatto che la carta stampata sta andando in picchiata per far salire quella on line perchè è gratis. E allora facciamola pagare per ritrovar lo stesso rispetto di un libro venduto a caro prezzo.
Alla fine si arriva a concludere con una citazione colta rubata al Principe Salina del Gattopardo quando dice tutto deve cambiare perchè non cambi nulla.
Sarebbe come dire si parla bene ma si razzola nel banale.

Non per nulla a riportar la frase fatidica e la manager digitale bisessuale (Christa Theret)che alterna il suo piacere fra l'editore di successo e una lesbo-intellettual- hic (Viollaine Gillibert) senza comunque scomporsi più di tanto al momento dell'addio da entrambi. Così pure la moglie di lui, la star della Tv che se la intende con lo scrittore che racconta tutto nei suoi libri facendo sospettare l'editore che la musa delle porcate (un succhiotto da urlo durante la visione di un film sul nazismo. Ah i pompini della Giulietta, mi ricorda tanto una sceneggiatura! Quanto copiano questi francesi. Agli agoritmi non si scampa) sia la moglie guardandosi bene dal rivelar il suo dubbio palesato nel tergiversare la pubblicazione lasciando così che sia tutto all'insegna dell'implicito “io so che tu sai che lei sa”.

Una regola alla quale lo scrittore si ribella raccontando invece tutto alla compagna sindacalista che lo frena perchè sapeva già. “A che serve confessarlo se io ti amo?”
Perchè era implicito e non cambiava il suo amore per lui.
“Adesso lo sai perchè è finita (in buona amicizia) per cui possiamo ricominciar da capo in piena fiducia”

In questa soave leggerezza che poteva sembrare insostenibile, il film chiude facendo riflettere sul fatto che l'editoria si espanderà sempre più sul digitale per conquistare un pubblico social sempre più numeroso “sorvolando” sul fatto che possa pubblicamente rispondere commentando negativamente, accettando le critiche come battutacce, pari alle stesse che si sparavano nell'encienne Regime alle porte di una Rivoluzione fatta scoppiare dal popolo perchè aveva fame e prendendo atto che quella degli intellettuali è la casta che sorvola alto per delineare il nostro futuro. Di questo volo in volo finiremo per mangiare solo cibo in pillole.
In Perfetti Sconosciuti invece si mangiava cibo in quantità con gusto perchè di qualità con il pubblico che aveva risposto con grande soddisfazione tanto che gli echi si espandevano anche in Franciala quale si accodava al filone delle vite sempre più social in What shap con la differenza che l'Italia è rimasta più genuina mentre la Francia è sempre più intellettualmente sofisticata (dialoghi cervellotici da ingegneria informatica) ma ha perso il gusto delle sue eccellenze, della nouvelle cuisine e per l'amore della vita perchè vissuta di fretta e senza passione.


La durezza della nostra attuale politica non fa parte della nostra cultura, ma la Francia in fatto di cultura e società è sempre stata più avanti rispetto a noi. Questo va detto.



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