lunedì 24 aprile 2023

IL PATRIARCA DI CLAUDIO AMENDOLA

 


Claudio Amendola è il protagonista della nuova serie Il Patriarca
da lui diretta interpretando il ruolo di un ganster imprenditore Levantino. La fiction infatti è ambiente a Levanto una location bellissima sulle coste della Puglia. Se Claudio Amendola è ormai un professionista affermato per cui questo nuovo ruolo lo calza a pennello, a non convincere è il personaggio Nemo Bandera, facoltoso imprenditore che ha creato una fortuna per capacità personale supportate da traffici illeciti, droga in primis, che sono alla base della sue ricchiezze e potere che esercita sia in famiglia che su una squadra di “collaboratori” di ogni settore, da quello tecnologico per la gestione finanze e patrimonio, agli scagnozzi con a capo un suo fedelissimo e braccio destro per il lavoro sporco.

Quello che colpisce non è tanto il contesto violento che si nasconde dietro una facciata di ricca famiglia onorata e rispettata quanto il fatto che Il Patriarca provi piacere nello sporcarsi le mani per eseguire torture ed esecuzioni personalmente. “Ora ci divertiamo” e l'esultanza con la quale pronuncia questa frase lascia agghiacciati perchè di solito questi “lavoretti” sono lasciati alla bassomanovalanza del crimine limitandosi il boss a dare ordini e magari ad assistere senza comunque sporcarsi le mani. Questo mettersi in gioco di prima persona che gode nell'accoltellar in un agguato anche un suo amico, padre del "fidanzatino del figlio”, ci fa comunque comprendere l'odio che prova per lui la sua figlia primnogenita di primo letto, Lara, della cui madre Nemo Bandera è stato innamorato al punto da non voler staccare la spina che la teneva in vita in stato comatoso. 

Se la figlia Lara (Neva Leoni) rifiuta da lui qualsiasi aiuto economico, i rampolli della seconda famiglia cominciano ad attivarsi, su ordine del padre, per la successione e la gestione del patriomonio dal quale il Patriarca non esclude  Lara nonostante l'opposizione della nuova moglie (Antonia Liskova) che la definisce figlia bastarda. Così tra crimini e misfatti i figli si mettono in evidenza con le loro capacità e fragilità senza comunque fornire quella marcia in più convincente per la successione agli affari di famiglia, loschi compresi dei quali comunque non sono a completa conoscena perchè mai sospetterebbero che il padre si andasse a divertire per giustiziare quelli che sgarravano. Se Lara nel suo dissenso verso il padre non volendo sottostare ai suoi ordini dimostra di avere la sua stessa tempra, gli altri figli Nina (Giulia Schiavo) e Carlo (Carmine Bruschini) cresciuti viziati e nell'agiatezza, avendo potuto studiare ed informarsi tecnologicamente sembrano quelli più indicati per prendere le redini del padre che si è convinto di lasciare per essere stato colpito dall'Alzheimer, anche se non ancora in fase pericolosa perdendo colpi di memoria su piccole cose con danni non irreparabili.


Detto questo la fiction  si segue con piacere per i colpi di scena; per l'ambientazione di lusso nel quale si muovono gli interpreti, per la location della città portuale di Levante con il suo mare che la costeggia ed il clima sempre caldo;  perchè c'è la lotta tra bene e male inscenata non solo con le forze dell'Ordine ma anche con la stessa figlia sangue del suo sangue;  per quel grado di crudeltà del Patriarca-Padrino che lo fa degradare a livello di scagnozzo come se fosse rimasto attaccato alle origini dal quale era venuto ma nel contempo lo fa innalzare con quel sentimento puro che prova verso la prima moglie che non scorda mai di salutare al cimitero; ma soprattutto perchè c'è lui Claudio Amendola che ci piace in qualunque interpretazione, dai Cesaroni a Suburra, da Nero a Metà a questo Patriarca che seguiremo in tutta la serie perchè girato con professionalità. 


NOTA DI COSTUME

A queste osservazioni vanno aggiunte


alcune curiosità come la scelta del cast perchè l'avvocato di fiducia del Patriarca Mario Ricci (Raniero Monaco di Lapio) ha una certa somoglianza con il Presidente francese Macron, mentre invece la figlia Nina Bandera (Giulia Schiavo) ricca con velleità da pittrice per autoritratti sexy  (praticamente selfie) assomiglia straordinariamente a Chiara Ferragni tanto da sembrare sua sosia. 


giovedì 20 aprile 2023

LE FICTION IN SERIE A TUTTI I COSTI?

Tra una Fiction ex novo e un ritorno di una nuova serie quali sono le preferite? Se le attese per quella nuova sono sempre un'incognita anche se si può contare su volti di punta, quelle di nuova stagione hanno già gli affezionati che bramano di vedere le nuove puntate. Le quali se ritornano con gli stessi personaggi e la stessa regia sono una garanzia di rinnovato successo contando sull'attaccamento degli spettatori.Spesso per cause di forza maggiore alcune serie vengono modificate o con la sostituzione del protagonista oppure con qualche componente del cast, regista incluso con il risultato di essere accolte con un certo disappunto pur continuando a seguire la fiction del cuore. Così come si domandava l'Ing. Ferrari se fosse più importante la macchina del pilota pensando ovviamente alla macchina, la Tv non la pensa come lui perchè con grande disinvoltura cambia i suoi “piloti”come ha fatto in  Don Matteo o Che Dio Ci Aiuti dove ha sostituito i protagonisti Terence Hill e Elena Sofia Ricci con interpreti più giovani pur di continuare a produrre le serie tanto amate, per cui l'altra domanda che sorge spontanea ma queste serie devono essere fatte a tutti i costi? Questo si spiega perchè le fiction in questo periodo abbiano registrato un calo significativo di ascolti a cui hanno contribuito sicuramente anche le repliche per rinverdir la memoria in attesa delle nuove serie, ammesso che ci saranno.

Sì perchè vedendo il nuovo Rocco Schiavone per esempio si è portati a pensare che sarebbe stato meglio chiudere con l'ultima puntata della serie precedente dove aveva venduto la casa coniugale a Roma per liberarsi dei ricordi che tanto male procuravano, lasciando così libero il sostituto Procuratore ad Aosta dalle continue apparizioni della moglie morta da tempo con la quale lui era sempre in contatto, cogliendo anche l'occasione che Isabella Aragonese l'attrice che vestiva questo ruolo di fantasma, avesse lasciato la fiction. 

Invece ecco che una nuova attrice ha preso il suo posto impedendo così a Rocco Schiavone di rifarsi una vita con Sandra interpretata dall'affascinante Valeria Solarino nata ricchissima di origine nobile  e giornalista di professione perdendo così ogni credibilità perchè non è concepibile che un personaggio razionale e disincantato come lo Schiavone si perda ad inseguire la defunta moglie la quale è risaputo è sempre la rivale più pericolosa di una donna, tanto che nemmeno la Solarino riesce a vincerla. 

Così su questo filo paranormale all'X File le prime puntate delle fiction Rocco Schiavone in cui lui appare stanco si sono trascinate nella noia perchè invece di creare una certa suspence nelle indagini ha creato atmosfere intellettuali fra amici che tra bicchier di vini pregiati e una mozzarella facevan filosofia spicciola finendo la serata tutti ubriachi con lo spettatore che sbadigliava insieme a loro. Ma ecco il colpo di scena, con l'ultima puntata sempre della nuova serie, Rocco Schiavone sul filo dei rapporti di vecchie conoscenze che ritornano ha ripreso quel guizzo da burbero coriaceo che lo ha sempre fatto amare dal pubblico per cui non ci resta che vedere gli sviluppi. Ad ogni modo ci va di ribadire che il tema della vittima che appare e scompare, vuoi per consolare  (Rocco Schiavone) o a dare le dritte nelle indagini (Commissario Ricciardi) o ad infondere coraggio nel continuare le ricerche (6 donne per Leyla), è diventata una costante a conferma che le fiction si ripetono continuamente sfornando prodotti in copia conforme.



Passi per il Commissario Ricciardi che aveva una sua logica narrativa di una Napoli anni 30 era fascista tra superstizione e cabale, paranormale e femminielli informatori, per il resto questi flash sugli scomparsi sembrano tutti fuori luogo togliendo credibilità ad un racconto che, proprio perchè poliziesco, dovrebbe essere più incisivo nel tagliare a pezzi la realtà da ricomporre in puzzle. Non è  così per tutte ovviamente perchè ci sono serie che si discostano da queste indagini svolte sul filo del paranormale, come Resta con Me appena finito di trasmettere in prima stagione,  Imma Tataranni molto pragmatica e decisa, o Lolita Lo Bosco che insieme a Fosca Innocenti indagano come femmine segugio, o i Bastardi di Pizzo Falcone e tanti altri di cui c'è molta attesa per la nuova stagione mentre intanto ci propinano le repliche di Montalbano, il padre di tutti questi polizieschi con staff che porta a corredo problematiche personali o personalità colorate delineando  personaggi macchiette. Montalbano resta un mito e anche se su rivede sempre volentieri si sente il bisogno di un cambiamento nei polizieschi magari svolgendo indagini più serrate arrivando alla soluzione con più suspence senza prima aver ballato, litigato, scopato, sbevazzato o mangiato in allegria con una girandola di colleghi amici parenti e affini....perchè il pubblico si è stancato di queste commediole tra le varie Questure e Commissariati. Se Mare Fuori ha sbaragliato tutti con un successo travolgente, non fa che confermare una tendenza di fiction più concentrate su delle realtà di vita vera.

NOTA DI COSTUME

Quanto ci piacciono quelle passeggiate notturne tra le vie di Aosta di Rocco Schiavone e Valeria Solarino: lui sempre in loden verden mentre lei sfoggia cappotti lunghi anche a doppio petto su maglioni di cashmere. Elegantissimi sfilano silenziosi nella notte flirtando con eleganza e tanto romanticismo. Una coppia affascinante, molto affiatata nel comune denominatore dello chic anche se sono due persone agli antipodi, lui nato poverissimo ma lei ricchissima, lui scorbutico lei leggera e piena di ironia ma entrambi coraggiosi nel loro lavoro che svolgono con la schiena dritta. Appunto.




martedì 11 aprile 2023

LE COSE CHE NON TI HO DETTO. DIVORZIARE DOPO 30 ANNI

Divorziare dopo 30 anni è difficile ma non impossibile. Molte coppie dopo una vita vissuta insieme dove la routine ha preso il sopravvento e nel quale si sono adagiate immaginando di invecchiare illudendosi che la stabilità sia sinonimo di felicità, decidono all'improvviso di voltare pagina ricominciando una nuova vita da vivere in pochi anni, gli ultimi dopo un'esistenza nella quale si sentivano già morti. 

Le Cose che non Ti avevo Detto racconta questa tematica che coinvolge una coppia in età avanzata ma ancora vivace nello spirito e appassionata nel lavoro di pensionati svolto con piacere da parte di lei Grace dedicandosi ad un'antalogia di raccolte di Poesie e con partecipazione da parte di lui, Edward continuando a dedicarsi all'insegnamento con molta attenzione alle problematiche degli alunni, uno in particolare afflitto da problemi alla cui madre si avvicina intimamente creando con lei una storia clandestina sentendosi per la prima volta amato per se stesso e dunque di esistere.

L'infelicità tra Grace ed Edward è arrivata al culmine per diversità di carattere, lei molto estroversa ed espansiva, lui invece riservato ed emotivamente chiuso che subisce in silenzio la petulanza continua della moglie nel cercare di scuoterlo dalla sua apatia nel reagire a qualsiasi stimolo anche provocatorio come uno schiaffo. Un gesto che la moglie pensa sia soltanto dettato dall'amore per indurre il marito a prendere una posizione aprendosi al dialogo anche con una sonora litigata. Che vuoi che sia, fa parte della vita coniugale per cui non c'è nulla da temere, così Grace rassicura il  figlio Jamie (Josh O Connor) arrivato a casa per il Week End preoccupato da tanta violenza verso il padre. Il quale comunque aveva giù pronta la valigia per andarsene per sempre da questa donna con la quale si è sempre sentito estraneo perchè mai accettato per quello che era subendo continui rimproveri facendolo sentire sbagliato per tutto ciò che intraprendeva e inadeguato a lei sempre sicura e saccente. La decisione è devastante per Grace anche se si era adagiata nell'infelicità coniugale comunque senza rassegnarsi volendo spronare il marito a riprendere il dialogo che nel tempo si era interrotto dopo un inizio folgorante in cui Edward era stato conquistato da una Poesia:

 "Sono già stato qui,

Ma quando o come non saprei dire

Conosco l’erba oltre la porta,

Il dolce odore pungente

Un suono, come un singhiozzo, le luci attorno alla baia.

Sei stata mia prima

Quanto tempo fa non saprei dire

Ma proprio quando al volo della rondine

il tuo collo si è girato in quel modo

Un velo è caduto – e ho saputo tutto di te.

È stato così anche prima?

E non fa così anche il tempo con il suo turbinio incessante

Che ancora una volta d’amore colma le nostre vite

A dispetto della morte,

E giorno e notte istilla una delizia ancora?"

che Grace gli aveva recitato sul treno in cui lui era salito per sbaglio trovandosi poi alla fine a  Dover dove entrambi avevano messo su casa e famiglia sopra le bianche scogliere. Sbagliando treno, racconta al figlio di aver sbagliato tutta la sua vita, senza comunque convincerlo perchè  Jamie imputa giustamente il divorzio al fatto che si sia innamorato di un'altra e che nulla ci sia più da fare che consolare la propria madre distrutta dal dolore prestandosi a far da tramite per una separazione civile non volendo prendere posizione contro il padre con il quale intende continuare a mantenere rapporti affettuosi.

La sua amorevole mediazione non ha buon fine perchè Grace non vuol firmar le carte, nonostante le sia stato generosamente lasciato buona parte del patrimonio, adducendo come motivo che con lo stato di vedova le sarebbe spettato molto di più, decidendo quindi di aspettare la morte fisica del marito, perchè lui era già morto avendo ucciso il loro matrimonio, la loro vita.  Insomma una disperazione verso la quale il marito non prova alcun rimorso né volontà di tornare insieme per cui non sembrerebbe ci sia speranza per una riconciliazione men che meno come amici. Invece l'amore del figlio per entrambi - che segue con attenzione e partecipazione inviando missive affettuose che riporteranno al lavoro la madre per finire l'enciclopedia delle poesie che il figlio divulgherà on line - accenderà la speranza nella vita in Grace nel ritrovare la felicità dedicandosi ai sofferenti in cerca di amore.

Annette Bening è la protagonista nel ruolo di Grace alla quale dà voce con una superba recitazione confermandosi la grande attrice che abbiamo ammirato in  tanto film mentre Billy Nighy è molto credibile nel ruolo del marito Edward al quale dà corpo con una compassata recitazione delineando finemente il carattere deciso di un uomo la cui riservata personalità è scambiata per rassegnazione ed umile sottomissione. 

Josh O'Connor interpreta Jamie dando vita al personaggio di un figlio affettuoso e premuroso ma intelligente nel rispettare le decisioni dei genitori - prima la separazione da parte del padre e poi il rifiuto della madre di firmare il divorzio - manifestati con dolcezza e distaccata devozione con il giusto volto di un attore di grande sensibilità. 

La regia è di William Nicholson che con la sceneggiatura si è ispirato alla sua stessa madre molto appassionata di Poesia.


martedì 4 aprile 2023

ELEONORA ABBAGNATO, GIULIETTA

Eleonora Abbagnato ha portato in scena al Teatro Regio di Parma GIULIETTA con una coreografia ideata appositamente per lei divisa in tre performancei, e un intermezzo dal titolo Blanc e Noir. La musica era trascritta per due pianoforti che hanno fatto da leit motiv per tutte le coreografie di Giulietta delle quali comunque la Abbagnato ne ha interpretate due, Le Rouge et le Noir e Giulietta mentre la terza, Hainbow, Love e Peace era interpretata da Rebecca Bianchi che ha danzato sulle musiche tratte da West Side Story (la Giulietta Metropolitana dei bulletti di New York anni 50).

La prima parte era estrapolata dalla musica del balletto classico con la scena d'amore della prima notte quando Giulietta e Romeo si accoppiano nel letto  fino all'alba nel momento in cui, nei sonetti di Shakespeare sul canto dell'allodola, lei si rivolge a lui dicendo:

GIULIETTA

Vuoi andare già via? Ancora è lontano il giorno:

non era l’allodola, era l’usignolo

che trafisse il tuo orecchio timoroso:

canta ogni notte laggiù dal melograno;

credimi, amore, era l’usignolo.

ROMEO 

Era l’allodola, messaggera dell’alba,

non l’usignolo. Guarda, amore, la luce invidiosa

a strisce orla le nubi che si sciolgono a oriente;

le candele della notte non ardono più e il giorno

in punta di piedi si sporge felice dalle cime

nebbiose dei monti. Devo andare: è la vita,

o restare e morire.

Il pas de deux di questo Le Rouge et le Noir era molto dolce con i corpi che nel preludio si avvinghiavano per poi librar nell'aria volteggiando come se fossero in una dimensione celestiale, fino a scendere a terra e finir di consumar nel letto l'amore carnale.

Le altre scene erano invece in versione contemporanea con coreografie fantasiose e innovative a mettere in risalto la fisicità atletica dei ballerini maschi e della stessa Abbagnato la quale infatti dà il meglio in questo tipo di danza piuttosto che nel balletto classico sulle punte, così come ha dimostrato con GIULIETTA in una fantasia danzata tra punta e tacco con movenze atletiche. Lo aveva già dimostrato anche con la Carmen di alcuni anni fa dove era stata strepitosa nell'ancheggiare sulle punte sinuosamente sexy in una coreografia più moderna mentre in Le Rouge e le Noir della “Giulietta classica”, pur essendo tecnicamente brava e di indubbio sex appeal non pare abbia dimostrato d'avere le physique du role di una etoile come Carla Fracci o di altre ballerine della Scala, del Bolshoji o del Royal Ballet di Londra. Eleonora Abbagnato è stata prima ballerina dell'Opera di Parigi che l'ha forgiata facendole ponti d'oro per la sua abilità tecnica avendo un fisico più conforme ad ispirare coreografi francesi delle scuole Bejart o Roland Petit per esempio che le ballerine le preferiscono con un'aura sexy piuttosto che evanescente come le protagoniste del classico, Lago dei Cigni in primis emotivamente più coinvolgenti. Le ballerine francesi comunque hanno uno speciale charme nelle movenze che esprimono danzando sulle punte in modo brioso ed aggraziato come una sorta di minuetto (come il famoso Barocco di Bejart per esempio) mentre nella danza contemporanea hanno sempre un nonsochè di baldanza maschia, comme des garconnes per dirla alla francese (come appunto nella originalissima Carmen di Roland Petit).

La terza performance Hainbow, Love & Peace iniziata con il motivo del film West Side Story dove i ragazzi (Capuleti e Montecchi) si scontrano facendo scoccare le dita in un ritmo cadenzato e sensuale, sfociava nel  finale con un caleidoscopio di movenze e di colori nelle nuances dell'arcobaleno con l'unica ballerina rimasta in scena in rosso (la vita) intorno alla quale ruotavano il giallo (la luce) il verde (la natura) l'arancione la salute il blu (la serenità) ed il viola (lo spirito) a simboleggiar l'amore e pace. La performance Blanc e Noir come intermezzo coreografico è stata particolarmente apprezzata per la gestualità iniziata in rallenty alternata a scatti come una sorta di scossa elettrica, una tecnica già vista in altri balletti innovati come il Lago dei Cigni del Tour della Svezia 2014. Anche il duo in pianoforte in scena è stato molto applaudito ed apprezzato come se il suono dei tasti sottolineasse le movenze dei ballerini che invece solitamente devono danzare a tempo di musica. Le musiche a pianoforte a quattro mani stanno facendo tendenza perchè già viste con il monologo di Lella Costa in GIOVANNA, la Pulzella la Fanciulla e...”L'Allodola”.C.v.d.

Insomma uno spettacolo molto interessante che ha fatto il tutto esaurito con grandi applausi e richiami in scena di tutto l'ensemble riservando un'ovazione per Eleonora Abbagnato bellissima e di grande charme. Molto francese!

NOTA DI COSTUME 



La più bella Giulietta di tutti i tempi è quella rappresentata da Franco Zeffirelli che ha scelto la protagonista in età adolescenziale (16 anni) molto vicina a quella del testo Shakespeariano con un viso in un mix di innocenza ed impeto carnale. Gli occhi sono spalancati sul mondo, mentre la bocca carnosa e vogliosa è posizionata a forma di cuore sulla quale Romeo poserà le sue frementi labbra in un casto bacio facendo arrossire le sue gote paffute di fanciulla che sta per sbocciare come donna.



Il viso, incorniciato da capelli lisci raccolti intorno al perfetto ovale e intrecciati sulla nuca con una lunga treccia, è decorato con una cuffietta di perline mentre le maniche a sbuffo completano una lunga tunica di rosso porpora a foggia voluminosa nel ricoprire le varie sottogonne ad immagine  delle figure dell'epoca alle quali si è ispirato con precisione il costumista Danilo Donati facendone un'icona da sindrome di Stedhall perchè tutto il mondo si è inchinato nell'ammirar ed amar questa Giulietta!