mercoledì 30 novembre 2016

SNOWDEN, HACKER CHE SCOPRE L'ACQUA CALDA.

Siamo tutti spiati. Ma va?
Una leggenda metropolitana raccontava che tutti i cittadini indistintamente erano schedati presso la Questura, la quale era infornata su vizi e vizietti di personalità importanti e di gente comune. Nessuno sfuggiva alla scaletta nella quale si dava un punteggio di onorabilità.
A volte le informazioni sfuggivano dallo schedario ma a farne tesoro erano sempre i notabili del centro metropolitano che si servivano per dare messaggi subliminali dall'altro del loro cartaceo. Perchè l'informazione viaggiava a braccetto con la Polizia arrogandosi quel pari diritto di spiare scambiato in combutta con i poteri forti.

Non è una novità pertanto quella che il giovane Edward Snowden ha diffuso in  America rivelano agli Americani di essere tutti spiati attraverso i mezzi di comunicazione dai telefonini agli smart passando dai computer dove si può violare la privacy entrando in casa di chiunque attraverso la web cam anche se spenta.
Meglio mettere un nastro adesivo sopra. Questa è la formula che si può copiare dal film Snowden diretto da Oliver Stone e interpretato da Joseph Gordon Levitt in una biopic sul celebre Hacker esiliato in Russia per evitare un processo a suo carico come ladro di dati rubati alla CIA nella quale era stato ingaggiato come agente.
Il giovane Snowden era animato da spirito patriottico sinceramente proteso a partecipare ad ogni azione che potesse neutralizzare i nemici del suo Paese dando il suo personale contributo di tecnico informatico abile e  veloce dopo essersi distinto sotto esame attraverso una rete di collegamenti, ad individuare l'anello debole di un sistema dove bastava fare un click per togliere la luce ad un intero Paese. Questo click non s'ha da fare.

Infatti Snowden è un ragazzo di rara intelligenza tanto da sconfinare nella stupidità essendo privo di furbizia, dote che distingue chi agisce svelto di istinto piuttosto che tramite una elaborazione mentale rigorosa e razionale.

Insomma è un computer umano che domina i computer-macchine e per questo immerso nel suo mondo di programmi informatici dove non c'è spazio per i sentimenti privati ma solo per quelli che possano essere utili a servire un Paese non esitando a mettersi contro un sistema che ritiene corrotto calpestando il rapporto con la sua fidanzata (l'attrice Shailene Woodley una scelta non a caso per aver interpretato Divergent in una sorta di giovane diversamente intelligente che l'accomuna all'Hacker Snowden) per far trionfare una verità annunciata perchè in America tutti sapevano di essere spiati ma subivano rassegnati questa intrusione virtuale come un  gioco che valga la candela.
Nessuno impedisce infatti di fare un clik e togliersi da quel sistema di spionaggio che limita la tua libertà per essere sempre sotto i riflettori come una sorta di Grande Fratello globale.

Un lavoro inutile quello di Snowden ingenuo come una “Biancaneve” soprattutto nel meravigliarsi di scoprire che la rete capillare della CIA non ha lo scopo di battere il terrorismo o le guerre scoppiettanti dei focolai del Medio oriente o del Terzo Mondo, ma di far affermare la supremazia di un Paese a livello economico che fra pochi anni si ridurrà dal G8 a tre sole grandi potenze come USA CINA e Russia. Tanto informatico questo Snowden da non essere informato sulla Guerra dei Balcani nei quali gli USA non sono mai intervenuti perchè non importante a livello economico non essendoci Petrolio o Materie prime delle quali impossessarsi come bottino di guerra).
La prova di questa inutile rivelazione in difesa della libertà l'hanno data gli stessi Americani che di fronte al fatto di essere violati nella loro privacy non hanno mosso ciglio per protestare prendendo la cosa come una sentenza della Cassazione, da accettare nel rispetto delle Istituzioni. Le quali si sono invece pubblicamente rivoltate contro Snowden, dal Presidente Obama all' ex candidata Hillary, per condannarlo in contumacia in Russia l'unico Paese che l'ha ospitato intuendo le potenzialità di un cervello di primo'ordine non lasciandoselo scappare. Se c'era qualche dubbio sul suo tradimento, la Russia lo ha risolto perchè Snowden se vuole continuare a fare il mestiere che l'appassiona dovrà continuare a farlo per la Russia piuttosto che per il suo Paese.
Il quale oltre ad aver subito la beffa riceverà anche un danno per aver sbagliato nel puntare il dito contro di lui non prendendo in considerazione la sua buona fede e la sua ingenuità passando sopra a una iniziativa che comunque era stata perpetrata in nome della libertà e di quel principio di democrazia del quale l'America si sente orgogliosa tanto da esportarla come sinonimo di pace e di benessere. Pace inutile perchè come detto sopra ai Governi non interessano i Fair Games ma intrecciar relazioni socio-economiche che dall'alto del loro Potere usano come armi per mettere in ginocchio i dittatori di regimi dissidenti facendo scattare contro i loro Paesi gli embarchi alla faccia di popolazioni che vengono ridotte allo stremo.

Molto significativa è l'interpretazione di Nicolas Cage nel ruolo di un Agente al quale è stata troncata la carriera per aver reclamato su alcune manipolazioni della CIA nell'impossessarsi di un suo programma per poi diffonderlo a caro prezzo, che vedendo Snowden in video del quale era diventato amico e ispiratore, mentre dall'esilio a Mosca rivela i dati rubati esclama orgoglioso: "Ce l'ha fatta il ragazzo" rispecchiandosi in lui come perdente. Perchè Snowden è un perdente avendo sopravvalutato la portata delle sue rivelazioni, perdippù rubate all'azienda che lo aveva assunto pensando che tacere ci si renda complici di misfatti aziendali quando invece basterebbe dimettersi se non si è in linea con la dirigenza. A lui va riconosciuto il valore di un gesto in cui credeva a costo di mettere in pericolo la sua vita che comunque aveva qualche possibilità di salvare così come è accaduto.
Ora la domanda che si pone è la stessa che si fece a suo tempo agli addetti ai lavori di manovalanza nei campi di sterminio perchè si fossero resi complici ma qui la risposta sta nel fatto che non avrebbero potuto ribellarsi pena la morte inevitabile (come per i Kapò) anche se questo non li assolve dalla colpa e dalla giusta condanna postuma, sempre di morte inevitabile comunque. Situazioni terribili e complesse nelle quali è troppo difficile districarsi e dove solo Dio lo sa.

Joseph Gordon Levitt è uno degli attori emergenti d'America sul filo della tipologia ragazzi intelligenti di nuova generazione ma con l'aria tontolona perchè perdono un sacco di tempo davanti al p.c.dove vivono la loro realtà estraniandosi dal mondo reale con il quale non riescono più a comunicare. Praticamente non esistono che come una sorta di flora batterica virulenta che fa più danni che cose utili sprecando un'intelligenza che potrebbe essere incanalata in modo costruttivo piuttosto che in quello dispersivo e inconcludente su Internet nel quale si impegnano alla fin fine solo per fare un gioco mediatico fra una ristretta cerchia di “addetti ai lavori” del web di nessuna utilità per le comunità.
E' lo stesso gioco che viene adottato con la carta dell'informazione dove i lettori sono ignari non riuscendo a decifrare doppi sensi, metafore o messaggi, intimazioni e ricatti  che ignobilmente vengono trasmessi in tiro incrociato anche attraverso i morti che non vengono lasciati in pace. Meglio che le masse non siano a conoscenza di queste pratiche disinvolte perchè così l'informazione viene manipolata dandola in pasto ad un pubblico che comunque anche se ignora come  leggere fra le righe, intuisce che c'è qualcosa che non quadra visto il calo delle vendite dei giornali. I quali hanno perso credibilità perchè più interessati ad esercitare una supremazia economica piuttosto che ad informare i cittadini dei misfatti del Potere preferendo fare l'elenco delle bici rubate.


 Oliver Stone è un regista robusto perchè tutti i suoi film sono di grande impatto visivo girati su solide basi per la scelta dei temi importanti  che alla fine si sgretolano così come è stato con le Twin Tower del suo film omonimo girato con spezzoni docu nei quali sono tutti eroi.
Cadono in picchiata perchè non reggono il peso delle tesi raccontate con enfasi   accomunando uomini normali e personaggi storici  nell'essere ammantati di un'aura divina come tanti eroi immortali. Le cui gesta echeggeranno nell'eternità? No, nelle cineteche fino a quando non scadranno per usura del tempo o per qualche click di un dittatore mitomane che spegnerà la luce sul mondo per poi riaccenderlo. Pulito senza memoria del suo passato come ogni rivoluzione che si rispetti. Bing Bang!
Ma l'ultima in finale è tutta tecnologica senza spargimento di sangue. Questa è l'idea geniale di un futuro apocalittico che la ex candidata Hillary Clinton aveva individuato in Donald Trump tecnologicamente tentato quando era candidato di chiudere i p.c., idea che le si era rivoltata contro come un boomerang. Sarà la storia a pronunciar  sentenza nel quale Snowden non è che un Alfiere di una Partita a Scacchi verso la fine di un mondo virtuale a sistema standard e p.c. che ha schiacciato l'umanità con tutte le sue imperfezioni e difetti ma che comunque l' avevano resa cara a Dio.
Al quale sembra sia sfuggito ogni controllo avendo l'uomo creato un mondo parallelo  virtuale, dominato dalle macchine elettroniche pensando di arrivare a diventar padrone di vita o di morte dei suoi simili. Basta un click per esser come Dio: un richiamo seduttivo ancora più forte di quello della mela nel Paradiso Terrestre...

lunedì 28 novembre 2016

CON DONALD TRUMP TRAMONTA LO STILE AFRO?

In America la parola negro è pronunciata in senso dispregiativo e pubblicamente dopo il mandato di Obama era stata completamente eliminata.
Con il nuovo Presidente Donald Trump per le minoranze di colore è possibile che si faccia un passo indietro tollerando atteggiamenti di sufficienza verso le minoranze di colore come manifestazioni esuberanti ma comunque non civilmente deprecabili in nome di una libertà di ambigua interpretazione.
Mi vengono in mente certi nuovi Governi dei Paesi del Maghreb dove i dissidenti estremisti se sotto i regimi dittatoriali venivano combattuti e messi in prigione ora sono lasciati liberi di indottrinare in nome dell'acquisita libertà in nuova democrazia.



L'ipotesi formulata sopra non è infondata perchè una conduttrice americana della CNN, Brooke Baldwin del programma newsroom quando stava intervistando un blogger e commentatore politico di destra, Charles Kaiser, sulla scelta di Donald Trump di nominare Steve Bannon quale stratega della Casa Bianca questi rivolgendosi a un ospite di colore presente in studio, lo chiamava negro. “Qualcuno in questo studio ha usato la parola “negro” e questo non va bene” ha commentato la conduttrice chiudendo il servizio in lacrime.


Questo la dice l'unga sul clima creatosi fra i mezzi di informazione i quali in Campagna Elettorale per la grande maggioranza non erano favorevoli a Donald Trump per i suoi atteggiamenti offensivi verso le donne ed i Latinos che comunque lui ha mitigato una volta diventato Presidente.Senza approfondire troppo il discorso perchè bisogna attendere almeno qualche mese prima di esprimere qualche giudizio attendibile, si può sicuramente interpretare quali saranno le prossime tendenze di costume le quali segneranno sicuramente il tramonto dello stile afro che con il mandato di Obama e Michelle alla Casa Bianca aveva dettato il trend anche là dove non centrava nulla come per esempio lo stiamo constatando nella soap Beautiful. Infatti in questa serie che viene trasmessa in Italia, se prima girava intorno alle storie d'amore di Brooke e Taylor che si contendevano Ridge, ora intorno ruotano tanti personaggi di colore che c'azzeccano come una sorta di tricche e barlacche.

La soap è stata confezionata adeguandosi alla coppia Presidenziale d’America come una sorta di inchino al Potere che va sempre a discapito di qualsiasi opera che venga messa in produzione perché è come se si imprimesse un marchio di Regime così come si faceva sotto la dittatura di Mussolini in Italia o durante la Caccia alle Streghe in America nelle quali le tematiche filo-comuniste erano rigorosamente bandite.
Con il Presidente Obama i rapporti tra le varie etnie sono stati sdoganati in pieno  nella soap Beautiful nella quale è stato anche introdotto un trans di colore (interpretato da un’attrice femmina) che con tutto il rispetto per la categoria, ha fatto scadere il format nel ridicolo anche se l'intenzione è quella di apertura verso la causa gay e trans.

Quello che ci si domanda ora è come si evolverà questo serial così attento nel servire il Governo di turno perchè con Donald Trump ci sono state le prime avvisaglie inquietanti nel trattare pubblicamente persone di colore in modo dispregiativo documentato dalla CNN.
Probabilmente ci sarà un lavoro in equipe di sceneggiatori per cambiare un copione che sembrava già collaudato.
Ma l'inchino al potere specie se forte come quello di Trump sarà inevitabile visto le varie evoluzioni di questo format da sempre al passo con i tempi scanditi da nuclei familiari come specchio di un America in fiction perchè nella realtà mai come sotto il mandato di Obama ci sono stati tanti omicidi razziali.
Un problema che per Donald Trump non è in scaletta del suo programma insieme a quello del clima e dell'ambiente ma non è detto che ci ripensi così come per il fatto che sia stato impetuoso ed incivile durante le elezioni non è detto che sia razzista e che voglia mettere in riga le minoranze perchè non si è capito esattamente da che parte stia (contro i clandestini anche se poi di fatto ha sposato una clandestina...).
Perché un conto è parlar di pancia interpretando le turbolenze di un Paese per farsi eleggere come Presidente, un altro è Governarlo.
A meno che la sua Squadra di destra non metta in riga lui per farglielo capire.
Con degli squadristi intorno come Bannon  c’è questo rischio.

sabato 26 novembre 2016

I MEDICI ANNABEL IN COPIA CONFORME A KATE


Il serial I Medici ha fatto un record di ascolti. Annunciato perché già in partenza si sapeva che avrebbe incontrato i gusti del pubblico per l’imponente produzione in costume e per il cast importante con attori internazionali fra i quali Dustin Hoffman che ha calzato credibilmente la parte di Giovanni De Medici perché sembrava un fiorentino delle storie di Chichibio.
A differenza degli altri protagonisti come Richard Madden bellissimo ma un filo spaesato come lo sarebbe un fiorentino nell’ interpretare un cow boy.

La Fiction comunque è piaciuta assai anche per la presenza di bellissime madonne fiorentine e veneziane alcune ben vestite d’alto rango per tradurre l’haute couture e altre spogliate e scosciate quanto basta per dare un pizzico di pepe alla facoltosa famiglia dei Medici che ha regnato in Italia pur non avendo la corona.
Fra i personaggi si è notata la presenza dell’attrice Annabel Scholey nel ruolo della contessina de’ Bardi per la sua grande somiglianza con Kate Middleton che ha imitato perfettamente in tutta la sua compostezza e regalità senza un filo fuori posto come se fosse Tale e Quale.

Non si capisce questa scelta se non come un tentativo di esportare il format nel Regno Unito ma l’impressione che se ne trae è quella di piaggeria verso la Famiglia Reale che comunque caschi il mondo non si scompone mai perché come la settimana enigmistica subisce rassegnata ogni tentativo di imitazione.
La simil-duchessa-medicea è però caduta in basso facendo scene di sesso esplicito con Cosimo de’ Medici dopo averlo riconquistato quando lui era perso nel letto della schiava che gli aveva fatto perdere la testa.


Non si sa se la Duchessa insieme al marito William abbia sbirciato la fiction resa euforica dalla scelta della protagonista in copia conforme a lei ma quel che è certo è che Kate Middleton in concomitanza della trasmissione delle puntate è apparsa raggiante da sola senza William con la coscia open air lasciando tutti a bocca aperta
inducendo a pensare che più che alla sua sosia de’ I Medici si sia ispirata a Miriam Leone quando nella fiction è apparsa incantonata al muro da un infoiato Cosimo de’ Medici con primo piano alla zona scosciata altezza inguine.


Molto open-air.
Vuoi vedere che sottosotto la compassata Duchessa c’è una donna che scalpita come una…come una…Come unica al mondo diciamolo. Kate, oltre che bella,  è la più popolare fra i reali e le star.

PARI OPPORTUNITA'


Tutti in piazxa contro la violenza sulle donne dove i maschi come al solito l'han fatta da padroni gridando a voce alta tutta la loro solidarietà dando coraggio alle donne di trovare la Forza per fare la Denuncia” (titolone sulla prima pagina di Repubblica con donna dalla faccia insanguinata).
Violenza no ma stupro sì? Quello fa piacere altro che balle.
Bill Cosby per esempio, il protagoinista della serie I ROBINSON sarà processato per aver stuprato 50 donne ma si presume che la farà franca perchè ha motivato il suo misfatto dicendo che erano conscenzienti. Erano loro che lo cercavano.
Un po' come succede nel Musical cine di Chicago dove le donne hanno usato violenza contro i loro partner discolpandosi dicendo “Se l''è cercata” CICERO.




E a proposito di questo musical, non per dar man forte alla Repubblica , ma per onestà intellettuale, non si comprende la discesa della ministra in campo tutta protesa a favore delle donne quando invece per Pari Opportrunità avrebbe dovuto prodigarsi contro la violenza anche sui maschi. I quali poi si difendono come il caso di Repubblica prendendo le donne per i fondelli uscendo in edicola con un inserto ROBINSON che la dice lunga sui rapporti tra i sessi. La guerra non è mai finita.
Ad ogni modo, se la son cercata. Ministra batta almeno un colpo perchè si sa, la parola è d'argento, ma il silenzio è oro! Grande Stroili!





mercoledì 23 novembre 2016

PILOTI IN PICCHIATA

 Il film sui Piloti e le hostess è sempre stato un argomento molto accattivante sul quale ricamare sopra tane storie in turbolenza aereo. Un'occasione per raccontare gli umori di passeggeri nel panico mentre hostess e steward tubano studiando strategie di un volo a planare.
Purtroppo gli aerei vanno sempre in picchiata per cui ai passeggeri non rimane che prepararsi all'impatto e che Dio gliela Mandi buona.
L'importante è non finire sulle cime di monti innevati come era successo realmente una decina di anni fa nei quali i superstiti di un areo in caduta si erano trasformati in cannibali per la sopravvivenza.


L'aereo nella cinematografia è visto come un sito da incubo dei cieli (avvalorati da fatti di cronaca reali) che gli spot pubblicitari cercano invece di neutralizzare proponendo immagini di volo rassicuranti e dolcemente accoglienti dove dormire sonni tranquilli, leggere libri in silenzio come in una biblioteca, guardare films e gustare cibo in vassoi pieni di sfiziosità. 



L'importante è viaggiare in business class perchè altrimenti a basso costo si rischia di avere un servizio scadente e al limite della rissa terroristica perchè i bambini frignano, i ragazzi scalpitano gli anziani si lamentano dando un gran daffare alle hostess che devono guardare a vista anche la toilette dove si chiudono amanti per una sveltina avendo colto in volo l'attimo sfuggente.In tutti i film catastrofici i piloti sono sempre stati rappresentati come leader dal sangue freddo oppure vittime di qualche attentatore ma tutti in entrambi i casi sono stati ammantati di un'aura eroica a renderli speciali.Ultimamente i piloti sono stati presi di mira ad infrangere un mito Hollywoodiano molto ben collaudato.


Missione compiuta con l'attore Denzel Washington candidato all'Oscar 2013 per il film Fligth nel quale si proponeva come pilota alcolista che veniva degradato con un processo nel quale aveva fatto il mea culpa che comunque non lo assolveva dalle sue colpe di irresponsabile e quindi costretto ad interrompere la carriera lasciando la sua poltrona dalla cabina di comando.



A questo pilota di colore inadeguato e inaffidabile anche se capace perchè con una manovra estrema era riuscito ad atterrare viene contrapposto con la regia di Clint Eastwood un pilota interpretato da Tom Hanks in un ruolo di professionista serio e responsabile che dopo una onorata carriera di 40 anni deve affrontare un'emergenza di volo in picchiata stante avaria dei motori e del carrello che affronta scegliendo con coraggio di ammareggiare sul fiume Hudson.
Una manovra difficilissima che lui porta a termine salvando le vite di tutti i passeggeri ma che non lo esula dall'affrontare un processo per aver agito d'impulso senza appoggiarsi alle istruzioni della torre di comando perchè rallentava una manovra che solo un pilota d'areo poteva calcolare per andare a buon fine.
Infatti poi vincerà dimostrando la buona fede in sé stesso e nelle sue capacità.
La storia è vera ma quel che è curioso è il messaggio che Clint ha voluto trasmettere per farlo recepire a tutti quelli che lo avevano canzonato ai tempi del secondo mandato di Obama al quale aveva partecipato come repubblicano facendo un comizio che aveva molto colpito perchè era davanti a una sedia vuota ad indicare quella del Presidente Democratico di colore.
Questo per dargli dell'incapace a svolgere un mandato Presidenziale che lo vedeva clamorosamente sconfitto con la seconda vittoria di Obama facendolo sparire dalla scena politica.

Ma non di quello della regia dove Clint, dopo i ruoli di grande attore, si è sempre distinto con opere di grande vigore con attenzione ai problemi sociali trattati seriamente e con risvolti tragici come i mai dimenticati Million Dollar Baby, o Grand Torino. Con questo film Sully sembra che abbia voluto prendersi una rivincita mostrando con un messaggio subliminale la faccia buona e positiva dell'uomo americano non necessariamente Democratico ma Repubblicano, non necessariamente al seguito di Trump ma di quella grande maggioranza che è andata a votare tappandosi il naso sperando che l'America si dia una mossa decisionale, quella che è mancata al Presidente Obama il quale, secondo Clint Eastwood, già dal primo mandato si era visto in una poltrona vuota come se non esistesse.

Non basta essere brave persone perchè come quel pilota in picchiata in pochi secondi devi decidere perchè sei Tu il Presidente e non la moglie individuando questo ruolo di una sorta di Conseulor in capo-spalla in Michelle e nella Clinton.
Infatti con Donald Trump Presidente la first Lady non starà alla Casa Bianca ma alla Trump Tower tra i fornelli.Che dire?
Ben venga il machismo se questo porterà benessere all'America. Del resto le femministe sono state le prime a voltare le spalle a Hillary, per seguire il modello Melania, una first lady così silenziosa e appartata che non si vedeva da tempo. Certo è presto per tirare delle conclusioni ma non promette bene per le donne come modello e punto di riferimento così come lo sono sempre state le First Ladies d'America. Diciamo che lo stile di Trump è più europeo...alla Putin che su questo unico punto lo accomuna ad Angela Merkel e al francese Hollande in quanto leader soli al comando con consorti che aspettano a casa. A scaldare il letto.Che si accontentino del ruolo. Perchè vorrebbero anche comandare?
(Citazione a fonte è di  Ettore Petrolini in un film anni trenta Un Medico Per Forza :"Lei faccia il signor marito. Perchè vorrebbe anche comandare?")



IO DANIEL BLAKE E IL RITORNO DI POOR COW

Ken Loach ha ritrovato lo smalto dei tempi di Poor Cow quando descriveva l'Inghilterra degli anni 60 colpita da una crisi profonda nelle classi povere mettendosi in luce con un film a descrivere il




destino di “una povera vacca” (nella foto Carol White e Terence Stamp)sbattuta da un compagno all'altro, il primo più ladro del secondo,  per poi arrivare a riflettere alla fine sui suoi doveri di madre dell'unico figlio che l'aspettava pazientemente a casa per avere un sorriso, una carezza e tutto il latte da succhiare dalla sua grande mammella che lei invece aveva versato su amanti stronzi.



Il film aveva fatto molto discutere e Ken Loach si è riproposto a Cannes vincendo la Palma d'Oro  2016 con un tema allargato da una recidiva “poor cow” Katie (Natalie Anne Jamieson) con due figli da crescere e un povero diavolo Io, Daniel Blake  (Ayley Squires)in corsa agli sportelli per una indennità da prendere a seguito di infarto.

Il film è noioso ma molto azzeccato tanto da lasciar vigile lo spettatore fino alla fine per vedere come ne uscirà vincitore il vecchio protagonista.
Infatti la noia che prende è quella del nostro quotidiano alle prese con un girone infernale e perverso che va dalla fila agli sportelli all'attesa di un fil di voce dal call center in musichetta tormentone, passando per la navigazione on line per ogni quesito da fare o da risolvere, cogliendo l'attimo sfuggente.
Infatti se allo sportello arrivi con un minuto di ritardo perdi il posto e così sia come ai tempi del comunismo di Tito in Jugoslavia dove, se un negozio restava aperto fino ad una certa ora, passato un secondo ti si chiudeva lo sportello in faccia lasciando la fetta di prosciutto cotto a metà dell'etto.
Lo Stato e le Istituzioni in questo film che  rispecchia molto la realtà sono nemici del cittadino con i dipendenti che sono complici in questa battaglia allo scopo di sfiancare i richiedenti aiuto o qualsivoglia consulenza facendoli desistere per lo sfinimento dalla richiesta di qualsiasi indennizzo, anche se avente diritto.


Il protagonista è un vecchio che dopo quarant'anni di lavoro come falegname, dopo essere stato colpito da infarto non potendo continuare a lavorare perchè i medici glielo proibiscono viene sottoposto a un esame per confermare un sussidio di disoccupazione  ma è riconosciuto idoneo al lavoro e se non dimostra di cercarlo sarà sottoposto a sanzioni applicate al sussidio intimandolo di non far ricorso per avere indennità di malattia perchè perderebbe entrambi, sussidio e indennità che non gli verrà riconosciuta avendo chiesto la di disoccupazione. Insomma un gioco perverso, in una sorta di giro dell'oca perchè si ritrova sempre al punto di partenza, che incastra il povero anziano il quale fra tante difficoltà quotidiane trova il tempo di occuparsi di una famiglia composta da una madre in cerca di lavoro e due bambini a cui dar da mangiare e per la quale sarà inevitabile la scelta della prostituzione come unico sbocco della sua misera vita di “poor cow due la vendetta”:  sì, quella della vita dalla padella alla brace.


Lui non desiste dai suoi intenti, aiutato anche dal vicino di colore che l'aiuta con il p.c. a svolgere le pratiche burocratiche, perchè non vuole perdere la dignità ricorrendo alla fine all'unico modo che resta ai poveracci per far sentire la propria voce, scrivendo la sua protesta sui muri dei Palazzi di Potere ostili e ladri, mentre lei ritrova la propria dignità unendo le sue forze per affiancarlo in questa lotta rendendolo vincente con il riconoscimento dell'indennità di malattia, anche se dopo tutto questo patimento lui soccomberà.
Dopo cinquant'anni l'Inghilterra non è cambiata nella sue profonde crisi sociali ma forse sta ritornando a cinquan'anni fa, quando si è allegramente risvegliata con la Swinging London, alzando la voce dai sobborghi di Liverpool con i Beatles, dando un drastico taglio con Mary Quant alle gonne portandole all'altezza inguine e scoprendo le gambe.


Un vento di rivoluzione che anche Kate Middleton vorrebbe riportare a Corte sfilando a tutto spacco come abbiamo visto all'ultima uscita per un prima di un film per sfidare apertamente la Regina come una sorte di Poor Cow dei ricchi alla Corte dei Windsor.
Daniel Blake secondo Ken Loach non è morto invano perchè la sua lezione di vita è stata raccolta dalla  Poor Cow rinnovata come una sorta di Maddalena pentita mentre la vera “Poor Cow” resta un'altra quella certa Duchessa di Cambridge che vorrebbe scalzare dal trono la sua Regina. Elisabetta presente o Camilla futura? Tutte due. Dei problemi della gente non sembra gliene importi niente visto come sia sempre presente agli eventi mondani o istituzionali piuttosto che in visita nei Quartieri operai, negli Ospedali, negli Ospizi fra quell'Inghilterra così incisivamente descritta da Ken Loach. Quanto meno poteva fare un'apparizione alla prima di questo film che, se per noi è stato noioso toccando il nostro misero quotidiano, per lei sarebbe stato interessante per aprire gli occhi anche sui suoi sudditi e non solo sulle grosse produzioni come 007 per farsi ammirare in nude look. Molto cow!

martedì 22 novembre 2016

UNA SEPARAZIONE CON TELECAMERA A VISTA VELO


Su Rai 5 STA ANDANDO IN ONDA IL film del regista Iraniano Asghar Farhadi Premio Oscar 2012, Una Separazione (con  Payman Moaadi  Leyla Hatami)

Il film è molto bello con ritmo incalzante in un susseguir di scene in forma teatrale dove il dialogo e gestualità prevalgono per descrivere le situazioni più di quanto possano fare la dinamica delle azioni.
Non vogliamo aggiungere commenti sui tanti già pubblicati per questo film rivolti soprattutto ad evidenziare il clima di censura nel quale è stato girato dove le donne anche negli interni portano il velo per non dare loro spazio come attrattiva sexy e accattivante che in quel Paese è proibito dalla religione di Stato a seguire rigorosamente i dettami del Corano, tanto da indurre artisti ed intellettuali laici ad espatriare.
Ma non è questo il punto che mi ha colpita perché sono cose vecchie e risapute da quando è stato abbattuto il Regno dello Scià di Persia sostituito dagli Hayatollah per rimettere le cose a posto con Corano alla mano e nelle case da seguire come stile di vita e di fede assoluta nella giustizia di Allah.
Infatti la storia di una separazione, sempre molto sofferta e traumatica per i figli (in questo caso la ragazzina interpretata dalla figlia del regista Sarina Farhadi), si muove intorno all’Ufficio di un Giudice che raccolte varie testimonianze, purchè avvalorate da un garante nelle persone di impiegati statali o commercianti,e si destreggia fra un cumulo di scartoffie e deposizioni fatte e rifatte, nel senso che una volta dette poi possono anche essere ritrattate.
Così la giustizia curiosamente mette in atto quella libertà di scelta invece vietata dalla Religione lasciando ad attori e convenuti di raccontare i fatti fino a che non sia chiaro al Giudice come emettere sentenza.
I fatti ovviamente sono coperti da piccole bugie per consentire di difendersi come quella dell’imputato che mente quando dice di non sapere che la domestica alla quale ha dato uno spintone fosse incinta facendole perdere il bambino.
Una bugia nella quale coinvolge anche la figlia ragazzina a supportar la tesi la quale giustamente la avvalora per evitare il carcere al padre mentre la vittima si contrappone con forza insieme al marito fino a quando in separata sede non viene loro offerto una consistente somma per risolvere la cosa.
La quale  sembrerebbe andare in porto se non fosse che la vittima (Sareh Bayat) di fronte ad un risarcimento in soldi le viene il dubbio di non aver detto la verità perché già dal giorno prima dello spintone aveva avuto dei sintomi, ritenendo pertanto che i soldi potrebbero portare sfortuna alla sua bambina di quattro anni.

Messa alle strette con il Corano alla mano, rifiuta di giurare di aver detto la verità senza ombra di dubbio,  dicendo al marito (Shahab Hosseini) che invece si sente tradito: “Non voglio far Peccato”.
Come a dire  che della Giustizia Divina bisogna aver timore perché non sbaglia, leggendo Dio ( Allah) nei nostri cuori.

Morale della favola: fra tutti  i perdenti di questa ansiolitica storia, lei è comunque l’unica ad avere un sussulto di dignità che tutti hanno perso tra bugie, separazioni, tradimenti e giustizia sommaria non mancando nemmeno il videotape con telecamera a vista-velo in testa finendo in un nulla di fatto per lasciar tutto in sospeso e preparare il sequiel Il Passato film sbarcato nel 2103 a Cannes.

sabato 19 novembre 2016

L'EDICOLA DI FIORE


E sempre a proposito di comici, anche se non si può considerare tale perchè in realtà Fiorello è uno show-men,  sta decollando molto bene l'edicola di Fiore sul Canale 8 in onda dopo il tg delle 8,30.
Fiorello è affiancato da una spalla Stefano Meloccaro e da tanti personaggi che gli fanno coro. Sono persone comuni della strada, opinionisti da Bar Sport casalinghe e artisti da lanciare da una piattaforma in piazza nella quale si esibiscono in modo scanzonato e spesso molto sgangherato.
Non si sa se Fiorello segua un copione ben preciso o  una semplice scaletta con qualche indicazione ma in entrambi i casi l'effetto è quello di improvvisazione a sorpresa molto divertente carica di spontanea genuinità.
Non è un comico Fiorello ma sa far ridere come pochi perchè fa  battute
che sembra le tolga dalla bocca di tutti noi persone comuni che guardando o leggendo i giornali fanno commenti che i giornalisti non hanno osato esprimere se non sotto metafora o filtrati in modo tale da confondere la gente semplice.

E' un tipo di comicità nuova che tutti con pochi mezzi, raccogliendo un gruppetto di personaggi qualche macchietta e qualche professionista che si presti per un flash di passaggio o per una gags o per cantare insieme una canzone, potrebbero fare ma, piccolo particolare, alla cabina di regia ci vuole un grande autore come Paolo Sorrentino e un mattatore come Fiorello e provate a prenderne due uguali, e sopratutto ci vuole orecchio per sentire le tendenze ed essere intonati con il mondo che ci circonda con l'umiltà di mescolarsi ad esso senza pretendere di dirigere, di pontificare, di moderare, “semplicemente”facendo un assemblaggio che alla fine risulta essere arte: l'arte di intrattenere dicendo cose vere quelle che i Politici dovrebbero ascoltare senza mettersi su un palco aspettando che qualcuno alzi la manina per parlare senza interrompere il discorso del leader politico così come si è sentito con la Boschi nel rimproverare una dissidente con la quale invece un Fiorello si sarebbe messo a duettare palleggiando le battute in un botta e risposta.

Di passaggio in video tablet abbiamo visto Cristina Parodi col marito diversi cantanti in edicola Jovannotti, Fausto Leali, Nek e tanti altri e uno stacchetto con Lorella Cuccarini ma sono molto apprezzati anche le imitazioniu dei vari politici al telefono che danno un tocco di satira al programma, una sorta di tutto quanto fa Rassegna Stampa da sfogliare insieme.
E' un po' come succedeva un tempo nei Bar di Provincia dove tutti si conoscevano. A Parma per esempio quando c'era ancora il mitico Bar Italia prima di andare a scuola mi fermavo a far colazione godendo molto nell'ascoltare i commenti di un gruppetto di anziani, sempre gli stessi, che insieme ai titolari due fratelli camerieri e la cassiera commentavano a voce alta le notizie dell'unico quotidiano della città le quali già da allora non le davano a bere perchè le verità le rivelavano questi personaggi smentendo le balle fresche che sfornava quel foglio mortuario e non si fa per dire perchè inanellavano battute da humor nero anche sulla pagina dei morti che sfogliavano dicendo: "Guardiamo se ci siamo anche noi!". Tiè.
Poi finalmente con il pluralismo dell'informazione si è potuto così come per la Tv che aveva solo un Canale, farsi delle idee più precise facendo anche delle scelte più mature e ponderate. Così con l'Edicola di Fiorello, ridendo e scherzando si capisce come stia veramente girando il vento in questo Paese dove i Politici dicono una cosa e la gente ne dice un'altra non prima di aver lanciato una pernacchia (educatamente silenziosa) a tutti quelli che le sparan grosse, politici lor signori  in testa e giornalisti lor servitori di razza dannata alla loro Corte.

venerdì 18 novembre 2016

DA BROADWAY TANTI MUSICAL


Il musical sta ritrovando l'antico vigore ai tempi del cinema degli anni 50.
Attori e attrici dovevano necessariamente passare da questa prova imparando a cantare e ballare fin da giovanissimi. Sul palco dei musical si sono esibiti attori e attrici che hanno dato il volto ai personaggi mentre la voce era doppiata da cantanti professionisti.
Negli anni 70 emergevano Julie Andrews perchè cantava dal vivo nel mitico Mary Pappins, o Barbra Streisand in Funny Girl  mentre Audrey Hepburn in My Fair Lady era stata doppiata in italiano da Tina Cenci.
Il musical cinematografico è stato seguito dal pubblico fino a pochi decenni fa e quando stava per tramontare definitivamente  risorgeva grazie al successo della Febbre del Sabato Sera rinnovato e pimpante con Grease che apriva al musical delle canzonette rock con il ritmo di Bob Fosse e Rob Marshall  ad accompagnare film d'epoca da Cabaret a Chicago passando per Moulin Rouge senza dimenticare Nine e da ultimo Les Miserables.

Alla fine degli anni 90 il musical si diffondeva anche a Teatro che apriva con Notre Dame de Paris sulle musiche di Riccardo Cocciante per poi diffondersi sempre più con tante altre produzioni che hanno sempre fatto il tutto esaurito nei teatri italiani insieme a quelli di tutto il mondo con Broadway in testa. Il quale sta mettendo in produzione un grandissimo numero di musical in remake di successi cinematografici ispirati a film italiani come La Ciociara,  oppure ispirati ai cartoon di Disney dalle favole delle principesse alle storie degli animali della foresta come il Re Leone.
E proprio quest'ultimo sta raccogliendo grandi consensi a Broadway per la scenografia stupefacente di grande impatto anche per le canzoni afro cantate da neri i quali si sa che in questo campo sia come voce che come danza contemporanea hanno raggiunto l'apice della tecnica mista a fortissima sensualità.
Ma quello che rende unico questo musical sono i costumi e la sceneggiatura.
Gli animali della savana africana sono portati in vita sul palco: leoni, antilopi, iene, giraffe e tanti altri appariranno proprio davanti ai tuoi occhi. Accompagnati da musiche vincitrici di Oscar come Can you feel the love tonight, questo musical mantiene la promessa di essere una vera e propria forma di intrattenimento. Julie Taymor ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo del musical lavorando alle musiche e ai testi, ai costumi, alle maschere e alla realizzazione dei burattini, così come nel ruolo di regista. Il suo lavoro ha contribuito a definire il successo cinematografico di Broadway.

 E DA BROADWAY A HOLLYWOOD...
Ma il musical si è innovato anche al cinema ispirandosi agli anni 50 del film Ballando sotto La Pioggia, un genere romantico pulito e dolce che vede protagonista Emma Stone e Ryan Goslin con La La Land presto nelle sale.




lunedì 14 novembre 2016

MICHELLE HUNZIKER TORNA A ZELIG CON DE SICA


I programmi comici vanno moltissimo in Tv anche se come nei film di Totò si guardano per mezz'ora per poi passare alle cose serie. Non ci si può sganasciare dalle risa per quasi due ore anche perchè spesso non si comprendono le battute neanche sotto tortura della piuma sotto le ascelle.
In Colorado per esempio i due comici che presentano Paolo eLuca spesso e volentieri fanno boccacce come a dire cosa tocca sentire a due fuoriclasse come noi.
Anche se hanno pienamente ragione non è un bel vedere mentra fanno smorfie nell'accomgnare il dilettante che quanto a vena umoristica è pari a quella di un utente di facebook buono a fare corna bicorna boccacce e quant'altro faccia allegria demenziale specie se accompagnata dal capello a scossa elettrica dal berrettino rovesciato e dalla tuta extra large con scarpe a luci al neon con un linguaggio tra lo slang dei neri misto ai dialetti regionali in un mix raccapricciante.

Così gli schetch passano scivolando via senza lasciare traccia a meno che lo spettatore non sia già affezionato al personaggio lanciato da trasmissioni come Zelig che di comici ne ha sfornati in quantità e qualità e che comunque rappresentano ancora un modello sui quali i nuovi comici si ispirano anche se poi si perdono nella ripetizione non avendo battute nuove da proporre.
Il ritmo al programma lo danno i presentatori che se si annoiano per primi figuriamoci cosa succede al pubblico a casa pronto a fare zapping ad ogni piccolo cedimento.




Ad aprire questi programmi è stato Zelig con un piroettante Claudio Bisio e una scoppiettante Michelle Hunziker che hanno fatto coppia per diversi anni molto in sintonia e partecipazione. E bravura perchè Michelle sapeva fare gli stacchetti di danza in modo magistrale palleggiando le battute con Bisio che furbescamnente appena lei apriva bocca le dava un bacio sulla bocca. A tradimento diciamolo ma lei stava sempre al gioco facendo compagna cameratesca perchè sa affiancare i partner grande simpatia e professionalità.






Tutti se la contendono perchè è una garanzia per ogni programma anche collaudato come Striscia La Notizia con Ezio Graggio e non solo perchè sa duettare anche con partner maschili e femminili senza sovrastare nessuno cercando di dare sempre il meglio come coppia. Del resto anche nella vita il meglio lo dà con il Tomaso, bellissimo stilista di Casa Trussardi, con il quale si è completamente realizzata come moglie e madre.






Se come soubrette o conduttrice Michelle è impareggiabile
anche come attrice della Tv è rimasta indimenticata per aver fatto centro con la serie Love Bugs con Fabio Luigi che la Canalis venuta dopo non aveva saputo rimpiazzare non avendo la stessa verve di Michelle, tanto che dopo il flop ebbe per lei parole dure dicendo che se avesse trovato un cadavere sulla sua strada lei sarebbe passata sopra. Infatti Michelle è passata sopra alla battuta cavalcando l'onda del successo della Canalis trovato ai tempi di George Clooney per duettare anche con lei come due amicone.

Fortissima Michelle come è forte il suo sorriso sempre a bocca aperta e mai a denti stretti ben sapendo come funziona lo spettacolo.

Così lei continuerà con Zelig proponendosi in coppia con Christian De Sica il grande comico che, non ce ne voglia, anche se grande non ha mai superato il padre.
"Un grande artista" come diceva Franca Valeri Nel Segno di Venere, mentre lui le baciava la mano mettendo l'altro braccio nel suo cestino pieno di soldi con la raccolta fondi per gli indigenti, ma soprattutto grande regista del neorealismo italiano della commedia brillante e di quella drammatica così ben raccontata con Il Giardino dei Finzi Contini, un film bellissimo sulla Shoah che ha fatto piangere calde lacrime agli spettatori.
Un appunto per Christian se lo possiamo fare è che nella sua carriera abbia seguito più le orme di Alberto Sordi che non quelle del padre, del quale invece ha saputo tradurre  la personalità con il ruolo del proprietario della Camiceria Dagnini in Un Matrimonio di Pupi Avati come una sorta di canaglia gentiluomo con il vizio del gioco ma che tutto si faceva perdonare da moglie e figli e collaboratori perchè sapeva amare.


TEATRO. NON SE NE PUO' PIU'

I
AD ESSERE ONESTI DI TEATRO NON SE NE PUO' PIU', tanto per citare Pirandello ne'
 IL PIACERE DELL'ONESTA' 
 In ogni stagione teatrale c'è sempre un testo di Pirandello un classico fra gli autori contemporanei dell'Italia. Del sud perchè è proprio quella la location che ha dato i natali ai grandi autori della letteratura e del teatro, anche se va riconosciuto che il più grande sia stato sempre e comunque Alessandro Manzoni lombardo doc che ha fatto scuola come libro di testo facendo penare assai gli scolari non riuscendo ad immedesimarsi in quel romanzo di piccolo Paese con i Promessi Sposi antiquati e fuori dal mondo che si stava aprendo alla liberazione dei costumi con minigonne in primis.

Negli anni 60 Pirandello era molto battuto sulle scene con le varie compagnie di giro dei Giovani e non solo perchè veniva tradotto anche per i cantanti di S.Remo e attori della Tv a fare coppia di successo annunciato.
L'accoppiata vincente era rappresentata da Domenico Modugno e Delia Scala che andavano in tour con Rinaldo in Campo facendo un bagno di folla in applausi in standing ovation. Tutto per Domenico Modugno ovviamente che era reduce dal grande successo ottenuto con Liolà di Pirandello dove si era distinto per grande professionalità.
Ma con Rinaldo in Campo Domenico Modugno non ha  resistito perchè inebriato dagli applausi e dalla folla che urlava il suo nome:  quando era uscito dalla scena per gli inchini, si era messo a cantare Volare mandando in paranoia la sua partner Delia Scala che non si era unita all'entusiasmo del pubblico uscendo piccata e lasciandolo a bearsi da solo
         



Delia Scala, da attrice consumata del teatro e della Tv non avendo apprezzato un tal comportamento, deplorevole per un artista che si confonde con i suoi personaggi, aveva finito malvolentieri la tournée in attesa di altre scritture, che per Modugno non sono più arrivate perchè il Teatro ha le sue regole che non vanno trasgredite.


Confondere i personaggi per fare un ritratto d'artista è una licenza lecita solo per l'autore ritrattista al quale è consentito senza offendere nessuno qualsiasi forma, pur correndo il rischio di non essere capito, per esaltare un'immagine avvalendosi di varie tecniche, dal puzzle al cubismo, dall'impressionismo al manierismo, dall'acquarello al colore all'olio. Così nel fare critica ad un'opera, all'autore è consentito divagare soffermandosi sul curriculum dei vari protagonisti o di quello principale perchè alla creatività non si può mettere un limite, mentre chi traduce un testo deve rispettare lo spirito dell'autore senza travisare in elucubrazioni che lui mai si sarebbe sognato di esprimere. Un conto è il giudizio estetico formulato a piacere un altro è l'interpretazione che va eseguita con grande umiltà professionalità e rispetto verso chi ha ideato il personaggio o il mito che dir si voglia.
Come a dire Carta Bianca a conduttori critici ed opinionisti mentre gli interpreti seguano il regista. Se poi interprete e regista sono la stessa persona,  questa dovrebbe seguir una sceneggiatura del testo originario, senza saltar di palo in frasca.

Nel caso di Modugno è come se Massimo Ranieri nel bel mezzo di Filumena Marturano si fosse messo a cantare Rose Rosse per Te mentre parrebbe lecito per esempio parlando del Bugiardo di Goldoni con Maurizio Lastrico citare anche le sue partecipazioni come comico di Zelig ad arricchire il suo ritratto.
Insomma Modugno aveva pestato clamorosamente con Rinaldo in Campo del quale è comunque rimasto impresso un motivetto che piace tanto:
“Siamo rimasti in tre, tre somari e tre briganti solo tre”.
Una curiosità su Domenico Modugno: il cantante abitava nell'Isola dei coglioni. Oh, pardon, dei Conigli. Che lapsus ma è comprensibile quando si parla di somari!






Dare Carta Bianca è molto rischioso comunque sia ad un conduttore che ad un interprete perchè le statistiche parlano chiaro: Anna Proclemer (Grande amore di Giorgio Albertazzi) con Carta Bianca in Tv in bianco e nero aveva fatto un clamoroso flop, mentre con Carta Bianca Elisabetta Pozzi (flirt di Giorgio Albertazzi)a Teatro entrando nel mito con un trittico classico ha fatto un sì con Cassandra, un no con Clitennestra e infine un forse con Medea. Forse perchè  era meglio ispirarsi al classico che alla cronaca nera. Il verdetto ai posteri. Su Rai 3 Carta Bianca con la Berlinguer.



           


venerdì 11 novembre 2016

L'ASCESA DI UNA MISS: LEONE MIRIAM


Dalla Sicilia con tante Miss Italia, ma fra tutte a spiccare il volo è stata Miriam Leone anche se più che il Leone poté la Miriam, icona incontrastata fra tutte le miss in ascesa.Tutti la vogliono al loro fianco per un'ospitata,  una conduzione mattutina, una passeggiata fra i comici, un'interpretazione in fiction, un'altra in un serial Tv passando da vari film e poi ancora ancora ancora....
Il ritmo di lavoro per Miriam Leone è diventata incessante passando dalle crinoline (La Lady Velata) al crimine (serial 1992) dalle news quando canta il gallo (Uno Mattina) all'investigazione in cachemere (Non uccidere) fino ad approdare alla grande fiction di Rai Uno De I Medici in contemporanea con la partecipazione al cinema In Guerra per Amore.
Manca qualcuno? Fabio Fazio che non se ne fa scappare una sulla cresta dell'onda di qualsiasi settore dello spettacolo libreria inclusa.



L'occhio verde smeraldo, il sorriso smagliante, la chioma fulgida a ricciolo cascante Miriam è perfetta nell'incarnare l'icona perfetta come Madonna con un Diavolo per Capello che a seconda dell'interpretazione tinge in tutte le nuances per essere in tema con il racconto. Questo per dire che lei appartiene a quella categoria di attrici che recitano con i capelli in primis avendo intrapreso una carriera sul solco tracciato da Demi Moore che ad ogni film ha sfoggiato una pettinatura diversa facendo tendenza. Miriam Leone invece più modestamente non cambia immagine per fare tendenza ma per entrare meglio nel personaggio che con trucco e parrucco riesce a rendere credibile.



Una scelta di umiltà che l'ha premiata professionalmente anche se non sempre il pubblico ha apprezzato. Infatti con il serial Tv Non Uccidere dove Miriam Leone non ha esitato a proporsi acqua e sapone con i capelli di un anonimo castano scuro raccolti alla bell'è meglio non ha portato bene al format chiuso in anticipo rispetto alla scadenza prefissata.



Invece è stato di grande impatto la sua partecipazione a I Medici in un ruolo di modella fiorentina sfacciatamente fulgida da meritare una manciata di fiorini da parte di Cosimo il quale, non potendola dimenticare, si è poi portato a Corte una sua sosia, bellissima pure lei ma non quanto la Miriam che di cognome fa Leone.
Questo per dire che basta una piccola partecipazione come Miss per accendere lo spettacolo perchè quella elezione l'ha marchiata come icona fashion per eccellenza che la esalta in tutta la sua bellezza.




Miriam Leone è una miss coraggiosa che vuole togliersi quei panni di ragazza immagine per entrare in quelli di una grande attrice ed a piccoli passi pare ci stia riuscendo in pieno perchè dotata di grande volontà mista a versatilità. E buon carattere evidentemente perchè tutti se la contendono al loro fianco relegandola poi al ruolo di caratterista.
Se un consiglio le possiamo dare è quello di continuare sul filo del serial Non Uccidere perchè i modi asciutti e privi di orpelli ci sembrano più consoni al suo temperamento di “Leone”  piuttosto che di Leonessa vatte-la-pesca, per cui non ci resta che augurarle di ritrovare il coraggio nel fare quel ruggito dove ha surclassato Monica Guerritore l'attrice nel ruolo di sua madre. Gara dura ma tra un Leone e una Lupa non è stato poi così difficile: non ha contato l'età ma la capacità di entrare in un ruolo. Se quello di Miriam Leone è stato coraggioso quello della Guerritore è stato ripetitivo nel ruolo di mater dolorosa perchè la figlia ha più successo di lei. Sempre con questa Lupa...             

mercoledì 9 novembre 2016

DONALD TRUMP E' IL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI.

Hillary è stata sconfitta clamorosamente quando sentiva di avere la vittoria in pugno.
Dopo un primo entusiasmo gli Americani le hanno voltato le spalle e non sono bastate a coprirgliele quelle di Michelle scesa in campo per essere al suo fianco.
Non si capisce tutta quell'acredine verso una donna come la Clinton.
Piuttosto che lei le avevano preferito un uomo di colore facendo un grandissimo sforzo e piuttosto che lei ora le hanno preferito Trump senza alcuno sforzo anche se grandissimo burino e ridicolo come ha dimostrato in campagna elettorale.

L'america più profonda ha votato per lui che ha promesso di liberarli dall'invasione dei musulmani convincendo latinos e afro americani.
Hillary aveva una segretaria musulmana che è stata travolta da uno scandalo porno: se Hillary non aveva amanti nell'armadio, li hanno trovati alla Segretaria colpevole di avere un marito porno-pedofilo.
Trump ha fatto tante promesse tra le quali anche quella di combattere il terrorismo chiudendo i siti Internet perchè lo Stato Islamico si è formato virtualmente e come tale spopola sul web.
Dispiace sinceramente per Hillary perchè è una donna combattiva intelligente e brava con tanti pregi e pochi difetti, perchè è una donna in gamba, primo fra tutti quello di avere una certa età e le rughe che gli americani rifiutano presentando perfino i morti con trucco e parrucco.
Giustamente lei si è rifiutata di accettare questo andicap avendo molta coscienza e stima di sé ma è di fronte alla bellezza di Melania che tutti si vogliono inchinare anche se il suo ruolo sarà decorativo Questo è quello che vogliono gli Americani perchè quello è sempre stato il ruolo della First Lady. A comandare ci penserà Trump sul quale è stata riposta la fiducia di quell'americano che sogna ancora  dipotercela fare come un self-made-men che Trump incarna perfettamente.

Tutto il resto sono state chiacchiere di femministe che pensavano attraverso Hillary di prendere quel potere al quale Obama aveva già aperto la strada legalizzando i matrimoni gay. Una strada che si troveranno sbarrata dalla misoginia di Trump Presidente di quell'America di bocca buona ma puritana e rigida che l'ondata democratica aveva piegato ad angolo retto per seguire quel movimento culturale importato dall'Europa.
Chiuso con i mussulmani, chiuso con gli omosessuali, A Donald Trump non resta che chiudere anche con la guerra in Medio Oriente ritirando definitivamente le truppe americane finendo l'opera con chiudere le frontiere nel Messico con il beneplacito dei latinos residenti in America perchè così non vengono a rubare i posti di lavoro già scarsi anche per loro.
Quello che sorprende ma non tanto è stato sentire oggi Daniela Santanchè esclamare: "Finalmente ci siamo liberati di Hillary e speriamo sia per sempre". Le donne resteranno sempre le peggior nemiche di loro stesse specie se una come Hillary può fare ombra a tutte.

Ad ogni modo Trump è diventato Presidente e di questo bisogna farsene una ragione sperando che si circondi di uno staff a dargli le dritte giuste anche se un dritto come lui difficilmente si potrà dirigere a meno che le dritte non gliele dia Putin perchè allora si metterà a riflettere insieme agli Americani i quali quando si accorgeranno di questa strana alleanza protezionista-russocomunista si ricorderanno di averla già sperimentata a Dallas. Tutto torna a chiudere un cerchio dalla Nuova Frontiera ai paletti di Fort Apache: "L'America siamo noi"esclama con orgoglio il nuovo Presidente. La storia si ripete.

DONALD TRUMP MAGNATE GENIUS LOCI O BURINO?

http://ritaguandalini.blogspot.it/2016/03/donald-trump-magnate-burino-o-genius.html

martedì 8 novembre 2016

GLI OBAMA, UNA FAMIGLIA PER BENE


Qualunque sia stato il programma svolto dal Presidente Barak Obama di lui resterà impresso il suo attaccamento alla famiglia: una famiglia per bene. I coniugi Obama hanno sempre dimostrato affiatamento e devozione l’uno verso l’altra senza alcuna ombra di finzione. La coppia trasudava amore coniugale in ogni circostanza dove si palpava la loro complicità e la perfetta sintonia negli intenti.

E’ stata una coppia molto ammirata nella sua semplicità che comunque ha saputo essere all’altezza nell’alta società brillando anche a fianco della famiglia reale d’Inghilterra.


Indimenticato è stato quell’abbraccio protettivo di Michelle verso l’anziana Regina Elisabetta trattata come tale piuttosto che come Regina. Un gesto affettuoso che la Regina ha talmente apprezzato da invitarla a Corte una seconda volta.
La simpatia di Michelle ed il carisma di Obama hanno dato lustro alla Casa Bianca dove si sono comportati con grande signorilità verso tutti gli ospiti invitati alle loro feste.
Ma quello che più è stato apprezzato è il senso di famiglia unita che hanno trasmesso con la loro immagine insieme a quella delle loro figlie che in 8 anni di mandato gli Americani hanno visto crescere come brave ragazze.
Non ci sono stati scandali sessuali, nessun cadavere nell’armadio di ciascuno degli Obama ma solo qualche piccola scaramuccia per gelosia di Michelle di fronte agli assalti delle star o di qualche ministra che non hanno esitato a fare le civette.
Civette e nulla più perché tutto è finito con qualche sms anche se di troppo o magari qualche battuta piccante sussurrata alle orecchie del Presidente facendo bella mostra di sorrisi ammiccanti.
Tutta l’America avrà sicuramente un buon ricordo di questa famiglia unita non solo in apparenza che ha dato un buon esempio a tutto il Paese il quale sicuramente la rimpiangerà come punto di riferimento per quel senso di genuità stabilità  e amore dei quali gli Americani avevano bisogno per risollevarsi dal disorientamento con la tragedia dell’11 settembre.

Tutto questo è stato molto importante per il Popolo Americano che sorvolerà sulle lacune di un mandato portato a termine senza aver risolto problematiche razziali così come avrebbero sperato tutti gli Americani latinos e quelli di colore in primis.

Problemi che Hillary si troverà a dover risolvere insieme a tanti altri  ma sicuramente ce la farà perché sarà il Presidente giusto dopo il mandato Obama. Se fosse stata eletta prima non avrebbe avuto la possibilità di farsi apprezzare per cui ogni cosa a tempo debito.
L’America ne sarà avvantaggiata e nel contempo resterà contenta di aver conosciuto un Presidente come Obama e la sua famiglia di colore arrivata alla Casa Bianca.
Se vincerà Trump l'America perderà credibilità.