mercoledì 23 novembre 2016

PILOTI IN PICCHIATA

 Il film sui Piloti e le hostess è sempre stato un argomento molto accattivante sul quale ricamare sopra tane storie in turbolenza aereo. Un'occasione per raccontare gli umori di passeggeri nel panico mentre hostess e steward tubano studiando strategie di un volo a planare.
Purtroppo gli aerei vanno sempre in picchiata per cui ai passeggeri non rimane che prepararsi all'impatto e che Dio gliela Mandi buona.
L'importante è non finire sulle cime di monti innevati come era successo realmente una decina di anni fa nei quali i superstiti di un areo in caduta si erano trasformati in cannibali per la sopravvivenza.


L'aereo nella cinematografia è visto come un sito da incubo dei cieli (avvalorati da fatti di cronaca reali) che gli spot pubblicitari cercano invece di neutralizzare proponendo immagini di volo rassicuranti e dolcemente accoglienti dove dormire sonni tranquilli, leggere libri in silenzio come in una biblioteca, guardare films e gustare cibo in vassoi pieni di sfiziosità. 



L'importante è viaggiare in business class perchè altrimenti a basso costo si rischia di avere un servizio scadente e al limite della rissa terroristica perchè i bambini frignano, i ragazzi scalpitano gli anziani si lamentano dando un gran daffare alle hostess che devono guardare a vista anche la toilette dove si chiudono amanti per una sveltina avendo colto in volo l'attimo sfuggente.In tutti i film catastrofici i piloti sono sempre stati rappresentati come leader dal sangue freddo oppure vittime di qualche attentatore ma tutti in entrambi i casi sono stati ammantati di un'aura eroica a renderli speciali.Ultimamente i piloti sono stati presi di mira ad infrangere un mito Hollywoodiano molto ben collaudato.


Missione compiuta con l'attore Denzel Washington candidato all'Oscar 2013 per il film Fligth nel quale si proponeva come pilota alcolista che veniva degradato con un processo nel quale aveva fatto il mea culpa che comunque non lo assolveva dalle sue colpe di irresponsabile e quindi costretto ad interrompere la carriera lasciando la sua poltrona dalla cabina di comando.



A questo pilota di colore inadeguato e inaffidabile anche se capace perchè con una manovra estrema era riuscito ad atterrare viene contrapposto con la regia di Clint Eastwood un pilota interpretato da Tom Hanks in un ruolo di professionista serio e responsabile che dopo una onorata carriera di 40 anni deve affrontare un'emergenza di volo in picchiata stante avaria dei motori e del carrello che affronta scegliendo con coraggio di ammareggiare sul fiume Hudson.
Una manovra difficilissima che lui porta a termine salvando le vite di tutti i passeggeri ma che non lo esula dall'affrontare un processo per aver agito d'impulso senza appoggiarsi alle istruzioni della torre di comando perchè rallentava una manovra che solo un pilota d'areo poteva calcolare per andare a buon fine.
Infatti poi vincerà dimostrando la buona fede in sé stesso e nelle sue capacità.
La storia è vera ma quel che è curioso è il messaggio che Clint ha voluto trasmettere per farlo recepire a tutti quelli che lo avevano canzonato ai tempi del secondo mandato di Obama al quale aveva partecipato come repubblicano facendo un comizio che aveva molto colpito perchè era davanti a una sedia vuota ad indicare quella del Presidente Democratico di colore.
Questo per dargli dell'incapace a svolgere un mandato Presidenziale che lo vedeva clamorosamente sconfitto con la seconda vittoria di Obama facendolo sparire dalla scena politica.

Ma non di quello della regia dove Clint, dopo i ruoli di grande attore, si è sempre distinto con opere di grande vigore con attenzione ai problemi sociali trattati seriamente e con risvolti tragici come i mai dimenticati Million Dollar Baby, o Grand Torino. Con questo film Sully sembra che abbia voluto prendersi una rivincita mostrando con un messaggio subliminale la faccia buona e positiva dell'uomo americano non necessariamente Democratico ma Repubblicano, non necessariamente al seguito di Trump ma di quella grande maggioranza che è andata a votare tappandosi il naso sperando che l'America si dia una mossa decisionale, quella che è mancata al Presidente Obama il quale, secondo Clint Eastwood, già dal primo mandato si era visto in una poltrona vuota come se non esistesse.

Non basta essere brave persone perchè come quel pilota in picchiata in pochi secondi devi decidere perchè sei Tu il Presidente e non la moglie individuando questo ruolo di una sorta di Conseulor in capo-spalla in Michelle e nella Clinton.
Infatti con Donald Trump Presidente la first Lady non starà alla Casa Bianca ma alla Trump Tower tra i fornelli.Che dire?
Ben venga il machismo se questo porterà benessere all'America. Del resto le femministe sono state le prime a voltare le spalle a Hillary, per seguire il modello Melania, una first lady così silenziosa e appartata che non si vedeva da tempo. Certo è presto per tirare delle conclusioni ma non promette bene per le donne come modello e punto di riferimento così come lo sono sempre state le First Ladies d'America. Diciamo che lo stile di Trump è più europeo...alla Putin che su questo unico punto lo accomuna ad Angela Merkel e al francese Hollande in quanto leader soli al comando con consorti che aspettano a casa. A scaldare il letto.Che si accontentino del ruolo. Perchè vorrebbero anche comandare?
(Citazione a fonte è di  Ettore Petrolini in un film anni trenta Un Medico Per Forza :"Lei faccia il signor marito. Perchè vorrebbe anche comandare?")



Nessun commento:

Posta un commento