sabato 30 novembre 2019

VERONICA GENITILI TAGLIA BARBARA PALOMBELLI


Veronica Gentili è una telegiornalista scoperta da Belpietro della Verità proposta come una sorta di sosia di Meghan Markle, dalla lingua puntuta
 Lei è stata al gioco fino a quando non aveva scalzato dalla trasmissione il Belpietro dopo aver messo a tacere Vittorio Sgarbi che l’aveva chiamata “quella”.
“Quella lo dice a sua sorella” e fu subito mito, imitatissima anche dalla Di Girolamo che l’ha rimbalzata a Vittorio Feltri quando nel talk show de la 7 aveva chiamato le giornaliste in studio “quelle signorine” perché eran diventate “quelle due”.
“Quella” lo dice a sua sorella!” pigolava la Nunzia parlando per sé.
E brava allora la Veronica GentilI che ha spianato la strada a “quelle”. Sì tua sorella!

Scherzi a parte la Veronica GentilI sta facendo un buon lavoro nella conduzione di stasera Italia del fine settimana dove ha preso il posto di Barbara Palombelli che non si sa come possa lavorare nelle reti di Silvio Berlusconi perché  non convince che sia al di sopra delle parti con un Rutelli che l’aspetta a casa per dargli le dritte: O forse no.





Insomma non si sa, per cui non è credibile quanto Lilli Gruber per esempio che come dice Feltri è una stupida di sinistra. La Barbara invece è la sinistra intelligente quella che sta con tutti meno che con la sinistra di Rutelli detta anche Margherita.

Tutte le sere dal lunedì al venerdì conduce senza mai scomporsi per commentare i fatti del giorno e della sera da un canale all’altro instancabile ed infaticabile guardandosi ben dallo svelare cosa mangi per tenersi così in forma cool (col cavolo che ve lo dico!): dal Forum allo Sportello di Forum fino alla Politica in prima serata, ma in realtà per sfoggiare un look sempre in tinta con il pizzino mediatico mettendo in evidenza accessori bijoux orecchini braccialetti e spille come a dir son la regina di Canale 5 e Rete 4.La principessa dovrebbe allora essere la Veronica GentilI la quale invece preferisce proporsi come giornalista. E fa bene.
Sì perché il mestiere della conduzione Tv lo ha imparato in fretta riuscendo a confrontarsi con ospiti importanti senza farsi intimorire.
Dopo un “quella lo dice a sua sorella” infatti stanno tutti in allerta onde evitare figuracce in diretta.


Cosa che non succede con la Palombelli perché fa le domande come da copione senza andare fuori tema con commenti a caldo che raggelano l’atmosfera: nessuno che si sogni di uscir dal seminato di Mediaset dove se si parla di Salvini lo si qualifica un tipo tosto assediato dalle ultime sardine arrivate. E vediamo allora il servizio delle sardine che sono tante ma non quante voterebbero il Salvini perché gli italiani sono assediati dalle tasse e dai migranti.

Sì perchè “come li salviamo e dove li mettiamo i migranti”?  L'Europa c'è? Se Grillo parla Di Maio cosa  pensa? Renzi sta o con Salvini o senza Salvini? Visto?, tutto torna a Salvini che le sardine se le mangia con la Pasta: per la ricetta andare dalla Isoardi ex di Salvini e chiudere il cerchio magico. Ovviamente intorno a Salvini che come una sorta di giro dell’oca è condotto dalla Palombelli con uno sguardo a sinistra e una strizzatina d'occhio a destra.
Ma la domanda è: fatti furba come una fox? No. Perché la domanda giusta è: perchè la Palombelli è sempre in Tv a condurre più di un format quando uno dovrebbe bastare ed avanzare? Non ha una famiglia da curare, da far da mangiare una casa da pulire la spesa…per esempio?

E questo vale anche per tutte le altre conduttrici di Mediaset le quali sono sempre in Tv tranne
 che davanti a dei fornelli: Barbara Palombelli, Barbara D’Urso e Maria De Filippi. 




Infatti la Silvia Toffanin la compagna vera del padrone di Mediaset  conduce una sola trasmissione (così come tante altre delle reti) avendo ovviamente anche il suo bel daffare a casa dovendo gestire domestici, i bambini a scuola, spese e cene conviviali .
Invece queste regine che hanno messo le tende in televisione credendo di aver potere  non sono da invidiare perché sicuramente a casa non c’è lo stesso calore dei fari anabbaglianti della scena per cui si potrebbe dire che la Tv sia tutta la loro vita che si godono finchè saran sulla cresta dell’onda della televisione dove se non ci daran un taglio  più che le conduttrici o giornaliste poteron le reginette-tu-mi-stufi.


Infatti la TV nel corso della sua storia ha travolto tanti beniamini mandandoli al dimenticatoio delle Teleteche per essere riesumati nelle ore estive quando sono tutti in vacanza  o nelle ore piccole quando si sbircia la Tv tra uno sbadiglio e l’altro dove all’apparir di questi ex addetti ai lavori Tv ci vien da pensare che eran tutte reginette e soubrettine della festa che ormai nessuno ricorda più.



mercoledì 27 novembre 2019

ANDREA IL BASTARDO DEI WINDSOR


La mania di raccontarsi ha contagiato anche i Reali i quali non contenti dell’attenzione mediatica di tutto il mondo vogliono  abbassarsi a far i reality confessandosi autodenunciandosi o discolpandosi davanti all’occhio di una telecamera.
Come dire piuttosto che vincere meglio partecipare. La prima è stata Lady Diana che con le sue lamentele sui Windsor ha dettato un libro per poi raccontare tutto sul suo menage a trois alle televisioni fregandosene di mettere in imbarazzo la  suocera Regina ed i suoi figli piccoli ma grandi abbastanza per capire. Infatti Harry ha imparato concedendosi anche lui ai media per confessare le sue paure e i dissapori familiari con il fratello William in primis. Il quale a sua volta ha commentato esprimendo le sue perplessità per la salute mentale di Harry e Meghan.

I panni sporchi si dovrebbero lavare in casa ma i Windsor evidentemente hanno scelto la strada della trasparenza come se fosse diventato uno show del G.F.con grande sollazzo di tutto il mondo.
Così anche Andrea non ha resistito a tacere nel corso dello scandalo Einpsten per autodenunciarsi nel dichiararsi pentito di avergli dato la sua amicizia e discolparsi per non aver commesso il fatto, quello di fare sesso con una minorenne. Una dichiarazione spontanea da “informato sui fatti”,   non essendo ufficialmente indagato che avrebbe dovuto rendere agli inquirenti piuttosto che davanti a delle telecamere dove non è passato inosservato facendo indignare il popolo Britannico.
Se la sua testimonianza l’avesse resa alla Polizia tutto sarebbe rimasto in silenzio coperto dal segreto istruttorio che comunque con tutte “le conoscenze” del principe forse si sarebbe concluso con una archiviazione insabbiando il fascicolo come da prassi per personaggi eccellenti.
Andrea si è dimostrato ingenuo creandosi la trappola da solo e constringendosi a pagare salato il suo gesto nel dimettersi dagli impegni pubblici di Casa Reale, praticamente non facendone più parte.
Andrea è sempre stato il cocco della Regina che pare sia frutto di una relazione extra-coniugale della quale tutti a Corte sono a conoscenza mentre al mondo la notizia era stata messa subito a tacere senza clamori o smentite ma solo grazie al noblesse oblige dei tabloid non ancora scatenati come oggi dove per fare business non si guarda in faccia a nessuno tanto a meno ai reali verso i quali gli Inglesi sono ormai restìi a far la riverenza.

Se la Regina soffre sicuramente di questo allontanamento del suo adorato figlio il primogenito Carlo ed il nipote William entrambi eredi al trono in successione,  sembra invece che lo abbiano voluto a tutti i costi tanto da indurre il Duca di York a quelle dimissioni ufficialmente per salvare la Corona, ma in realtà per liberarsi finalmente di un ingombrante “bastardo”di famiglia  che come una sorta di pecora nera non ne ha mai fatta una giusta a cominciare dal matrimonio con la rossa e gaffeusissima Sarah Fergusson anche lei bandita da Corte dopo un clamoroso fatto di infedeltà pubblicato sui tabloid di tutto il mondo.
Invece quel matrimonio per Andrea andava benissimo perché su quell’episodio avrebbe sicuramente chiuso un occhio così come Sarah metteva sulle scappatelle del marito. Chi si somiglia si piglia recita un detto popolare che ovviamente i reali non conoscono.
Infatti e purtroppo la Regina aveva loro imposto il divorzio, nonostante la coppia si amasse in complicità e solidarietà,  per cui entrambi quando sono stati divisi si son lasciati andare combinandone di ogni.

Il loro sentimento comunque è sempre rimasto immutato e oggi solo Sarah è al fianco dell’ex marito per una difesa appassionata.

E’ curioso come il Principe Andrea sia accomunato allo stesso destino di Margareth sorella di Elisabetta perché dopo che la Regina le aveva impedito di sposare il suo amor di Colonnello, si è lasciata andare senza negarsi nessun tipo di esperienze nemmeno il matrimonio con un anonimo fotografo dal quale ha divorziato poco dopo perché non era il “suo uomo”.
Ma queste sono altre storie che non passeranno alla Storia dell'umanità, perché resteranno impresse nei tabloid scandalosi che nel giro di poco tempo si sbricioleranno come neve al sole mentre l’eco del regno di Elisabetta II echeggerà nei secoli e millenni a venire anche senza il supporto dei giornali scandalistici e non. La fine dei tabloid e della carta stampata è una realtà così pure per le notizie Web perché basta un clic del solito paranoico che voglia distruggere il mondo, per spegnere tutte le news del mondo. Anche le fakes! Tutto questo per dire che la Regina non dovrebbe accettare le dimissioni di Andrea e fare lei un passo indietro per raggiunti limiti di età e normale mancanza della giusta lucidità per gover nare, abdicando in favore della figlia Anna l'unica a non aver mai dato problemi dimostrando senso di responsabilità così salvando la Corona e tutta la famiglia. La nipote Zara, figlia di Anna, è molto amata e ammirata dai sudditi come cavallerizza avendo vinto anche alle Olimpiadi 2012. Insomma una campionessa che fra gli altri membri non si annovera.La Regina dovrebbe riflettere e decidere per posare la Corona sulla testa di una Regina come la principessa Anna avendo dimostrato di essere sempre attiva  efficiente ed affidabile.

domenica 24 novembre 2019

LA MAESTRINA DELLA TERRA DEGLI ULTIMI

Negli anni 50 l’Italia era per la maggior parte analfabeta e molte giovani maestrine venivano inviate nei paesi sperduti di provincia dove si sistemavano con tanta buona volontà e coraggio per insegnare ai bambini di quiei territori sperduti, anche se non poveri e miserevoli.
Infatti nelle campagne o in montagna si stava meglio che in città avendo cibo a volontà perché tutti coltivavano un orticello o un frutteto oppure allevavano animali da stalla o da cortile: al nord per esempio ogni casa aveva un maiale da macellare mentre al sud c’era sempre un asinello per dare latte o far trasporto. Insomma l’Italia rurale che usciva dalla guerra se la cavava bene in fatto di benessere alimentare mentre in città si pativano spesso la fame perché il cibo nei negozi era caro e il freddo per mancanza di legna. Dal negoziante molte famiglie facevano “segnare nel libretto” le cifre della spesa che saldavano a fine mese quando si prendeva il salario.
Le maestrine di questi piccoli paesi erano considerate delle autorità alla pari del farmacista del medico del prete e ovviamente del sindaco: spesso dovevano affrontare trasferimenti difficli dovendosi spostare da Nord al sud.

E’ quanto succede nel film Aspromonte Terra degli Ultimi in uscita nelle sale del regista Mimmo Calopresti il quale racconta la storia ma un filo fantasiosa del paesino Africo nelle alture del calabrese dove arriva una maestrina, Giulia Tedeschi,  calata dalla città di Como  per insegnare ai bambini .
Il territorio è ostico perché isolato non avendo una strada e un medico per cui si può morir di parto così come è accaduto poco prima dell’arrivo della maestra, impersonata da Valeria Bruni Tedeschi.
La quale fa subito conoscenza col poeta del posto, Marcello Fonte, un “personaggio” con il quale interloquisce volentieri dimostrando lui quella saggezza popolare acquisita come autodidatta che sopperisce alla mancanza di studi scolastici regolari.
La scuola ha ovviamente una sola classe e durante le lezioni nell’intervallo si presentano dei “volontari” per offrire latte caldo e formaggio ai bambini così come si usava anche al nord nelle scuole di campagna.


La maestra ben presto si integra con la comunità di quel piccolo paese di disperati caldeggiando, dopo un iniziale diniego, la mobilitazione di tutti, bambini compresi, per costruire una strada ed aprirsi al mondo rimarcando comunque la necessità di ricevere prima di tutto un’istruzione essendo quella la vera strada “maestra” per unirsi al mondo.
Non mancano gli ostacoli da superare come il veto del solito mafioso che come lo scemo del villaggio tutti conoscono e salutano ma non per simpatia. Essendo una storia fantasiosa è d’obbligo il lieto fine suggellato da un bacio del bifolco fisicato alla bella maestra dopo averla incantonata alla porta facendola felice di essere venuta in quel paese e farle apprezzare le bellezze del posto amando la sua gente semplice genuina generosa capace di impeti passionali rivoluzionari che si aiuta l’un l’altro non lasciando solo nessuno.
L’isolamento ha reso quel piccolo paese una grande famiglia nella quale si sa c’è sempre una pecora nera da neutralizzare.


Il film è molto dolce nonostante le asperità del territorio e Valeria Bruni Tedeschi affronta questa prova con umile credibilità anche se ormai porta se stessa in ogni personaggio, democraticamente parlando,  fatto di italianità ma con quel certo non so che dei cugini di campagna francesi a distaccarla un filo dal contesto a volteggiare come bollicine di sciampagne.

Infatti fa più coppia irresistibile con l’ultimo (il poeta) che con il bel figo del Paese con il quale invece è un continuo battibecco ad avvalorar comunque quel detto della saggezza popolare  che chi disprezza comprerà!

mercoledì 20 novembre 2019

SOUVENIR DAL VATICANO

 I colori di tendenza sono il rosso e viola. La curiosità è la spilla con lo stemma del Vaticano, una sorta di premio bancarella essendo introvabile dopo che sono stati allontanati tutti i souvenirs. 





...E ALTRE CURIOSITA'












ITALIA, GRANDE PAESE


“Vecchio scarpone, quanto tempo è passato, quante illusioni fai rivivere tu…” Questa era una delle canzoni che sicuramente cantavano gli alpini  durante la Prima guerra che aveva messo in ginocchio l’Italia.
“Direttore direttore direttore, l’avevamo vinta quella guerra!, direttore si informi” chiosava la Biancofiore verso Vittorio Feltri nel solito talk show dove se non si urla non ci si fa sentire. “Boh!” sbottava il Feltri “l’abbiamo vinta…insomma…”
In effetti la guerra l’abbiamo vinta ma a un prezzo talmente alto da sembrar perduta stante la decimazione  di tanti uomini  mandati al fronte a farsi massacrare lasciando vuoti città e paesi dove erano rimasto solo le donne e bambini piccoli perché anche gli adolescenti erano stati spediti in guerra.

Le donne allora si sono rimboccate le maniche cominciando a lavorare nei campi o nell’industria dove si son fatte valere alla pari degli uomini  acquisendo indipendenza emancipazione e una certa sicurezza economica. 
Solo per poco comunque perché con l’avvento del fascismo le donne sono state rimandate tutte a casa a lavorare tra i fornelli e a fare figli mentre tutte le altre andavan dappertutto fra un casino e l’altro perché lo standard femminile dettato dal Duce era appunto quella di suddivisione netta fra santa e puttana portando a modello il suo menage dove la moglie era fedele e sottomessa lasciandogli la libertà di frequentar donnine una delle quali è rimasta famosa per aver scritto un diario dove raccontava...”Mi fecero salire in una stanza e appena entrò il Duce mi alzò la gonna e dopo un attimo giunse…”
Non aveva tempo da perdere Mussolini per queste donnine tranne che per la Claretta Petacci, signora della Roma-bene,  verso la quale provava anche un sentimento d’amore ma attimo dopo attimo sappiamo come andò a finire. Durante la guerra comunque le donne sono uscite di nuovo per combattere a fianco dei partigiani o facendo la loro parte anche nel privato per cui giustamente alla fine hanno acquisito il diritto al voto per iniziare la nuova battaglia dell'emancipazione che ha avuto alti e bassi fino ai giorni nostri in cui la strada per la libertà in ogni campo è ancora lunga.
Molti film si sono occupati sia della prima che della seconda guerra dove tanti personaggetti alla fine poi si riscattavano andando a morire con grande dignità
La Grande Guerra infatti racconta le gesta meschine e furbette di due soldati che si barcamenano al fronte impersonati da Vittorio Gassman e Alberto Sordi i quali alla fine, dopo essere stati condannati a morte l’affrontano alzando la testa con coraggio impavido.


Nel Generale della Rovere impersonato da Vittorio De Sica  si raccontano le gesta di un faccendiere e intrallazzatore col nemico per poi riscattarsi alla fine preferendo di andare a morire insieme ai compagni di prigionia.
Nella guerra in Iraq anche il nostro militare  addetto alla sicurezza Fabrizio Quattrocchi dopo essere stato catturato e fatto prigioniero andava a morire facendosi togliere la benda e urlando: “Vi faccio vedere come muore un italiano” diventando subito un mito per averci fatto inorgoglire di essere italiani. Perché noi italiani siamo così, piccoli nelle piccole cose e grandi in quelle grandi così come lo sono i geni. Infatti l’Italia ha dato i natali a molti geni perché l’Italia è un grande Paese di bellezze monumentali e naturali dove tutti hanno voluto metterci le mani trasformandolo in tanti staterelli anche se non è stato del tutto negativo perché questo le ha permesso di forgiare la sua tempra forte frutto di un mixage fra tante culture che hanno aperto la sua mente rendendola unica al mondo. Basti vedere Venezia, una città che non ha paragoni. Insomma l’Italia è un grandissimo Paese anche se sta attraversando un brutto periodo a causa dell’incuria ambientale ma questo è un problema globale che comunque deve essere affrontato come priorità dai Governi.

Il nostro comunque non sembra all’altezza della situazione d’emergenza creatasi in Italia sia a livello ambientale che di industria anche perché si continua a litigare piuttosto che a fare fatti. A tal proposito balza all’attenzione la supplica di Matteo Renzi avendo pregato di non andare alle elezioni perché vincerebbero Salvini e la Meloni senza comunque fare un mea culpa per aver spaccato il Partito Democratico in due. Gli alleati penta stellati e PD non ne dicono una giusta insieme smentendosi l’un l’altro. Di Maio continua a rassicurare gli italiani di essere sulla strada giusta dopo che si è lasciato fare lo sgambetto! Come aver fiducia? Non resta che sperare nel nuovo movimento giovanile delle sardine che è riuscito ad allertare Matteo Salvini perché ha paura che fra loro ci siano degli squali. L’unico a far tenerezza è Luca Zingaretti per la sua ingenuità la sua candida propensione a fare accoglienza jus soli e volemose tutti bene portando avanti l’idoelogia della vecchia sinistra ma come un vecchio scarpone quante illusioni fai rivivere tu…!
Ad ogni modo per vederla al positivo c’è da dire che secondo un detto popolare scarpe grosse e cervello fino per cui non ci resta che sperare nella consapevolezza di essere in buone mani di bravi italiani.
Perché a far dell'Italia un grande Paese sono soprattutto gli italiani: lo conferma il rifiuto della cittadinanza a Biella da parte del coraggioso  Ezio Greggio perché era stata rigettata a Giuliana Segre. Grande!





sabato 16 novembre 2019

REGINA ELISABETTA E LA LACRIMA SUL VISO

Per la prima volta la Regina ha versato una lacrima in pubblico in occasione della celebrazione della memoria dei caduti di guerra del Regno Unito. Non era mai successo vedere piangere la Regina nemmeno ai funerali della Regina Madre o della sorella Margaret né tanto meno a quelli di Diana.
I tabloid hanno interpretato questa lacrima come una sorta di commozione per i caduti ma l’evento non era il primo ma l’ultimo di una lunga serie alla quale la Regina aveva sempre partecipato senza far trapelare le sue emozioni così come ha fatto per tutto il suo regno.

Invece in questa commerazione si è lasciata andare nonostante fosse circondata da tutta la famiglia mentre lei era sola al comando senza il principe Filippo a fianco con il quale nelle precedenti celebrazioni era stata immortalata felice.

 Il principe Filippo ufficialmente non c’era perché dispensato dalle apparizioni pubbliche stante la sua avanzata età che comunque non lo frena nel guidare ancora anche se in modo sconsiderato da provocare incidenti, ma probabilmente non ha voluto comparire perché era in odor di corna e si sia stancato di fare il principe consorte che sta sempre un passo indietro accettando tutto dalla Regina.
Certo nel corso del regno di Sua Maestà le corna gliele ha fatte anche lui ma ora si parla di quelle della Regina Elisabetta tornate alla ribalta con il serial The Crown dove appunto si attribuisce un amante alla Regina con tanto di nascita del terzogenito Andrea Duca di York così come si sussurrava a quel tempo senza comunque essere mai stato rivelato ufficialmente, per cui il principe Filippo aveva sempre fatto da padre a quel “presunto figlio della colpa” che ora si trova nella bufera per lo scandalo di relazioni con minorenni presentategli dall’amico Jeffrey Epstein suicidatosi perchè accusato di pedofilia dal quale il Principe ha dovuto discolparsi proprio in questi giorni con una intervista in Tv.
Il principe Filippo aveva sempre sorvolato facendo il suo dovere pur concedendosi le sue scappatelle e tutto era filato sempre liscio con qualche battuta tanto spirito e tanta devozione accontentandosi del suo ruolo sempre dietro alla Regina, ma questa volta evidentemente ha detto basta.

 Non è un bel momento per i Windsor  e i dispiaceri per la Regina non sono finiti. Infatti quest’anno Meghan ed Harry hanno deciso di fare il Natale in America con “l’altra suocera” disertando la riunione della famiglia Reale recando grave offesa ad Elisabetta, proprio a lei che era stata generosa  con la coppia aggiungendo un posto a tavola la vigiglia di Natale di alcuni anni fa quando Meghan era ancora fidanzata con Harry. Per compiacere il nipote preferito aveva fatto uno strappo all’etichetta che nemmeno Kate aveva avuto l’onore di ricevere perché alla cena di Natale era stata accolta solo quando era diventata moglie di William e Duchessa di Cambridge.
Sembra comunque quasi che se ne stiano approfittando della età avanzata della Regina più fragile e addolcita verso la quale i membri di Casa Reale non hanno più rispetto obbedienza e reverenza.
Le due duchesse e cognate Kate e Meghan infatti si detestano per motivi superficiali di immagine e di scene rubate che hanno comunque preso una brutta piega perché i due fratelli che si adoravano ora non si parlano più.
Inoltre William e Kate hanno appena superato una crisi per una presunta amante del principe dalla quale ne sono usciti con tanti sorrisi che non hanno fugato i dubbi che siano di circostanza. Speriamo di no.


Anche Carlo e Camilla pare siano entrati in crisi ma forse non tanto di coppia perché anche all’ultima manifestazione della memoria sono apparsi sorridenti e complici, quanto di sofferenza da parte di Camilla per essere stata così platealmente messa da parte dalle sue nuore Kate e Meghan. Le quali viaggiano sulle orme di Diana, si ispirano al look di Diana indossano i gioielli di Diana, “fanno”  le duchesse di cuori come Lady Diana, principessa del popolo. Insomma scimiottano Diana supportate dal tifo dei media.
La Regina condivide questa sofferenza nella riesumazione di Diana in ogni circostanza provando comunque una certa insofferenza verso Camilla tanto da non voler cedere il trono al principe Carlo tardando per questo ad abdicare come hanno fatto tante teste coronate in Europa.
Così la Regina vuole restare sola al comando ma non sa come uscire da questo empasse che ha travolta i Windsor per cui per la prima volta si è lasciata andare piangendo in pubblico.

Una soluzione ci sarebbe perché la Regina potrebbe abdicare in favore della figlia secondogenita Anna avvalendosi di quella clausola introdotta per favorire la successione al trono anche di Charlotte l’unica femmina di Kate e William la quale è entrata in linea dinastica dopo George e prima del piccolo Louis. La principessa Anna è molto attiva e nelle rappresentanze e beneficienze che svolge con responsabilità senza clamori plateali ma con grande senso del dovere assomigliando in questo senso alla madre regina Elisabetta che ha sempre anteposto gli interessi della Corona a quelli personali. Così sul trono resterebbe una Regina che nella storia d’inghilterra è sempre stata garanzia di regno all'insegna del benessere e della stabilità. Difficile comunque che la Regina prenda una decisione anche se scompigliare le successioni al trono potrebbe essere un colpo di testa che farebbe rientrare tutti nei ranghi mettendo da parte  quiei capricci da membri reali viziati che pensan sia loro tutto dovuto non rendendosi conto che la monarchia è sull'orlo dell'abolizione pesando sulle tasche dei contribuenti inglesi che con la Brexit vedranno aumentare i loro problemi economici in primis.


Ad ogni modo la Regina si è subito ripresa dimostrando a tutti la sua tempra consolidata nel corso del suo Regno all'insegna del rigore e dell'aplomb di classe nobile impressa nel suo DNA. Infatti si è presentata alla messa domenicale con un completo a colori primaverili piuttosto che autunnali: cappottino a tessuto lavorato bianco con fili intrecciati verde smeraldo e panna e cappellino sempre in verde smeraldo con due piume e fascia in tinta al cappottino adornata dalle sue amate perle tre fili giro collo e orecchini pendenti.
Un look smagliante in contrasto col suo viso dall'espressione indurita come a sottolineare di essere rientrata nel pieno delle sue facoltà di Regina del Regno Unito che comunque si prestava anche a una seconda lettura come a dire “morta io morti tutti” perchè The Queen, l'ultima regina del Regno Unito, era The Crown. Dio salvi la Regina.

venerdì 15 novembre 2019

PARMA, LA PETITE GRANDEUR


“Parma Città dei fiori, accarezzati dalla brezza d’Appennino, 
Parma città dei fiori le tue bambine fan di te tutto un giardino, 
ed è il profumo delle tue violette che non si scorda più…
Parma città dei fiori…”
San Remo? Macchè Parma è capitale dei fiori perché Parma è Capitale in assoluto: dell’Authority, dell’Agroalimentare anolini in primis, della musica, della cultura e dello spettacolo con i suoi festival della Poesia e ora anche del cinema. Parma La Grandeur, altro che Petite Capitale. Parma val bene una messa in c…anche a Paris.






Quel mazzolin di violette non mancava mai di annusare la Duchessa Maria Luigia perché la Violetta di Parma era il suo fiore preferito.I turisti che vengono a Parma non vedono l’ora di comprarla in qualche profumeria ma è un souvenir quasi introvabile. C’era un negozietto come una sorta di bomboniera tanto era lezioso che la vendeva in pasticche caramellate o  per profumare la biancheria o in saponette oppure in profumo tanto intenso e inconfondibile che quando ci si avvicinava si veniva invasi da questa fragranza deliziosa. Come commessa c’era una donna anziana vecchio stile che quando andavi a pagare alzava gli occhi al cielo dicendo: “La signorina spende…”così come venivan chiamati un tempo dalle domestiche e commesse tutti i giovani-bene che avevano l’onore di servire chiamandoli sempre il signorino o la signorina, mai con il loro nome anche se di età minore.

Le bellezze di Parma sono famose in tutto il mondo: il Duomo il Battistero il Teatro Regio la Camera di San Paolo la Chiesa della Steccata e la Pinacoteca piena di tesori sono le visite più importanti delle guide turistiche fra le quali non sono comunque elencati “i Nostri Borghi”, Noi di Via Bixio l’Oltretorrente, i Teatri i conventi ed il Lungoparma che un tempo veniva tutto ricoperto di rose.Galeotte furono quelle rose perché segnarono l’inizio della fine di un sogno di una nuova epoca Rinascimentale. Una mattina infatti Parma si è svegliata con un discorso storico del Sindaco Elvio Ubaldi il quale annunciava la nascita di un Nuovo Rinascimento a Parma, Capitale e città campione iniziando nel ricoprirla di fiori freschi e grandi opere alcune rimaste incompiute, molte altre lasciate da pagare…Un grosso debito ereditato dal suo delfino che da devota spalla destra si era trasformato in dissolutore del sogno Ubaldiano di vedere Parma Capitale Europea dopo aver costruito la Metropolitana che dalla Stazione portava al Campus spaccando in due la città anche se a rigor del vero si attraversa in bicicletta in 10 minuti. Se Milano è sempre più vicino perché partendo dalla Stazione vi si arriva in 48 minuti, il Campus è sempre là raggiungibile in 10 minuti in bicicletta. E Parma è bella proprio perchè immutata nel tempo con i suoi eventi che si susseguono sempre uguali anche se rinnovati di anno in anno.

La bellezza di Parma è racchiusa in quella nomea di Isola Felice che si porta dietro anche se è infestata da spacciatori e pusher in tutte quelle location che facevan da preziosa cornice come il Parco Ducale in primis dove un tempo le famiglie portavano i bambini e i giovani andavan a far l’amore accovacciati vicini al Trianon. L’ex direttore del quotidiano della Città aveva allertato le istituzioni ponendo in primo piano la sicurezza necessaria in una città come Parma perché la droga pioveva in ogni angolo, movida inclusa, come se nevicasse insieme alla ‘ndrangheta e i fatti di cronaca nera sempre più frequenti invocando la tolleranza zero. Sì zero interesse perché il mandato al direttore di questo quotidiano era stato revocato forse sotto forma di dimissioni presentate dopo che a Parma veniva allestito un banchetto dietro l’altro a cielo aperto nel quale l’ex direttore era stato messo in posa tale e quale a un noto chef stellato nazionale  con tanto di dolce a cupola in mano, come a sottolineare quanto le sue battaglie fossero inutili e fuori luogo. Parma era diventata Capitale del cibo in strada servito dagli chef stellati con a seguire tanti eventi collaterali di tavolate dei nostri Borghi.

Tutto un magna magna perché a Parma si mangia bene.  E non solo, perché il nuovo direttore del quotidiano locale appena nominato si presentava con la pipa ed il borsello tipici accessori dei grandi giornalisti di pensiero.  Ac’ pens’ me e fu così che il quotidiano venne riempito di pagine e pagine di sport insieme alle brutte notizie nazionali che tanto non toccano Parma dove oltre al mangiare ora si parla tanto di sport inserendo pagine su pagine nel quotidiano e trasmissioni Tv in diretta e repliche  per dimostrare quanto si stia bene. Ed in salute. E al Sabato sera la Grande Festa con lo sballo della movida e “i signorini” davanti ad un bicchiere e un piatto di affettato che se non è crudo non è di Parma. Venire per credere. Già credere a chi, ai signorini o a loro signori? Quel che è certo è che Parma sia Capitale delle sue Province così come si evince dalla formazione geografica delle Regioni e Città d’Italia del nostro Paese  dove l’Emilia Romagna fa Capo a Bologna  mentre la Capitale d’Italia è Roma. Dura da digerire per Parma La Grandeur. La Petite Capitale aveva voluto sforare ma il no-metrò aveva dissolto il sogno di Ubaldi di una Parma grande metropoli Europea, mentre il crack aveva evidenziato la megalomania dei Parmigiani ridimensionando Parma a una città di provincia così “Come eravamo”: una piccola Città.

L’importante è schivare le buche e lasciare che Roma sia sempre la prima. Anche meno!!!! Meno male che abbiamo il Calcio, così la Roma impara a venire a Parma far la Capitale perché Parma nel suo “petit “ è sempre la grandeur che vince 2 a 0. Parma val bene una messa in c…anche alla Roma.E allora Viva Verdi, Viva il Parma perché anche in questo è tutto un magna magna.  Su tutto il resto meglio sorvolare sorvolare…! Questo è il segreto del quotidiano locale per vivere bene. A Parma. Ma i parmigiani ci credono? Non lo saprete mai.

giovedì 14 novembre 2019

LA BELLE EPOQUE


Il film la Belle Epoque non si sa se sia un omaggio a Midnigth Paris di Woody Allen o una semplice coincidenza nella scelta di un Bistrò dall’omonimo titolo. L’uno e l’altro perché la trama è dipanata su un ritorno nostalgico al passato che ha segnato un’epoca, quella degli anni 70 in piena rivoluzione del costume con una ventata di libertà per le donne le quali anche se hanno bruciato i reggiseni in piazza, non l’hanno saputa gestire fino in fondo avendo alla fin fine preferito sistemarsi borghesamente formando una famiglia od occupando posti pubblici a stipendio fisso assicurato. Il protagonista, volendo rivivere il suo felice incontro con la moglie (Fanny Ardant) che lo ha appena lasciato, disegna delle schede per illustrare la sua vita da tenere come base per la sceneggiatura di una sorta di reality perché le emozioni sono vere sia per quelli che recitano il copione con l’auricolare che per quelli che dirigono questa candid camera, specie per il regista (Guillaume Canet) che ha messo sul set la sua giovane e bellissima moglie alla quale dà le dritte per sedurre il protagonista così come nella realtà aveva fatto la vecchia moglie quando si erano conosciuti.

“Che bambola” è la prima battuta snocciolata ed effettivamente Doria Tillier (Margot-Fanny Ardant-Marianne) la incarna perfettamente con un fisico da topo model ed un sorriso radioso alla Julia Roberts che conquista all’istante. 
Infatti la finzione si confonde con la realtà facendo innamorare il protagonista della copia di sua moglie la quale dopo 40 anni ora cerca l’ebbrezza della libertà facendo schioccare le dita come a dire che nella vita bisogna osare mettendosi in gioco  a qualsiasi età, un gioco che lei inizia trovando un nuovo compagno con barba e aria insulsa ma molto solerte a fare servizietti in zone basse, anche se non riesce a toglierle la noia nella quale era piombata con il suo menage matrimoniale.
Il gioco fra le parti procede trasformandosi in equivoci che fanno scattare gelosie e riaccendere passioni ormai sopite lasciando qualche dubbio nel percorso che sfociano in domande assillanti: “Ci sei andata  a letto si o no?” così come chiede ansioso il regista visto che il vecchio protagonista si è innamorato e lei non vuole più continuare con quella farsa perché sarà stata pure una finzione ma “l’hanno fatto per davvero”.
Così quella che doveva essere una rimpatriata sentimentale si trasforma in un dramma coniugale che fa soffrire maggiormente quelli che lo hanno inscenato o provocato: il regista nel mettere la sua bellissima moglie tra le braccia di un maturo seduttore e la vecchia moglie Marianne nel lasciarlo non sopportando più la routine ma fallendo nel cercare la felicità altrove non comprendendo il valore di una vita vissuta col marito verso il quale si riaccende la fiamma della passione provando gelosia sperando che succeda anche a lui nel rimettersi in gioco a reinterpretare la loro storia con lei protagonista. Ma il miracolo resta in sospeso con la chiusura del film dopo che lei lo implora “Mi chiamerai?” restando senza risposta mentre con Margot “la giovane” si era alzato già innamorato perso.

Quando si gioca col fuoco si può restar bruciati. Il film di Nicolas Bedos è divertente piroettante e scoppiettante specie nella scena della festa hippie con tanta erba da fumare bella musica d’epoca in sottofondo, qualche scena di ammucchiate “tutti nudi” che ricordano molto il film The Beach diretto proprio da Guillaume Canet regista sceneggiatore e grande attore così come lo sono a recitare il protagonista Daniel Auteil, Fanny Ardant e altri personaggi minori ma tutti grandi professionisti del cinema francese fra i quali brilla la nuova stella Doria Tillier magnifica nella scena in cui balla sul tavolo col vestito e rete a uncinetto e una fascia sulla testa che cade a coda. Ma le scene hard sono tutte della Ardant girate con sensuale noncelance a letto fra una sbattuta in su e giù e un coni lingua ad occhiali a realtà virtuale che l’aiutano a godere nell’estraniarsi dalla realtà che sta vivendo come se fosse l’effetto dell’erba fumata nel tempo che fu di una bell’epoca di grande e nostalgica felicità-         
                                              LA BELLE EPOQUE DI FANNY ARDANT








martedì 12 novembre 2019

IL SESSO AD UNA CERTA ETA’

  La vitalità sessuale della mezza età essendosi dilungata nel tempo pone ad una riflessione di costume e società. Le donne cinquantenni per esempio sono ancora molto piacenti e molto attive più di quanto lo fossero da giovani ma questo succedeva comunque giù negli anni 80 così come si poteva leggere nelle riviste d’avanguardia dell’epoca,  Cosmopolitan in primis essendo stata la vera ispiratrice del serial Sex And The City più di quanto lo si pensasse  che fosse per Vogue.
Non per nulla il drink che faceva da collante per le riunioni delle ragazze Newyorkesi quando erano felicemente single spassandosela da una festa all’altra con qualche incontro mordi e fuggi era appunto il Cosmopolitan a sottolineare come la metropoli sia la giusta base di partenza per una emancipazione senza se e senza ma anche se poi alla fin fine tutte anelavano a trovar l’amore per fare coppia stabile.
Tutte tranne Samantha comunque, l’unica allergica ai legami avendo raggiunto la completa autonomia e parità con gli uomini sia a livello dirigenziale che di donna.



Su Cosmopolitan si leggevano i racconti delle donne sulla loro sessualità e fra questi c’era la testimonianza di una madre di famiglia la quale dopo essere entrata in menopausa con i figli ormai grandi aveva trovato il vero piacere con rapporti completi senza interruzione  per paura delle gravidanze o dei bambini che piangevano od origliavano che mettevano ansia e toglievano il vero piacere urlato dell’orgasmo.
 Un’altra invece, che non aveva avuto figli raccontava che dopo una vita di tanto sesso e piacere, raggiunta la terza età  non ne voleva più sapere ritenendosi ampiamente soddisfatta e preferendo altri piaceri oltre quello della carne come l’arte lo spettacolo e hobbies vari trasformandosi dal ruolo di moglie-amante a quello di matriarca della sua famiglia. Piccole storie che comunque meriterebbero approfondimenti per cui ben vengano libri e film sulla sessualità di mezza età dove c’è sicuramente tanto altro da scoprire.

Cristine Lagarde per esempio si è scoperta subito confessando di essere ancora molto attiva sessualmente con il partner che lei chiama marito, ma con il ruolo che ricopre a capo della BCE era meglio se fosse stata zitta.
La smania di raccontarsi in intimissimi non deve contagiare i membri istituzionali perché perdono in credibilità. Guardiamo e riflettiamo su un altro esempio lampante come quello di Matteo Salvini perché quella puntatina al bagno del Papete in costume a fare i selfie con le ragazze seminude che ballavano intorno al ritmo di “E Ciapa la Galeina”per il risveglio muscolare,  aveva segnato la sua disfatta più di quanto poteron Di Maio Conte Renzi e Zingaretti messi insieme. Una mattina si è svegliato ed ha trovato la crisi dietro l’angolo. Ciape’!



                              IL PRIVATISSIMO IN PIAZZA TRA SPETTACOLO E POLITICA


domenica 10 novembre 2019

AL REMEMBRANBCE DAY IN TRUCCO E PARRUCCO.

All'evento del Remembrance Day del Regno Unito la famiglia Reale si è riunita per la parata nella quale ciascun membro ha preso il suo posto con la Regina in mezzo sola al comando.

Tutti hanno notato la distanza fra le coppie Kate e William e Meghan ed Harry perchè si sono ignorati. Ma quello che non è stato ignorato dai media è soprattutto la gara del look che comunque non è nulla in confronto al trucco e parrucco.
Sì perchè a farla da padrone è stato l'abbondante fondotinta, compatto e levigante delle due giovani duchesse truccate come  dive Hollywoodiane con tanto di marcato  eye liner per Kate e ciglia finte per Meghan con bocca pitturata ad effetto volume.





Ma il clou lo ha raggiunto Sua Maestà la Regina Elisabetta con una folta permanente molto sospetta alla sua età di novantenne per cui quel gioco di luce che avvolge la sua capigliatura a tutto cachet mette in evidenza un toupet in alto sulla fronte là dove i capelli si sfoltiscono normalmente.

Forse più che un toupet sarà un trapianto ma il gioco di luce mette comunque in contrasto il capello vero con quello finto.
Sarà vero sarà falso? Quel che è certo è che Sarah Fergusson non era presente accanto al Principe Andrea il quale era stato posizionato vicino al primo Ministro Boris in Brexit.

Anche Meghan immortalata sempre nei giorni dei festeggiamenti si era presentata con una folta capigliatura il cui gioco di luce evidenziava il contrasto fra il capello vero e qualche ciocca in extention.



Le uniche al naturale sono apparse Camilla duchessa di Cornovaglia accanto all'erede al Trono Carlo Pirncipe di Galles che esibiva tutte le sue rughe senza problemi anzi sorridente e distesa come al solito con il marito incurante della celebrazione funebre, e la contessa Sophie moglie di Edoardo ultimogenito della Regina Elisabetta.