venerdì 8 novembre 2019

LA DANZA DEL SENO

“Non per questo ti amo anima mia…Tuttavia quando…
Quando sento danzare i tuoi seni bruniti, ondeggiarli sulla tua snella figura contro il sole, le labbra farsi azzurre nei baci che mi premono, oh! allora anima mia, la mia anima sento che si raccoglie nel tuo corpo, e il mio subito viene meno, e gli occhi mi si offuscano, nel buio della terra le mani accarezzano come il fruscio della seta, la tua pelle liscia”.
Bei versi di antica poesia per decantare le lodi al seno, quello florido morbido accogliente e materno che ondeggia mollemente come due coppe di budino alla vaniglia o al cacao a piacere.
Sono anche i seni di antica memoria, la nostra che culliamo nella  mente quando ci rifugiavamo nel petto di mamma per le coccole e le rassicurazioni su come affrontare le nostre paure di bambini.
Come le stagioni purtroppo non ci sono più i seni di una volta quiei seni da ballia che facevano la gioia dei piccini fortunati che succhiavano il latte dalla tetta perché oggi il latte è preferibilmente quello pastorizzato e distribuito in polvere o nelle bottigliette.
Il volume seno ha avuto fasi alterne nella storia perché da florido e maternale si è rimpicciolito nel decennio anni 70 quando le donne per differenziarsi dalle maggiorate esibivano i loro piccoli seni giusti per una coppa di champagne dopo aver bruciato i reggiseni.

Ma è stato per poco perché dall’America comparivano le prime bombe delle nuove maggiorate capeggiate da Raquel Welch che le esibiva in un look selvaggio avvolte in un piccolo lembo di pelo e pellle in Quando le donne avevano la Coda: il mondo gridava al miracolo della natura finchè non si sgonfiarono  con la soffiata che quel miracolo fosse merito del chirurgo plastico. Poco male anzi la notizia veniva accolta con entusiasmo: così le star in primis e tutte le donne al seguito cominciarono ad adeguarsi alle misure standard della quarta e quinta per seguire il trend dettato da Canale 5 il primo a diffondere queste bocce dure e toste che rimangono tali a anche quando ci si stende: non più ondeggianti a destra o sinistra secondo il fianco, ma dure e rigide  come due bocce. “Sono tonde, sono due bombe…” cantava Cinzia Leone nella Tv delle Ragazze con l’orgoglio di una maggiorata malafemmina alla quale tutto può essere concesso. La danza del seno era cambiata e ormai ci siamo assuefatti nel vedere invecchiare le star e le donne con protesi che mantengono immutate le loro bocce in bellavista  ma resta una curiosità perché sarebbe interessante sapere se i due sacchetti al silicone che vengono impiantati in questi seni ad effetto florido siano soggetti anch’essi alla tax plastic che si prevede sarà dimezzata secondo la nuova manovra sui sacchetti usa e getta. Infatti i seni al silicone (con tax plastic a metà come a dire paghi uno compri due)  sono soggetti a manutenzione con cambi frequenti freschi e sempre più sofisticati perché la ricerca in questo settore è molto avanti essendoci molta domanda a rispondere all’offerta di vedere in vista vision la danza del seno delle “spagnole e non” così come recitava Tosca D’Aquino nel Ciclone film che aveva esaltato la tetta di Natalia Estrada mostrata alla “ Selvaggia” per fare micia e micia.

Altro che spagnola! La danza del seno era cambiata ancora una volta prendendo una strada che nulla aveva a che fare con quella sacralità del seno esaltato anche dalle madonne con il bambin Gesù che succhia il latte. Non c’è immagine più bella e più naturalmente “divina”  di un bambino attaccato al seno fermo  sicuro e accogliente della madre. La danza del seno è un’altra storia.


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