martedì 29 giugno 2021

MISS FISHER, UNA DETECTIVE POP IN VINTAGE


I serial in giallo sono sempre molto attuali specie in questa stagione estiva dove La Signora in Giallo l'ha sempre fatta da padrona anche se rimane sempre un gradito ritorno per Miss Marple con la mitica Margareth Ruthford. Molto seguita era stata anche la serie di Miss Fisher  Delitti e Misteri ambientata negli anni 20 la cui eredità è passata alla nipote con la serie I Casi della Giovane Miss Fisher. Perchè guardare questa serie? Perchè è ambientata in Australia negli anni 60 per cui è una gioia veder sfilare Miss Fisher in abiti d'epoca. Infatti per gli amanti del vintage la giovane detective è tutta un tripudio di abiti a trapezio sopra il ginocchio in bicolori con taschine cinturine, scamiciati chiusi a tutta una serie di bottoni, minigonne e camicie smanicate e cravatte o annodate all'ombelico a colori sgarcianti, spolverini foulard e stivaletti e l'immancabile tubino nero alla Audrey Hepburn alla quale non manca il tributo.






Sì però la protagonista Peregrine Fisher  interpretata da Geraldine Hakewill non si è ispirata completamente alla Molly di Colazione da Tiffany bensì alla tipologia Jackie col capello cotonato a volte adornato da nastro e le punte arricciate all'insù o alle star che imperversavano in quegli anni nelle commedie brillanti come Jane Fonda con  A Piedi Nudi nel Parco o come Catherine Deneuve nei drammi La Calda Preda o Belle de Jour dove anche se in locandina appariva sempre nuda il meglio lo dava sfilando con minicapottini rossi o minigonne e stivaletti. Insomma una sfilata pop della moda anni 60 esaltata in tanti film con l'icona indiscussa  Audrey la più imitata di tutti i tempi o nella cronaca del jet set con quella della firts Lady d'America quando faceva impazzire il mondo.

Con tutta questa serie di abiti che hanno reso mitici gli anni 60, la miss Fisher non può che risolvere brillantemente tra frizzi e lazzi yè yè i casi che le si presentano come detective privato duettando con leggerezza con il detective della Polizia James Steed (Joel Jackson), molto geloso del suo ex fidanzato un italo-burino dei vecchi tempi quando miss Fisher faceva la shampista di provincia, e bistrattato da un Capo non proprio incorruttibile a di carattere ostico. Miss Fisher oltre ad abitare nella bellissima casa della zia Phrine, trova solidarietà nel Club delle Avventueriere, un gruppo di giovani che si sono distinte nella vita con professionalità curiose contribuendo all'emancipazione del genere femminile con a capo Birdie Birnside ( Catherine Mc Clements) una sorta di Pussy Calore sempre con pantaloni attilati, bluse di pelle e l'immancabile dolce vita che cavalca una moto roboante che dirige il Club con ironia maliziosa facendo un occhiolino a destra e a manca.  

Fra i tanti tributi ai miti di quegli anni, da notare quello riservato a Mina con la sua Tintarella di Luna cantata da una immigrata italiana avventuriera del settore ricerche biologiche.

Insomma una bella girandola di personaggi tutti in vintage che ci catapulta in quel periodo mai dimenticato perchè foriero di novità con nuove tendenze aperte da Mary Quant o modi di pensare con la cosiddetta generazione Beat. 

Ecco perchè non bisogna perdere le prossime puntate della serie in onda su Rai 2 il martedì per un tuffo pop al ritmo yè yè dondolando a colpi di twist.

sabato 26 giugno 2021

MASANTONIO SEZIONE SCOMPARSI



Dobbiamo proprio far finta di interessarci? L'occasione si presenta con il nuovo serial investigativo in onda su Canale 5 Masantonio Sezione Scomparsi, nel quale l'interpretazione è affidata ad Alessandro Preziosi, posto dal questore di Genova Attilio De Prà (Bebo Storti)  a capo di una squadra per indagare su persone scomparse. Ad affiancarlo per dargli un supporto prezioso  c'è un poliziotto Sandro Riva (Davide Iacopini) giovane e volonteroso anche nell'accettare le stravaganze del suo capo al quale Preziosi con un fisico un po' imbolsito dà un volto un po' ingrugnito e scostante da ruvida sincerità.








Infatti, arrivato sulla scena della vittima, ovvero la casa dove abita o lavora, dopo aver con fare circospetto annusato l'aria, ispeziona gli oggetti facendone una scelta per portarseli via comunque non dopo aver maltrattato con male parole tutti i familiari in ansia. Questo perchè “lui sa” e non ha bisogno di spiegazioni avendo  vissuto in passato questa esperienza che lo ha arricchito nel fargli accumulare dati per districare la matassa riuscendogli  agevolmente grazie anche  ad un intuito notevole che gli consente di interagire mentalmente con gli scomparsi per conoscere le loro motivazioni di fuga o presunta tale, arrivando ad una conclusione che solo lui potrà raggiungere per cui tutti al suo cospetto devono filare dritti zitti e mosca. 

Sì perchè la mosca è lui che vola noiosa al naso fra un indagato e l'altro  disturbandone l'atteggiamento difensivo che lui neutralizza con poche e astute mosse.

Infatti con lo scatolone dei ricordi della vittima scomparsa che si porta appresso in ogni dove facendolo apparire come un clochard per via dell'aspetto trasandato e sgualcito, cerca di comporre un puzzle mettendosi a discutere con la persona che non c'è più ma che gli appare in diverse fasi e comunque per interloquire come in una sorta di dialogo fra sordi. Infatti la vittima invece di dargli delle dritte lo confonde incasinandogli il rebus forse perchè non vuole essere ritrovata da uno antipatico come lui che di nome fa Elio come fosse una garanzia di riportare tutti gli scomparsi alla luce.

Così inizia una mosca cieca che inevitabilmente porta la vittima scomparsa ad un due tre tana! con happy end annunciato: “Cucù! Ti ho trovata!” Morta stecchita. E allora buona pace per gli astanti che stavano tutti in ansia perchè meglio dare l'ultimo addio che vivere nella disperazione di non sapere dove o come sia finita la persona scomparsa.

Impossibile prendere sul serio questa serie fantasiosa che non riesce a rendersi credibile come altre  molto apprezzate (Il Commissario Ricciardi per esempio dove parla con i morti assassinati, o Rocco Schiavone che dialoga sempre con la moglie scomparsa tragicamente)  per cui visto che i fatti sono puramente inventati si può disquisire sulle ali della leggerezza facendo finta di esserci piacevolmente intrattenuti perchè la serie si trascina in una introspezione continua nel sondare le menti incasinate di indagatore e scomparsi dei quali alla fin fine più che a capire le motivazioni di fuga che si riducono poi a sole supposizioni, si arriva alla inevitalbile conclusione del delitto. Ci sono anche alcune figure femminili che hanno fatto breve apparizione, l'amica Valeria (Claudia Pandolfi) e la sorella Roberta (Daniela Camera) ma per ora sono solo personaggi di contorno.

Altre puntate ci aspettano da vedere insieme a tante altre magari un filo più brillanti: il giallo è il colore di tendenza delle calde notti d'estate in cui si cerca qualche brivido.


mercoledì 23 giugno 2021

IL GIORNO E LA NOTTE FILM IN LOCKDOWN E SMART WORKING


Daniele Vicari è il regista del momento perchè i suoi film sono all'insegna di un'originalità che porta nuva energia raccontando delle realtà fuori dagli schemi di una quotidianità e di un contesto banale.

Con Il Giorno e la Notte (su Rai Play) è arrivato primo nel dirigere un film in pieno lockdown a dimostrare che il cinema non si era fermato nel girare solo sequenze su città spettrali ma era entrato dentro le case per raccontare storie  che in questo contesto sono ideate sotto un attacco terroristico  batteriologico dal quale difendersi chiudendosi dentro gli edifici. Con una troupe di poche persone avvalendosi di mezzi tecnologici come Skype smartpghone e riprese fai da te con macchina in mano agli attori stessi, l'attenzione è focalizzata su quattro coppie tutte con problematiche in sospeso nelle quali la notte buia farà riaffiorare tutte le  fragilita' che li metterà in discussione perchè in quell'attacco di panico difficilmente si potrà dormire.


Una donna (Milena Mancini) resta chiusa nella falegnameria di un amico di famiglia (Vinicio Marchioni) con il quale si mette a flirtare provocandolo fino a portarlo a tentare una  masturbazione in bagno per non superare il limite dell'unione carnale per compassione verso il marito (Giordano De Plano)  che tramite Skype lo implora di non fare cazzate. 
Così, riesce a resistere fino alla luce del mattino quando giunta l'ora del ritorno a casa lei si rifiuta di andare non prima di aver preso un caffè insieme, lasciando liberi di pensare all'esito. Ogni finale delle varie storie lascia infatti tutto in sospeso non sciogliendo i nodi che potranno  invece ripetersi all'infinito così come il giorno e la notte.


Un'altra coppia (Francesco Acquaroli e Barbara Esposito) si distrugge per la morte di un figlio facendoli litigare tutta la notte fino ad arrivare ad abbracciarsi di nuovo facendo l'amore come se si fossero ritrovati se non fosse che giunta l'alba lo squillo di un telefonino fa sussultare lei per rispondere al suo amante, con il quale stava chiudendo, con ritrovata gioia.



L'altra coppia è formata da due giovani artisti , lei  (Elena Gigliotti ) regista teatrale e lui (Dario Aita) attore di cinema molto pieno di sé che si confrontano duramente mescolando la vita reale con quella di una sceneggiatura teatrale  “non autorizzata” da lui perchè si identifica nel protagonista attaccato senza pietà dall'autrice. Il confronto li porta ad aprirsi mettendosi a nudo in senso vero e proprio con lei che si spoglia mostrando un corpo bellissimo incitandolo a dimostrare il suo vero valore sul corpo della sua donna mentre lui si nasconde fino al mattino per poi uscire col cappello in testa  rincorso da lei alla quale, sbottonandosi i pantaloni, mostra il suo c..zo. Una coppia bellissima viva e carnale che si è persa invece nelle masturbazioni mentali per coltivare velleità artistiche crogiolandosi nel proprio ego.

L'ultima, ma non ultima, è quella di due giovani (Isabella Ragonese e Matteo Martari)che tubano col telefonino, lei da casa dove è rimasta bloccata non potendolo raggiungere per il week end e lui da un'azienda d'agriturismo che dirige dopo aver lasciato la ricerca universitaria. Tra battibecchi e frasi d'amore con sottofondo un asino che raglia lei gli confessa di essere incinta e di sollevarlo da ogni responsabilità  che invece lui si vorrà assumere, dopo aver sentito che andrà ad abortire, partendo in picchiata verso Roma e suonare il campanello alle prime luci del mattino.Nascerà una famiglia?

Tutto è lasciato in sospeso con libertà di immaginare il finale dove comunque si può riflettere su come le coppie in una notte buia abbiano aperto le loro anime fino in fondo come se il lockdown le avesse inchiodate costringendole a guardarsi dentro. 

Chissà quante altre storie ci sarebbero da raccontare...

Il film nel suo racconto frammentario dove gli attori si sono anche improvvisati tecnici del suono delle luci dei costumi girando anche in smart working nelle loro case ha comunque un montaggio a ritmo incalzante che riprende ogni discorso senza aver perso il filo per cui diventa scorrevole e partecipativo da parte del pubblico. E' un film asciutto ma dolce e leggero con un cast di attori molto bravi e convincenti. 

lunedì 21 giugno 2021

SAMAN, UN FUTURO MIGLIORE PER LE ALTRE




Grande commozione mista a indignazione ha suscitato la triste vicenda di Saman la ragazzina Pakistana uccisa
dopo un complotto di famiglia che aveva sentenziato la sua morte per essersi opposta a sposare un connazionale scelto dai genitori perchè le volevano togliere la volontà di integrarsi nel nostro Paese anche amando un fidanzatino coetaneo da lei scelto.La madre stessa cheavrebbe dovuto in qualche modo proteggere la sua creatura ha avuto un ruolo fondamentale nel renderla vittima sacrificale di un sistema che vige tutt'ora nel suo Paese dove le bambine quando nascono possono venire uccire per non pesare sul bilancio familiare.Questo per dire quanto poco valore sia loro attribuito quanto meno fino a quando non si siano sposate e diventate madri perchè fra le mura domestiche possono usufruire di un certo potere nel gestire la casa purchè si sottomettano al sistema rimanendo sempre vittime del padre, del marito, dei fratelli e dei figli maschi tutti padroni del loro destino.

C'è un bellissimo film Cosa Dirà la Gente che descrive queste dinamiche familiari in una comunità immigrata in Norvegia dove cresce una figlia ribelle la quale comunque alla fine riesce a spuntarla dopo varie traversie.La ragazza è un'adolescente di nome Ninja (Maria Mozhdah) la cui famiglia pakistana sembra essersi integrata nel Paese nordico avendo una casa  dignitosa perchè il padre ce  l'ha fatta arrivando a gestire unnegozio etnico che gli consente di far studiare i figli, bambine incluse, per i quali sogna un futuro migliore. Ninja ha molto amici norvegesi  compagni dis cuola e di disco con i quali si diverte riuscendo qualche volta a scappare di casa e interagisce sempre via social spingendosi anche oltre nell'invitare nella sua camera il ragazzo con il quale è scattato un feeling.

Scoperti dal padre la situazione si stravolge completamente perchè Ninja vede in lui il vero volto,  quello dell'uomo padrone  di una cultura violenta insita nella sua cultura familiare che non aveva mai conosciuta e che approfondirù dopo essere stata rapita e spedita nel Paese d'origine presso la casa di suo padre dove vivono madre e sorella nella quale viene controllata a vista e inserita in un contesto fra scuola islamica e mercato delle spezie sempre coperta dal velo che non le impedisce comunque di far innamorare il giovane cugino finendo in un vuovo scandalo.Infatti non essendo né Pakistana né Norvegese ogni suo inncente flirt viene punito come colpa infamante per cui anche questa nuova famiglia la respinge al padre.

Il quale quando torna a prenderla in un impeto di rabbia la conduce sul baratro di un burrone istigandola a togliersi la vita per liberarlo da tutti i problemi che la sua natura ribelle causa a tutti quanti. Al ritorno a casa la madre l'accoglie dicendole: “Perchè non sei nata morta?”Come volevasi sopra dimostrare: le donne sono le prime a “onorare” questa tradizione di considerare le figlie femmine una sciagura annunaita che comunque nel film viene rotta dal padre il cui amore per questa figlia da sempre prediletta lo rende complice della sua fuga da casa per evitare che vada sposa così come scelto dalla madre a un connazionale emigrando in Canada per vivere una vita di casalinga togliendo nel contempo il disturbo delle chiacchiere suscitate nella comunità.


Ninja in strada con la neve e un pullover rivolge lo sguardo verso il padre  (Lalit Parimoo) che da una finestra la segue silenzioso lasciandola libera di chieder accoglienza ai servizi sociali per ricominciare la sua nuova vita in Norvegia integrandosi nella cultura continunado a studiare e laurearsi così come si era prefissato lui quando era emigrato “per darle un futuro migliore” 

Il film è diretto da Iram Haq un regista pakistano che vuole mandare un messaggio chiaro e forte evidenziando  quanto l'integrazione sia difficoltosa proprio per impedimento delle donne. Infatti è molto significativa la motivazione della madre quando si lamenta: “Nessuno ci invita più ai matrimoni” volendo a tutti i costi mantenere questa tradizione essendo una componente essenziale della loro cultura perchè con i banchetti i balli e i canti le donne hanno l'unica possibilità di esprinmere  la gioia di esserci e liberare la loro sensualità in tutta libertà senza paura di essere tacciate come svergognate. Pertanto non ci resta che riflettere sul fatto che la via dell'integrazione deve passare prima dalle donne delle quali i Paesi di accoglienza dovrebbero occuparsi in primis senza lasciarle sole a sognare le feste per i matrimoni come unico obiettivo di vita, dando loro un'istruzione “obbligatoria” per inserirle nella realtà in cui vivono, inducendo i maschi ad attenersi alle regole stabilite per immigranti economici in cerca di un futuro migliore. 

giovedì 17 giugno 2021

VIAGGIO FRA I GRANDI AMORI DEL PASSATO

Stasera su Canale 5 Viaggio nella Grande Bellezza che esplorerà la vicenda del menage a trois con al centro la divina Maria Callas con l'ex firts Lady Jaqueline Kennedy e l'imprenditore Aristotele Onassis 

del quale riportiamo questo tributo da un mio post precedentemente pubblicato (20 FEBBRAIO 2014):

             LA TRAGEDIA DI UN UOMO RIDICOLO

Sulla rivalità facendo sempre un paragone fra donne e prime donne si potrebbe parlare all’infinito così come sui VIP che in quell’epoca si erano imposti sulla scena mondiale perché erano very very importanti personaggi distinguendosi per gli eccessi nel lusso…e nefandezze nel privato.
Un personaggio di spicco è Aristotele Onassis il greco di Sirtaki leit motiv che amava il potere e le donne.
 Prime donne in assoluto delle quali si impossessava per poi distruggerle.


La prima moglie Tina Livanos l’aveva offerta al rivale armatore Niarchos sposato in prime nozze con la sorella di Tina, Eugenia, dopo che questa si era “suicidata”, con al collo segni di strangolamento . Anche per Tina non andò meglio perché poi morì per crisi depressiva molto sospetta.
La seconda donna importante di Onassis è stata Maria Callas della quale aveva rubato la verginità di Casta Diva dopo anni di matrimonio con il marito-manager Titta. Il tocco dell’armatore era stato devastante perché la Callas si era infiammata di passione perdendo così anche la voce con il disinteresse per la musica avendo preferito tuffarsi nella mondanità e nel lusso che Onassis le offriva.
Persa la diva lui pensò bene di puntare lo sguardo altrove fissandolo sulle due sorelle più chic d’America essendo ammantate di quell’aura francese che le distingueva da tutto l’entourage del clan dei Kennedy del quale erano entrate a far parte dopo che una delle due, Jaqueline Bouvier, aveva spostato il futuro Presidente con la sorella Lee Bouvier che diventava  cognata di stirpe nobile perché sposa al principe Radzwill.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio si suol dire perché ad Aristotele dopo il duo Livanos-Calls  ci provava anche con  le sorelle Bouvier facendo con la principessa Rdzwill un cornino alla sua amante Maria Callas.




Con Jaqueline invece faceva un piacere al clan dei Kennedy perché sposando la vedova d’America si alleava con questi ultimi.
Ma non con la moglie Jaqueline perché se la comprava con i suoi possedimenti non le riusciva di conquistare il suo cuore. Che comunque batteva sempre per i Kennedy, prima per il marito e poi per il fratello Bob. Anche lei aveva questo vizietto di conquistare fratelli.Chi si somiglia si piglia anche nel vizietto che nei grandi casati "resta tutto in famiglia" come diceva Humpray Bogart in Sabrina (Audrey Hepburn) quando aveva sostituito il fratello per corteggiarla.
Non contento di aver demolito il mito della Callas, Onassis ce la metteva tutta per infrangere quello di Jaqueline, la First Lady d'America osannata in tutto il mondo per la sua classe ed eleganza della quale si spogliava nell’isola di Skorpios di proprietà del nuovo marito l'armatore OnassiS, prendendo il sole nuda non solo sdraiata ma immortalata anche in piedi a vista pelo.Onassis non se lo poteva permettere perché nudo avrebbe fatto ridere. Infatti lui non se lo lasciava scappare lo scatto a nudo.
Ma gli piaceva andare oltre perchè segretamente si rivestiva come una donna dimostrando la sua invidia per la figa: la primadonna era lui portando così sfiga a quelle che gli stavano a fianco perchè tutto l’oro che toccava si scioglieva come neve al sole. 
Lui era un fabbricatore di soldi e di potere che schiacciava tutti quelli che aveva intorno, figli compresi morti tutti in età giovane: il figlio Alessandro in un incidente aereo mentre la figlia Cristina moriva suicida.
Quella del primogenito Alessandro gli riuscì insopportabile perché la sua morte pesò come un macigno sulla sua vita. Nella quale aveva superato tutto tranne la scomparsa del figlio segnando il suo declino per la malattia e la morte.





Sulla sua tomba forse la nipote Athina, unica erede rimasta
in vita, andrà qualche volta a posare un fiore. Forse.

martedì 15 giugno 2021

LILIBET DIANA, FIGLIA DI HARRY E MEGHAN, NIPOTE SOLO DEI WINDSOR?

Il nome è delizioso, un connubio fra il nomignolo della Regina Elisabetta e la defunta Lady Diana: Lilibet Diana quasi fosse stato coniato apposta per far dispetto alla suocera onorandola insieme alla nuora. Le quali si sa si vedevano come il fumo negli occhi. La piccola appena nata, figlia di Meghan ed Harry, non è stata corredata di nessun nomignolo della madre di Meghan, Doria Ragland, perchè ovviamente non è nessuna per cui la scelta di questo nome in onore solo dei Windsor dal quale si sono separati, anche in malo modo diciamolo, è come un gesto da snob di una coppia molto vicina alle star e lontana dal popolo “tanto amato”. 

Quel che pare dunque è che secondo Harry e Meghan la piccola Lilibet Diana sia solo di sangue reale da parte dei Windsor avendo completamente ignorato i Markle dai quali comunque discende.


Ad ogni buon conto, quello che stimola la curiosità è sicuramente la piccola Lilibet Diana perchè ancora non è stata diffusa alcuna immagine anche se è passato quel tempo giusto per immortalarla come si fa con tutti i bambini del mondo i cui genitori considerano un dono divino l'arrivo di un nascituro e così come Harry e Meghan hanno esternato postando il pensiero sui social per annunciare come una benedizione del cielo l'arrivo della loro secondogenita. Sì però della loro piccolina ancora nessuna traccia, per cui è logico che le domande si susseguano: “Di che colore saranno i suoi capelli? E gli occhi...?”

Va bene fermiamoci qui perchè altrimenti potrebbe scattare un altro talk show di Ophra Winfrey per denunciare di nuovo di razzismo come era stato fatto per Archie il quale, quando stava per nascere fra i Membri di Casa Reale (non sono stati fatti nomi assicurando che uno c'era) ci si domandava di che colore fosse la pelle del nascituro poi risultata di quel pallore tipico da capelli rossi come Harry.

E' normale farsi domande su come sarà questa bambina, bellissima di sicuro se assomiglia alla mamma o alla nonna. Già ma quale nonna: la mamma da parte di Harry, ovvero Diana, o la mamma da parte di Meghan, Doria?  La quale comunque di quest'ultima ricordiamo che non c'è nessun nomignolo in suo onore per cui non ci resta che vedere se almeno le somiglierà in qualche modo. Intanto l'attesa si fa sempre più lunga aumentando sempre più la curiosità su Lilibet Diana per sapere di che colore saranno gli occhi, i capelli, come sarà il suo sorriso. E il nasino, come sarà il suo nasino? Stop! Ai curiosi casca il naso. 


lunedì 14 giugno 2021

PIER FRANCESCO FAVINO ED I CAMMEI DI "GIULIO ANDREOTTI"

Pier Francesco Favino è l'attore italiano del momento, premiatissimo per gli ultimi film da lui girati come Hammamet e il Traditore nei quali ha espletato il suo talento trasformista di grande credibilità vestendo i panni di Craxi e Tommaso Buscetta.

Quest'ultimo film Il Traditore ha un punto in comune con una precedente miniserie Tv girata nel 2014 Qualunque Cosa Succeda nel quale Favino interpretava l'avvocato  Giorgio Ambrosoli incaricato di curare il fallimento della banca che faceva capo a Michele Sindona (interpretato da Massimo Popolizio) il quale, forte del potere acquisito corrompendo personalità eccellenti della politica e del Clero aveva ordinato l'uccisione di Ambrosoli  non riuscendo nell'intento di comprarlo ricevendone un netto rifiuto essendo  intenzionato ad onorare l'impegno nel tutelare i risparmiatori truffati e  farlo condannare.


Infatti sia nel Traditore che in Qualunque Cosa Succeda c'è una breve apparizione del personaggio nel ruolo di Giulio Andreotti interpretati rispettivamente da Pippo Di Marca e Giovanni Esposito dove entrambi  facevano palesare dei coinvolgimenti dell'eccellente politico nella mafia siciliana e in quella finanziaria delle Banche:


Insomma un politico ambiguo dalle mani in pasta così come era nell'immaginario del popolo anche se lui in pubblico aveva un comportamento irreprensibile dimostrando la sua fede cattolica nel partecipare sempre alla Messa domenicale nella quale si recava a basso profilo curvo su di sé esattamente come faceva Cuccia.  

Il Film Qualunque Cosa Succeda è avvincente, anche per essere basato su una storia vera che racconta la battaglia di due antagonisti Ambrosoli e Sindona per avere la meglio l'uno sull'altro nella classica lotta per il trionfo del bene sul male che si verificava quando Sindona veniva braccato per essere condannato al carcere a vita dove si suicidava con a seguir il risarcimento dei risparmiatori realizzando la missione di Ambrosoli il quale non era così morto invano avendo dato animo e corpo a questo mandato compiendo il suo dovere come uomo di Stato e a costo di sacrificare i propri affetti. 


La parte più curiosa del film è rappresentata nella scena finale tratta da spezzoni docu originali e nel quale si vede il vero Giulio Andreotti rispondere alla domanda del perchè Ambrosoli sia morto: “Guardi, non voglio sostituirmi alla Giustizia e alla Magistratura ma come si dice in termine romanesco  “se l'andava cercando”

Così parlò Giulio Andreotti per cui se il popolino de' Roma e il popolo dell'Italia intera pensava male di lui, specie dopo la pubblicazione del famoso bacio a Totò Riina, faceva peccato ma c'azzeccava, così come la Storia  che, senza sostituirsi alla Giustizia e alla Magistratura, c'azzeccato nel conservare a disposizione dei posteri una documentazione schiacciante. 


giovedì 10 giugno 2021

IL NOME DEL FICO DEL NUOVO CINEMA TEDESCO

Il cinema tedesco non ha una tradizione comica come l'Italia dove la commedia ha da sempre imperversato così come in Francia e poi in Gran Bretagna per cui mi ha incuriosito una commedia “brillante” di produzione tedesca Alta Società, Quando gli opposti si attraggono.


Le battute e situazione comiche sembravano rubate da quelle delle sit-com americane con Friends in primis dove fra gridolini wow smorfiette i personaggi sono inquadrati in stereotipi caricaturali ad effetto commedie importate dalla Turchia che si stanno imponendo in tutta Europa, quelle con Can Yaman per intenderci, che sono una sorta di americanate in salsa Paesi UE. In Germana sta spopolando Jannis Niewohner l'interprete di questa ingenua commedia con nota piccante in parodia delle 50 Sfumature che comunque ha il pregio di mettere in luce un bellissimo esemplare di maschio nordico e labbra al bacio.

Infatti è stato scelto per interpretare Narciso e Boccadoro sempre di produzione Tedesca che lascia il segno teutonico esaltando un dramma di un Medio Evo diviso fra monaci e guerrieri in una sorta di sacro e profano in sado-maso.

Il film è ambientato in un convento dove Boccadoro (Jannis Niewohner ) cresce insieme a Narciso (Sabin Tambrea) mentre i frati fanno da contorno divisi in parte moderata capeggiata dall'Abate un Priore illuminato e di buon senso, e in parte fanatica capeggiata da un frate minore rigido e integralista sempre pronto al colpo di frusta per raddrizzare qualche ribelle. Giunti alla giovinezza le strade dei due giovani si dividono forzatamente stante l'ambiguo attaccamento che secondo alcuni Monaci mostra, non a ragione ma solo a sentimento, Narciso verso il bellissimo e scapestrato Boccadoro inducendo l'Abate Priore a farlo uscire dal convento per confrontarsi con il mondo. Il quale si rivelerà ostico e violento per Boccadoro che ne combina di tutti i colorisuo malgrado perchè tormentato e assalito da donne di ogni ceto sociale, mentre Narciso fa carriera diventando ben presto lui l'Abate del convento.


Dopo varie peripezie e avventure boccaccesche nelle quali Boccadoro si innamora solo di una bellissima servetta Lydia (Emilia Schule) che lo coccola mentre fa l'apprendista di bottega di un noto scultore del legno e dal quale scappa per non sposare la figlia brutta per andare a vivere con la sua amata fuggendo anche dalla città dove si sta diffondendo la morte nera Boccadoro torna al  Convento, dopo aver perso l'amato bene incinta e violentato da un appestato, zoppicante e cieco da un occhio per essere stato bastonato a sangue da un signorotto che lo aveva scoperto nudo nelle stanze della moglie che l'aveva scelto come modello per dipingerlo come Gesù nella Pietà.

Narciso lo accoglie felice commissionandogli di fare una statua per la Vergine che Boccadoro esegue circondandola di tante donne con le fattezze di quelle da lui conosciute girovagando per il mondo. L'opera è considerata blasfema dal frate integralista il quale la brucia colpendo nel rogo anche Boccadoro la cui triste fine farà disperare Narciso che gli renderà comunque onore e pace.


Il film è molto piacevole per l'originalità della trama. Infatti la sceneggiatura si basa sul romanzo omonimo di Herman Hesse ed è girata come una sorta de Il Nome della Rosa ma tradotta ne' Il Nome del Fico: Boccadoro, appunto che ha le sembianze del nuovo sex symbol del nuovo cinema Tedesco che va dal brillante al teutonico passando per il Fantasy, Jannis Niewohner.

Da tenere d'occhio perchè fino ad ora con le performaces di cui sopra alle quali aggiungere quelli più noti in Italia come Maximilian Il Gioco del Potere e dell'Amore e Il Disertore nonchè la saga fantasy di Ruby Red una serie che ruota intorno alla macchina del tempo dove comunque nell'imponente realizzazione la parte più interessante è rappresentata dalla serie incessante di cavalcate vigorose e baci infuocati che sotto le spoglie di Gideon imprime a Gwendolyn (Maria Ehrich), Jannis Niewohner ha colpito moltissimo a livello Europeo per cui ci aspettiamo il botto per quello Intercontinentale Hollywoodiano.


martedì 8 giugno 2021

MARIA STUARDA A TEATRO IL PRIMO BACIO LESBO TRA REGINE

 Elisabetta Pozzi è la più grande attrice del Teatro Italiano e alla quale Parma non finirà mai di rendere onore avendo lavorato in questa Città con un repertorio vastissimo fra il quale vorremmo ricordare Maria Stuarda nella stagione 2001 perchè proprio in questa performance, portata in scena dopo varie tappe in tournée, si era consumato il bacio saffico fra la Regina Elisabetta da lei interpretata e Maria Stuarda interpretata da Mariangela D'Abbraccio, un bacio che fece molto parlare di quell'opera anche se non del tutto convincente secondo la critica per un eccesso di motivazioni cervellotiche nel dialogo e la confusione nello scambio di ruoli delle due Regine come una sorta di gioco degli specchi.

Mariangela D'Abbraccio era un'attrice di grande bellezza giusta per il ruolo di Maria Stuarda nel contrapporsi alla Regina Elisabetta poco dotata fisicamente che sopperiva a questa mancanza con abiti sontuosi e gioielli inestimabili come le perle ad adornare i grandi colli a raggera e le acconciature e che tutto il popolo adorava come un'icona sacra essendo denominata la regina vergine. La D'Abbraccio era comunque conosciuta come sorella di Milly la pornostar amica di scorribande dell'eclettico Vittorio Sgarbi il quale, col consenso della fidanzata Sabrina Colle - una bellissima ragazza che coniugava il fascino antico di una moglie che tollerava le scappatelle del marito a quello contemporaneo della compagna convinta sostenitrice della coppia aperta perchè tanto torna sempre a casa a rinnovar i voti di amore fatto di cortesia nel rispetto della libertà altrui (quella di Sgarbi) e di qualità per le affinità elettive della coppia - amava frequentare spesso e volentieri donne disinibite e trasgressive.

Il bacio lesbo in Maria Stuarda partiva dal pacchetto della sinistra molto attiva nelle aperture sessuali per cui aveva una connotazione politica al cui pensiero stupendo aderivano i sostenitori della liberazione dei costumi che rappresentavan la maggioranza per partito preso. Infatti l'evento trasgressivo era stato accolto con successo anche perchè nessuno si era premurato di ricordare che nella storia non ci fosse mai stato nessun incontro faccia a faccia tra le due Regine anche se molti autori hanno sempre insistito su questa linea: l'ultima versione è stata quella cinematografica interpretata da Margot Robbie nel ruolo di Elisabetta e Soairse Ronan in quello della Stuarda che comunque non hanno avuto l'ardire di scambiarsi il bacio lesbo. E giustamente perchè quando mai doveva succedere se la Stuard voleva che la Tudor le riconoscesse di essere superiore a lei come Regina ben sapendo di andare a sicura a morte?

Questo per dire che nessuna Regina perderebbe la dignità per inginocchiarsi verso un'antagonista anche se suo pari. Non esiste proprio. Ma erano i primi tempi per queste licenze poetiche all'insegna delle regali lingue in bocca per cui avevano una valenza per abbattere ogni tipo di discriminazione ma una volta conquistata la libertà meglio sarebbe rientrar nei ranghi lasciando le regine cadute in disgrazia al loro destino verso il patibolo senza infierire ulteriormente umiliandole in baci saffici per sedurre e avere uno sconto di pena lasciandole nella loro dignità regale dove recitar: “Piuttosto che abbassar la testa me la faccio tagliare”. Infatti... 

Noblesse oblige! Per cui lasciamo queste regine cadere dalle stelle al patibolo senza passar dalle stalle anche se fanno rima “baciata”.

lunedì 7 giugno 2021

LILI E IL VAGABONDO



E' nata Lilibet "Lili" Diana (in onore della bisnonna la Regina Elisabetta e della Nonna la principessa Diana) la bambina americana figlia di Meghan Markle e del principe Harry  immigrato in America il quale  dopo aver lasciato il Regno Unito suo Paese natìo ha vagabondato dal Canada alla California per mettere su casa.








https://www.youtube.com/watch?v=mMaX2oEuuis



venerdì 4 giugno 2021

ANNA BOLENA IN SERIAL TV, IL BACIO LESBO TRA REGINE

 



Ha fatto sensazione il fatto che il pubblico inglese abbia rigettato in toto l'ultima performance in serial Tv di Anna Bolena in versione rinnovata ma sempre su ispirazione dell'omonima opera lirica mandando un segnale forte verso quelle regie che non si attengono ai fatti storici realmente documentati non potendone più di stravolgimenti fantasiosi al pari del gossip spazzatura contemporaneo disdegnato da un pubblico d'élite che esige un prodotto attendibile e di qualità.Il rifiuto in questo caso è stato più che mai opportuno avendo raggiunto il colmo non tanto per il cambio di colore della pelle della Bolena (Jodie Turner Smith) da bianca a nera che poteva avere un suo perchè, quanto per il bacio saffico fra la regina Anna e la nuova amante di Enrico VIII Jane Seymour (Lola Petticrew) interpretato come un tentativo di seduzione per essere risparmiata dal patibolo, quando tutto il popolo Inglese sa benissimo che il vero nemico della Bolena fosseThomas Cromwell   primo ministro del Re verso il quale esercitava grande influenza pur  temendo il grande potere di Anna Bolena la cui spiccata intelligenza ed acume politico irritavano anche il Re. Approfittando del momento di crisi fra Anna ed Enrico sempre più contrapposti nel carattere e in lite fra loro per mancanza di un erede maschio tanto da rendere la Regina nevrotica e fragile dopo l'ultimo aborto subito, Cromwell si mise a studiare le mosse per farla cadere in disgrazia. Il Re aveva puntato su Anna certo che lo avrebbe accontentato in questo suo desiderio di avere un erede ispirando sicuramente in questa sua certezza quel sonetto di Shakespeare che aveva messo in bocca a Macbeth quando pensava alla moglie ambiziosa e abile stratega d'assalto: “Una donna così non può che generare un figlio maschio”.

Infatti Anna generò Elisabetta la quale dimostrerà di essere il grande uomo della sua vita e di quella del popolo Inglese, ma la parità di genere era ancora da' venir per cui Enrico non la riconobbe nella sua grandezza.

 Il faccia a faccia tra Anna e Jane Seymour, anche se ha ispirato molti autori, è completamente inventato perchè ogni rapporto tra di loro si era interrotto quando Anna la scoprì seduta sulle ginocchia del Re il quale dopo che le aveva fatto dono di un prezioso medaglione con racchiusa la sua immagine la Seymour sfacciatamente lo apriva e chiudeva continuamente sotto agli occhi della Regina che glielo strappava con violenza dal collo per cui impensabile che fra loro ci siano stati baci e abbracci. Anna era una donna forte e abile negli affari di Stato ma essendo una donna mal si tollerava questo talento per cui Cromwell si mise a tramare per farla accusare di ogni nefandezza come il tradimento con diversi amanti e incesto col fratello nonché pratiche di stregoneria che l'avrebbero portata a morte certa sgombrando il campo agli uomini.

Certo ognuno poi è libero di interpretare la storia inventando un confronto fra la Regina diventata serva e la serva assurta al ruolo di regina ma inserire anche un bacio lesbo tra le due sembra solo un excamotage per vendere biglietti.

Il pubblico non c'è cascato non potendone più di falsi storici ma soprattutto di questi giochetti sessual-trasgressivi perchè un conto è caldeggiare l'abbattimento del tabù dell'omosessualità con conseguente libertà  nel praticarla in legalità un altro è farla sorbire mettendo in scena dei reali per fare scuola eccellente ad influenzar le masse in una sorta di educazione sessuale per accettare ogni manifestazione trasgressiva come normale orientamento sessuale. Purtroppo di questo passo c'è il rischio, come asserito da autorevoli esponenti della giustizia e della politica, che con il ddl Zan il “normale orientamento sessuale”si allarghi anche alla pedofilia. Il popolo Inglese ha detto alt poniamoci un freno. Vedremo se ci sarà un seguito.

giovedì 3 giugno 2021

IL CLAN DEI CAMORRISTI

 E' stata accolta con entusiasmo l'offerta di Mediaset Infinity per dare l'occasione agli utenti di accedere alle produzioni di rete in streaming così come Rai Play. Purtroppo quella che si prospettava come una bellissima idea di arricchimento è rimasta tale a livello mediaset perchè in pratica si è rivelata un flop.Sì perchè accedendo per esempio, sempère con tanto entusiasmo, alla lista delle fiction , specie quelle datate, una volta sceltane una, Il Clan dei Camorristi per esempio,















tutte le altre son diventate nessuna essendosi dovuto ricredere perchè la visione in streaming è stata uno strazio. Non per la fiction comunque, perchè molto avvincente nelle otto puntate che ho seguito fino alla fine con immutato interesse, ma per le continue interruzioni della pubblicità martellante come una tortura della classica goccia che cadeva puntualmente dopo ogni 5 minuti di sequenza: tac, tac, tac sempre la stessa per ogni puntata in un ritmo esasperante che faceva perdere la pazienza nel distogliere l'attenzione decidendo per mai più proseguire in qualche altra avventura. Peccato, perchè la sofferenza aveva proprio raggiunto il colmo anche nella lungaggine della puntata che solo con l'interesse per la fiction, avendola ormai cominciata, sono riuscita a sopportare ma finita questa per me son finite tutte. Lo dico con grande dispiacere pur rispettando le esigenze di marketing di Mediaset Infinity. Meglio la diretta in streaming ma l'offerta di vedere o rivedere trasmissioni per il momento resta solo una bellissima idea.

La fiction comunque è stata piacevolissima da seguire per la tematica trattata che coinvolgeva gli affari sporchi della camorra negli anni 80 dopo il terremoto del Belice dove metteva le mani sugli appalti delle grandi opere (fondi terremotati per la ricostruzione) dell'edilizia droga e soprattutto smaltimento dei rifiuti tossici provenienti anche dal nord  con i quali la camorra aveva inquinato le acque ed i terreni circostanti avvelenando l'agricoltura con danni enormi agli animali ed al loro latte e latticini con la mozzarella di bufala in primis, il prodotto d'eccellenza di terra campana tanto da venir denominata la Terra dei Fuochi. L'attività investigativa è svolta dall'Arma dei Carabinieri sotto la direzione del Giudice Andrea Esposito (Stefano Accorsi)  il quale si trovava a combattere l'antagonista Francesco Russo detto O' Malese (Giuseppe Zeno) che da semplice soldato aveva scalato i vertici diventando lo spietato Capo della camorra. 

La serie si basa su fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistiti che con il loro contributo di sangue e di coraggio hanno aiutato a vincere la battaglia contro quello conosciuto come il Clan dei Casalesi. Le puntate si susseguono aumentando l'interesse fino alla fine quando sembrava tutto perduto mentre invece spuntava il solito pentito a demolire l'organizzazione criminale  consentendo la cattura dei mandanti eccellenti a Roma e a Milano e del capo O' Malese poi giustiziato in carcere dai suoi “fedelissimi” che gli eran succeduti facendogli fare la fine di un uomo d'onore non essendosi mai pentito nel fare i loro nomi. Un uomo d'onore non è un infame e, piuttosto che fiatare come Buscetta o Brusca che hanno ricevuto sconti di pena per il loro “contributo” di pentiti facenti parte della manovalanza delittuosa “senza le palle”  che non caratterizza un capo mafia,  meglio scegliere il 41 bis o la morte. 

 L'unica nota un po' noiosa è rappresentata dalle scenette del menage del Giudice Andrea Esposito con la moglie Dr.ssa Anna Esposito (Francesca Beggio) sempre molto seriosa  triste e piangente nel quale si trovava  un Stefano Accorsi particolarmente affettuoso e sdolcinato, molto diverso dai personaggi con i quali aveva catturato consensi fuori dalle righe scanzonati trasgressivi o scoppiettanti, anche se poi si rifaceva nei panni del Giudice quale servitore dello Stato di grande determinazione e coraggio facendone un cavallo vincente nonostante lui si fosse ormai convinto del contrario per raggiunta spossatezza e frustrazione di fronte alla forza della camorra.

Giuseppe Zeno è la rivelazione perchè anche se l'abbiamo ammirato in tanti ruoli (ultimo dei quali Mina Settembre a fianco di Serena Rossi) in questo ruolo di O'Malese rende il massimo del suo potenziale di attore drammatico prestando il volto a un capo mafia dallo sguardo allucinato e febbricitante che ricordava molto il Gian Maria Volonté dei western di Sergio Leone. Bravo, anzi bravissimo così come tutti gli altri interpreti tra i quali spiccavano appunto la maestrina di Paese semplice simpatica e coraggiosa Patrizia Teduccio interpretata da Serena Rossi, giovane attrice ma di belle speranze negli anni mantenute, e Mara Simone interpretata da  Valeria Bilello poco empatica nel  ruolo di indagatrice finanziaria saputella e spocchiosa ma dall'aria modesta e fin troppo ligia dove pare metta anche del suo tanto le riesca bene avendola rivista riproporre con la stessa antipatia nella serie Tv Il Sistema nel quale era stata promossa a Capo  della Guardia di Finanza nel quale brillava per rigidità nevrotica che sfogava su  Claudio Gioé suo sottoposto. 





         

martedì 1 giugno 2021

ELISABETTA GREGORACI UNA SEPARAZIONE VINCENTE

Elisabetta Gregoraci quando aveva incontrato Flavio Briatore si diceva che avesse fatto un terno al lotto. Invece Elisabetta, una ragazza del Sud molto bella e di temperamento aveva preso sul serio la relazione per formare una famiglia nel quale avere un ruolo di moglie madre e “lavoratrice” intendendo contribuire al menage senza pesare nel farsi mantenere.Intenti nobili che poteva benissimo ignorare adagiandosi a una vita di lusso e di piaceri col solo impegno di crescere il bambino nato dall'unione col magnate, Nathan Falco.


Flavio Briatore era sempre stato un farfallone e non aveva cessato di esserlo anche nel menage dedicandosi più agli affari suoi che alle esigenze della moglie spesso e volentieri lasciata sola tanto da indurre Elisabetta a chiedere la separazione.Con questa mossa altro terno al lotto perchè otteneva dall'ex marito una buona uscita in grado di farle condurre lo stesso grado di vita lussuosa potendo usufruire di una bellissima casa e ottenere la sua indipendenza mantenendo nel contempo buoni rapporti con l'ex marito e consentire al figlio di sentire sempre il calore di una famiglia unita così come ci riportano i selfie nei quali continuano a farsi vedere insieme come se nulla fosse, se non fosse che ciascuno possa disporre della propria vita in piena libertà e a piacimento personale.Basta limitazioni di orari, di spostamenti, di incontri perchè con la separazione Flavio Briatore poteva finalmente approfittare senza subir rimbrotti. Elisabetta, no.

La mamma del loro bambino può fare quel che vuole ma col consenso dell'ex marito.Infatti lui glielo aveva concesso per continuare a lavorare in Tv partecipando a Battiti Live e al Grande Fratello Vip, in varie tournée o nelle ospitate nei talk Show, nel concedere interviste, nell'intrecciar amicizie con altri uomini...purchè non facesse selfie anche con loro mantenendo Briatore l'esclusiva e con il quale continuar a far famiglia per il bene di Natan. Così di selfie in selfie la favola continua...La favola.

Il resto è vita ma che c'entra? Infatti nessuno c'azzecca a livello di Briatore del cui potere Elisabetta continua a subire il fascino erotico che lui sta esercitando ancora e più di prima perchè lei è libera di andare...basta che torni. Meglio di così! Infatti per Elisabetta è una separazione dorata vincente a tutti gli effetti, perchè dovrebbe risposarlo? Per fare i selfie delle nozze bis, no! Se quelle a noi ci mancano perchè ci piacerebbe rivederli insieme a realizzar un sogno nei cassetti del nostro immaginario, fra i quali ci sono anche Al Bano e Romina Power, a loro fatti due conti quei selfie varrebbero una cifra anche se fosse come se piovesse sul bagnato. 

E allora sposa bagnata sposa fortunata così con  una bella cinquina Elisabetta le avrebbe vinte tutte anche di vedere il Briatore ciondolar per casa in vestaglia e pantofole. Ne varrebbe la pena? E fu così che Elisabetta visse la favola con il suo Briatore dove: più che il matrimonio bis, poté  la separazione vincente. Squadra che vince non si cambia.