lunedì 14 giugno 2021

PIER FRANCESCO FAVINO ED I CAMMEI DI "GIULIO ANDREOTTI"

Pier Francesco Favino è l'attore italiano del momento, premiatissimo per gli ultimi film da lui girati come Hammamet e il Traditore nei quali ha espletato il suo talento trasformista di grande credibilità vestendo i panni di Craxi e Tommaso Buscetta.

Quest'ultimo film Il Traditore ha un punto in comune con una precedente miniserie Tv girata nel 2014 Qualunque Cosa Succeda nel quale Favino interpretava l'avvocato  Giorgio Ambrosoli incaricato di curare il fallimento della banca che faceva capo a Michele Sindona (interpretato da Massimo Popolizio) il quale, forte del potere acquisito corrompendo personalità eccellenti della politica e del Clero aveva ordinato l'uccisione di Ambrosoli  non riuscendo nell'intento di comprarlo ricevendone un netto rifiuto essendo  intenzionato ad onorare l'impegno nel tutelare i risparmiatori truffati e  farlo condannare.


Infatti sia nel Traditore che in Qualunque Cosa Succeda c'è una breve apparizione del personaggio nel ruolo di Giulio Andreotti interpretati rispettivamente da Pippo Di Marca e Giovanni Esposito dove entrambi  facevano palesare dei coinvolgimenti dell'eccellente politico nella mafia siciliana e in quella finanziaria delle Banche:


Insomma un politico ambiguo dalle mani in pasta così come era nell'immaginario del popolo anche se lui in pubblico aveva un comportamento irreprensibile dimostrando la sua fede cattolica nel partecipare sempre alla Messa domenicale nella quale si recava a basso profilo curvo su di sé esattamente come faceva Cuccia.  

Il Film Qualunque Cosa Succeda è avvincente, anche per essere basato su una storia vera che racconta la battaglia di due antagonisti Ambrosoli e Sindona per avere la meglio l'uno sull'altro nella classica lotta per il trionfo del bene sul male che si verificava quando Sindona veniva braccato per essere condannato al carcere a vita dove si suicidava con a seguir il risarcimento dei risparmiatori realizzando la missione di Ambrosoli il quale non era così morto invano avendo dato animo e corpo a questo mandato compiendo il suo dovere come uomo di Stato e a costo di sacrificare i propri affetti. 


La parte più curiosa del film è rappresentata nella scena finale tratta da spezzoni docu originali e nel quale si vede il vero Giulio Andreotti rispondere alla domanda del perchè Ambrosoli sia morto: “Guardi, non voglio sostituirmi alla Giustizia e alla Magistratura ma come si dice in termine romanesco  “se l'andava cercando”

Così parlò Giulio Andreotti per cui se il popolino de' Roma e il popolo dell'Italia intera pensava male di lui, specie dopo la pubblicazione del famoso bacio a Totò Riina, faceva peccato ma c'azzeccava, così come la Storia  che, senza sostituirsi alla Giustizia e alla Magistratura, c'azzeccato nel conservare a disposizione dei posteri una documentazione schiacciante. 


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