lunedì 20 aprile 2015

CAROLYN CARLSON, LA DANZA DELLA NATURA

Dopo Tosca X, altro giro altra serata con Carolyn Carlson Company, Short Story, in un trittico molto raffinato e di rara eleganza visto nella serata di Sabato 18 aprile 2015 al Teatro Regio di Parma.


Ffinalmente un bellissimo spettacolo, molto breve ma incisivo in una sorta di danza della natura con Carolyn Carlson che danzava l’acqua mentre le sue due allieve danzavano il respiro e il vento ed il raggio di luce.
Dopo tutta la danza contemporanea finalmente un gioiellino. Perché comunque la danza contemporanea sa essere molto avvincente ed emozionante al di là delle performances ginniche che si vedono abitualmente che la riducono quasi sempre a saggio scolastico.
Dal Theatre National de Chaillot di Parigi Carolyn Carlson crea le sue coreografie originali che poi porta in giro per l'Europa approdando questa volta a Parma con due danzatrici nel ruolo di fate che giocano con gli elementi naturali della terra e degli astri.

Con Immersion la Carlson si ripropone come danzatrice  a riprodurre l'acqua in tutte le sue forme: con le onde del mare in primis lasciandosi cullare dalla marea con movenze mimiche roteando prima dolcemente poi a scatti sempre più veloci e saettanti fino ad arrivare allo scroscio di una pioggia purificatrice. Poi le gocce che scendono una ad una fino a far traboccare la ciotola nella quale immerge le sue mani per riprodurre il suono di un ruscello con l'acqua che scorre cristallina e limpida per poi finire dentro due ciotoline posate su un tavolo vicino come una sorta di coppe nelle quali bere e dissetarsi.
La coreografia è ben diversa dalla precedente versione d'Eau vista a Parma alcuni anni fa dove l'acqua invece era descritta come elemento inquietante (anticipando  come una sacerdotessa custode dei segreti della natura, lo Tsunami  di Haiti e dell'impianto atomico di Fukushima) che aveva ispirato la danzatrice dopo un soggiorno a Venezia e a Mestre descrivendo le acque paludose in riva e minacciose intorno alle piattaforme petrolifera al largo dell'Adriatico.


Con Wind Woman invece  l'interpretazione è di Céline Maufroid, che volteggia con leggiadria e grazia con tutto il corpo insieme al fluttuare dei capelli lunghi e setosi che getta all'indietro per scoprirere il volto ed ascoltare il respiro degli essere viventi che la circondano facendo mulinello come fosse presa da un vortice di vento che soffiandole sopra la fa vibrare mettendola in contatto con il respiro della sua anima.
Anima dolcissima ed eterea che vola come foglia al vento che la culla prima dolcemente con il soffio caldo di sirocco per poi strapazzarla con il sibilo della tramontana. Curiosamente questa allieva di Carolyn Carlson è forse quella che più ha ereditato il concetto di danza a corpo libero di Isadora Duncan della quale proprio Carlolyn Carlson è devota seguace.



Invece con Mandala interpretata da Sara Orselli l'allieva danzatrice si rpropone con le movenze più vicine alla mimica di Carolyn Carlson con il volteggiar delle braccia a scatti e le movenze del corpo che si snoda sinuoso a serpentina  come una sorta di molla sotto un raggio di luce il cui il bagliore, come quello di una bacchetta magica, la fa girare su sé stessa: un fascio di luce su una giovane donna la quale come ipnotizzata dal raggio e dal calore si attorciglia cercando di elevarsi dalla terra nella quale la natura umana striscia.
La luce poi via via si espande fino a farle sciogliere i capelli facendola danzare libera dal comando di quella bacchetta magica di luce,  ritornando  nell'ombra nell'ora del crepuscolo.
Spente le luci ed i suoni della natura di acqua ed aria le tre protagoniste di questa danza poetica e delicata si presentano insieme per gli applausi scroscianti ad onorar questa sacerdotessa di una danza libera ed ancestrale ad evocare i riti della pioggia, i fuscelli che si piegano al vento senza spezzarsi e chiamando a raccolta tutti gli esseri viventi che cercano di elevarsi a Dio chiedendo di illuminare il volto della sua luce e prenderne il soffio del respiro. Divine creature!

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