E la favola continua in agiografia: larga la fola stretta la via dite la vostra che ho detto la mia.E allora diciamolo con un cioccolatino al bacio Perugina.
A raccontarla è una miniserie su Rai Uno sempre della serie casalinghe-sante e manager. L'interprete è Luisa Ranieri e mai scelta è stata più azzeccata tanto è dolce la sua espressione dallo sguardo vivo con gli angoli della bocca all'insù, che non riesce mai ad imbronciarsi nemmeno nei momenti più drammatici come se invece di ingoiar un rospo si gustasse un bel cioccolatino.
Una dolcezza talmente straripante da rendere ingiustizia al personaggio di Maria Callas, sempre in miniserie Tv nella quale Luisa Ranieri
in quel ruolo si scioglieva in languide carezze ma rigorosamente caste verso il suo Titta sposato in bianco per poi donare la sua verginità al ricco Onassis armatore e poco gentiluomo perchè non l'aveva mai sposata, anzi ripudiata come amante per comvolare a ingiuste nozze con la vedova del Presidente Kennedy.
La storia si ripete. E infatti con questa miniserie su Luisa Spagnoli la Ranieri è sempre in agiografia fra due uomini, marito e amante adorati insieme e poi separatamente in distinguo scandaloso perchè a quiei tempi, nella prima metà novecento, le donne anche se lavoravano, non importa se dirigenti di una grossa industria, erano sempre sottomesse al loro uomo, in primis quello che comandava a letto e poi nel loro cuore. In fabbrica, no comandava sempre lei, Luisa Spagnoli con l'autorevolezza di una matriarca, piuttosto che ape regina, perchè molto protettiva verso le sue operaie dando l'esempio di stakanovista e attenta alle loro esigenze di madri con necessità di portarsi appresso anche i bambini. I quali erano i benvenuti in fabbrica scorazzando fra i confetti e l'invitante colata di cioccolato dove infilar il musetto intingendo le manine. La figlia di una di queste operaie (grande amica della Spagnoli quando erano bambine poi vittima di uno sciupafemmine che la malmenava continuamente trovando poi rifugio nella fabbrica) era stata scoperta in laboratorio mentre intingeva una banana nel cioccolato ispirando così la Spagnola per lanciare un nuovo cioccolatino di banana al cioccolato. Ditelo con un cioccolatino...e diciamolo prendendolo alla lettera: i bambini ci guardano, teniamoli lontani dai nostri vizi perchè li mimano come delle scimiette.
Il messaggio è chiaro e quello di Luisa Spagnoli è tutto improntato alla dolcezza e alla positività nel vivere generosamente a capo di una comunità di donne.
Le citazioni sono tante in questa regia agiografica perchè sembra una sorta di pout-pourri di ingredienti che van da I Segreti del Ventaglio (le due amiche bambine che da grandi prendono strade diverse: quella produttiva del lavoro per la Spagnoli e quella dell'amore criminale per la vittima dello sciupafemmine, agli stereotipi delle fiction dove i buoni sono buonissimi e i cattivi cattivissimi senza una via di mezzo infarcendo la sceneggiatura con nobili macchiette come il Conte gossiparo interpretato dal figlio di Ugo Tognazzi, Ricky, tale e quale ai tic del padre (meglio l'originale). Non si fa mancare nulla nemmeno di fare l'occhiolino alla miniserie di Maria Callas facendo un parallelo tra Annibale (marito della Spagnoli) e Titta (marito della Callas) entrambi coniugi-dipendenti che di buon grado si ritirano per cedere il passo all'amante riconoscendole il diritto “divertirsi” dopo aver tanto lavorato. Ne avevano bisogno entrambe sia nel ruolo di santa-donna-manager che in quello di casta diva!
Infine c'è pure la morale come ogni favola che si rispetti, che non è racchiusa tra le poche righe di un cioccolatino ma sbattuta nei denti perchè troppa dolcezza rischia di finire nella melassa.
Infatti la Spagnoli morirà colpita da un male incurabile alla gola colpita doppiamente da quel destino beffardo che accompagna quasi sempre chi fonda grandi dinastie come gli Onassis, I Niarcos con le loro navi da crocera e Gli Agnelli con le automobili.
Quello che conta in affari, al di là delle persone dirigenti e soci, è comunque la validità di un prodotto. Insomma più che la persona il Brand a perpetrar la specie che con il marchio Luisa Spagnoli si è diffuso tramite e figli allargandosi anche alla produzione di capi con filati di lapin in primis lavorati a maglia che a tutt'oggi sono ancora molto apprezzati insieme alle prelibatezze del cioccolato. E' il risultato finale quel che conta e in affari si sa non si va tanto per il sottile.
Per questo le agiografie favolose danno un aiutino al marchio come al mito a sopravvivere facendo sognare. E comprare il prodotto. Infatti i banchi al supermarket ora sono pieni di cioccolato Perugina mentre le vetrine delle boutique di Luisa Spagnoli sono tutte in saldo con i capi in maglia jersey color blue e senape.
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