lunedì 1 febbraio 2016

LE NOZZE DI FIGARO

La stagione lirica al Teatro Regio di Parma ha aperto con l'opera buffa Le Nozze di Figaro di Wolfang Amadeus Mozart.
Allegro, andante ì, licenzioso ma non troppo, brioso assai fra complotti in camere da letto con damerini che entrano ed escono dai tavoli che si interscambiava per non incorrere nelle ire di qualche marito che fiuta il tranello perchè le corna In testa gli pesano davvero.
L'opera a suo tempo era stata molto osteggiata dall'Imperatore D'Austria .perchè fomentava l'odio fra le classi sociali mettendo servi e padroni gli uni contro gli altri in continui battibecchi che sfociavano nel dramma il quale girava intorno ad un tema centrale molto discusso come il diritto alla prima notte con la sposina, per dar l'addio al celibato facendo portare al marito le corna con dignità poiché il frutto della sua amata era stato colto per primo dal suo padrone facendogli un grande onore.

Mancando di rispetto alla onoratissima serva innamorata del fidanzato il barbiere Figaro, è ovvio che l'onore al signor Conte venisse calpestato anche se con molta grazia al ritmo delle musiche di Mozart.
Intorno al Conte d'Almaviva che freme per avere la servetta di sua moglie signora Contessa, ruotano diverse coppie cantando come se danzassero perchè seguono un ritmo vivacemente mosso nell'intercalare i personaggi in scena. Mozart non è certo Verdi che dalla farsa alla tragedia l'Opera si compie perchè per il primo è tutto un crescendo fra suspence e colpi di scena per arrivare al lieto fine. L'ambientazione infatti è quella settecentesca poco prima della rivoluzione quando le masse proletarie si stavano risvegliando in tutta europa seguendo il là della Rivoluzione Francese ad abbattere l'Ancienne Regime e con esso tutti i sorprusi della classe nobile con lo Jus Primae noctis in testa.


Alla fine è comunque il buon senso a trionfare, quello dei servi che dan lezioni ai padroni di farsi valere con diplomazia e classe ricorrendo a piccole astuzie e tranelli nei quali tutti si muovono d'accordo ed in perfetto sincrono conquistando i padroni con la loro leggerezza dalla quale si sentono spiazzati. Questa opera sembra comunque un calderone pieno di elementi sui quali ridere o riflettere: il tema Figaro infatti è ripreso anche da Gioacchino Rossini con il Barbiere di Siviglia sempre tradotto in opera buffa mentre per lo Jus Primae Noctis sono stati girati molti films tra i quali uno con il titolo omonimo diretto da Pasquale Festa Campanile con Lando Buzzanca nel ruolo del “nobile”di un piccolo feudo, Ariberto da Ficulle sposato a una donna brutta Matilde nipote di un re, che lo fa invogliare a ripristinare questa legge barbara che tante vittime e dolori aveva seminato fra le classi povere così come è stato drammaticamente rappresentato con il film su William Wallace Braveheart.(Poi tradotto in parodia anche da Silvio Berlusconi)


La curiosità è nella nota di costume perchè Mozart, compositore Viennese, pur muovendosi in un contesto libertino così come è stato il 700 prima e dopo la rivoluzione la lotta di classe sia sviluppata ritornando ad un periodo medievale in un contrasto molto stridente tra quella realtà e la storia che invece ci è stata tramandata da autori come i veneziani Antonio Casanova e Carlo Goldoni, oppure con il francese Choderlo de Laclos per Le relazioni Pericolose  o Michel De Ville sceneggiatore e regista di Benjamin ovvero le Avventure di un Adolescente, nei quali i personaggi si  muovono licenziosamente in un ambiente libertino e libertario.
Questo per dire che l'Austria invece fosse ancora molto indietro rispetto alla Francia ed all'Italia. Lo conferma anche il fatto di Maria Antonietta che arrivando in Francia per andare sposa a Luigi sedicesimo rimanesse sorpresa e poi affascinata da tanto libertinaggio nei costumi che a Corte della sua regina-madre Maria Teresa D'Austria non si immaginavano neppure.


Le Nozze di Figaro sono divise in quattro atti, ridotti a due in questa Stagione Lirica del Teatro Regio con l'intento di snellire la rappresentazione mentre invece l'ha appesantita arrivando faticosamente alla fine accolta come una liberazione più che ovazione stante la fissità del quadro scenografico nel quale non è bastato smuoverlo facendo sfilare in platea alcuni protagonisti per dare un effetto happening perchè ha lasciato indifferenti. Un conto è far sfilare un comico, un protagonista di musical, un altro è un tenore od un soprano il cui bel canto è bello ascoltare sul palco come da tradizione.
La regia di Mario Martone molto vivace con le donne rivali che si accapigliano prendendosi per i capelli ha dato un ritmo esilarante a quello già  frizzante della musica di Mozart facendo dell'opera buffa una sorta di sceneggiata napoletana. Dispiace per chi non è andato a vedere gli interepreti tutti bravissimi tra i quali Roberto De Candia ed Eva Mei, Laura Giordano Simon Orfila (nel ruolo di Figaro). Coro del Teatro Regio diretto dal maestro Martino Foggiani in co-produzione con L'Orchestra Filarmonica Italiana con l'allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli.
Come volevasi dimostrare: jamme jamme jamme ja, funiculì funicula'. Ue' ue'!
                 

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