mercoledì 3 febbraio 2016

ALEJANDRO G.INARRITU HA CONQUISTATO HOLLYWOOD

Nel panorama cinematografico ci sono molti autori che stanno innovando le grandi produzioni con opere originali allestite in modo sorprendente.
Uno di questi è Alejandro Gonzales Inarritu che con il film Birdman ha impresso una svolta non solo nel cinema ma anche nel teatro.
Con un ritmo a tambur battente incalzante a ritmo jazz rappresentava in modo nudo e crudo l'allestimento di uno spettacolo teatrale puntando i riflettori dalla scena a dietro le quinte con i protagonisti che entravano ed uscivan dalle porte, ivi compresa quelle di sicurezza, arricchendola con effetti speciali dei super eroi di cartoon.
Un mix di elementi ben ritmati e fuori dalle righe che rendevano il film scoppiettante mandando su di giri anche lo spettatore che finalmente si trovava ad assistere a qualcosa di veramente nuovo. Il linguaggio crudo e senza filtri che abitualmente viene usato nel quotidiano di tutti, e non solo autori sceneggiatoriu o attori importanti, era il vero protagonista della scena che accompagnava immagini esplicite di uno dei protagonisti superdotati ed eccitati in modo talmente veritiero da rasentare il porno.
Tutti gli attori, pur essendo professionisti consolidati nel mondo dello spettacolo, sono stati una rivelazione:  da Naomi Watson, scesa dal piedistallo di tale e quale a Lady D, a Edward Norton che primeggiava con il clichè di eterno co-protagonista nel quale Hollywood gli aveva inquadrato la carriera, da Michael Keaton che ironizzava sul fatto che ormai vivesse di rendita sul personaggio Batman ruolo che lo aveva imprigionato a quel mito, a Emma Stone che umilmente si metteva in secondo piano accontentandosi praticamente di sfilare in minishiorts facendoli diventare un must fra le teen agers di tutto il mondo perchè mai nessuna li aveva portati, aprendo una porta e chiudendone un'altra, come lei con le tasche fuori dal livello inguinale. Il film era bellissimo ma soprattuito aveva aperto il filone dello spettacolo teatrale a pieno ritmo che in Italia abbiamo ammirato con lo Zoo di Vetro e la Dodicesima notte.


Di Birdman è stato ampiamente parlato anche per i Premi Oscar per cui si aspettava una conferma da Aleandro Inarritu che puntualmente è arrivata con il film The Revenant, attualmente nella sale con protagonista Leonardo Di Caprio.
Il quale non è comunque una rivelazione avendo già ampiamente dimostrato di quale tempra sia il suo talento recitativo mentre invece ci si inchina alla genialità del regista  messicano Alejandro Gonzales Inarritu che ancora una volta ha fatto centro con un tematica che sta molto a cuore in tutto il mondo come quella dell'ambientalismo, del rispetto della natura e della capacità dell'uomo di conquistarla.


https://www.youtube.com/watch?v=vICGXnBQ6uE

Un film epico perchè ambientato nel Nord Canada, ai tempi delle prime lotte fra yankee arroganti conquistatori e nativi indiani che combattevano per fare resistenza nel difendere i propri territori finendo poi confinati nelle riserve con il sequestro di tutte le loro aree sconfinate. Un sorpruso che a tutt'oggi non è ancora stato risarcito perchè i nativi sono una delle fasce di minoranze  americane meno protette nei loro diritti.
Il film è bellissimo non solo per la storia piena di sentimento in un ambiente ostico e freddo da congelare anche il cuore più caldo, ma sopratutto per la rappresentazione di una natura con tutte le sue voci come lo zampillìo dell'acqua pura di un fiume o di un torrente che picchia argentina sul passo degli stivali dell'uomo, sulle rocce e nel tonfo delle cascate, il canto degli uccelli in volo, il rugliare di un orso mentre lacera le carni della sua vittima (Leonardo Di Caprio) per difendere i suoi cuccioli.
I suoni della natura accompagnano melodiosamente i silenziosi protagonisti con il soffio del vento che porta all'orecchio versi poetici delle persone amate e scomparse come fossero onde magnetiche vaganti nello spazio.


Dalla crudezza nel veloce ritmo di una vita contemporanea di Birdman, Inarritu passa alla poesia della natura di The Revenant, con i suoi ritmi scanditi fin dai tempi degli albori del mondo interrotti e scossi da calamità per assestare la terra ponendo fine ai danni che l'uomo irresponsabilmente ha creato con le sue stesse mani, con un tocco di genialità.

Il protagonista Leonardo Di Carpio è candidato all'Oscar che si meriterebbe solo per lo sforzo fisico al quale coraggiosamente si è sottoposto calandosi nel ruolo di un cacciatore di pelli ferito e abbandonato in una fossa dal quale più che per la voglia di vivere riemerge per soddisfare la sua sete di vendetta sugli uomini malvagi conciandoli a modo così come ha sempre fatto con gli animali da esperto cacciatore.
Non sappiamo se il messaggio, ambientalista sì ma poco animalista, verrà recepito a Hollywood. Quel che è certo è che il film abbia saputo avvincere dalla prima scena all'ultima mantenendo sempre alta la tensione. Il ritmo un po' meno, perchè la colonna sonora musicale è troppo funerea e rendere il film un docu realista là dove invece bastavano le sole “voci  e i suoni” della natura a far vincere la sfida ad Aleandro Inarritu come miglior film da Oscar.
           

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