Gran Galà al Teatro Regio di Parma con la prima di An Evening With Ivan Vasiliev “ultima” stella che arriva dalla Russia dalla quale sono stati importati i più fascinosi ballerini del mondo da Rudolf Nureyev a Michael Barishnicov passando dall'attuale Ivan Vasiliev.
Il quale si differenzia notevolmente, pur portando avanti la danza classica dei Teatri Russi con il Bolshoij in primis, dai primi due con delle performances da duro e puro della tradizione ma innovata morfologicamente facendo mandare in visibilio la platea con le sue sforbiciate in volo.
Se Nureiev era osannato alla vista del “pacco” e Barishnicov ammirato per l'eleganza raffinata, a distinguere IvaN Vasiliev è l'esibizione tronfia muscolare die due metri de' torace con il quale gioca con la leggiadrìa di un putto pieno di argento vivo.
Divina e irraggiungibile Vinogradova tanto che nemmeno la grande Svetlana Zakharova non è stata al passo con l'omonimo “stacchetto”, suo cavallo di battaglia dei Galà.
L'inizio dello spettacolo apre con “Love is everywhere” con una scenografia inusuale ambientata in un manicomio vecchia maniera nel quale si trova difficoltà a comprendere la trama pur ammirando la tecnica perfetta coreografica eseguita in maniera classica con grazia ed eleganza da lasciare un po' perplessi perchè il mix non ha convinto in una sorta di classico in stile modernariato non avendo nulla a che fare con la danza contemporanea.
A conferma, lo sguardo pieno di delusione di molte spettatrici nel foyer che esprimevano la loro sufficienza alla performance sperando nel seguito del programma, tutto in classico del gran balletto.
Il quale ha mantenuto le promesse con pezzi tratti dalla Morte del Cigno eseguito da Ella Persson (nella foto), l'unica ballerina straniera di origine svedese (Stoccolma) che ha graziosamente eseguito brillando particolarmente supportata da un fisico aggraziato longilineo e flessuoso con cui spiccava fra l'ensemble delle ballerine russe, e poi dal Corsaire con a seguire il Trio della Fata delle Bambole, il Pas de Deux col cigno nero del Lago dei Cigni, per poi esplodere con Il Don Chisciotte conquistando definitivamente la platea che ha appludito per molti minuti con tanti spettatori che hanno raggiunto il palco per le foto smart.
Molto interessante lo scambio di vedute con una funzionaria dell'Efsa la quale ha elogiato il programma del Teatro Regio di cui non perde uno spettacolo sia per la Lirica che la Danza, apprezzando soprattutto la scelta del Teatro Farnese unico in tutta Europa per l'originale fascino. Speriamo che tanto entusiasmo abbia contagiato tutta l'Authority.
Che dire ancora di questo nuovo astro del balletto russo?
Il paragone con il nostro Roberto Bolle è di rigore uscendone vincente rispetto al bellissimo ballerino italiano per forza acrobatica muscolare più da culturista palestrato che da allenamento alla sbarra con meno esibizione del basso cintura con calzamaglia in pacco e perzoma a filo dentale, per puntare in alto, riuscendoci perfettamente, con due metri de' torace a dominare l'ensemble del Gala come leader mattatore protettivo (marito e padre) piuttosto che come fico narciso imprimendo una svolta alla danza.
E se l'intento di Bolle era quello di portare la danza nelle piazze, Vasiliev l'ha portata in due piazze. De' Torace.
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