martedì 16 aprile 2013
STORIE D’AMORE INQUINATE
Terence Mallik è un regista americano che tutte le star si contendono. Per fare un film con lui farebbero carte false. Si fa per dire perché a lui basta una telefonata che riceve subito un sì.
Non si sa perché. Forse perché ha la stessa fama di Woody Allen che ha iniziato come regista di nicchia per il quale hanno lavorato tante star contribuendo alla sua vasta popolarità, seguita agli inizi di carriera solo da studenti e intellettuali. Così per Terence Mallik, applauditissimo ai Festival ma ancora sconosciuto al grande pubblico.
E forse lo sarà ancora per un po’ nonostante stia uscendo con film con attori da Oscar come Ben Affleck e Natalie Portman.
Il film di prossima visione è To The Wonder con Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel Mac Adams e Javier Bardem nel ruolo insolito di un prete.
La storia d’amore è molto inquinata perché il protagonista è un tecnico specializzato in ambienti insalubri che fanno da location alle liaison in un intreccio di passioni spente lungo il percorso, con ritorni di fiamma ma letti occupati per cui le corna sono cause di crisi sia a livello sentimentale che esistenziale.
Infatti il Prete si crogiola nell’abito talare perché andato in crisi di fronte alla richiesta di sostegno di una donna straniera con permesso di soggiorno limitato. Come non sostenere in alto la bandiera per i diritti di una donna bellissima (Olga Kurlienko) che non riesce a riconquistare il suo posto fra le lenzuola dell’ex marito?
Okkupato a tempo pieno sia con la bionda Rachel mc Adams che con il lavoro di tecnico di vari inceneritori o impianti termonucleari piazzati nelle zone desertiche dell’Oklahoma.
Il soggetto è originale per via del problema ambientale che sta sensibilizzando gli autori di Hollywood i quali tra Tsunami, Termovalorizzatori e Centrali Nucleari a scoppio annunciato hanno di che sbizzarrirsi stante i consensi di pubblico verso queste tematiche.
Purtroppo non approfondite a livello tecnico ma condite con storie d’amore sullo sfondo di uno scenario apocalittico. Come a dire che l’importante è l’amore, un sentimento capace di scuotere le coscienze, religiose in primis, smuovendo le montagne e spegnendo nel contempo un termovalorizzatore? Sì perché in queste catastrofi ambientali a trionfare è sempre l’amore carico di speranza e di ottimismo, mentre la scienza alza le mani al cielo affidandosi alla Divina Provvidenza! Suvvia un po’ di serietà.
In America il film è stato giudicato un filo soporifero ma non c’è da meravigliarsi con queste premesse da terra non promessa nel quale vivere in un quotidiano di pari passo con l’amore e la religione oltre i confini di un permesso di soggiorno negato perché la scienza è solo fantascienza.
Questo è il succo del film di un regista che l’America considera geniale e troppo avanti. Del resto era stato così anche per Michelangelo Antonioni con Deserto Rosso nel quale bellissime attrici erano pervase da problemi esistenziali per incomunicabilità tanto che persino il pubblico non capiva.
Il grande pubblico comunque, quello che va al cinema per capire senza farsi tradurre messaggi tra le righe e quadretti come se andasse all’asilo.
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