sabato 13 aprile 2013

MAMMA L’HA FATTA MISS E… MAMMONI D’ITALIA.



La crisi ha avuto anche effetti positivi sulle generazioni disoccupate perché è servita ad aguzzare l’ingegno.
Infatti l’unica certezza rimasta è che il posto di lavoro occorreva inventarselo. Tra questi c’è quello dei call center, che fino a pochi anni fa non sapevamo nemmeno cosa fossero.
Adesso invece sì, perché nessuno è liberato dal tormentone al quale giornalmente viene sottoposto con le signorine-squillo, quelle che si annunciano chiedendo un’intervista telefonica alla quale, dopo anni di insistenze, l’utente ormai risponde sbattendo la cornetta.
Poverine, dispiace per quelle povere ragazze che fanno solo il loro lavoro per guadagnare la pagnotta, ma il tormentone supera ogni sentimento di solidarietà nei loro confronti.
Soprattutto dopo aver visto il film Tutta Una Vita Davanti, del regista Paolo Virzì, la cui tematica Call Center con le nuove generazioni attivate nel precariato, sottoposte a stress e pure malpagate, è stata svolta in tutta la sua drammaticità per poi finire, e non si sa perchè, con le comiche finali. Peccato, perché poteva essere un bel film che comunque ha avuto il pregio di mettere in luce le giovanissime Isabella Ragonese e Michela Ramazzotti.
Quest’ultima è sicuramente la più lanciata   perché i suoi ruoli sono più accattivanti. Un film da lei interpretato, dopo una lunga gavetta fra fiction tv e cinema è stato infatti candidato all’Oscar, scelto sicuramente per un omaggio al cinema italiano degli anni ’60, tanto caro agli americani, per gli autori importanti, dei quali Paolo Virzì aspira a ricalcarne le orme, e interpreti di grande spicco, fra le quali la mitica Stefania Sandrelli.
 Un’attrice che non si finirà mai di omaggiare per il fascino intrigante e particolare, che ha ispirato anche il film La Prima Cosa Bella,candidato alla statuetta.
Michela Ramazzotti interpreta, sempre diretta da Virzì, una miss (così come Stefania eletta Miss Versiglia agli esordi) che suscita gelosia nel marito con conseguenze disastrose sul menage e sui rapporti con i figli. I quali diventati adulti (Valerio Mastandrea e
 Claudia Pandolfi) solo quando mamma è in stadio terminale per un cancro (interpretata da Stefania Sandrelli) le esternano tutto il loro amore conquistati dalla
grande dignità ed energia  che sprigiona di fronte al dramma. Insomma tanti ingredienti per fare di una commedia all’italiana un drammone che ha impregnato i nostri fazzoletti  quando è uscito perché all’insegna di quella tanta voglia di tenerezza della quale si sente il bisogno.
Il film ha una sua morale tutta italiana: la mamma è sempre una mamma anche se è una miss, per la gioia dei più piccini che la cercano in ogni donna.
Valerio Mastandrea, il bambino cresciuto che si accoccola al caldo abbraccio maternale di Stefania Sandrelli, è anche interprete del primo film Tutta la Vita davanti interpretato sempre da Michela Ramazzotti nel ruolo di una mammina single la quale lo seduceva coprendosi le tette che lasciavan la cosina open air.
Vista e piaciuta “quella prima cosa bella” nel  film, nel secondo Mastandrea ha preferito la Sandrelli perché come mamma e anche come attrice di spessore era più credibile, dimostrando maturità nelle sue scelte. 
Così come quella di tanti spettatori adulti che comunque non cesseranno di sperare che Michela Ramazzotti torni sugli schermi  come mamma  l’ha fatta. Già vista e piaciuta assai…quella  “cosina” bella.  





AUDACI CAREZZE, LANGUIDI BACI, SAPORE DI SALE.



Sapore di sale
Sapore di mare
Che hai sulla pelle che hai sulle labbra…
Dolci come il miele, le assaporo per togliermi l’arsura.
La sabbia nei capelli mi pizzica la pelle
Che mi tiene vivo l’immaginario…
Penso a quando ti ho vista per la prima
Volta  uscire dall’acqua col costume fradicio
Rimpicciolito fino al pelo.
L’acqua tra le gambe era un rigagnolo
Nel quale ho desiderato assetarmi.
Ti ho inseguita sulla spiaggia
Mentre scappavi ridendo.
Ti ho presa e ti ho strappato il reggiseno
affondando il mio viso sulle tette bagnate e scivolose,
che si accendevano di passione.
Sentivo i capezzoli farsi sempre più turgidi
offrirsi alle mie labbra per succhiarle.
Gustavo il sapore di salsedine insieme al tuo frutto intimo
che si gonfiava di desiderio.
Audaci carezze languidi baci sul corpo fremente
con gli sprazzi del mare che lasciavano
deporre le piccole conchiglie fra le nostre gambe.
Un piccolo granchio cercava di tornare
al suo habitat immergendosi nelle onde
che accompagnavano come una
dolce melodia il ritmo dei nostri corpi
che si muovevano in sincrono al moto ondoso,
mentre la spuma marina
ci avvolgeva fino a perdersi in noi
miscelandosi al seme che ti lasciavo dentro. 

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