venerdì 12 aprile 2013

PRESIDENTI USA SOTTO ATTACCO


I Presidenti Americani sono sempre sotto attacco. Il cinema si sbizzarrisce con questa tematica inventando storie dietro le quinte fra guardie del corpo, segretarie, e tutto quanto faccia staff presidenziale che ruota intorno.
Se i retroscena sono spesso inventati, i protagonisti ovvero i Presidenti o condidati qualche volta sono stati realmente attaccati, come i Kennedy (Abramo Lincoln in primis) lasciandoci pure la vita nonostante le guardie del corpo, fra queste da ricordare Kevin Kostner in JfK
Al cinema c’è quasi sempre un lieto fine con la guardia del corpo che emerge fra tutti per aiutare un Presidente sotto attacco il quale partecipa all’azione del commando con mosse da Karate di autodifesa, come abbiamo visto con Harrison Ford in Air Force One, in competizione con l’eroe salvatore. Questo, purchè il Presidente sia un galantuomo al potere perché altrimenti le guardie del corpo, vedasi Clint Eastwood in Potere Assoluto si trasformano in angeli vendicatori per incastrare il Capo Supremo assassino o faccendiere e corrottto come in Rapporto Pellican con Julia Roberts e Denzel Washington.
Poi c’è stata anche la variante degli alieni che puntavano dritti verso il Pentagono per prendere il comando della terra, ma qui andiamo sulla fanta-politica-di cartoon genere fumetto.
Il commando per un blitz alla Casa Bianca sta sbarcando al cinema con  l’ennesimo Attacco al Potere, perpetrato questa volta dai Cinesi e che sta ispirando sicuramente i Coreani ad effetto emulazione contagiati dal delirio di onnipotenza che si respira in questo film, pronti a prendersi una rivincita.
Brutta aria per il Presidente USA che perde la famiglia per una mossa sbagliata in auto della sua guardia del Corpo la quale alla fine si riscatta salvandolo dalla condizione di ostaggio in mano ai Cinesi cattivi cattivi ad incarnare il nuovo Nemico Numero Uno della Terra, dopo la Guerra Fredda con i Russi. Quest’ultimi infatti si sono orientati su altre sponde che vanno oltre alle parate militari per ricominciare da zero dopo la Caduta del Muro, intraprendendo la strada dell’economia d’assalto meno plateale e più insidiosa ma sicuramente più potente.
I nuovi ricchi Russi preferiscono alleanze ramificate in tutto il Sud America e sottobanco con gli Stati Uniti dove i Latinos sono la maggioranza che ha votato il Presidente Obama. Il quale sicuramente conosce le vie capillari dell’economia delle minoranze d’assalto che non sparano cannoni ma si difendono a colpi di machete come in Africa. Insomma una guerra dei poveri che li sta facendo emergere come i nuovi ricchi del Pianeta.
Il cinema è rimasto ancora agli attacchi dei missili sparati dai cannoni sugli aerei perché i sommergibili sono in disarmo più adatti per scambi commerciali che bellici. E’ finita l’epoca della Baia dei Porci perché è cominciata quella di Cipro, con i giochi in borsa e lo smantellamento delle zone, Mediterraneo in primis, che non rappresentano più dei punti strategici per cui sono lasciate al loro destino come una sorta di agnelli sacrificali col rischio di un macello infinito perché fagocitati dai Turchi. I quali in Germania rappresentano la maggioranza fra le etnie che ha votato l’Angela Merkel ora e il Cancelliere Khol prima. Dopo la Caduta del Muro di Berlino.
In Italia non c’è questo rischio perché le etnie sono ancora molto giovani e non radicate come in Francia o Germania per cui con la crisi che incombe preferiscono tornare ai loro Paesi.
Il protagonista di questo ennesimo attacco al Potere è Gerard Butler (indimenticato Leonida di Sparta, con altri film a seguire come Coriolanus o La Dura Verità) nel ruolo della Guardia del Corpo fedele al suo giuramento di lealtà verso il Presidente nonostante la caduta in disgrazia conscio del fatto che lui rappresenti la sua Patria.
Questo per dire che Attacco al Potere è un film d’azione pieno di colpi di scena emozionanti e adrenalinici dove non mancano colpi bassi per dar vigore bruto al match USA-CINA prendendosi una rivincita con la belligeranza là dove l’America si sente un filo inferiore, a livello di economia.
Un lavoro di fantasia comunque che non corrisponde alla realtà perché l’ultimo attacco significativo che ha impresso una svolta alla storia d’America è stato quello ai Kennedy. L’attacco dell’11 settembre non fa testo: il Presidente Bush non era al Pentagono ma in un asilo a cantare con i bambini canterini. Lui si è salvato ma l’America è finita in ginocchio. Davanti ai cinesi.



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