venerdì 15 aprile 2016

LA FAMIGLIA NELLA COMUNE

Come complicarsi la vita e renderla infelice? Allargando la famiglia. Dopo la rivoluzione del 68 il concetto di famiglia tradizionale era stato messo in discussione insieme ai rapporti docenti studenti con il Tu al Prof., esami e lauree per aprirsi a nuove forme di convivenza sia familiare che scolastiche.
Così molte coppie giovani aprivano le loro case ad amici ospitandoli a tavola e poi sistemandoli in varie stanze con i materassi in terra appoggiati su tappeti che adornavano anche le pareti senza nemmeno tende divisorie.
 Gli studenti occupavano le aule facendo bivacco anche di notte con sacchi a pero come fossero sempre ai concerti dell'Isola di Wight.
Inevitabili le ammucchiate in allegria, anche tutti nudi, che aprivano la strada ad un nuovo concetto di nucleo famigliare, quello della Comune.
Perchè sposarsi e chiudersi in un appartamento quando si poteva affittare una casa grande dividendola con altre famiglie allevando i bambini tutti insieme per crescerli nel rispetto della comunità e della fratellanza universale così come sussurrava il vento di quella filosofia americana chiamata new age che apriva l'epoca dei figli dei fiori?

Un flop clamoroso scoppiato insieme alla Comune, al Tu ai professori e al voto unico nelle Università perchè si ritorceva non solo contro i singoli ma a tutta la società  che entrava in pieno caos.
Vabbè come a dire ci abbiamo provato. Purtroppo non ha funzionato. A testimoniarlo ci sono diversi film tra i quali uno di grande successo come The Beach che portava alla luce tutte le problematiche di una convivenza fra varie coppie chiuse in un mondo paradisiaco immersi in una felicità al quadrato fino a quando il dolore non andava a spezzare l'incantesimo facendo decidere al gruppo di isolare colui che lo causava perchè ferito a morte da uno squalo.


In questi giorni è sbarcato nelle sale anche il film La Comune ambientato in un Paese Nordico come la Danimarca nel quale una famiglia molto unita e felice composta da due affermati professionisti e una ragazzina, venuta in possesso di una grande casa fuori città decide, per volontà soprattutto della moglie, di abitarla insieme ad altri amici per dividere spese e compagnia.






Decisione motivata soprattutto dal fatto che i due coniugi si erano già detti tutto per cui una ventata di aria nuova non avrebbe che giovato alla famiglia. Scettico lui ma decisa lei, si procede alla scelta dell'entourage con il quale convivere. In principio tutto fila liscio ruotando tutto intorno alla moglie che considerano il punto di riferimento per l'energia l'entusiasmo e la passione che mette nel progetto della Comune la quale va a gonfie vele fino a quando una giovane e bella allieva del marito docente all'Università non punta a conquistarlo, “perchè mi piaci”, portandoselo a letto, bivaccando fra le aule dell'università.

 Insomma ci sono tutti gli ingredienti di cui sopra: la Comune, Il tu al professore, l'occupazione delle aule, fino alla fase finale nella quale la moglie, dapprima accondiscendente per far buon viso a cattivo gioco, si trova infine risucchiata da una spirale di rabbia e sofferenza che la porta all'autodistruzione non riuscendo a contenere il suo dolore per la perdita del marito, (l'attore Ulrich Thomsen).  Il quale invece rimane insensibile alla sua sofferenza che mette in imbarazzo sia gli amici della Comune che tutti i colleghi della Tv nella quale lavora. Così anche lei viene esclusa dal gruppo, perdendo amici e lavoro perchè nessuno sopporta la sua faccia sempre in lacrime.


Non c'è più privato nella Comune così come succede nel sociale di compagnie superficiali e vuote dove se non ti sforzi di sorridere sempre e comunque inevitabilmente vieni escluso. Cattiva sorte che tocca proprio a lei, la moglie carismatica, che tanto si era attivata per questa idea che si stava diffondendo in tutta Europa importata dall'America.
Idea balzana perchè serviva solo a complicarsi la vita essendo già difficile trovare un equilibrio in quella di coppia. “Non sono nata ieri, posso immaginare, posso anche capire...” dice lei di fronte alla rivelazione che tra di loro ci sia un'amante giovane e attraente. Si può capire ma si può anche non accettare senza battere ciglio che una ragazza giovane si prenda impunemente il tuo uomo senza pensare alle conseguenze devastanti. Al cuor non si comanda,è vero, ma qui si parla si incontri carnali fra letti sfatti e dialoghi con i quali ci si esalta: “Tu sei il faro di questa comunità” dice la giovane, rubando la scena alla moglie per brillare di luce riflessa. “Sei molto intelligente” risponde lusingato lui sentendosi messo in scena.  E chi non lo sarebbe specie se lui è invece un uomo collerico al limite dell'isterico


L'errore della moglie è stato quello di accogliere troppo, di avere avuto un ventre molle (di circa 50 anni portati molto bene) intorno al quale pensava di far ruotare il mondo che intendeva fagocitare a costo di ferire suo marito perchè gli aveva rinfacciato di non trovarlo più intellettualmente stimolante. Il suo errore è stato quello di volersi aprire quando invece doveva lavorare per consolidare il suo rapporto ma ha deciso di sperimentare nuove forme di vita sociale  “solo perchè  di moda”, diciamolo.







L'Idea della Comune in teoria potrebbe anche essere stata valida nelle sue buone intenzioni ma è scoppiata molto presto. Quando è passata la moda. Il film è molto bello (con il tutto esaurito in sala) pieno di una sensualità molto carnale più con la moglie che con l'amante. Infatti la moglie arriva al punto di abbassarsi nel chiedere alla rivale il permesso di continuare a farsi scopare qualche volta dal suo ex marito, perchè gli mancava la sua fisicità il suo ritmare dentro di lei con soddisfazione perchè la conosceva a fondo e sapeva come prenderla dimostrando il suo asservimento sessuale più che sentimentale.L'amante, l'attrice Elen Reingaard Neumann,  è sicuramente molto bella ma un filo imbambolata come se bellezza e giovinezza le diano il diritto di prendersi tutto e subito e basti a rendere soddisfatti di sé stessi.




Il ruolo della moglie è interpretato dall'attrice Trine Dyrholm entrata perfettamente in una parte nella quale  è l'unica ad essere viva perchè vera mentre tutti gli altri sono comparse infantili che saltellano intorno a un tavolo per ridere spensieratamente.
Infatti è stata premiata con l'orso d'argento al Festival di Berlino 2016. Nel suo Paese è molto nota anche come cantante e l'abbiamo vista recentemente in Tv nel film A Royal Affair nel ruolo della intrigante Regina Madre del Re di Danimarca, ma non è stata così incisiva come in questo film evidentemente perchè ben diretto da Thomas Wintenberg con il supporto nella sceneggiatura di  Tobias Lindholm.




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