Sempre più intristito ben lungi dall'appeal scanzonato che da Sean Connery fino all'ultimo Pierce Brosnan hanno incarnato il mitico agente, Daniel Craig lo ha portato ad una fase molto critica con la regia di Sam Mendes il cui stile si è ispirato sicuramente a quello di Dolce e Gabbana sviluppando la tematica fratelli coltelli che aveva introdotto in Skyfall per poi concludere con questo Spectre fino ad esaurimento scorte. Infatti il filone sembra essere arrivato alla fine anche se Mai dire Mai come ha insegnato il regista Terence Young che di Bond aveva delineato un profilo assai più accattivante di quanto non sia Daniel Craig.
Il quale comunque curiosamente si segue ugualmente perchè è l'unico ad aver dato un volto umano, con una faccia da duro e puro, al personaggio dell'agente alle prese con le beghe di famiglia piuttosto che quelle che affliggono il mondo.
Eppure aveva cominciato bene Daniel Craig con Quantum of Solace perchè l'Agente aveva affrontato il tema ambientalista dell'acqua molto più preziosa dell'oro nero portando all'attenzione mediatica il problema che a tutt'oggi è di grande attualità.
Con Casino Royal invece aveva cominciato a perdere colpi, arrivando a sposarsi per mettere su famiglia e concludere magari la carriera in pantofole senza lo scintillìo delle saette della sua pistola.
Toglietemi tutto ma non la mia Aston Martin. Infatti è rimasto vedovo con la pistola in mano che gli volevano togliere in Skyfal se non fosse stato per il suo Capo M (Judy Dench) che per difenderlo da un collega-antagonista geloso d'essere stato messo da parte dopo aver perso la faccia deturpata nello svolgimento del suo lavoro, Bond li perdeva entrambi restando completamente solo.
Toglietemi tutto ma non la mia Aston Martin che con questo nuovo film Spectre diventa protagonista assoluta tanto da essere doppiata in versione tecnologica ultimo modello (che lui ruba all'agente 009) per uso lavoro negli inseguimenti cardiopalmici, per poi sostituirla alla fine con quella d'antan classica di Bond James Bond e partire con la bond-girl di turno questa volta impersonata da una strepitosa Lea Seydoux.
La quale si lascia alle spalle come da classico, l'altra bond-girl in questo film impersonata da Monica Bellucci in versione vedova alla Dolce e Gabbana. Sponsor Ufficiale? No.
Dinamiche occulte che non si capiscono perchè debbano interferire con un film tutto British come 007 come se la mafia siciliana volesse allargarsi a quella di Scotland Yard.
Infatti la fusione è il leit motiv di tutto il film, volendo raggruppare tutte le fasce dei Servizi Segreti sotto un unico Capo per svolgere il compito dello spionaggio avvalendosi di droni o apparecchi tecnologici molto avanzati in grado di soppiantare gli agenti a marchio doppio zero.
La regia occulta di questa fusione è sempre del solito pazzoide afflitto da delirio di onnipotenza che ha macchinato tutto questo per eliminare 007 reo di essere stato adottato da piccolino da suo padre facendone il prediletto rispetto a lui figlio naturale. Beghe di famiglia che Bond-Craig si vede costretto a dipanare facendolo sbottare giustamente in un rifiuto per il personaggio avendo raggiunto il limite della credibilità.
Purtroppo sia vestita che in sottoveste in pura seta color avorio con le quali Lea Seydoux è apparsa sullo schermo per sedurre Bond ha sedotto le platee di tutto il mondo meglio di quelle de' Roma (con la Seydoux assente) tutte per la Bellucci in total black
La quale è pur sempre bellissima ma il film è di Lea Seydoux.
Stranezze mediatiche di pubblicità occulta, da pagare in nero? Mah!
A farne le spese è comunque il filone di 007 che sembra diventato un baraccone di raccolta spot tanto che il regista Sam Mendes passerà alla storia come ex marito di Cate Winslet.
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