giovedì 23 luglio 2015

SFILATE DI MODA DAGLI ANNI 50 AI GIORNI NOSTRI

 E' tornato di moda il vestito da cocktails
che aveva avuto il suo exploit negli anni 50 comunque portato rigorosamente con il cappellino e guanti.
Due accessori che oggi si usano solo ai matrimoni o fra i Reali nelle cerimonie ufficiali.
Gli abiti da cocktail erano tutte di alta sartoria molto curati nei particolari di varie fogge ma sempre in corto con gonne a ruota, a palloncino (supportato da sottogonne inamidate) con grandi tasche o bottoni per chiudere lo spacco. Oltre alle gonne c'erano i tailleurini strizzati, modellati a pelle che mettevano in evidenza il lato b) il vitino a vespa e il grosso seno delle maggiorate con poche varianti per le donne filiformi come il tipo lanciato da Audrey Hepburn.

Negli anni 50 le donne, quasi tutte casalinghe, non facevano altro che vestirsi e spogliarsi: la mattina sportivamente per andare a far la spesa, magari con il foulard alla BB in testa mentre al pomeriggio per il te' con le amiche portavano gli abitini eleganti cosiddetti da cocktial o bordo piscina per le americane sempre impegnate da un party all'altro, cambiandosi alla sera per le cene con amici o di lavoro con abiti importanti a spalle scoperte che adornavano con stole di voile o nylon ,il tessuto che in quel tempo era molto in auge.

Negli anni 60 veniva lanciata la minigonna  a sostituire gli abiti da cocktail e da gran sera con i pigiama palazzo mentre negli anni 70 furoreggiava lo stile Hippie per poi passare a quello da rock star degli anni 80 con spallotte e paillettes a tutte le ore che si contrapponevano allo stile manageriale che per la prima volta faceva capolino fra le donne dove era di rigore la camicetta, gonna  longuette e cartella come borsa con i capelli rigorosamente corti molto phonati normalmente o strepennati per chi voleva dare un tocco di trasgressione a tutto gel come lanciato da Marisa Belisario in Italia.



Negli anni 90 invece da rock star la moda si faceva zoccola, lanciata da top model bellissime e in forma vestite da Versace che si contrapponeva ad un eleganza minimal di Armani e Prada o frou frou di Valentino e tanti altri stilisti italiani e francesi. Ma era il made in Italy che imperava diventando un marchio d' eccellenza in tutto il mondo.

Nel 2000 è iniziata la diffusione del made in Cina che attualmente si è molto evoluto distinguendosi nella lavorazione dei modelli, sempre prima a mettere sul mercato le tendenze moda, mentre gli indiani si stanno espandendo grazie alle materie prime di tessuti pregiati.



Le fusioni fra marchi e produzioni straniere sono il futuro della moda la quale l'ha capito già da tempo anche se insiste nel fare sfilate rigorosamente come made in Italy o del proprio territorio quando si sa che a lavorare i modelli sono fabbriche cinesi in primis con a seguire quelle dei Paesi dell'Est e del medio Oriente. Tutto questo per mantenere alti i prezzi di un marchio guadagnando cifre esorbitanti per degli abiti che solo ricchi nababbi possono permettersi di comprare.





Poi vabbè ci sono i cinesi che i prodotti per le griffe li fanno per cui te li ritrovi alla bancarella o dai vu' cumpra' a pochi prezzi venduti in copia conforme o in originale ma di struso, lasciando negozi e boutique tutti vuoti con i commercianti imbestialiti che se la prendono con gli stranieri invece di fare sistema e protestare contro il sistema dei pochi che si arricchiscono lasciando le piccole aziende sul lastrico.





              LESBO VINTAGE COPPIE AL FEMMINILE
  E' iniziato il festival di Cannes con le sfilate della star sul red carpet in un trionfo di spacchi scollature davanti e dietro con strascichi chilometrici e chi più ne ha più ne metta.

Infatti le star si sono messe anche a cantare canzoncine porno “l'ho data a questo e a quello e a quelle altre  che non so più nemmeno quante”.
Voci soliste che si alzano dal coro si fa per dire perchè sono quasi tutte modelle, per attirare visibilità con dichiarazioni che solo poco tempo fa erano impensabili pena l'emarginazione dal lavoro.
Quello che aveva dovuto subire Rock Hudson per esempio nel corso della sua carriera di sex symbol nessuno lo può immaginare perchè per mantenere quel titolo doveva baciare sullo schermo Gina Lollobrigida, Liz Taylor Doris Day e tutte le altre che poi lo hanno pianto platealmente una volta morto di aids facendo escludere clamorosamente il suo amante dal funerale per non creare scandalo. Tempi che cambiano e con essi anche le mode.

A fare outing d'eccellenza quest'anno è stata Cate Balnchet intendendo fare solo un'operazione marketing per promuovere il suo flilm Carol sulle coppie lesbo in corsa per la Palma. Tempo di fare il giro del mondo che una telefonata dello star system l'ha messa sul chi vive perchè un conto è fare un film lesbo un altro è dichiararsi lesbica incallita che potrebbe compromettere la sua carriera..
Fatti due conti la Blanchet ha ritrattato, lamentandosi di essere stata fraintesa: Lesbo sì ma solo nei film. Ormai questa è la tendenza. Come a dire ma dove vai se la fighetta, in questo caso Mara Rooney, che ti lecca non ce l'hai?
Non se ne può più diciamolo di queste leccate di fica che se poi sfociano anche in storie d'amore scadono pure nella melassa perchè l'eros è fatto di mordi e fuggi non di ordinaria quotidianità col rischio di farsi stomachevole  specie se lo si fa in un'età non più giovanissima.
Infatti nel film Diario di Uno Scandalo Cate Blanchet aveva già affrontato la tematica lesbo, ma solo a livello sentimentale, con un'anziana Judi Dench che si era morbosamente attaccata a lei fino a molestarla non tanto per gelosia del suo giovane amante allievo di scuola, quanto per  invidia della sua famiglia nella quale Cate era felice con un marito anziano e un bambino down.


Il rapporto lesbo apre comunque la strada alla solidarietà femminile per fare squadra così come fanno da secoli e millenni i maschi. Insomma una svolta nella parità dei sessi che si spera porterà buoni frutti.
Lo ha capito anche Michele Santoro, grande comunicatore della Tv, il quale preso atto della saturazione dei Talk Show ha lanciato una nuova sfida per cambiare il sistema lasciando le ultime puntate di Servizio Pubblico alla conduzione di Giulia Innocenzi che proporrà AnnoUno insieme ad Alba Parietti opinionista tosta e dalle idee chiare.  E dalla cosca lunga che non guasta.


L'importante che si limiti all'accavallo senza farsi prendere la fregola di fare lo sgambetto alla giovane Giulia. Fra donne non si sa mai. E sempre un'incognita ma il coraggio di Santoro avelerà l'arcano se dietro la bellona ci sia sempre una vecchia strega. Questa è la morale delle favole per  cui con un pizzico di amoralità si potrebbe segnare una svolta nel sistema inscenando un'accoppiata lesbo-chic. Solo per il talk ovviamente per carità. Un conto è la fiction, un conto è la realtà. Ma fatti due conti il Talk avrebbe molte probabilità di decollare.

A basso costo che non è da sottovalutare. Come dice Santoro il Cairo Editore è molto elastico in fatto di libertà ma molto attento al soldo tanto che se andasse al governo saprebbe come risolvere la spendig review Sì, mandando a casa quelli che secondo il suo giudizio non sono in grado di governare ricevendo consensi così come aveva fatto con Cristina Parodi, Rita Dalla Chiesa, Luisella Costamagna e Gad Lerner, grandi professionisti ma di nicchia.
Insomma abbiamo capito: La 7, dopo la serie C (A per la RAI e B per Mediaset), sta diventando come La 7 D.
Per fare La 7 F manca una “Grande Effe” che sappia fare audience. 
Perchè un conto è una effe piccola, un conto è una effe più alta. Ma fatti due conti con due non se  ne fa una. Di Effe.

                         

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