Galeotto fu quel bacio...perchè quando quie versi di Dante, dopo che se l'erano scambiato leggendo l'incontro di Lancillotto e Ginevra, Paolo e Francesca furono scoperti. Purtroppo non da un Signore come Re Artù, ma da un signorotto, signor marito a nome Gianciotto del Casato Malatesta di Rimini, il quale preso dalla furia cieca della gelosia fece uccidere gli amanti, entrambi moglie e fratello. La storia è nota ma il film Paolo e Francesca trovato su Rai Play un po' meno essendo datato anno 1950 comunque molto interessante per come fu girato, molto pomposo ancora in bianco e nero, e con l'enfasi che caratterizzava i films in quel periodo specie se di tipologia storica.
La musica solenne accompagna le battaglie facendosi romantica quando riprende gli innamorati descritti in maniera esaltante, Paolo (Armando Franciosa) come un duro e puro mentre Francesca (Odile Versois) figlia del signorotto De Polenta di Ravenna dallo sguardo sempre ieratico rivolto al cielo è una sorta di Santa Caterina che trascorre la sua giornata volontaria fra i malati assurgendola a Santa subito. Così l'aura santificata “bella-dentro-e-anche-fuori”, permette di dare un senso nobile ad un tradimento coniugale perchè l'amore tra i due giovani era già sbocciato puro e forte ancor prima che lei convolasse a ingiuste nozze con il vecchio e sciancato marito Gianciotto (Andrea Checchi) al quale era stata offerta come vittima sacrificale per un trattato di pace e sospendere l'assedio di Ravenna con la popolazione già ridotta allo stremo.Così Francesca si era immolata giacendo nel letto coniugale per subire la violenzam da parte del marito mentre pensava a Paolo pregando Dio di perdonare le corna. Al cognato. Santa subito e anche dopo. L'amore quando è puro è sempre casto anche mentre si consuma in un altro letto dove Più che un Malatesta potè la malavoglia. A prevalere è sempre il sentimento che accompagna gli innamorati, non c'è mai un'ombra di passione carnale per non contaminarlo essendo amanti clandestini e dunque già trasgressivi quando basta per essere in linea con il costume dell'epoca dove l'adulterio era considerato ancora reato per cui non potevano essere ammantati di quell'aura eroica di amore assoluto oltre le regole e finire sul patibolo come adulteri solo per un bacio. Sì ma “galeotto” ci tiene a precisare il Sommo Poeta Dante che mette i due amanti nel girone dell'Inferno tra i Lussuriosi perchè quel bacio fu l'inizio, come gli racconta Francesca, della loro passione mentre nel film nemmeno l'ombra, solo tante ...parole parole parole. Parole sante!