venerdì 27 dicembre 2019

SCAMBIO DI AUGURI DAI REALI WINDSOR

Noi ci siamo!

                                                                                 

                                                                                   Il senso della Regina per i  "putin" e il cambio                                                                                               dei  pannoloni.
                                                                                   

giovedì 19 dicembre 2019

SACRA FAMIGLIA NEL PRESEPE GLOBALE


Il Regno Unito è in subbuglio ma ha fatto la sua scelta definitiva, prevedibile comunque perché sotto sotto gli Inglesi volevano la Brexit ma quello che non volevano era Theresa May.
Più chiaro di così! Quello che ancora non è chiaro sono gli assestamenti di casa Windsor perché la famiglia reale è scossa nelle sue fondamenta perché i nuclei familiari si stanno lacerando in lotta tra di loro e all’interno delle coppie delle quali si è già ampiamente parlato ragguagliando il mondo di episodi anche imbarazzanti per cui la sfilata per il pranzo di Natale dalla Regina è apparsa a tutti mesta e triste anche se accompagnata dai soliti sorrisi come se lo spettacolo dovesse continuare.
I reali non sono supportati dallo star system ma dall’ establissment di Corte così come si lamentava Lady Diana quando aveva pubblicamente denunciato che il suo matrimonio fosse un po’ troppo affollato, che detta lo stile ed il profilo da tenere in pubblico e nei vari cerimoniali alle loro Altezze le quali devono attenersi ad un rigido protocollo.
 A differenza delle star che, brillando di luce propria, sanno sempre come sbarcare nelle copertine specie Natalizie perché vanno a ruba come i cinepanettoni.
I flash sono tutti per loro che posano con la famiglia unita, magari anche allargata così come sogna Al Bano, attaccata all’albero di Natale nel rispetto della tradizione.
L’importante è dare credibilità alla posa per offrire un’immagine di felicità, benessere e prosperità ovviamente augurandola a tutti i lettori, noi italiani in primis dove il concetto di famiglia nasce sotto il segno della sacralità cristiana cattolica apostolica e romana Chiesa, così come aveva ribadito Giorgia Meloni con il suo tormentone virale “Sono Cristiana Sono Mamma” omettendo di aggiungere sono una moglie (ma sono una leader).
Track! E qui casca l’asino per cui salta anche il premio sacra famiglia che quest’anno si è giocato anche la coppia Fedez-Ferragni in odor di business con il piccolo Leone sempre postato in selfie.


Le star che possono aspirare a tale premio sono tante altre con Michelle Hunzicker in testa sempre molto ammirata con la sua tribù anche se la copertina più attesa è quella di Pier Silvio e Silvia a conferma della notizia che si sarebbero già sposati.
Le statuine del presepe non si fermano comunque qui perché si espandono a quello globale della cristianità nel quale sono scesi dal podio da quella anglicana William e Kate perché il mito della favola si è spezzato affondando  prima nel gossip più becero delle corna da parte di William e poi nella diffusione di quell’immagine virale dove lei fa le spallucce al marito scansando la sua mano sulla spalla.
Pertanto il premio Sacra Famiglia in presepe quest’anno spetta a tutti gli effetti ad Harry e Meghan con il piccolo Archie essendo l’immagine più credibile di amore forte e sincero, sancito dalla Chiesa benedicendo il matrimonio con a seguir il battesimo. 
                             
                                        BUON NATALE


RITRATTO della GIOVANE IN FIAMME




E’ tornato di moda il cineforum, quello delle tristi riunioni parrocchiali degli anni 70 quando intorno al prete operaio i giovani si riunivano per discutere di un film? Speriamo di no anche perché i tempi sono cambiati e siamo assuefatti a tutto non essendoci molto da discutere in fatto di rapporti trasgressivi.
Allora c’erano film come Fragole e Sangue che arrivavano dalle università dell’America per incitare l’Europa nelle contestazioni studentesche che poi sono sfociate in quelle del 68. Infatti la politica infiammava i ragazzi di tutte le fasce da quelle studentesche alle operaie per scendere in piazza a gridare contro il padrone contro la scuola selettiva e soprattutto per affermare le condizioni di donne al grido “io sono mia e del mio corpo faccio quello che mi pare, anche decidere di abortire da sola”.
Oggi c’è ancora molto da discutere sulla contestazione così come si sta verificando con i movimenti climatici o delle sardine tutte promosse dai giovani mentre sulle condizioni delle donne meglio sarebbe calare un velo pietoso così come nel film presentato come capolavoro al femminile, Ritratto della Giovane in Fiamme perché fa vergognare di essere donne, donne che trovano solo piacere fra le donne insieme coalizzate ad affermare l’aborto.

Il cineforum promosso al Cinema d’Essai infatti caldeggiava il film come esempio di tematiche da proporre ai giovani per assimilare il concetto che essere diversi sia normale, anzi sia come avere una marcia in più perché i rapporti gay e lesbo sono sicuramente più intriganti.
Infatti la sala era strapiena morbosamente interessata “alla tematica del piacere al femminile” tanto da scoppiare alla fine in un lungo applauso.
I giovani secondo l’incursione femminista dello staff del cineforum avrebbero molto da imparare da questo film che dovrebbe essere presentato anche nelle scuole riflettendo sulle parole della regista di non aver rubato l’anima alle protagoniste perché rubare è un atto di forza mentre il suo film è un atto d’amore nell’universo femminile dove le donne sono con le donne nella ricerca del piacere e sono con le streghe nelle pratiche abortive.

Infatti l’amore tra due protagoniste scoppia in tutta la sua fiamma passionale in una notte quando “tutte le donne” senza ombra di dubbio rappresentato dal maschio, si riuniscono per cantare felici e liberate come una sorta di sabba delle streghe dando sfogo a rapporti carnali e sacrificando una creatura ancora in grembo e non sotto forma di embrione ma nel compiuto di tre mesi.
In quel momento è scattata la vergogna di essere donna ma nessuno ha reagito: il silenzio era tombale e la voce del silenzio fa sempre maggioranza silenziosa.
Il film Ritratto di Giovane in Fiamme è stato comunque premiato per la sceneggiatura “intelligente” che in quanto tale non doveva essere tacciato come film femminista.

La scrittura nei dialoghi e nel racconto era molto interessante spiegando il rapporto “normale” che si instaura spesso fra modella e pittore che in questo contesto vestiva i panni di una pittrice, figlia d’arte ed erede del talento paterno, cresciuta libera ed emancipata alla pari di un uomo viaggiando da sola per mantenersi perché sapeva nuotare, fumando la pipa e leggendo libri impegnati che fanno riflettere sulla condizione di inferiorità femminile dove la donna è sempre un passo dietro come nella storia di Orfeo ed Euridice tanto che se l’uno si volta per chiamarla al suo fianco l’altra sparisce diventando una statua di sale.
Così con una mano sul pennello e un’altra sul libro, la pittrice affascina le donne di una casa nobiliare vicino a una scogliera dalla quale si era buttata la sorella maggiore scusandosi con la minore di dover subire la triste sorte di sposarsi senza scegliere l’amore.
Pennellata su pennellata si comincia a delineare un ritratto avvincente anche se eseguito in pop-art  perché la somiglianza perfetta del quadro  finale (prima in brutta e poi in bella copia) è ottenuta basandosi sulla fotografia elaborata con i colori nel fondale o nell’immagine viso e figura intera  a dare parvenza di ritratto artistico restando comunque  il fulcro più interessante del film per tutti quelli che apprezzano l’arte in tutte le sue forme, mentre il resto era una grande noia.
Noia nel vedere la lingua in bocca al femminile con tanto di bava filante, noia perché è un vissuto che i giovani e non solo comunque conoscono benissimo navigando sul porno web, noia nel sentire le disquisizioni al femminile su Orfeo ed Euridice dipanarsi sul filo della sceneggiatura di Lella Costa nel suo monologo teatrale di “Ragazze”nel quale conclude che Orfeo si sia girato per liberarsi di Euridice, tesi arricchita dalle ragazze riunite intorno al libro, la pittrice la modella e la servetta

incinta, con  altre due opzioni: che Orfeo l’abbia fatto per seguire il suo impulso d’amore più forte della ragione o che la stessa Euridice abbia invitato Orfeo a voltarsi per sparire volontariamente. Noia nell’assistere alla scenata finale di gelosia dell’amante pittrice nel dover lasciare a un altro la “sua vittima”fonte di gran piacere. La quale, ben conscia del suo ruolo di vittima si adegua ad una situazione più ricca e vantaggiosa seguendo i consigli di mammà, impersonata da Valeria Golino nel


ruolo di una signora pragmatica l’unica di tutto il film dotata di un sano buon senso e capacità di tessere relazioni importanti  pensando di dare un futuro migliore alla figlia. La quale a sua volta entra in società in una effervescente Milano piena di “vernissage” e concerti ai quali assiste felice pur versando lacrime di sofferenza nel ricordo di quell’amore proibito lasciato. Anche i ricchi piangono dopo essersela spassata assai è dunque la morale di questo film ribadendo così che non sia da dare in visione ad adolescenti che si stanno formando perché celebra la cultura della vita e la cultura della morte in un delirio di onnipotenza del mondo femminile come a dire che la donna abbia potere di vita e di morte alla pari di Dio.
“Vuoi vedere che il serpente che ha offerto la mela ad Eva era una donna”?
Volendo parafrasare la citazione tratta sempre dal monologo “Ragazze” di Lella Costa là dove formulava l’ipotesi che a nascere sia stata Eva prima di Adamo diventando così prima donna a tutti gli effetti nello spettacolo della vita, si potrebbe concludere che il serpente sia donna  prima della prima, come una sorta di anteprima assoluta. Donne, du du du, in cerca di guai.. Infatti. Allora è per questo che ne hanno  combinate di ogni facendo pagare il conto all’umanità?

Da cosa nasce cosa tanto per fare due cose ma l’unica cosa certa è constatare quanto le donne si rendano sempre nemiche e in questo caso nell’autodenunciar sé stesse non tanto come micie in calore quanto nel fare squadra solo per delinquere contro le proprie creature.

mercoledì 18 dicembre 2019

LA POP ART NEL 700


La pop art è una corrente artistica apparsa negli anni 50 che ha raggiunto il culmine della popolarità con Andy Warhol dopo aver prodotto ritratti in serie di grandi star e non solo



con una tecnica pittorica che si basa su immagini fotografiche elaborate a piacimento con diverse cromature di colore che non sono comunque da confondere con le photoshop da copertine patinate dove la figura è piatta ed abbellita e nemmeno in quelle formate in collage sostituendo una parte del viso con un’altra per confondere il soggetto originale con quest’ultimo.




Questa tecnica di immagine dipinta in pop-art ed esclusivamente contemporanea la troviamo introdotta nel film Ritratto della Giovane in Fiamme dove appunto il ritratto finale (seguito al primo come una sorta di brutta copia) è somigliante al soggetto in maniera perfetta come una fotografia che si vede benissimo sia stata scattata come base per poi dipingerla in stile classico di maniera risultando simile, non comunque al manierismo di Guido Reni, ma alle copertine dei tabloid con le luci sparate sulla faccia per dare uno smalto levigato lontano dalla realtà che si ottiene anche con filtri davanti all’obiettivo di una macchina fotografica.



















Insomma è una licenza pittorica che si è presa la regista e siamo comunque ben lungi dai ritratti dei maestri di pittura con nomi eccellenti come quelli di Leonardo e Veemer che ci hanno tramandato capolavori come La Gioconda o La Ragazza col Turbante detta anche con l’Orecchino di perla dove le sfumature pittoriche sono eseguite ad arte sublime perché catturano l’essenza della modella.
La Gioconda per esempio è stata creata in un quadro con colori scuri tono su tono senza punti luce negli occhi che comunque con il taglio e lo sguardo obliquo conferiscono un’aria furbetta confermato con l’attenzione focalizzata sulla bocca in un gioco di sfumature a conferirle quel sorriso enigmatico che ha affascinato tutto il mondo mentre nella Ragazza di Veemer il quadro è stato creato con tanti



punti luce mandati sopratutto da quelli perlacei dell’orecchino con un altro punto luce all’angolo della bocca rossa e polposa come fosse una goccia di rugiada su un petalo di rosa, così pure sugli occhi che si aprono spalancati come nelle tipiche persone intimidite da un contesto (infatti era una servetta mentre il pittore il padrone di casa) emanando comunque una luce limpida ad evidenziare la freschezza di un’anima semplice. Infatti gli occhi sono lo specchio dell’anima mentre il sorriso è quello del diavolo.
Tutto questo ci appare grazie al talento e all’abilità dell’autore che non si ottiene invece con la fotografia il cui scatto è legato a solo quell’attimo che l’autore riesce a catturare. Non è detto infatti che un momento di collera o di rabbia rappresenti la vera personalità del soggetto ma solo quel preciso istante della sua vita.
Per questo la fotografia rende curando al meglio in modo artistico i corpi in posa da riprodurre sulla carta stampata o con le masse in movimento in un contesto politico sociale dal quale poter evidenziare particolari o soggetti interessanti per trarre informazioni risultando un documento prezioso per entrare nella storia quella stampata nei libri così come la pop art aveva rivelato riproducendo in massa come prodotto industriale una figura o un oggetto.

Infatti la fotografia da prodotto artistico e artigianale con i selfie in digitale è passata alla forma industriale prodotta con l’immagine globale perdendosi nell’infinito della rete con i dati recuperati da chissà chi come una sorta di messaggio affidato al caso in bottiglia e al mare. Inaffidabile e poco probabile per non dire impossibile anche se non si deve perdere la speranza che possa emergere dalla massa della differenziata di vetro e plastica che sta intasando gli oceani.
Quindi è curioso che questa tecnica sia stata adattata al film Ritratto di Giovane in Fiamme ambientato nel 700 dove insieme a questo ci sono tante incongruenze spegnendo il film di quell’aura di capolavoro di eleganza e raffinatezza accendendo invece l’applausometro per decretare un successo annunciato da Cannes sempre molto sensibile a tematiche trasgressive (premio alla sceneggiatura) e che bastava fosse davvero tale presentando un ritratto d’autore non necessariamente famoso dipinto con la tavolozza passo dopo passo dallo schizzo all’esito finale. Per tutto il resto meglio un velo pietoso, ma questa è un’altra storia.

domenica 15 dicembre 2019

UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK e TENDENZE DA MANHATTAN


Woody Allen è uscito con la sua nuova commedia Un Giorno di Pioggia a New York che si svolge sotto una pioggia scrosciante come a voler chiudere con un tocco di malinconia sulla sua Manhattan non più quella romantica al tempo del suo film in bianco e nero dal titolo omonimo ma quella  post- Sex And The City la cui peculiarità lasciata in eredità è quella dello shopping griffato ora diventato d’occasione perché trovi accessori come borse e orologi grandi firme a pochi dollari lungo le strade, così come dichiara la protagonista Ashleigh(Elle Fanning) ricordando le due incursioni da bambina con i suoi genitori in quella parte di New York più alla moda tanto da aver surclassato la Quinta Strada.
Woody ha purtroppo da tempo perso la sua vena creativa geniale perché libera da condizionamenti di sorta, problemi familiari in primis, per ripiegarsi su sé stesso (dopo la batosta del mee-to) prendendo ispirazione dai suoi ultimi film girati a riproporci sempre le stesse situazioni con la bionda fragile e spocchiosamente intellettuale e la bruna che la sa lunga in fatto di rapporti  terra terra magari camuffati in sogni che sorvolino sulla realtà e la solita dea dell’amore impersonata da una prostituta altissima e dinoccolata alla Mila Sorvino per intenderci ma più pragmatica che ancor prima di presentarsi mette sul tavolo la tariffa “500 euro al colpo, piccolo” assicurando di realizzare sogni senza alcun ombra di dubbio perché con lei non fai cilecca.
Tutto questo mentre Ashley è in cerca di una chicca, una sorta di scoop così definito dal grande regista che le ha concesso un’intervista nonostante scriva su un giornaletto dell’Università da lei frequentata insieme al suo ragazzo, “il piccolo” Gatsby impersonato da Timothèe Chalamet.
Il quale ha la testa infarcita di cultura inglomerata grazie agli spintoni di incoraggiamento materni che lo incita a non perdersi una mostra, un libro in uscita una battuta con citazioni colte da intervallare nei suoi discorsi per elevarsi dalla massa facendo una figura interessante, e le mani sul tavolo da gioco avendo la passione del poker che gli porta tanta fortuna essendo imbranato in amore.

Infatti la fidanzatina aspirante giornalista “una velina” apparentemente ingenua tutta acqua e sapone in realtà è un’ambiziosa che si prostra sull’uomo giusto al vertice in una smoderata ammirazione che la trasforma in una musa ideale perché la sola capace di comprendere un genio fino in fondo, di incoraggiarlo e sostenerlo per poi consolarlo quando entra in crisi avendo  il regista affondato l’anima nell’alcol o lo sceneggiatore deprimersi nel beccare la moglie con il miglior amico. Tutti e due restano affascinati dall’affascinazione che subisce questa fanciulla vestita da giornalista in gamba con una minigonna vertiginosa e ballerine ai piedi ma invece di mandarla a fan…”club” la corteggiano fino a quando entra in scena  il divo straniero dall’accento latino spagnolo, come una sorta di Banderas succube della fidanzata a nome “Griffit”,  il quale in un momento di solitudine la invita nel suo letto che lei non disdegna perché così “avrò qualcosa da raccontare ai nipotini” come a ribadir che “ogni lasciata è persa” tanto per citare Alessandra Mastronardi sempre nel film di Woody Allen To Rome With Love.
Insomma gira e rigira Woody si ripete soprattutto infierendo metaforicamente sulla sua ex moglie Mia Farrow così come aveva fatto in Midnight Paris dove aveva dato il ruolo di Zelda del Grande Gatsby interpretato appunto dalla Farrow a una ubriacona persa.

Nel film Un Week End di Pioggia a New York  infatti il fidanzatino si chiama Gatsby come anche il sognatore e visionario  Di Caprio del remake del film perché anche Ashleigh, figlia di proprietario di banche, è una sorta di Daisy  interpretata da Carey Mulligan (la figlia di Gekko Nel denaro non Dorme mai), è come lei sognatrice e romantica ma molto sveglia quando si parla di denaro. Ashley pronunciato esattamente come Ashleigh è anche il nome del poeta inetto di Via Col Vento e da qui si possono trarre conclusioni nemmeno tanto azzardate di un film sul filo della vendetta verso la ex moglie impersonata come tipologia proprio da Elle Fanning.

La partita fra lei e Gatsby la vince comunque la brunetta (Selena Gomez) perché le sue labbra polpose e carnose invitano a un bacio profondo che l’ imbranato fidanzatino di Ashleigh riesce a dare dopo alcune prove con un lingua in bocca lungo e profondo imparando la differenza fra sesso con una femmina ed affinità elettive con una svaporata biondina anche se tante soddisfazioni gli dava comunque quella fidanzatina spocchiosa in un botta e risposta al fulmicotone indovinando le citazioni con un pronto “Questa la so” . Così finiva lì la libidine condivisa che si materializzava poi con la vincita al gioco di lui e il successo nella vita di lei ascesa al destino di musa di qualcuno anche se in realtà la usa per portarla a girare intorno al palo. “Perché chi vive la realtà non sa fare di meglio” pigola la brunetta mettendo sul chi va là il giovane Gatsby convincendolo che la vera arte creativa stia in un lingua in bocca passionale.
Insomma così, personaggi e personaggetti che Woody fa sfilare per autoassolversi uscendo con eleganza e classe da un impasse imbarazzante come l’accusa di pedofilia nel raccontare la bellezza della freschezza ingenua fragile romantica e sognatrice di una gioventù un po’ svitata ma indispensabile  come una sorta di linfa vitale per alimentare “il genio” così come ha compreso l’Europa mentre l’America continua a boicottare i suoi lavori sotto l’accusa infamante di pedofilia.

                                 TENDENZE DA MANHATTAN. DI WOODY ALLEN


Il film Una Giornata di Pioggia a New York è carino senza lode né infamia con battute a scoppio ritardato facendo riflettere prima di capirle come quella che dice Ashleigh  riferendosi alla sua amica facendo un parallelo, la quale dopo aver incontrato un bel tenebroso tutto sesso aveva avuto un’emorragia facendole apprezzare la pillola del giorno dopo.  Non fa ridere ma poi si capisce il nesso.La città è come al solito deserta, così come tutte quelle che hanno fatto da location ultimamente ai film di Allen, dove i protagonisti si muovono come su un set teatrale con tutta tranquillità e, in questo contesto di New York, alla faccia della sicurezza visto come le strade siano diventate un pericolo.

La nota di costume è rappresentata dal ritorno della minigonne a piegoline o in plissé vertiginose ma in stile caste fanciulle in fiore perché sopra le gambe nude ci sono maglioncini pastello e collettini bianchi per la bionda Ashleigh come nella foto con la tipica borsa “anni 70 da postino” (così come era Eva Aulin negli anni 70, l’aspirante suocera del premier Giuseppe Conte fidanzato con la figlia Olivia Palladino)  e t-shirt per la brunetta Shannon intraprendente mentre è a tutto color champagne per la escort in dolce vita a New York. Insomma un classico continuo così come le citazioni a mettere in evidenza una gioventù comunque effervescente preparata culturalmente con tanta lettura di classici e contemporanei, e informata,  digitalmente connessa e aggiornata su spettacoli mostre e quant’altro con frequentazioni di party dove fra tante sbevazzate si scambiano idee in un fermento creativo d’avanguardia.  


 Ma questa è New York bellezza che detta il trend del prossimo futuro giovanile ed in primis nelle formazioni umanistiche  dove l’essenziale sono le letture di classici e contemporanei che in Italia sono in ultima fila,  ed un percorso originale di personale sperimentazione piuttosto che di studi regolari i quali comunque restano essenziali per le materie scientifiche e medicina. Come a dire che i giovani se intraprendono le facoltà per ottenere una laurea in filosofia lettere psicologia e quant’altro perdono solo tempo. Questa è la dura realtà da vivere per i nuovi “dandy in gelatina” (altro film di Mia Farrow) non “avendo di meglio da fare!” così come insegna la brunetta Shannon dicendo pane al pene perché se lo mangia in un boccone anche senza, anzi meglio, denti, facendo diventare il ragazzino un grande Gatsby mentre ad  Ashleigh caricata in carrozza per visitare New York non resterà che tornare a studiare all’Università per vivere la sua realtà non avendo più di meglio da fare che girare intorno al palo di qualche mito da affascinare con delle interviste di serie  “le chicche del nonno”. Un film con tanta ironia e morale in tasca. Da che pulpito vien la regia!

mercoledì 11 dicembre 2019

TOSCA IN RAI PLAY

             
Il Sabato pomeriggio è da sempre dedicato allo shopping per cui quelli che si sono persi la diretta della Tosca alla Scala di Milano, hanno potuto vederla su RaI Play fin dal momento delle sfilate nel foyer dove a dire il vero non c’era gran che di eleganza con tutta una serie di personaggi della Tv dove ha imperversato il nero e due soli ospiti illustri di rilievo come il Presidente Mattarella e Giuliana Segre che abbiamo visto pochi giorni fa su Rai Tre nella Grande Storia a dare la sua commovente testimonianza come deportata della Shoah.

 La cosa che ha colpito era stato il suo distacco da quella ragazzina che aveva tanto sofferto e della quale parlava con un senso di protezione come se lei fossa andata avanti nella vita lasciandola in una sorta di campana di vetro a congelarne il dolore mentre lei cresceva senza odio per integrarsi nel sistema che l’aveva rifiutata ma probabilmente anche senza una vera felicità che probabilmente sta trovando nel rielaborale quella sorta di lutto per la ragazzina traumatizzata dalla guerra e dalle torture subite, scegliendo di gridarlo a tutto il mondo.

A parte queste doverose considerazioni, tornando alla Tosca se la scenografia era di genere Kolossal non è stato così per i costumi che anche se in stile impero non erano ispirati a quelli originali dell’epoca specie nei colori sfumati dei tessuti che non erano ancora stati inventati, ma non solo perché anche i mantelli erano gonfi di aria così come la stola rossa in seta che praticamente era solo una sorta di pashmina.





E poi lui Scarpia che l’ accoglie nel suo studio in vestaglia come se fosse già pronto per la molestia da esibizionista prepotente in un confronto con la performance del suo antagonista e del suo Mario per la Tosca, perdente di natura come a voler dire “lui ce l’ha piccolo”!
"Giammai!"






Dalla tragedia alla farsa il passo è stato breve

che comunque si è librato nell’aria quando la Tosca è stata assunta in cielo  ad effetto mongolfiera per tutte le vesti gonfie che volavano.
Per dare l’effetto dell’angelo in volo si è ricorsi a una controfigura stante la stazza della soprano che non si poteva sollevare facilmente. E allora perché introdurre questa innovazione e non farla cadere dagli spalti come da libretto? Mah! Eppure l’opera è stata applaudita per ben quindici minuti ma sicuramente perchè gli spettatori anche se sono stati numerosi come non mai non erano certo quelli selettivi, pochi ma buoni,  degli antichi fasti.  E allora Callas forever, l’originale.

venerdì 6 dicembre 2019

TOSCA ALLA SCALA IN TRIPUDIO SCENOGRAFICO



La Scala ha aperto la sua stagione Lirica con la Tosca in testa al Cartellone e promossa come un successo annunciato per la versione Kolossal.
La scenografia infatti è imponente curata da molto artisti del settore a conferma dello spettacolo che la Scala sa sempre offrire con l’allestimento di un’Opera. La quale finalmente non avvalendosi di un tavolo e qualche separé parte già avvantaggiata nel dare un sostanzioso supporto alla messa in scena ed ai cantanti per offrire uno spettacolo eccellente a culminar nella tragedia finale sull’acuto della soprano quando recita il sonetto prima di buttarsi dal balcone: “ A Dio Scarpìa!!!!”



La Callas con questo acuto aveva conquistato il mondo intero restando indimenticata anche nel costume stile Impero con i mitici Swarowsky nella corona e nel collier che lei si faceva confezionare appositamente da un orafo di fiducia tanto da meritarsi una mostra post mortem di tutti questi monili che a tutti gli effetti possono essere definiti gioielli e non semplici bijoux perché studiati in tutta la loro imperiosa e luccicante raffinatezza di cristalli che nella Lirica e nella danza classica l’hanno sempre fatto da padroni prima che le sole luci di scena prendessero il sopravvento con giochi sempre più sofisticati tra effetti scenografici laser e sfondi in digitale.
Se la tradizione si rinnova contribuisce sicuramente al gradimento dello spettacolo ma se la tradizione viene esaltata in tutta la sua pomposità o magnificenza come esigono gli ambienti che in questo contesto di Tosca è il Castel Sant’Angelo una Basilica e i Palazzi nobiliari riproducendo fedelmente le sue bellezze architettoniche con capitelli e balconi o quelle di arredo interno fra arazzi e statue dipinti fra il sacro e profano allora sarà un trionfo che a pochi eletti sarà concesso di vedere dal vivo perché lo spettacolo della Scala è unico in tutto il mondo tanto che personaggi illustri come Star  e Reali non hanno mai voluto mancare ad almeno un appuntamento con le prime, restando indimenticate le presenze di John Kennedi jr e Caroline Basset, il principe Carlo d'Inghilterra  insieme a Reali d’Europa, Capi di Stato e VIP, very VIP della Moda della Danza e della musica internazionale, con tutto il folclore delle starlette al seguito.

La curiosità è che dalla Scala siano bandite canzonette musical e saggi mesti di danza scolastica tanto amati invece dai templi della Lirica di provincia, Teatro Regio in primis il quale con tutta la massa di pubblico da stadio o da Toscanini, sui palchi ha i velluti tutti ammaccati e con i buchi. Il sipario per esempio dal velluto rosso vivo è diventato bordeaux con le decorazioni della passamanerie in oro ispento e ingrigito avendo bisogno di una lavata con il detersivo che ravvivi i colori facendoli ritornare  allo splendore degli antichi fasti.
Se i panni sporchi vanno lavati in casa, questo vale anche per i velluti in scena e retroscena di un Teatro. Suvvia, forza all'opera a far restauro e a dare una lavata a velluti e vellutini per arrivare in grande spolvero al prossimo appuntamento della Lirica. Questa è la sfida per rappresentare l'evento culturale più importante di una Città modello non solo di prosciutto formaggio e anolini....Sì lo so, a pancia piena si conclude sempre poco!

       NOTA DI COSTUME IL RITORNO DELLA SOPRANO GRASSA
La protagonista della Tosca Anna Netrebko si presenta secondo il modello standard delle soprano che hanno sempre imperversato nella lirica, dopo una parentesi in linea sexy, a seguir quel detto che il petto forte e bacino largo fossero sinonimi di voce estesa dagli acuti sublimi e irraggiungibili.
Una leggenda che Maria Callas aveva sfatato mettendosi in forma di una modella così come si evince dalla foto trasformandosi da grassa soprano a una icona modello di eleganza senza con questo perdere la voce anche se comunque col tempo il timbro era cambiato ma questo era da imputare al fatto che la Callas presa dalla vita mondana e dalla passione per Onassis che non potendola sentir cantare l'aveva allontanato dalle scene, la trascurava senza fare i solfeggi gionalieri necessari per mantenerla limpida così come l'aveva nei suoi trionfi alla Scala.
Da un po' di tempo comunque si è notato il ritorno nella lirica di cantanti di larga stazza che si impongono sulla scena con immobilismo attenti a non scomporsi troppo  puntandosi al centro per fare il loro acuto e ricevere l'applauso anche se a discapito di una dinamica recitazione.
Il pubblico è diventato meno esigente di una volta perchè i veri melomani non ci sono più lasciando il posto ai VIP e personaggi eccellenti che vanno solo per mettersi in mostra in un evento prestigioso.
Così le Traviate, le Tosche le Butterfly o le varie Turandot che dovrebbero rappresentare donne di mondo sensuali e bellissime oppure eteree gheishe imperiose regine od erotiche schiave sono grasse in maniera imbarazzante proprio perchè troppo in carne con fondo schiena basso e petto in carne che non esitano a mettere in mostra come articolo civetta accattivante più di quanto lo sia la voce.

Più che ad ispirarsi alla Callas infatti il loro modello sembra quello di Monserrat Caballé, grandissima comunque, ma sembra quasi che l'intento sia quello  di far dimenticare la Divina Maria Callas non perdonandole forse  il tradimento di aver abbandonato la Lirica dalle opere immortali per inseguir un mondo effimero con tutto il suo lusso e mondanità come a rimarcare che “la Casta Diva” in realtà non fosse tale.
Tale come lo erano Renata Tebaldi per esempio o la Raina Kabaivanska...
Può essere anche se sembra quasi una dichiarazione sul filo della Volpe e l'Uva quando la Volpe diceva che non le piaceva l'Uva perchè non arrivava alla sua altezza.
Callas Forever comunque. L'originale.

NATALE A CACCIA DI REGALI

Domani scatta lo shopping per i regali Natalizi. Con argent de pos? No, con le tasche piene di contante "vedere cammello pagare moneta": non tutto è a buon mercato nemmeno al mercatino o bei o bei.






giovedì 5 dicembre 2019

CON AMADEUS IN FILA PER SAN REMO

 
La lista è lunga ma l’aspettiamo a San Remo. Manca poco all’evento canoro più importante d’Italia conosciuto anche a livello Nazionale, ma nella lista i partecipanti sono tutti in forse.
Amadeus non si decide forse perché giustamente non vuol sbagliare una sola mossa. Tutto deve essere pianificato al meglio perché è in gioco la sua carriera anche se consolidata. Infatti Amadeus lavora in questa azienda che si chiama RAI da tanti anni rimanendo sempre comunque defilato rispetto ad altri conduttori. Se non fosse stata quella “scossa” della Giovanna a dare un colpo di luce al quiz da lui condotto anni fa, forse non avrebbe raggiunto quel traguardo raggiunto oggi passo dopo passo lavorando sodo.
Amadeus è stato premiato da mamma RAI che lo ha assurto a conduttore Number One avendo spopolato con un quiz accattivante come i Soliti Ignoti al quale tanti VIP della Tv fanno a gara per partecipare.

Il format è stato abbinato alla Lotteria Italia ma non solo perché Amadeus è stato chiamato a condurre il Festival di San Remo che comunque vada sarà sempre un successo, visto come lo ha raccolto anche un Claudio Baglioni bravo cantante ma come conduttore un bel zero in condotta.
Tutti in fila dunque in nomination sia come VIP cantanti e ospiti che come “vallette” la cui lista quest'ultima è fra le più appetitose perché ci sono nomi  eccellenti come Diletta Leotta Chiara Ferragni Monica Belucci e tante altre. Nessuna conferma ma tante polemiche come da copione del Festival di San Remo, tutto per far parlare dell’evento anche se il gossip può danneggiare l’immagine come quella di Chiara Ferragni contestata come imprenditrice digitale reginetta dei follower perchè ritenuta diversamente abile come mamma avendo usato il suo bambino per il business social una pratica rifiutata in toto da reali e star perché dopo il boom delle copertine scoppiato negli anni 60 aperto da una famosa diva in posa con il pupo appena nato e profumatamente pagato (o forse no)dai tabloid, tali copertine sono state messe al bando per proteggere i minori dall’avidità dei loro genitori famosi. I quali sono corsi ai ripari mettendo la mamma gravida in posa col pancione fino ad arrivare all'ecografia della famosa soubrette per dare l'annuncio in anteprima del sesso del nascituro riuscendo a trasfor mare la sacralità della nascita in un evento trash.
Personalmente, io comunque invidio molto Chiara Ferragni perché sul web non è clonata così come succede ad una blogger che conosco la quale ogni giorno si vede spuntare un' icon/a con il suo stesso nome che i media complici chiamano robot anche se in realtà sono delinquenti digitali in quanto stalker avendoli la Blogger avvisati degli abusi che subiva arrecandole disturbo e molestia.
Chiara Ferragni subisce attacchi ma che con quello che guadagna li considera parte del gioco che porta sempre pubblicità  per cui vedremo se il gioco si farà duro con la sua esclusione da San Remo nel quale per il momento sono in forse anche i Big.

Infatti nella lunga lista ci sono anche Al Bano e Romina, sempre garanzia di successo, ma non sono ancora stati confermati nonostante tutta l’Italia stia con il fiato sospeso. Forse non ha aiutato l’appello per Ilenia trasmesso a  Chi l’ha Visto su Rai Tre diffuso in tutto il mondo da Romina Power appoggiata da tutta la famiglia Carrisi con Al Bano in testa per rispetto al suo cuore di mamma che non si rassegna, giustamente per lei, ma forse non per San Remo dove a trionfare sono solo le canzonette. Certo l’aura del dramma e della tragedia può contribuire nelle votazioni ma non pensiamo che la coppia lo abbia fatto di proposito perché  storicamente il loro percorso di cantanti vincenti si basa sulla Felicità e la gioia di cantare in coppia sopratutto dopo la sintonia elettiva ritrovata che non potrà che continuare a contagiare il pubblico il quale li ama tanto ammirando Romina come madre coraggio.

E a proposito di mamma coraggio perché nella lista non viene aggiunto il nome di Elena Santarelli per esempio che ha lottato tanto per il suo bambino superando con lui la malattia che verso tanti adulti non perdona per non aver preso il male in tempo e  se "perdona" forse era solo un'errore di diagnosi così come si sussurra molto piano nelle conferenze Internazionali? I bambini si sa invece che hanno più energie per combattere e vincere sul male.
Nelle Kermesse Sanremesi precedenti abbiamo avuto un’altra madre coraggio impersonata da Luciana Littizzetto la quale in diretta aveva mandato una letterina al suo bambino appena adottato che aveva mandato in visibilio il pubblico con un standing ovation.
Insomma non solo canzonette ma tanto spazio anche alle emozioni, quelle che fanno luccicar gli occhi che molto spesso si trasformano in calde lacrime di commozione fra le note di una felicità vissuta e non solo cantata, perduta o ritrovata.

Curiosità: fra i mercatini o bei o bei natalizi c'era anche questo pezzo che riguarda S.Remo "non solo canzonette".





martedì 3 dicembre 2019

I MEDICI LE ARMI lL'AMORE E IL POTERE ALLE DONNE


La Rai aveva trovato il suo filone d’oro con il serial dei Medici per cui giustamente tornano nella terza stagione dopo aver chiuso la puntata precedente con l’assassinio di Giuliano dei Medici fratello di Lorenzo il Magnifico, la congiura dei Pazzi e la loro esecuzione nella pubblica Piazza
In questa nuova versione la famiglia d’eccellenza di Firenze avendo dominato la città da varie generazioni, è alle prese con guerre papali perché lo Stato Pontificio vuole distruggere I Medici per prendere il potere della città capeggiata proprio dall’assassino di Giuliano. Il quale con il benestare del Papa si allea con le truppe del Regno di Napoli per assediare Firenze e mettere in ginocchio Lorenzo sterminando tutta la sua famiglia.
Il Magnifico è dunque chiamato a difendere tutto quello che era stato conquistato dal Capo indiscusso Cosimo il primo mecenate della città di Firenze la cui eredità era stata gestita in tutta la sua magnificenza da Lorenzo arrivando al punto di doverla difendere rispondendo a fuoco su fuoco verso il Papa, surclassando perfino una scomunica al popolo fiorentino con la formazione dei Vescovi della Toscana in ribellione verso il Papa a neutralizzare le sue decisioni  non riconoscendolo Capo della Giurisdizione  Toscana.

Lorenzo dunque più che mecenate in questa stagione è esaltato come guerriero e stratega per salvare la sua famiglia e la città di Firenze così come deve essere un imprenditore illuminato il quale se salva la famiglia salva anche l’azienda in questo caso di arti e mestieri fiorentini.
Sì perchè Firenze ha uno stretto legame con i Medici avendo ricevuto da questi lavoro e benessere per cui sentono di dover legare il loro destino a questa famiglia eccellente.
Un po’ come succede oggi con i Reali del Regno Unito il quale se è disposto a separarsi dall’Europa con la Brexit, è ben conscio di poter mantenere il suo potere tenendosi ben stretto i legami con la Famiglia Reale dei Windsor  la quale a sua volta è consapevole della responsabilità verso il popolo Inglese per cui non ha mai esitato ad espellere tutti quelli che creavano scandalo e danno all’immagine della Corona posata sul Capo della Regina Elisabetta della cui fedeltà non ci sono mai stati dubbi nel corso di tutto il suo regno.
Insomma I Medici anche se non sono nobili sono riveriti e rispettati come tali tanto che nel corso degli anni a venire la famiglia acquisirà titoli nobiliari con il matrimonio di Caterina de Medici col Re di Francia anche se sarà da questi umiliata portando in scena reale la favorita Diana di Poitiers donna bellissima e intelligente perché alla morte del Re, invece di fuggire come avevano fatto tante amanti della storia come  Pompadour e Du Barry, aveva restituito tutti i gioielli a Caterina per farsi perdonare.

All’amor non si comanda per cui saggiamente Caterina si era ripresa i gioielli facendo pace con la Poitiers e regnando sulla  Francia con lungimiranza dando l’esempio di come una Medici potesse governare.
Infatti le donne dei Medici così come sono rappresentate anche in questa ultima serie televisiva più che seduttrici sessuali sono state donne di potere prendendo parte alle scelte politiche e strategiche di guerra della famiglia.
Il serial mette in risalto la posizione prestigiosa occupata dalle donne che vanno oltre al loro ruolo di madonne venerate partecipando attivamente nel tessere relazioni importanti tra politica finanza bancaria e clero, un potere diviso equamente tra la suocera madre di Lorenzo e Giuliano e la nuora Clarice molto attiva nelle opere di carità e abile nel conquistarsi il  rispetto del mondo clericale ed in particolare del Savonarola.


Il quale curiosamente quando si presenta a Lorenzo dice: “Il mio nome è Girolamo, Girolamo Savonarola” neanche fosse James Bond.
Ecco questa è l’unica pecca che troviamo nella nuova serie anche se ci sarebbe da discutere sulle scelte dei protagonisti molto somiglianti a reali o superstar contemporanei. Ma ci sta così come il fatto che le donne dei Medici siano moralmente ineccepibili ivi compresa la sorella di Lorenzo e Giuliano anche lei di grande tempra  esiliata da Firenze ma solo perché era rimasta fedele al marito imparentato con i Pazzi, mentre tutte le altre sono faccendiere e mediane, come Alessandra Mastronardi nel ruolo di Lucrezia Donati ex amante di Lorenzo, o Caterina Sforza moglie dell’assassino di Giuliano, Riario, rappresentata come una sorta di anima nera che invece di far l’amore consiglia il marito su come tradire gli alleati per accaparrarsi tutta Firenze senza doverla dividere con i napoletani.

 Insomma niente modelle desnude, amanti concubine ma  poco sesso e tanto amore coniugalmente sacro con battesimi  nascite e accoglienza di bambini illegittimi come Giulio figlio segreto di Giuliano, perchè in questa serie vanno tutti in guerra per salvare Firenze facendola risorgere nel liberarsi dalla  corruzione papale e dai nemici degli staterelli alleati allo Stato Pontificio al quale darà un duro colpo anche il Savonarola. Dopo aver siglato un trattato di Pace e un periodo di purificazione imposto ai costumi dal Savonarola,  per Firenze si apre il vero Rinascimento esaltando la città in tutta la sua cultura e arte tramandata ai posteri,  sotto il simbolo del Giglio.

I MEDICI con LE MADONNE IN GIGLIO E ALTRE CURIOSITA'



.....E ALTRE CURIOSITA'
Ma Melania mi copia?
Come diceva un noto stilista italiano, le tendenze sono nell'aria e pochi le captano. Capito? Captato: giallo e viola sono accostamenti di tendenza.



Così come gli occhiali vintage di cui sopra che sono riproposti in commercio da Oliver Peoples sul modello di Cary Grant in Intrigo Internazionale quel film mitico dove insieme ad Eve Marrie Saint si era trovato in cima ai Monumenti rappresentanti 4 Presidenti degli USA.