domenica 15 dicembre 2019
UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK e TENDENZE DA MANHATTAN
Woody Allen è uscito con la sua nuova commedia Un Giorno di Pioggia a New York che si svolge sotto una pioggia scrosciante come a voler chiudere con un tocco di malinconia sulla sua Manhattan non più quella romantica al tempo del suo film in bianco e nero dal titolo omonimo ma quella post- Sex And The City la cui peculiarità lasciata in eredità è quella dello shopping griffato ora diventato d’occasione perché trovi accessori come borse e orologi grandi firme a pochi dollari lungo le strade, così come dichiara la protagonista Ashleigh(Elle Fanning) ricordando le due incursioni da bambina con i suoi genitori in quella parte di New York più alla moda tanto da aver surclassato la Quinta Strada.
Woody ha purtroppo da tempo perso la sua vena creativa geniale perché libera da condizionamenti di sorta, problemi familiari in primis, per ripiegarsi su sé stesso (dopo la batosta del mee-to) prendendo ispirazione dai suoi ultimi film girati a riproporci sempre le stesse situazioni con la bionda fragile e spocchiosamente intellettuale e la bruna che la sa lunga in fatto di rapporti terra terra magari camuffati in sogni che sorvolino sulla realtà e la solita dea dell’amore impersonata da una prostituta altissima e dinoccolata alla Mila Sorvino per intenderci ma più pragmatica che ancor prima di presentarsi mette sul tavolo la tariffa “500 euro al colpo, piccolo” assicurando di realizzare sogni senza alcun ombra di dubbio perché con lei non fai cilecca.
Tutto questo mentre Ashley è in cerca di una chicca, una sorta di scoop così definito dal grande regista che le ha concesso un’intervista nonostante scriva su un giornaletto dell’Università da lei frequentata insieme al suo ragazzo, “il piccolo” Gatsby impersonato da Timothèe Chalamet.
Il quale ha la testa infarcita di cultura inglomerata grazie agli spintoni di incoraggiamento materni che lo incita a non perdersi una mostra, un libro in uscita una battuta con citazioni colte da intervallare nei suoi discorsi per elevarsi dalla massa facendo una figura interessante, e le mani sul tavolo da gioco avendo la passione del poker che gli porta tanta fortuna essendo imbranato in amore.
Infatti la fidanzatina aspirante giornalista “una velina” apparentemente ingenua tutta acqua e sapone in realtà è un’ambiziosa che si prostra sull’uomo giusto al vertice in una smoderata ammirazione che la trasforma in una musa ideale perché la sola capace di comprendere un genio fino in fondo, di incoraggiarlo e sostenerlo per poi consolarlo quando entra in crisi avendo il regista affondato l’anima nell’alcol o lo sceneggiatore deprimersi nel beccare la moglie con il miglior amico. Tutti e due restano affascinati dall’affascinazione che subisce questa fanciulla vestita da giornalista in gamba con una minigonna vertiginosa e ballerine ai piedi ma invece di mandarla a fan…”club” la corteggiano fino a quando entra in scena il divo straniero dall’accento latino spagnolo, come una sorta di Banderas succube della fidanzata a nome “Griffit”, il quale in un momento di solitudine la invita nel suo letto che lei non disdegna perché così “avrò qualcosa da raccontare ai nipotini” come a ribadir che “ogni lasciata è persa” tanto per citare Alessandra Mastronardi sempre nel film di Woody Allen To Rome With Love.
Insomma gira e rigira Woody si ripete soprattutto infierendo metaforicamente sulla sua ex moglie Mia Farrow così come aveva fatto in Midnight Paris dove aveva dato il ruolo di Zelda del Grande Gatsby interpretato appunto dalla Farrow a una ubriacona persa.
Nel film Un Week End di Pioggia a New York infatti il fidanzatino si chiama Gatsby come anche il sognatore e visionario Di Caprio del remake del film perché anche Ashleigh, figlia di proprietario di banche, è una sorta di Daisy interpretata da Carey Mulligan (la figlia di Gekko Nel denaro non Dorme mai), è come lei sognatrice e romantica ma molto sveglia quando si parla di denaro. Ashley pronunciato esattamente come Ashleigh è anche il nome del poeta inetto di Via Col Vento e da qui si possono trarre conclusioni nemmeno tanto azzardate di un film sul filo della vendetta verso la ex moglie impersonata come tipologia proprio da Elle Fanning.
La partita fra lei e Gatsby la vince comunque la brunetta (Selena Gomez) perché le sue labbra polpose e carnose invitano a un bacio profondo che l’ imbranato fidanzatino di Ashleigh riesce a dare dopo alcune prove con un lingua in bocca lungo e profondo imparando la differenza fra sesso con una femmina ed affinità elettive con una svaporata biondina anche se tante soddisfazioni gli dava comunque quella fidanzatina spocchiosa in un botta e risposta al fulmicotone indovinando le citazioni con un pronto “Questa la so” . Così finiva lì la libidine condivisa che si materializzava poi con la vincita al gioco di lui e il successo nella vita di lei ascesa al destino di musa di qualcuno anche se in realtà la usa per portarla a girare intorno al palo. “Perché chi vive la realtà non sa fare di meglio” pigola la brunetta mettendo sul chi va là il giovane Gatsby convincendolo che la vera arte creativa stia in un lingua in bocca passionale.
Insomma così, personaggi e personaggetti che Woody fa sfilare per autoassolversi uscendo con eleganza e classe da un impasse imbarazzante come l’accusa di pedofilia nel raccontare la bellezza della freschezza ingenua fragile romantica e sognatrice di una gioventù un po’ svitata ma indispensabile come una sorta di linfa vitale per alimentare “il genio” così come ha compreso l’Europa mentre l’America continua a boicottare i suoi lavori sotto l’accusa infamante di pedofilia.
TENDENZE DA MANHATTAN. DI WOODY ALLEN
Il film Una Giornata di Pioggia a New York è carino senza lode né infamia con battute a scoppio ritardato facendo riflettere prima di capirle come quella che dice Ashleigh riferendosi alla sua amica facendo un parallelo, la quale dopo aver incontrato un bel tenebroso tutto sesso aveva avuto un’emorragia facendole apprezzare la pillola del giorno dopo. Non fa ridere ma poi si capisce il nesso.La città è come al solito deserta, così come tutte quelle che hanno fatto da location ultimamente ai film di Allen, dove i protagonisti si muovono come su un set teatrale con tutta tranquillità e, in questo contesto di New York, alla faccia della sicurezza visto come le strade siano diventate un pericolo.
La nota di costume è rappresentata dal ritorno della minigonne a piegoline o in plissé vertiginose ma in stile caste fanciulle in fiore perché sopra le gambe nude ci sono maglioncini pastello e collettini bianchi per la bionda Ashleigh come nella foto con la tipica borsa “anni 70 da postino” (così come era Eva Aulin negli anni 70, l’aspirante suocera del premier Giuseppe Conte fidanzato con la figlia Olivia Palladino) e t-shirt per la brunetta Shannon intraprendente mentre è a tutto color champagne per la escort in dolce vita a New York. Insomma un classico continuo così come le citazioni a mettere in evidenza una gioventù comunque effervescente preparata culturalmente con tanta lettura di classici e contemporanei, e informata, digitalmente connessa e aggiornata su spettacoli mostre e quant’altro con frequentazioni di party dove fra tante sbevazzate si scambiano idee in un fermento creativo d’avanguardia.
Ma questa è New York bellezza che detta il trend del prossimo futuro giovanile ed in primis nelle formazioni umanistiche dove l’essenziale sono le letture di classici e contemporanei che in Italia sono in ultima fila, ed un percorso originale di personale sperimentazione piuttosto che di studi regolari i quali comunque restano essenziali per le materie scientifiche e medicina. Come a dire che i giovani se intraprendono le facoltà per ottenere una laurea in filosofia lettere psicologia e quant’altro perdono solo tempo. Questa è la dura realtà da vivere per i nuovi “dandy in gelatina” (altro film di Mia Farrow) non “avendo di meglio da fare!” così come insegna la brunetta Shannon dicendo pane al pene perché se lo mangia in un boccone anche senza, anzi meglio, denti, facendo diventare il ragazzino un grande Gatsby mentre ad Ashleigh caricata in carrozza per visitare New York non resterà che tornare a studiare all’Università per vivere la sua realtà non avendo più di meglio da fare che girare intorno al palo di qualche mito da affascinare con delle interviste di serie “le chicche del nonno”. Un film con tanta ironia e morale in tasca. Da che pulpito vien la regia!
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