lunedì 19 aprile 2021

PIPPO FAVA E LA SUA LEZIONE DI GIORNALISMO


 Fra i grandi del giornalismo di assalto spicca la figura di Giuseppe (Pippo) Fava la cui vita è raccontata nel film Prima Che La Notte (su Rai Play) di Daniele Vicari
(il regista dell'Alligatore) nel periodo in cui tornò a Catania per dirigere Il Giornale del Sud dopo aver lasciato il lavoro a Roma di regista di teatro e scrittore. Pippo Fava è interpretato da Fabrizio Gifuni sorprendentemente somigliante al giornalista riproponendone con credibilità la figura carismatica di uomo integro con le palle quadre. Il periodo è quello dei primi anni 80 (1984) poco dopo l'assassinio del Generale Dalla Chiesa (1982) che aveva portato l'attenzione sulla mafia inducendo i siciliani a prendere atto della sua esistenza. A Palermo. Sì perchè a Catania si continuava ad ignorarla essendo la città immune attribuendo i fatti di malavita come fenomeni delinquenziali ma non di stampo mafioso. Pippo Fava dopo aver assunto la direzione del Giornale del Sud partiva in quarta pubblicando il nome di Santapaola come capo mafioso di quella città facendosi ben presto licenziare dal giornale perchè uno degli sponsor occulti apparteneva a cosa nostra. 


Il giornalista che aveva formato una squadra di giovani idealisti aveva trovato in loro una grande forza coesa nel difenderlo con l'occupazione del giornale per poi seguirlo in una nuova avventura con la fondazione del mensile I Siciliani dove spaziare in vari settori dalla cronaca allo spettacolo dall'economia all'arte ma soprattutto nello svolgere tematiche forti rivelando fatti malavitosi facendo i nomi eccellenti a loro legati pubblicando tra l'altro un articolo bomba intitolato I 4 Cavalieri della Mafia. Fra questi c'era anche il nome del suo ex sponsor, quello che lo aveva licenziato, per poi tentare di corromperlo offrendogli una cifra da capogiro per comprare il mensile facndolo ripartire “a modo” sotto protezione. Il rifiuto gli costerà la vita perchè  Pippo Fava veniva assassinato da un mandante di Nicco Santapaola, ma la sua morte non era stata vana perchè sulla base delle sue denunce giornalistiche “I Cavalieri e i Santapaola” sono stati arrestati. Ma è soprattutto la sua lezione giornalistica a restare impressa perchè fa comprendere l'importanza della stampa, quella che insegue la verità al di là del circo mediatico imperante che toglie credibilità a questo bellissimo lavoro facendolo scadere nel “patinato” per vendere più copie perchè “Questa è la bellezza cara stampa e non ci puoi fare niente” Sì, men che meno avere notizie vere.

Ecco le testuali parole di Pippo Fava, un giornalista con la schiena dritta:

“Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che, in una società democratica quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti una delle forze essenziali della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molta corruzione, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche essenziali, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene costantemente all'erta le forze dell'ordine, sollecita la costante attenzione sulla giustizia, impone ai politici il buon Governo. Se un giornale non è capace di questo, o per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze  le sopraffazioni le corruzioni e le violenze che avrebbe dovuto combattere, il suo stesso fallimento.”

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