giovedì 7 dicembre 2017

DEL PARLAR LIBERAMENTE DI TEATRO CINEMA E TV

Nicole Kidman si trasferisce a New York perchè vuole darsi al Teatro. Auguri!
Per gli stranieri il teatro ha una tradizione gloriosa della quale andare fieri: in America portata avanti da Broadway con i Musical e prosa quest'ultima molto diffusa in Europa, Regno unito in Primis, mentre in Italia vige il Bel Canto.
La prova teatrale per un attore di cine e Tv è come la prova del 9 rappresentando una sorta di quadratura di un cerchio a completare la
conquistata professionalità di serie A che va oltre l'essere divi  o grande star.





Il teatro è la prova più difficile da affrontare perchè ti mette in scena tutta la persona la quale deve avere la forza e l'energia per dominar la scena con il timbro di voce, la gestualità e la falcata per attraversare il palco.
In America la scuola più importante è da sempre l'Actors Studio che ha insegnato a molti divi a partire da James Dean, Marlon Brando passando perfino da Marylin Monroe.


Gli americani infatti nella loro recitazione si distinguono per la gestualità che accompagna tutti i monologhi anche quelli brillanti mentre in Italia per esempio la gestualità è caricata particolarmente nelle scene drammatiche: indimenticata è è quella di Sofia Loren in Matrimonio all'italiana quando accompagnava con in mano un cucchiaio che faceva roteare davanti a un piatto di minestra come fosse la bacchetta di un maestro in concerto sul leit motiv di Marcello Mastroianni davanti allo specchio quando si definiva: “Cretino cretino cretino”
“E fetente” chiudendo secca l'ouverture di Don Mimì.
Napoletani in testa la gestualità all'italiana ha fatto conoscere in tutto il mondo il cinema d'autore sempre associato alla drammaticità come quella di Anna Magnani, la romana de' Roma d'eccellenza indimenticata quando sbraitava con le braccia alzate in Roma città Aperta o alla finestra in Bellissima.
Milano era invece più allineato all'Europa con il Piccolo Teatro nel quale la gestiualità era rappresentata con la fantasia di un mimo o per dare spazio alle emozioni del viso sullo schermo, sempre in primo piano supportato dal look impeccabile con tanto di cappello per dar risalto all'autorevolezza e nobiltà e sigaretta in bocca per rappresentare il vizio e la miseria.
Della Miseria e Nobiltà è rimasto un film di Totò l'esilarante dissacratore di costume di un'italietta  brava nell'arte di arrangiarsi.
Il discorso sarebbe lungo ma per tenerla breve va sottilineato solo il fatto che il mestiere dell'attore di teatro non sempre coincide con una buona recitazione al cinema risultando spesso artificioso perchè il grande schermo tende a dilatare la gestualità.
Con il cinema è lo stesso poiché amplifica le emozioni che trasudano dai visi in primo piano dove ogni muscolo facciale che si muova un attimo è uguale alla pagina di un romanzo.

Infatti spesso è meglio il romanzo della traduzione in film perchè qui le immagini scorrono veloci non lascinando il tempo di assimilare il tormento interiore di un personaggio che l'autore del romanzo invece descrive minuziosamente.

Un escamotage molto azzeccato è quello adottato sullo schermo da alcuni registio i quali introducono alcune sequenze con la voce fuori onda a recitare pagine del romanzo. I grandi sceneggiati della Tv per esempio come I Promessi Sposi in primis, o I Fratelli Karamazoff, l'Idiota  non sarebbero stati tali se non ci fosse stata la voce fuori campo. Valeria Moriconi in Delitto e Castigo che aveva una maschera dura e impenetrabile si animava proprio grazie al sottofondo a descrivere le sue emozioni mentre era in attesa di giudizio. Così come le parole di Manzoni che accompagnavano i Promessi Sposi sono state fondamentali per dare spessore allo sceneggiato.

Al cinema la stessa operazione l'abbiamo apprezzata in Barry Lindom, Tom Jones, Le relazioni Percolose, Le avventure di Moll Flanders e curiosamente in tanti altri film in costume settecentesco come se in quell'epoca la licenziosità fosse caricata soprattutto dagli intrighi delle liaison piuttosto che dall'atto sessuale fine a sé stesso perdendo l'energia erotica. C'è un film molto significativo del quale ricordo una sequenza dove un nobile in vasca da bagno insaponato da una servetta quando viene raggiunto da un amico che la guarda con cupidigia gliela offre facendo fare sesso con lei mentre loro due continuano tranquillamente a parlare.

Una scena che perde in erotismo per sottolineare la pena di una condizione umana di classe inferiore che si distanziava enormemente da quella cosidetta nobile. 
Alle porte stava bussando comunque quella rivoluzione che avrebbe spazzato via l'encien regime. Chi di scopa ferisce di scopa perisce. Battutaccia ma ci sta.


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