sabato 9 settembre 2023

JEANNE DU BARRY, L'ULTIMA FAVORITA DEL RE











“Non sono mai stato intimamente così felice” aveva confessato il Re di Francia Luigi XV dopo aver conosciuto nell'alcova Jeanne du Barry che assurgeva al ruolo di favorita, l'ultima della stirpe reale francese.“Perchè non siete mai stato in un bordello Maestà!” gli faceva eco il valletto e confidente che godeva della fiducia del Re. La biografia di Marie Jeanne Becu poi diventata contessa du Barry mette in “luce” il mestiere da lei esercitato fin dalla adolescenza, iniziata alle pratiche dal suo amante Jean Baptiste du Barry che vedeva in lei, dotata di grande bellezza e grazia, un talento da far fruttare presentandola ad amici nobili a rimpinguar le sue casse sempre vuote per il vizio di gioco e donne.  Pertanto il film Jeanne Du Barry, diretto e interpretato da Maiwenn non convince lasciando perplessi sul fatto che la regista e interprete si sia ispirata, invece che alla storia, ad Asia Argento e la sua Du Barry in Marie Antoinette dove l'aveva rappresentata come una sorta di buzzicona rozza e volgare così come era stata tacciata a Corte  per le sue umili origini  di “cortigiana di vil razza”.

Così né Asia Argento né Maiwenn hanno dato un'interpretazione veritiera  ma molto personale delineando un personaggio sulle dicerìe di malelingue che erano comunque ben lungi dalla realtà. Nelle biopic femminili cinematografiche si concede molto spazio alla fantasia e libera interpretazione passando sopra perfino alla non somiglianza fisica imponendo il personaggio anche in modo caricaturale  (così come abbiamo visto con  la Du Barry di Asia Argento, diretta da Sofia Coppola) oppure (e questa è la tendenza più diffusa del momento) sempre e comunque femministe. Basta che una donna esca dai fornelli della storia che è subito eroina nell'aver spianato la strada alle donne per la libertà ed emancipazione, pur avendo lasciato per secoli e millenni una scia di casalinghe disperate al servizio di un signor marito o amante ma sempre padre-padrone che aveva potere di vita o di morte e nella quale una massa numerosa ancora oggi si identifica pure insieme alle donne che lavorano perchè sottopagate e senza diritti alla pari degli uomini per poi finire la giornata rientrando nei panni della casalinga  disperata per dover cucinare riassettare la casa portare a letto i bambini che frignano e servire “il marito” perchè l'uomo dopo una giornata di lavoro ha le sue esigenze, altrimenti si cerca un'altra. Già fatto.

Se la storia ci tramanda Jeanne du Barry come una donna libera sfrontata licenziosa emancipata lavoratrice e prostituta part time ma comunque di gran mestiere, la regista e interprete Maiwenn traduce Jeanne Du Barry come una femminista sentimentale che si era avvicinata al Re porgendosi in modo sincero e genuino “con il Cuore” guardandolo negli occhi coraggiosamente trasgredendo il rigido protocollo di Corte. Il film si dipana raccontando la “storia d'amore” fra l'anziano Re Luigi XV e la sua giovane favorita perchè la regista crede nella profondità dei loro sentimenti anche se la favola è quella di una Reggia (di Versailles) e un'anima sola, quella del Re tanto innamoratro da fare della Du Barry la regina della sua Corte. 

Lei infatti è stata la vera influencer di Corte, per i gusti raffinati acquisiti facendo i lavori più svariati dalla sarta alla modista, dalla parrucchiera alla commessa di stoffe e passamanerie che l'avevano resa esperta e competente nel settore fashion imponendo il suo stile lussuoso e particolare sia a livello di abbigliamento che di arredo ed oggettistica con le Ceramiche di Sevre, ispirando Marie Antoinette quando dall'Austria era arrivata a Corte priva di quel gusto “tutto francese”  che aveva ben presto assimilato “copiando” dalla Du Barry della quale segretamente avrebbe voluto essere amica. Sì perchè la rivalità fra le due era più costruita che veritiera essendo  Marie Antoinette  stata messa contro Jeanne du Barry montando dicerie e maldicenze dalle tre sorelle del Re che la odiavano arrivando a portar via di peso  la delfina quando si trovava a condividere la stessa stanza di “quella ex prostituta” generando in Marie Antoinette una forma di rigetto verso la favorità del Re. 

La quale comunque piaceva al Re assai per cui non temeva confronti conscia del suo potere seduttivo su di lui e non solo, che la rendevano sicura dell'amore e del sostegno del re anche se, purtroppo per la Maiwenn, lei non condivideva approfittando della sua posizione per accumular ricchezze non avendo mire di potere o faccende politiche. Forse per questo la Maiwenn ha preso un abbaglio facendo della Madama la Favorita una donna innamorata tanto che per motivare questa sua tesi “stravagante” ha scelto di far interpretare l'anziano Re dal fascinoso Johnny Depp ignorando la realtà perchè più che l'amor poterono le arti da bordello che per il Re, abituato alle fanciulline nobili a modo ma senza arte né parte che gli infilavan nel suo letto, la Du Barry era stata una rivelazione diventando la favorita più amata. Infatti aveva preso il posto della Pompadour che si era invece imposta per la sua abilità di faccendiera di potere influenzando il Re nelle scelte politiche e di Governo e nelle scelte delle fanciulline in fiore che gestiva come una sorta di maitresse da portare nel suo letto, essendo lei impedita per un disturbo intimo che la faceva soffrire con la penetrazione, confermando quel detto che le vie “dell'amore” siano infinite: lato a) lato b) girando intorno al palo  e... compagnia bella! Il potere sessuale della Du Barry, intimo esclusivo ed appagante aveva superato quello della Pompadour tanto da far diventare il Re schiavo d'amore. Un amore non corrisposto perchè ai primi segnali di grave malattia del Re la Du Barry alzava i tacchi con gioielli titoli e rogiti vari, per allontanarsi da Versalilles e lasciare il generoso amante in lacrime.

Maiwenn con tutte le buone intenzioni e una indubbia abilità nel descrivere quell'epoca sia come ambienti arredo costume e società non si è avvicinata minimamente allo spirito della Du Barry né tanto meno fisicamente perchè invece di adeguarsi alla storia ha adeguato la storia a sé stessa interpretando questa favorita imponendola dall'alto della sua statura da corazziere  con una bocca da predatore pronta a mangiarseli tutti senza ombra di quella raffinata seduzione che apparteneva al personaggio reale, una ragazza bellissima alta bionda con gli occhi azzurri che, immergendosi nel mondo, aveva imparato l'arte  mettendola da parte 

Se alla teoria  segue sempre la pratica, al cuor non si comanda così come nobili si nasce e non si diventa. Infatti lei, Madame Du Barry,  non "lo nacque” perchè non seguì il suo cuore ma il destino di una cortigiana  dotata di talento seduttivo e di una bellezza degna di un Re tanto che perfino sul patibolo, quando si lasciò talmente andare in lacrime e lamenti (ben lungi dalla grande dignità di una vera “aristo” come Marie Antoinette che non mosse ciglio arrivando a dire al suo carneficie “Oh, pardon” per avergli pestato un piede) supplicando il boia di lasciarla vivere ancora qualche istante riuscì a conquistare il popolino che per la prima volta chiese la grazia.  














Mai ricevuta solo perchè il boia fu più veloce. Zac!
E la favorita del Re era servita spazzando via dalla storia la categoria delle cortigiane che praticano il mestiere sotto mentite spoglie di libertine femministe: “...perchè io sono mia, mica del Re!” Certo poi una è anche libera, come la regista Maiwenn,  di mettere l'amore dove non c'è e rappresentare una Jeanne du Barry come una sorta di sincera e genuina Bocca di Rosa, in forte contrasto comunque con la bocca vorace dell'interprete Maiwenn, ma così tutto il fascino magnetico del film è sprigionato da Johnny Depp. Lui è il Re. Con o senza cipria.


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