martedì 21 novembre 2023

C'E' ANCORA DOMANI

 Ne avevamo bisogno. Lo scossone che ha smosso il cinema italiano dal torpore in cui era immerso ha riportato gli spettatori a riempire le sale come un tempo che fu. Ben vengano le idee nuove anche se “copiate” da fonti autorevoli C'è Ancora Domani è infatti un pout-pourri di ambienti e situazioni già vissute, viste sul grande schermo grazie ad autori come Vittorio De Sica, Alessandro Blasetti Luchino Visconti che hanno narrato l'Italia del dopoguerra mostrando le donne casalinghe che si ingegnano come pitevano per fare lavoretti di cucito, iniezioni, riparazioni e quant'altro a loro portata per racimolare qualche soldo da consegnare al marito non dopo aver fatto la cresta al già misero guadagno. Il film è una rievocazione e un omaggio a questo cinema che ha fatto alzare la testa all'Italia nel riemergere dalle macerie mettendo le basi per il boom degli anni 50. Le donne sono le eroine di questo periodo perchè si sono rimboccate le maniche prendendo spesso la parte dei loro uomini tornati dalla guerra, da  entrambe le fazioni comuniste e fasciste, feriti e indeboliti nella tempra perchè in ogni guerra non c'è mai un vincitore. 

Ecco perchè non ci piace il femminismo visto da Paola Cortellesi, regista nella sua opera prima, perchè le donne come la protagonista Delia, non erano così maltrattate e sottomesse pur non avendo ancora acquisito il diritto al voto. Il quale lo hanno conquistato donne come le nonne che noi tutte abbiamo avuto in famiglia dove ormai il matriarcato aveva soppiantato da tempo il mito del maschio “padre o marito-padrone” fin troppo assente da casa e dunque sbattuto fuori dalla giurisdizione patriarcale. La protagonista Delia nella sua condizione di asservimento totale è un insulto alle donne che  hanno invece affiancato i loro uomini coraggiose e impavide nella resistenza, e sono tante.Così se val bene bene la carrellata scenografica in C'è Ancora Domani sugli arredi dell'epoca come il fornello e le prime cucine a gas, le camere da letto sovraffollate, la macchina da cucire immancabile in qualche angolo, le stoviglie (sempre dono di nozze)  custodite tutto l'anno nella credenza con il servizio di bicchieri di cristallo in bella vista dalle vetrinette con centrini, tirate fuori per le feste di Natale Pasqua o per festeggiare fidanzamenti, matrimoni, funerali, con la tovaglia bianca di lino che ogni famiglia anche la più povera aveva riposto nel baule insieme alle lenzuola ricamate a mano rifinite con i punti a giorno o gigliuccio al profumo di lavanda, quello che non quadra è proprio Delia rappresentata come una figura patetica (che con la siringa in mano è ben lungi dalla forza dirompente di una Magnani in Bellissima o il candore genuino di una vittima come Giulietta Masina ne' Le Notti di Cabiria) perchè, anche se ammantata di dolcezza con molta ironia è capace di azioni subdole come quella di restare indifferente alla morte dello suocero ignorandolo per poter scappare con l'amante, sfruttando l'unica possibilità che ha di fuggire da casa e dal marito violento, perchè altrimenti non saprebbe dove andare. A trovarsi un lavoro, no? Passi il paesino di provincia, ma Roma! 

Oppure ancora peggio facendo passare Delia sopra al fatto che la figlia si  sistemi con un giovane di famiglia benestante il cui padre si è arricchito facendo l'informatore dei tedeschi consegnando loro molti uomini, mentre non transige quando sente il ragazzo rivolgersi a sua figlia con la stessa arroganza di suo marito rozzo e manesco (magistralmente interpretato da Valerio Mastrandrea sempre in canotta sudaticcia in stile Stanley Kowalski di Un Tram che si Chiama Desiderio) facendo emergere la presa di coscienza di una casalinga disperata piuttosto che la persona orientata verso l'ideologia di sinistra. E movimento femminista.

Insomma qualcosa non quadra ma il film comunque piace per la presenza di Paola Cortellesi sempre irresistibile nel delineare personaggi fuori dalle righe come la protagonista di C'è Ancora Domani che comuque rappresenta una minoranza perchè per fortuna è la maggioranza che ha conquistato il diritto al voto. Se le donne fossero state tutte a livello di Delia saremmo ancora prenderle di santa ragione a seguir quel detto del saggio maschilista: “Quando vai a casa picchia tua moglie, tu non sai perchè ma lei sì” Tiè! Uomini tremate... Col diritto al voto le donne non si sono più fermate, anche se la strada è ancora lunga, con tante leggi da fare da cambiare...ma se una donna in Italia è diventata premier, possiamo dire di essere a buon punto. Domani si vedrà...

NOTA DI COSTUME su fatto di cronaca.

 SALUTE MENTALE “Nostro figlio è impazzito. Non c'entrano patriarcato e possesso”. I genitori di Filippo  Turetta il fidanzatino che ha ucciso Giulia Cecchettin si sono così espressi pur ritenendo giusto che il figlio paghi la sua colpa. In effetti, quante ragazze hanno avuto un fidanzatino geloso e possessivo che non le lasciava andare a mangiare una pizza con le amiche rendendosi ridicolo agli occhi delle stesse una volta scovato a spiare fuori dalla pizzeria in attesa di portare la sua ragazza a casa. Lui e non le amiche. Poi col tempo il ragazzo si è calmato  una volta sposato e con l'arrivo dei figli, il lavoro e tante responsabilità che non hanno lasciato più spazio a capricci come le scenate di gelosia tanto da far pensare alla ragazza che non le volesse più il bene di prima rimpiangendo le sue attenzioni asfissianti, invece di essere felice che fosse finalmente maturato mettendo la testa a posto.

Ecco il problema sta proprio qui nella testa che col tempo invece di andare a posto può trasformarsi in testa di c...o specie se il membro è al vertice al quale molte donne si sottomettono perchè  (come la protagonista di cui sopra) "non sanno dove andare se sono casalinghe con prole ", oppure perchè sanno benissimo dove andare...(per far carriera). La categoria del maschio dominatore è la più gettonata da quelle numerose donne che ne subiscono il fascino e dove c'è domanda c'è offerta per cui su questo punto bisognerebbe che si facessero tante domande sulle pari opportunità in tanti settori che non decollano. 

Purtroppo questo è il normale corso della vita mentre il resto è follia, quella che i giovani corrono il pericolo di intraprendere con l'ossessiva ricerca sui social  dove se ne vedono di ogni quanto basta per far sballare delle menti  ancora in fase di formazione della personalità insieme ad alcol droghe e sesso porno. Se i ragazzi forti ce la fanno quelli fragili vengono succhiati in una spiarle di esaltazione euforica o depressiva in misure tali da far perdere i freni inibitori e perpetrare azioni  autodistruttive o di feroce violenza sugli altri. La salute mentale è il problema.

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