giovedì 2 novembre 2023

KEN LOACH TRA IO, DANIEL BLAKE, E "POOR COW"

 Ken Loach ha ritrovato lo smalto dei tempi di Poor Cow quando descriveva l'Inghilterra degli anni 60 colpita da una crisi profonda nelle classi povere mettendosi in luce con un film a descrivere il destino di “una povera vacca” sbattuta da un compagno all'altro, il primo più ladro del secondo,  per poi arrivare a riflettere alla fine sui suoi doveri di madre dell'unico figlio che l'aspettava pazientemente a casa per avere un sorriso, una carezza e tutto il latte da succhiare dalla sua grande mammella che lei invece aveva versato su amanti stronzi.

https://www.youtube.com/watch?v=MWzJFS8vZKg



Il film aveva fatto molto discutere e Ken Loach si è riproposto  con un tema allargato da una recidiva “poor cow” Katie (Natalie Anne Jamieson) con due figli da crescere e un povero diavolo Io, Daniel Blake  (Ayley Squires) in corsa agli sportelli per una indennità da prendere a seguito di infarto.
Il film ammantato di noia infinita è molto interessante tanto da lasciar vigile lo spettatore fino alla fine per vedere come il vecchio protagonista ne uscirà vincitore.
Infatti la noia che ci prende è quella che ci accompagna nel nostro quotidiano quando ci si trova alle prese con un girone infernale e perverso che va dalla fila agli sportelli all'attesa di un fil di voce dal call center in musichetta tormentone, passando per la navigazione on line per ogni quesito da fare o da risolvere, cogliendo  l'attimo sfuggente.
Infatti se allo sportello arrivi con un minuto di ritardo perdi il posto e così sia come ai tempi del comunismo di Tito in Jugoslavia dove, se un negozio restava aperto fino ad una certa ora, passato un secondo...zac! ti si chiudeva lo sportello in faccia lasciandoti la metà della fetta di prosciutto cotto ghigliottinata.
Lo Stato e le Istituzioni in questo film che  rispecchia molto la realtà sono nemici del cittadino con i dipendenti che sono complici in questa battaglia allo scopo di sfiancare i richiedenti aiuto o qualsivoglia consulenza facendoli desistere per lo sfinimento dalla richiesta di qualsiasi indennizzo, anche se aventene diritto.


Il protagonista è un vecchio che dopo quarant'anni di lavoro come falegname, dopo essere stato colpito da infarto non potendo continuare a lavorare perchè i medici glielo proibiscono, viene sottoposto a un esame per confermare un sussidio di disoccupazione  ma è riconosciuto idoneo al lavoro e se non dimostra di cercarlo sarà sottoposto a sanzioni applicate al sussidio intimandolo di non far ricorso per avere indennità di malattia perchè perderebbe entrambi, sussidio e indennità che non gli verrà riconosciuta avendo chiesto la di disoccupazione. 
Insomma un gioco perverso, in una sorta di giro dell'oca perchè si ritrova sempre al punto di partenza, che incastra il povero anziano il quale fra tante difficoltà quotidiane trova il tempo di occuparsi di una famiglia composta da una madre in cerca di lavoro e due bambini a cui dar da mangiare e per la quale sarà inevitabile la scelta della prostituzione come unico sbocco della sua misera vita di “poor cow due la vendetta”:  sì, quella della vita dalla padella alla brace.


Lui non desiste dai suoi intenti, aiutato anche dal vicino di colore che l'aiuta con il p.c. a svolgere le pratiche burocratiche, perchè non vuole perdere la dignità ricorrendo alla fine all'unico modo che resta ai poveracci per far sentire la propria voce, scrivendo la sua protesta sui muri dei Palazzi di Potere ostili e ladri, mentre lei ritrova la propria dignità unendo le sue forze per affiancarlo in questa lotta rendendolo vincente con il riconoscimento dell'indennità di malattia, anche se dopo tutto questo patimento lui soccomberà.
Dopo cinquant'anni l'Inghilterra non è cambiata nella sue profonde crisi sociali ma forse sta ritornando a cinquan'anni fa, quando si è allegramente risvegliata con la Swinging London, alzando la voce dai sobborghi di Liverpool con i Beatles, dando un drastico taglio con Mary Quant alle gonne portandole all'altezza inguine e scoprendo le gambe.

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