mercoledì 8 novembre 2023

COMANDANTE UN FILM DI GUERRA CON RIFLESSIONI ATTUALI PER UN MESSAGGIO DI PACE


 Pierfrancesco Favino è l'interprete di Comandante un film, con la regia di Edoardo De Angelis, di guerra dei primi anni 40 ambientato in un sottomarino e tratto da una storia vera sulle gesta temerarie e coraggiose di Salvatore Todaro Comandante di Regia Marina morto nel 1942, due anni dopo gli avvenimenti del racconto. In un'atmosfera cupa il Comandante con un gruppo di uomini sono salutati da giovani infermiere che guardando con tristezza la loro partenza evocano la morte come destino ineluttabile che accompagna le missioni dei sottomarini in guerra a rammentar quei versi immortali: “...eran 300, eran giovani e forti e sono morti”.  Il mare buio inghiotte il sottomarino Cappellini che naviga attraverso lo stretto di Gibilterra per trovarsi in pieno Oceano Atlantico dove la guerra impazza con le bombe che, scoppiando negli abissi, fanno tremare il sottomarino portandolo a riemergere per controbattere. E vincere. Così il cargo belga Il Kabalo.che trasportava armi per gli Inglesi  viene affondato lasciando un gruppo di naufraghi ad annaspare impauriti e disperati i quali vengono accolti dal temerario Comandante per sistemarli insieme al suo equipaggio disposto al sacrificio nel dividere gli spazi piccoli e angusti pur trovandosi a dover affrontare un atto di violenta insubordinazione di due soldati nemici comunque neutralizzati a suon di schiaffi da entrambi i comandanti delle due fazioni.

Il clima si rasserena ed insieme si cerca di vivere la pacifica convivenza ruotando intorno alle pentole sui fornelli con uno scambio di menù dove gli italiani scoprono le mitiche Kartofen fritte che vengono assaporate insieme al suon del mandolino. Il sottomarino è un calderone di dialetti da nord a sud che scalda un'italianità semplice e di buon cuore nonostante i componenti l'equipaggio siano stati chiamati tutti “porci fascisti” dai nemici naufraghi prima di essere salvati per  essere portarti a destinazione verso le Azzorre dopo aver ottenuto il lasciapassare da una nave Inglese che, sollecitata dal Comandante Todaro, si è inchinata alle leggi del mare che non lascia naufraghi ad affogare.  Così arrivati a destinazione il comandante nemico esterefatto perchè lui non l'avrebbe mai messo in atto chiede spiegazioni a Todaro per questa scelta generosa ma tanto azzardata mossa controproducente a livello di carriera con i problemi ed effetti collaterali che ne sarebbero conseguiti, lui risponde serafico: “Perchè siamo italiani” (Citazione già sentita comunque con Checco Zalone nel film Una Bella Giornata quando aiuta un gruppo di mussulmani terroristi sui generis che si arrendono di fronte a tanta bontà).

Gli Italiani possono ergersi a più buoni di tutti gli altri popoli? No, soprattutto in questo caso con la scelta personale, anche se condivisa, del Comandante Todaro confermata quando urla al nemico:”Io sono un credente” e al quale va tutto il merito. Gli italiani, seppur “brava gente” non possono erigersi a portatori sani di saldi principi umanitari perchè l'Italia è diventata terra di prima accoglienza  per forza di cose a livello geografico al quale non si può sottrarre negando il salvataggio a naufraghi, perchè la legge del mare impone di non affondare nessuno riconoscendo a tutti il diritto di esistere. L'Italia giustamente col suo impegno civile fa la sua parte. Buona parte, diciamolo. Così come un popolo non dovrebbe erigersi a “popolo eletto da Dio” perchè il diritto ad esistere gli deve essere riconosciuto esattamente come a tutti. Anche ai palestinesi. Purtroppo vediamo che la legge del Taglione (banalizzata comunque da quel detto popolare “Chi la fà l'aspetti) invece è più forte di ogni richiesta di “cessate il fuoco” . 

Papa Francesco Lunedi 6 novembre non ha incontrato i Rabbini perchè aveva il “raffreddore” ma ha concesso udienza subito dopo a 7000 bambini provenienti da tutto il mondo come a seguir le parole di Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”. Questo è il messagio che tutti gli uomini di buona volontà dovrebbero recepire per raggiungere la pace perchè lascia aperta la speranza che tutti i bambini ed in special modo quelli che rappresentano “il futuro” della Striscia di Gaza abbiano  assimilato quel concetto, così caro a Papa Francesco, racchiuso nella parola Perdono. Reciproco.


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