giovedì 10 settembre 2020

IL SENSO DEL LUSSO SECONDO HITCHCOCK

Il senso del lusso dagli anni 50 ad oggi è profondamente cambiato specie a livello di abitazioni.
Negli anni 50 per esempio tutto era molto più piccolo anche se una casa poteva avere molte stanze, comunque sempre piccole, che giravano intorno all'ingresso, quanto meno in Italia dove si ispirava allo stile delle case del Romano Impero. 
Anche le ville Hollywoodiane erano di piccole dimensioni con una sola colf spesso a mezzo servizio. Le ville erano villette come quella di Marilyn Monroe per esempio alla quale facevano visita i fratelli Kennedy senza curarsi della modestia dell'arredo perchè il gioiello era lei.Oggi le personalità famose amano viverein mega-ville con saloni e camere da letto che sembrano piazze d'armi potendosi permettere di avere uno stuolo di domestici per la pulizia e manutenzione.
 Il lusso sfrenato rischia di scadere nel pacchiano ma non è detto perchè anche nelle case middle-class degli anni 50 il gusto kichts è spesso nel salotto-buono.
Lo abbiamo visto nel film Il Delitto Perfetto di Alfred Hitchcock ambientato in un appartamento borghese  di Londra occupato da due comiugi, dove è lei Margot (Grace Kelly) ad essere di famiglia facoltosa mentre  lui (Ray Milland) è un ex campione di tennis una star dello sport. Entrambi sono molto connessi con le abitudini dell'epoca dell'alta borghesia mantenendo un rapporto “sportivo” ed elegante non solo fra di loro ma anche con l'amante di lei ricevuto in salotto per un aperitivo prima di andare a teatro.

Tralasciando i secondi fini nascosti nella trama ci soffermiamo su note di costume tra il look di Grace Kelly e arredo della casa. Grace Kelly nell'interpretazione di Margot è decisamente penalizzata non aiutata dalla traduzione in italiano da una voce cantilenante che dice pure “non l'ho veduto” e con la perenne espressione del viso imbambolata dalla prima scena all'ultima delineando il tipico ritratto, secondo il regista Hitchcock della casalinga disperata anni 50 che gode di una certa indipendenza che però finisce quando il marito si impunta su un ordine deciso da eseguire senza discutere manifestato nel contesto con l'imperativo di completare un album con ritagli di giornali per passare la serata vietandole di andare al cinema perchè non c'era il televisore in casa. Un invito perentorio ma accompagnato dalle flautate parole cara, tesoro...”però questo è”, per farle ingoiare la pillola amara della sottomissione.

Grace Kelly non brilla in eleganza avvolta in un abito rosso da sera in tessuto sintetico ornato con pizzo di nylon che oggi definiremmo cineseria e siamo ben lungi dai fasti monegaschi di Caccia al Ladro o dal look aute couture della Finestra sul Cortile: l'unica scena che la riscatta è quella in vestaglia quando lotta con il suo aspirante assassino mentre cerca di soffocarla col filo del telefono. Questa è una sequenza che deve essere stata girata prima del film perchè si distacca completamente dalle altre avendo Grace i capelli corti e riccioli a boccoli che tintinnano insieme alla sua figura in lotta col filo al collo. Sono bastati questi attimi di pathos per rivelare la tempra di un'attrice di rara eleganza in un mix di sensualità e passionalità a confermar quel termine di "ghiaccio bollente" appositamente coniato per lei dal regista Hichcock che aveva una passione per le bionde glaciali col fuoco dentro così come l'altra sua musa Tippi Hedren con la quale comunque non ebbe un rapporto di rispetto passando alle molestie causa rifiuto avances.

L'appartamento nel Delitto Perfetto situato al piano terra con giardino nel retro è di una modestia incredibile composto da un salotto all'ingresso con piccola camera da letto con bagno e cucina, praticamente un “bilocale” arredato con pacchianissimo divano a fiori e angolo bar pieno di liquori per un sorsetto ad ogni occasione in coppia in triangolo o con amici canaglie come l'aspirante assassino. C'è pure l'angolo della scrivania, piccolissima giusto per fare spazio al telefono e ad un'agenda, e quello riservato al cucito con il tipico cestino con aghi e spilli, “spagnolette” e forbici che serve a “Margot” per riparare le calze di nylon rotte.  Evidentemente Hitchcock conosceva molto bene Grace Kelly e la sua passione per cucito e ricamo, che non ha abbandonato nemmeno quando era diventata principessa di Monaco, tanto che deve averlo ispirato nell'usare usare forbici come arma del delitto.

Altri tempi che ci portano a riflettere come a quel tempo si potesse vivere con una sola chiave in tasca permettendo a Hichcock di girarci intorno incrociandole fra coniugi e l'Ispettore di Polizia per costruire un film come una pièce teatrale. Un film datato e sopravvalutato ci spiace dirlo perchè per una volta il suo remake con Gwyneth Paltrow ha sicuramente convinto maggiormente (non così per Psyco invece perchè l'originale di Hitchcok resta unico) sia a livello di lusso “reale” che di intreccio della trama arricchita con location in esterni e scene d'azione del duro marito (Michael Douglas) più credibile nel suo cinismo senza pietà a differenza di quella sorte di damerino abbozzato da Ray Milland il quale tra l'altro pronunciandosi sul patrimonio della moglie Margot dice: “...per ereditare le sue sostanze”.
Il linguaggio è cambiato certo ma resta pur sempre la convinzione che questo film anche se molto famoso per la presenza di Grace Kelly non sia il migliore girato né da Hichcock né dalla Principessa di Monaco alla quale il principe Ranieri aveva chiesto di non interpretare Marnie sempre del grande regista del brivido ma più probabilmente ordinandoglielo cortesemente senza replicare, perchè “questo è”. Grace Kelly infatti si era sposata negli anni 50.


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