Un artista quando mette in scena un biopic (che significa Doit-il dire Toute la verité) di un personaggio pubblico dovrebbe curarsi di non ferire i familiari ancora in vita unici custodi della realtà vissuta insieme al protagonista per cui andrebbero consultati per l'approvazione. Invece in nome della libertà di espressione ci si sbizzarrisce romanzando la vita del personaggio per questioni di spettacolo pensando di cavarsela con i titoli di coda dove si dichiara di essersi liberamente ispirati a fatti e avvenimenti accaduti così come abbiamo visto in Esterno Notte la fiction di Marco Bellocchio che racconta i giorni del rapimento e della prigionia con relativa esecuzione di Aldo Moro contestata dolorosamente dalla figlia Maria Fida Moro (la primogenita delle altre due Anna e Agnese) per non essersi attenuto rigorosamente ai fatti. E c'è da crederle perchè la stessa impressione l'abbiamo avuto all'inizio della fiction quando gli amici eccellenti della DC vengono convocati in Ospedale dove Aldo Moro è visibilmente distrutto e provato dopo la liberazione da parte delle Brigate Rosse. Non si capisce se sia un sogno o se una libera interpretazione per cui con questa ambiguità il regista parte con il piede sbagliato, quello sinistro, come a rimarcare la infausta scelta del compromesso storico fra DC e PC riuscendo a metterli tutti d'accordo insieme agli estremisti, nel lasciarlo morire.
La colonna esageratamente drammatica da Messa da Requiem, con Aldo Moro che porta la croce di Gesù come un martire, il Papa )Paolo VI 8nella realtà un fine e distaccato intellettuale) che si autoflagella, Giulio Andreotti che ha conati di vomito quando viene annunciato “a sorpresa” il rapimento di Aldo Moro sono abbastanza per dare poca credibilità alla fiction che in questi casi invece di fantasticare su fatti realmente accaduti, poteva ispirarsi a questi fatti cambiando nomi e cognomi perchè altrimenti fanno meglio fede i documentari dell'epoca per rinfrescarci la memoria di avvenimenti comunque non ancora dimenticati. Non bastano i Tg con Bruno Vespa né tanto meno i cartelloni del cinema dei film di quel periodo come Anima Persa a catapultarci nella realtà storica del rapimento di Aldo Moro, specie quando racconta il percorso di Adriana Faranda basandosi sulla sua testimonianza di brigatista pentita quando già era in carcere ricevendo così uno sconto di pena.
La Faranda è interpretata da una bravissima Daniela Marra, già vista in L'Ora, Inchiostro contro Piombo, la cui intensità espressiva degli occhi di oscura profondità la rendono interprete ideale per ruoli di pasionaria intellettuale o rivoluzionaria estremista senza se e senza ma, per cui nella fiction Esterno Notte i suoi dubbi e le lacrime verso le vittime (la scorta di Aldo Moro) che ha contribuito a uccidere, suonano un po' come quelle di un coccodrillo.
Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro è tale e quale riproponendolo in tutta la sua flemmatica lucidità di statista visionario e troppo avanti in un ambiente ottuso e bigotto e dunque vittima predestinata lasciata al suo destino. Anche il Papa interpretato da Toni Servillo non l'aveva aiutato fino in fondo perchè dopo un'offerta ai Brigatisti di 20 miliardi per il riscatto di Aldo Moro, si è tirato indietro pensando ad una trappola dopo la notizia che il cadavere di Aldo Moro fosse stato buttato in un lago ghiacciato, mentre nella fiction si parla della notizia come strategia del terrore per indurre le forze dell'ordine ad allentare la tensione contro le Brigate Rosse il cui scopo era quello di ottenere un riconoscimento dal Governo. Difficile sapere se queste manovre in Vaticano siano state reali per cui si presumono frutto di una libera interpretazione perchè il papato di Paolo VI è stato ineccepibile non lasciando spazio a fantasie di un Papa faccendiere con le mani in pasta davanti a una montagna di Lire che una suorina conta per mettere in borsa per lo scambio dell'ostaggio eccellente. E per gli altri sequestri, solo una preghiera? Suvvia...
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