La trama del film è basato su una storia vera ched liberamente racconta la vita di Raffele Acampora un piccolo allevatore e commerciante di animali che va a vendere al mercato in un paesino fra Napoli e Caserta dove insieme ai compagni del settore animale e agricolo deve subire le angherie della camorra sempre più spietata nel chiedere un pizzo esorbitante passando alle maniere forti in caso di insolvenza anche a causa di basso guadagno. Raffaele decide di ribellarsi formando un sindacato riuscendo poi con varie denunce a far arrestare un importante scagnozzo della camorra. Con questa piccola vittoria si inorgoglise nella consapevolezza di essere stato utile per la comunità alla quale aveva dato la parola che sarebbe andato tutto bene.
Vincere una battaglia non significa vincere una guerra perchè la camorra non gli darà tregua riuscendo a farlo tradire dai suoi stessi amici che ammazzeranno Raffaele Acampora che lascerà una vedova e quattro figli. I quali gli renderanno onore avendo agito nel loro interesse per un futuro migliore riconoscendo che il loro padre non sia morto invano avendo dato il coraggio a tanti altri di ribellarsi infoltendo le fila del dissenso e restando uniti nella lotta.Infatti Raffaele Acampora era stato lasciato solo per affrontare il suo tragico destino ormai segnato ma comunque nobile di una vita per essere stata degna di essere vissuta. Il messaggio positivo si è avvalso dell'appassionata interpretazione di Giuseppe Zeno che ha dato un'ottima prova come protagonista assoluto affiancato comunque da bravi interpreti come Antonia Truppo (la moglie),
il piccolo Giuseppe Pirozzi (figlio maggiore) Fabio De Caro (un camorrista) e una curiosa Tosca d'Aquino nel ruolo di moglie di un boss dal quale riceve ordini dal carcere per gestire i traffici della camorra tra i quali anche il pizzo.
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