E' stata accolta con entusiasmo l'offerta di Mediaset Infinity per dare l'occasione agli utenti di accedere alle produzioni di rete in streaming così come Rai Play. Purtroppo quella che si prospettava come una bellissima idea di arricchimento è rimasta tale a livello mediaset perchè in pratica si è rivelata un flop.Sì perchè accedendo per esempio, sempère con tanto entusiasmo, alla lista delle fiction , specie quelle datate, una volta sceltane una, Il Clan dei Camorristi per esempio,
tutte le altre son diventate nessuna essendosi dovuto ricredere perchè la visione in streaming è stata uno strazio. Non per la fiction comunque, perchè molto avvincente nelle otto puntate che ho seguito fino alla fine con immutato interesse, ma per le continue interruzioni della pubblicità martellante come una tortura della classica goccia che cadeva puntualmente dopo ogni 5 minuti di sequenza: tac, tac, tac sempre la stessa per ogni puntata in un ritmo esasperante che faceva perdere la pazienza nel distogliere l'attenzione decidendo per mai più proseguire in qualche altra avventura. Peccato, perchè la sofferenza aveva proprio raggiunto il colmo anche nella lungaggine della puntata che solo con l'interesse per la fiction, avendola ormai cominciata, sono riuscita a sopportare ma finita questa per me son finite tutte. Lo dico con grande dispiacere pur rispettando le esigenze di marketing di Mediaset Infinity. Meglio la diretta in streaming ma l'offerta di vedere o rivedere trasmissioni per il momento resta solo una bellissima idea.
La fiction comunque è stata piacevolissima da seguire per la tematica trattata che coinvolgeva gli affari sporchi della camorra negli anni 80 dopo il terremoto del Belice dove metteva le mani sugli appalti delle grandi opere (fondi terremotati per la ricostruzione) dell'edilizia droga e soprattutto smaltimento dei rifiuti tossici provenienti anche dal nord con i quali la camorra aveva inquinato le acque ed i terreni circostanti avvelenando l'agricoltura con danni enormi agli animali ed al loro latte e latticini con la mozzarella di bufala in primis, il prodotto d'eccellenza di terra campana tanto da venir denominata la Terra dei Fuochi. L'attività investigativa è svolta dall'Arma dei Carabinieri sotto la direzione del Giudice Andrea Esposito (Stefano Accorsi) il quale si trovava a combattere l'antagonista Francesco Russo detto O' Malese (Giuseppe Zeno) che da semplice soldato aveva scalato i vertici diventando lo spietato Capo della camorra.
La serie si basa su fatti realmente accaduti e personaggi realmente esistiti che con il loro contributo di sangue e di coraggio hanno aiutato a vincere la battaglia contro quello conosciuto come il Clan dei Casalesi. Le puntate si susseguono aumentando l'interesse fino alla fine quando sembrava tutto perduto mentre invece spuntava il solito pentito a demolire l'organizzazione criminale consentendo la cattura dei mandanti eccellenti a Roma e a Milano e del capo O' Malese poi giustiziato in carcere dai suoi “fedelissimi” che gli eran succeduti facendogli fare la fine di un uomo d'onore non essendosi mai pentito nel fare i loro nomi. Un uomo d'onore non è un infame e, piuttosto che fiatare come Buscetta o Brusca che hanno ricevuto sconti di pena per il loro “contributo” di pentiti facenti parte della manovalanza delittuosa “senza le palle” che non caratterizza un capo mafia, meglio scegliere il 41 bis o la morte.
L'unica nota un po' noiosa è rappresentata dalle scenette del menage del Giudice Andrea Esposito con la moglie Dr.ssa Anna Esposito (Francesca Beggio) sempre molto seriosa triste e piangente nel quale si trovava un Stefano Accorsi particolarmente affettuoso e sdolcinato, molto diverso dai personaggi con i quali aveva catturato consensi fuori dalle righe scanzonati trasgressivi o scoppiettanti, anche se poi si rifaceva nei panni del Giudice quale servitore dello Stato di grande determinazione e coraggio facendone un cavallo vincente nonostante lui si fosse ormai convinto del contrario per raggiunta spossatezza e frustrazione di fronte alla forza della camorra.
Giuseppe Zeno è la rivelazione perchè anche se l'abbiamo ammirato in tanti ruoli (ultimo dei quali Mina Settembre a fianco di Serena Rossi) in questo ruolo di O'Malese rende il massimo del suo potenziale di attore drammatico prestando il volto a un capo mafia dallo sguardo allucinato e febbricitante che
ricordava molto il Gian Maria Volonté dei western di Sergio Leone. Bravo, anzi bravissimo così come tutti gli altri interpreti tra i quali spiccavano appunto la maestrina di Paese semplice simpatica e coraggiosa Patrizia Teduccio interpretata da Serena Rossi, giovane attrice ma di belle speranze negli anni mantenute, e Mara Simone interpretata da Valeria Bilello poco empatica nel ruolo di indagatrice finanziaria saputella e spocchiosa ma dall'aria modesta e fin troppo ligia dove pare metta anche del suo tanto le riesca bene avendola rivista riproporre con la stessa antipatia nella serie Tv Il Sistema nel quale era stata promossa a Capo della Guardia di Finanza nel quale brillava per rigidità nevrotica che sfogava su Claudio Gioé suo sottoposto.