martedì 15 luglio 2014

KATHERINE, LA PRIMA AMERICANA REGINA D’AFRICA.


Ci sono donne che si sentono a loro agio solo in pantaloni. Hillary Clinton è una di queste, ma anche fra le star ci sono tante cultrici di questo genere.
A lanciarlo è stato Marlene Dietrich portandosi dietro anche l’aura di lesbica, seguita da Greta Garbo pure lei sul genere, e poi da Katherine Hepburn.
Quest’ultima, rigorosamente etero, era dotata di una femminilità appassionata e nervosa che esaltava con un look classico di gonne e camicette un po’ maschili alternato ai pantaloni con disinvoltura e sempre a suo agio in entrambi i casi.
Per la sua classe innata le venivano affidati ruoli in commedie brillanti facendo coppia con il bellissimo Cary Grant. Ma la sua accoppiata vincente l’ha formata con Spencer Tracy, attore diversissimo da tutti quelli con cui aveva lavorato.
Come dire che dopo tanti fichissimi aveva trovato il rospo. E dopo il bacio ecco sbocciar il principe: non bello ma dotato di una calma e un savoir faire rassicuranti che lo rendevano decisamente sexy. E la signorina Hepburn era sensibile al suo fascino erotico, tanto che diventò sua amante accettando di restare nell’ombra della sua vita reale.
Lui infatti era sposato con un figlio che aveva dei problemi per cui non si sentiva di divorziare da una moglie casalinga e dipendente da lui.
Katherine accettò la situazione accontentandosi di fare coppia fissa e regolare con lui solo sullo schermo. Con il quale girò parecchi film facendo qualche eccezione  fra cui una piccola parentesi (a dire il vero superba)  con Hamphrey Bogart con cui girò “La Regina d’Africa” tutto ambientato su un vecchio barcone con stantuffo e ciminiera: lei nel ruolo di una attempata suffragetta mistica e lui in quello di un vecchio duro e coriaceo fecero scintille in un duetto che, partito fra toni aspri e battibecchi, finiva in una liaison romantica e idilliaca.
Ma il sodalizio con Spencer durò fino alla fine forse perché lei gli rimase sempre fedele trasformando il loro rapporto in un grande amore.
Dimostrato in maniera sublime con l’ultimo film girato insieme Indovina Chi Viene a Cena dove, nella parte di una matura e benestante coppia, ricevono la figlia con il fidanzato di colore, impersonato da Sidney Poitier.
Fecero dunque in tempo a chiudere il loro sodalizio con questo film illuminato, di rara sensibilità e intelligenza per implicazioni sociali di apertura verso la razza nera.
Un film che fece molto discutere e che servì a sdoganare, con l’ingresso di un nero in una casa ricco borghese  accolto a braccia aperte, anche tutti gli altri attori di colore a cui vennero affidati ruoli di protagonisti in films, fino ad arrivare al premio Oscar Denzel Washington.
Non solo al cinema ma anche in Tv cominciarono a fiorire tante serie ambientate in case di colore come I Jefferson o i Robinson passando dal piccolo Arnold diventato il beniamino di tutti. Un lungo percorso che ha spianato la strada a Casa Obama finendo direttamente alla Casa Bianca.
Chi l’avrebbe detto che un nero avrebbe governato l’America?
Barack Obama Hussein, per la precisione, come da lui stesso “corretto” dopo le elezioni: lui ci tiene a sottolinearlo per ribadire le sue radici “afro-mussulmane”, di matrice bianca (come la madre ormai deceduta). Al suo fianco per un certo tempo aveva chiamato Hillary Clinton quale Segretario di Stato. Che portava e porta i pantaloni, a ribadire il suo ruolo di Regina madre: d’America, ma soprattutto, ci si auspicava d’Africa.
Infatti Michelle Obama e sua madre si sono accomodate alla Casa Bianca per curare l'orto lasciandosi i problema dell'Africa alle spalle.
Mai una volta che si sia sentito Michelle perorare qualche causa che non fosse una schiacciata fra i giocatori di colore di volley.
Non ha mai infiammato le platee se non per fare qualche sfilata in stile Jackie tanto che gli Americani Latinos si sono quasi dimenticati di lei preferendo di gran lunga il Presidente Obama. Almeno è più carino!
Il quale comunque non sa più che cosa fare con il Medio Oriente.
Per non sbagliare continua a dire che tra poco l'America ritirerà le truppe ma questo lo diceva già dal suo primo mandato.
Intanto l'America continua a perdere i suoi soldati mentre la striscia di Gaza sta scoppiando come una polveriera ed accenderà la miccia in tutto il Nord Africa.
La rivoluzione del Gelsomino era solo la punta di un Iceberg.
Il resto è Italia che se la canta e se la suona insieme ai media.










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